Sembra di stare a Rimini, ma questa è la Turchia: ecco la città dove il mare è una rivoluzione economica (e gustosa)
Un po’ asiatica, un po’ europea e mediterranea. È la Turchia, certo, ma anche e soprattutto una delle sue città più rappresentative dal punto di vista turistico e identitario: stiamo parlando di Antalya, o Adalia per chi preferisce la toponomastica italianizzata. Una “Rimini turca”, potremmo definirla con un giro fantasioso, poiché è meta ricercatissima e particolarmente frequentata, pur presentando un paesaggio radicalmente diverso da quello della benamata Riviera romagnola.
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Qui, infatti, particolarmente guardando il panorama che si staglia sulla spiaggia di Konyaalti, quello che si ammira è un mare circondato da alte montagne, quelle del Tauro, che in poche decine di chilometri portano il visitatore da prendere la tintarella in spiaggia fino a confrontarsi con le nevi del Demirkazik, vetta che supera i 3700 metri di quota.
Un po’ Alpi, un po’ Mediterraneo, Antalya è anche una città di cultura, gastronomia, di storie antichissime che vengono fatte risalire addirittura al Paleolitico. Arrivarci dall’Italia non è peraltro difficile, ma prevede in quasi tutti i casi uno scalo internazionale, prevalentemente in Austria, Svizzera o Germania. Qualche ora in più di viaggio, la cui fatica verrà poi scansata dalla vista sul golfo omonimo, che affaccia su Cipro, distante circa 300 km. Più o meno la stessa distanza da Bodrum o Smirne, località forse più famose, ma non per questo più belle di Antalya.
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Le spiagge più belle di Antalya
La già citata Konyaalti, ma anche Adrasan, Phaselis e Patara sono alcune tra le spiagge più belle di Antalya. Qui ogni nuotatore e ogni turista può trovare risposta ai suoi sogni: ci sono spiagge di sabbia e di sassi, alcune più attrezzate (Konyaalti, che si trova proprio a ridosso del lungomare cittadino) e altre più selvagge. Tra queste Patara, che è famosa soprattutto perché vi nidificano le tartarughe della specie Caretta Caretta, e dunque tutta la zona ha una tutela e una cura particolare verso questi animali. Il modo più comodo per raggiungere queste spiagge, dove vorrete portarvi telo e ombrellone, oltre a una scorta d’acqua, è noleggiando un motorino. Nulla vi vieta però di immergervi nella cultura turca e salire a bordo dei dolmus, dei taxi condivisi che sono nulla più di minibus con percorsi fissi, e lo stesso per i prezzi.
Gli antichi siti archeologici della zona
Tutta la Turchia è un museo a cielo aperto, basti pensare alla Cappadocia o alla stessa Istanbul, fu Costantinopoli, fu Bisanzio. Non fa eccezione la provincia di Antalya, che conferma come l’influenza greco-romana sul vicino Oriente abbia lasciato dietro di sé magnifiche testimonianze del passato. Nella regione di Pamfilia, merita sicuramente la visita il sito archeologico di Aspendos, dove si può entrare all’interno di un anfiteatro risalente all’anno 155 che poteva accogliere fino a 12mila persone. L’intero complesso, con la cavea ancora in perfetto stato e tutte le strutture dove si tenevano gli spettacoli, è accessibile previo pagamento di un piccolo biglietto da 25 lire turche (circa 3 euro). Bellissima anche Termessos, dove mura difensive, anfiteatri e la vista sul Monte Gulluk permettono di trascorrere una giornata originale immersi nelle fascinanti atmosfere della Turchia che fu.
I sapori della cucina turca e Gastro Alaturka
Sapevate che la cucina turca è una delle migliori al mondo? Influenze mediterranee e orientali, un uso sapiente delle spezie, la ricerca della cura del piatto che è non solo nell’equilibrio dei sapori ma anche nell’estetica. Proprio per promuoverla, da anni si tiene Gastro Alaturka, evento che fa tappa – e non poteva essere altrimenti – anche ad Antalya.
Durante le vostre vacanze in questa perla turistica della Turchia, frequentata ma mai realmente affollata, calda e mite allo stesso tempo, concedetevi la scoperta di alcune delle specialità dei menù d’Oriente. Come il menemen, una frittata strapazzata con uova, pomodori, peperoni e formaggio rigorosamente speziati, oppure la hibes, salsa di tahina, limone e spezie che può essere abbinata a molte preparazioni. In un paese di tradizione islamica, non troverete carne di maiale, ma in compenso i “cannivori” potranno gustare il gustosissimo oglak tandir, un cosciotto di capretto che viene cotto in pentole di argilla per catturare tutti i sapori, e servito su un letto di risotto al bergamotto.
Se il kebab lo conosciamo un po’ tutti – ma mangiarlo nella sua patria è un’esperienza irrinunciabile – meno famosa è la lahmacun, una “pizza” farcita di carne e verdure, sottilissima, molto simile alla piadina e che viene servita come street food. Assicuratevi di assaggiarla avendo una congrua scorta d’acqua vicino, perché è piccantissima!