Villa Medicea di Cerreto Guidi

Lo Slow Tour fra le Ville Medicee Toscane Patrimonio UNESCO continua
Turisti Per Caso.it, 11 Set 2024
villa medicea di cerreto guidi
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In questa puntata della web serie di Italia Slow Tour sulle Ville Medicee Toscane, Patrimonio dell’UNESCO, seguiamo Syusy Blady alla Villa Medicea di Cerreto Guidi, vicino alla Palude di Fucecchio, dove Cosimo I de’ Medici andava a caccia.

La villa, voluta proprio da Cosimo, è legata alla misteriosa morte di sua figlia Isabella de’ Medici, avvenuta qui nel 1576. Isabella, una delle donne più colte del suo tempo, morì tragicamente, forse per mano del marito Paolo Giordano Orsini. Attraverso i ritratti di famiglia e nuove lettere recentemente scoperte, emerge una storia d’amore e di intrighi, ancora avvolta da molti dubbi. La musica rinascimentale e i madrigali dedicati a Isabella arricchiscono il racconto, evocando un’epoca di passioni e tormenti. Li ascoltiamo nel video grazie agli Auser Musici Jennifer Schittino, Francesco Romano e Carlo Ipata.

La canzone di Isabella

Per raccontare la Villa Medicea di Cerreto Guidi, è inevitabile parlare di Isabella de’ Medici, la perla del Rinascimento. Il 16 luglio 1576, Isabella morì proprio qui, a Cerreto Guidi. Ma cosa accadde davvero? Fu uccisa dal marito, strangolata sul letto che ancora oggi possiamo vedere nella sua stanza? Isabella era la figlia prediletta di Cosimo I de’ Medici e di Eleonora di Toledo. Era una delle donne più colte del suo tempo: parlava francese, italiano, spagnolo, conosceva anche il latino e il greco. Fu educata per diventare una gran dama, e infatti il padre la portava con sé alle cerimonie più importanti e politiche dell’epoca. Ma lei amava l’arte. Alla sua corte c’erano poeti, artisti, musicisti. Lei stessa componeva e suonava il liuto.

Naturalmente Isabella si dovette sposare giovanissima a 14 anni con Paolo Giordano Orsini, un nobile importante. Il loro matrimonio fu sfarzoso, quasi regale. Ma si amarono o non si amarono? Era un matrimonio di convenienza? Si dice che Orsini avesse un’amante che sposò dopo la morte della moglie e che lei, forse, frequentava il cugino del marito.

Nel 2011, l’archivista Elisabetta Mori pubblicò un libro che smentisce queste voci, recuperando circa 500-600 lettere che i due sposi si scambiarono. Da queste lettere emerge un grande amore reciproco: lui le scriveva “Io ti adoro, bella mia, e credimi che quando morirò, né figli, né stato, né amici, né dame, per nessun’altra cosa sarò ricordato, se non che ti adoro.” E Isabella ricambiava questo amore, come dimostra una famosa composizione musicale. Nel suo ritratto, Isabella tiene tra le mani un foglio di musica, che potrebbe essere la canzone “Lieta, vivo e contenta”, una dichiarazione d’amore al marito… o al cugino di Orsini, come sosteneva il volgo? “Lieta, vivo e contenta, da poi che il mio bel sole mi mostra chiari raggi come suole, ma così mi tormenta se lo vedo sparire, che piuttosto vorrei sempre morire.”

Il mistero sulla morte di Isabella, proprio qui a Cerreto Guidi, rimane ancora irrisolto. All’epoca, come oggi, l’amore poteva essere un rischio.