Elettrone, una moto Guzzi trasformata in elettrica
Provocare, verbo transitivo: “causare, determinare l’insorgere di una reazione”.
Sapevamo che registrare la seconda serie della trasmissione Slow Tour Padano non più a bordo del mio Guzzi Astore 500, ma a cavallo di un Airone 250, trasformato in elettrico e quindi ribattezzato Elettrone, sarebbe stata una provocazione. Onestamente, per strada, la gente (anche maschi adulti ultrasessantenni) hanno accolto Elettrone con grande simpatia, ma sapevamo che molti si sarebbero scandalizzati, tanto che nella terza puntata abbiamo previsto uno scontro (scherzoso) con Guzzisti-puristi.
Le provocazioni si fanno per discutere e le discussioni – quelle vere – si fanno per chiarirsi e, magari, alla fine, capirsi. Io non ho più una automobile mia da anni, noleggio un’utilitaria quando serve. Poi, nel parcheggio, inevitabilmente non la trovo mai, mi sembrano tutte uguali. Una moto moderna, nuova, non mi fa voglia: le trovo esasperate, pericolose, spesso pacchiane. Lo confesso: nel campo dei motori la modernità non mi convince, se non per gli enormi progressi fatti riguardo a consumi e inquinamento.
Le puntate della nostra serie avevano un obiettivo: l’ambiente. Iniziano con un’intervista a una vacca da latte, preoccupata perché agricoltura e allevamento risultano inquinanti. Quindi abbiamo cercato di raccontare tutto quello che il settore agroalimentare sta facendo per andare verso la transizione ecologica. Potevo ripartire a bordo di un veicolo elettrico, frutto dell’innovazione. Ma l’agricoltura (e secondo me anche tutto il resto) non può vivere di sola innovazione senza partire dalla tradizione. Tradizione + innovazione = Elettrone. Una vecchia moto sulla quale è stato operato, per la prima volta, un esperimento unico nel suo genere, da parte degli amici tecnici e meccanici di Mobility r-Evolution. Un gesto futuribile innestato su un oggetto storico.
L’Airone, che stava chiuso in cantina da decenni, apparteneva a Corrado, il padre del nostro grande amico Erus, che ha subito condiviso l’idea: “Son contento che la moto di mio padre abbia una nuova vita, Corrado sarebbe stato felice, lui era uno che aveva tante idee…”. Da parte nostra Elettrone è un simbolo ma soprattutto un omaggio alla bellezza del design italiano, e anche un preciso gesto affettivo. Mi spiace se a qualcuno questo sembra una profanazione, un sacrilegio. Vorrà dire che abbiamo un’idea diversa del Sacro…
Patrizio Roversi