Topo Sherlock e il mistero del cioccoblocco scomparso.
L’urlo del Capo Cuoco Reale si levò una mattina all’alba nella grande cucina del castello: dalla dispensa era scomparso un preziosissimo blocco di cioccolato Extra Dark fatto giungere da terre lontane per accontentare il fine palato di Sua Maestà Imperiale.
Per risolvere il mistero venne subito convocato a Corte il miglior l’investigatore del Regno di Toponia: Topo Sherlock era noto infatti per essere riuscito a risolvere i misteri più intricati di quel piccolo mondo sotterraneo.
Per la verità il piccolo topolino dalla coda lunga e dal baffo vispo non brillava di prestanza fisica, e la sua sbadataggine era eclatante, ma il suo fiuto infallibile compensava questi difetti in modo eccellente…
Fu così che il nostro eroe, appena ricevuta la convocazione a Corte, agguantò la sua lente d’ingrandimento e si precipitò verso le Reali cucine senza perdere tempo!
La gran foga di arrivare e l’adrenalina che già gli faceva vibrare i baffi, non gli fecero notare il piccolo gradino posto all’ingresso del castello e così il povero topolino ci inciampò planando sulla pancia e fermandosi proprio ai piedi dell’arcigno cuoco in stile “pelle d’orso”!
“Ma che mi combina!” Tuonò con il suo vocione il cuoco di corte. “Stavo controllando se ci fossero tracce lasciate sul pavimento dai ladri!” rispose prontamente il povero investigatore ancora steso a terra e rosso in viso per la figuraccia.
“Non troverà nessuna traccia! Il pavimento è stato lavato come ogni mattina con acqua di rose, come da mio ordine!” ribatté il cuoco sempre più irritato.
“Venga con me, le mostro lo scaffale su cui era stato riposto il prezioso blocco e dal quale è stato sottratto nottetempo… Ora come farò a preparare il mio famosissimo dolce al triplo strato di cioccolato fondente che piace tanto al nostro Re?”
“Non si preoccupi, risolverò sicuramente questo intrigato caso nel giro di poche ore!” esordì Topo Sherlock annusando la mensola ed infilando incautamente una zampina dentro la ciotola della farina…
“Che il cielo ci aiuti!” esclamò il povero cuoco, mentre usciva sconsolato dalla cucina scuotendo mestamente la testa ornata dal grande cappello bianco.
Punto nell’orgoglio, il famoso investigatore, si ripulì la zampa infarinata nella sua impeccabile giacchetta blu e riprese le indagini convinto che il ladro fosse ancora all’interno delle mura del maniero.
Il suo fine olfatto gli diceva che il prezioso cioccoblocco era ancora nei paraggi, ma dove? Il Castello era pieno di passaggi segreti e di porte nascoste!
Il piccolo topo iniziò a tamburellare con le nocche sul muri… Toccò maniglie e scostò arazzi, guardò sotto i pesanti tavoli di ciliegio, si arrampicò sui lucenti lampadari, s’intrufolò dentro agli enormi vasi di fiori rimanendovi incastrato un paio di volte… Perlustrò il maniero dalle cantine fin su, su nella torre più alta… Ma tutto fu inutile, del ladro e del prezioso bottino non c’era traccia!
Tornò infine nella cucina, stanco e sconsolato si accasciò su una sedia, possibile che il tuo geniale intuito questa volta non gli venisse in aiuto?
Appoggiò distrattamente il gomito sul tavolo, grattandosi la testa pensieroso… “Che strana sensazione di umidità…” pensò prima di rendersi conto di aver infilato il gomito nel contenitore della panna!
“Ohhhh… Povero me!” Esclamò balzando in piedi e spargendo panna dappertutto.
“Devo trovare qualcosa per ripulire la cucina prima che torni il cuoco!” pensò girando come una trottola alla ricerca di uno strofinaccio…
Aprì piattaie, cassetti e cestoni, facendo cadere nella gran foga una piramide di ciotole di acciaio e rimanendo incastrato con la coda, tra i denti di un forchettone per l’arrosto!
