Prodotti di Pantelleria tra capperi e vini DOC

Prodotti di Pantelleria DOC e IGP da scoprire: percorso enogastronomico tra vini DOC, cappero di Pantelleria e agricoltura eroica su Turisti per Caso.
Turisti Per Caso.it, 13 Lug 2021
prodotti di pantelleria tra capperi e vini doc
Perno dell’economia pantesca è da sempre l’agricoltura ed infatti Pantelleria è definita come un’isola di contadini piuttosto che di pescatori. La “perla nera” del Mediterraneo è una terra scura, perché di origine vulcanica, avvolta dall’azzurro del mare e popolata da persone che con ingegno e dedizione hanno saputo adattarsi ad una natura difficile.

Anche il paesaggio è stato plasmato dall’opera dell’uomo, senza però che ne sia stata snaturata l’essenza. Ancora oggi il visitatore rimane affascinato dall’incredibile legame che unisce l’uomo e la natura nel cuore del Mediterraneo, tra la Sicilia e l’Africa.

I prodotti che nascono sull’isola sono delle eccellenze del Made in Italy, e tra questi ci sono certamente i vini promossi e tutelati dal Consorzio Vini Pantelleria Doc e dal progetto “Rete delle eccellenze di Sicilia” promosso dall’Unione Europea.

Un turista che sceglie di visitare Pantelleria non può quindi prescindere dal vivere l’isola anche dal punto di vista enogastronomico oltre che naturalistico.

Ecco quali sono le tappe d’obbligo per un percorso enogastronomico tra i prodotti di Pantelleria.

Pantelleria prodotti tipici e dove trovarli

Da millenni la popolazione locale fa i conti con le asperità del territorio: i contadini hanno dovuto contrastare i venti che sferzano l’isola tutto l’anno, la scarsità di piogge e l’assenza di sorgenti d’acqua dolce, i terreni in forte pendenza, a volte molto rocciosi o inaccessibili.

L’ingegnosa soluzione è stata quella di realizzare terrazzamenti sostenuti dai tipici muretti a secco che caratterizzano l’intero paesaggio di Pantelleria e consentono di coltivare al meglio la terra. Il simbolo più importante di questa agricoltura eroica è la pratica agricola della coltivazione della vite di Zibibbo ad alberello pantesco, che far parte dell’elenco dei Beni UNESCO, che ne ha riconosciuto il valore di patrimonio culturale immateriale. Insomma, assaporare i prodotti enogastronomici tipici di Pantelleria significa quindi ripercorrere la storia millenaria dell’isola per un’esperienza unica al mondo fatta di sensi, cultura ed emozioni.

Zibibbo e vini DOC di Pantelleria

La regina della viticoltura eroica è la vite, in particolare l’uva Zibibbo. Portato dagli arabi, questo vitigno è un vanto dell’isola; dallo Zibibbo nascono diverse tipologie di vini tra i quali il prezioso e amatissimo Passito di Pantelleria DOC. L’ingegnosa coltivazione “ad alberello” basso, in conca, protegge la vite dai venti e favorisce l’accumulo dell’acqua piovana e dell’umidità della notte. Per ottenere il tenore zuccherino necessario alla produzione del passito, i grappoli vengono raccolti e stesi al sole per l’appassimento su graticci, infine l’uva passa sgrappolata a mano, viene aggiunta al mosto in fermentazione.

La cultura del vino dell’isola, di cui i panteschi sono da sempre custodi, ha un importante riferimento nel Consorzio Volontario di Tutela e Valorizzazione dei vini a DOC dell’Isola di Pantelleria nato nel 1997. Il Consorzio ha fatto propria la missione di vigilare sul rispetto del disciplinare di produzione e di promuovere l’eccellenza dei vini Pantelleria Doc presso il consumatore finale.

E il Consorzio è stato anche tra i promotori della candidatura dell’alberello pantesco quale patrimonio dell’Umanità UNESCO. Un percorso enogastronomico a Pantelleria pertanto non può prescindere da una visita di vigneti e cantine, e dalla degustazione dei vini Pantelleria Doc.

Cappero di Pantelleria IGP

Un altro dono della “perla nera” del Mediterraneo è il cappero di Pantelleria. Un prodotto unico per le sue qualità organolettiche, il cappero è stato certificato con il marchio IGP. Grazie al connubio tra il suolo di origine vulcanica ricco di glucocapperina e il clima caldo ma ventoso, sull’isola sono particolarmente diffuse le piante da cui si ricava il bocciolo. Il cappero è infatti il fiore, non il frutto, dell’omonima pianta che il contadino pantesco nel tempo ha saputo coltivare su terrazzamenti, come quelli usati per la viticoltura. Una volta colti i capperi, vengono messi in salamoia in un tino e dieci giorni dopo vengono scolati e rimessi in un altro tino insieme a sale marino grosso e mescolati per altri dieci giorni. Il cappero è coltivato

Con il sostegno dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale della Pesca Mediterranea



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