Ma non trovò nulla che facesse al caso suo… Finchè non si accorse che dietro alla dispensa, nascosta fra scope e ramazze, c’era una piccola porticina di legno chiaro.
“Oibò, e questa dove conduce?” disse sottovoce mentre spingeva la piccola maniglia socchiudendo l’angusto passaggio.
S’intrufolò cautamente nel buio locale e si accorse, accendendo la piccola torcia che portava sempre con se, che si trattava di un lungo e stretto corridoio.
Deglutì facendosi coraggio, ed iniziò a percorrerlo con molta prudenza…
Percepiva degli strani rumori provenienti dalla fine di questo lungo tunnel e il profumo di cioccolato si faceva sempre più intenso man mano che proseguiva, cosa lo stava aspettando poco più avanti?
Non aveva nulla con cui difendersi: lui odiava le armi! Si frugò nelle tasche e, oltre ad un pezzo di parmigiano stagionato, trovò un grissino leggermente sgranocchiato…
Il corridoio terminava con una porticina identica a quella che aveva trovato nella cucina, spense la torcia e brandendo il grissino spalancò la porta urlando: “Ti ho preso marrano! Giù le mani dal cioccolato reale!”.
Ma all’interno, appena i suoi occhi si riabituarono alla luce, si accorse di essere in una piccola, meravigliosa cucina in miniatura!
Sul bianco tavolo facevano bella mostra piatti di fine ceramica contenenti deliziosi cioccolatini di ogni forma e colore… Trasparenti alzatine in cristallo, ospitavano tortine con ganache al cioccolato, crostatine e profitterol, torte marmorizzate e budini! Una meraviglia per gli occhi, una delizia per il palato! Era l’apoteosi del cioccolato, una magnifica esposizione di tutte le prelibatezze che con questo delizioso ingrediente si possono preparare…
Ancora a bocca aperta Topo Sherlock non si accorse della presenza di un grosso topo rimasto pietrificato dalla sua apparizione, ancora con il cucchiaio gocciolante di cioccolato in mano e con il candido grembiule macchiato di schizzi marroni.
“Topo Sherlock, che ci fate qui?” Riuscì ad esclamare imbarazzato il Re, solo dopo qualche minuto.
“Sua Maestà…” Sussurrò l’investigatore, lasciando cadere il grissino ed inginocchiandosi davanti alla reale presenza.
“Ma, Sire… Il cioccoblocco… Il ladro… Il mistero… Non posso credere che siate stato voi!”
“Ebbene si… Mio caro, io adoro il cioccolato, e da sempre coltivo la passione della pasticceria! Ma il mio Cuoco Reale mi vieta di entrare in cucina e così, questa notte, ho rubato il fine cioccolato dalla dispensa, e mi sono nascosto qui per creare e assaporare, per fondere ed amalgamare! La mia passione ha preso il sopravvento e, come puoi vedere, non mi sono fermato finché anche l’ultimo pezzetto non è stato trasformato! Ora cosa diranno i miei sudditi? Non si è mai sentito di un Re che fa il Mastro Cioccolataio…”
“Maestà, mi creda, i suoi dolci sono talmente belli e buoni che ogni abitante di Toponia vorrà acquistare un dolce o una scatola di cioccolatini preparati da Sua Maestà in persona! Le consiglio di aprire al pubblico questa piccola, meravigliosa pasticceria e di fare della sua passione e della grande abilità che ha dimostrato, un richiamo che valicherà i confini del nostro Paese!”
Esordì Topo Sherlock sorridendo al suo re mentre, assaggiando un lucente cioccolatino ripieno e sporcandosi gli angoli della bocca come un topolino, soddisfatto pensava: “Anche il caso del ciocco blocco scomparso è stato risolto!”