Sardegna fuori stagione

Al di là del mare: consigli e spunti utili scritti dalla nostra Guida per Caso, per scoprire la natura, la storia e le tradizioni della Barbagia durante l'autunno
Claudia Tavani, 22 Set 2015
sardegna fuori stagione
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Claudia è una blogger cagliaritana. In una vita precedente ha lavorato come ricercatrice nel campo del diritto internazionale dei diritti umani, dedicandosi alla protezione dell’identità culturale. Nel novembre 2013 ha deciso di vivere la sua vera passione e ha iniziato un viaggio per tutta l’America Latina, e non si è ancora fermata. Documenta i suoi viaggi sul suo blog, dove scrive soprattutto di America Latina e della sua amatissima Sardegna.

Ecco il suo diario di viaggio, attraverso il quale ci porta alla scoperta della Barbagia.

Una delle idee più sbagliate dell’industria del turismo è che certe regioni si debbano solo visitare durante una stagione specifica. In caso contrario, chi viaggia deve essere pronto ad affrontare condizioni meteorologiche avverse, pioggia, freddo e anche l’impossibilità di visitare le attrazioni turistiche più famose del posto. Se fosse veramente così, in Sardegna ci si dovrebbe limitare a viaggiare solo tra giugno e settembre, quando è possibile apprezzare il suo meraviglioso mare. A me piace sfatare i miti, e per questo tengo a sottolineare che in Sardegna ci sono tantissime cose da fare e tanti posti da visitare durante tutto l’anno. Cosa che noi sardi sappiamo molto bene, visto che giriamo la nostra amata terra in lungo e in largo anche nei tanto temuti mesi invernali.

È in autunno che mostra a viaggiatori e abitanti i molteplici aspetti della sua unica e millenaria identità. È in autunno che rifiorisce al suono della musica e del canto che accompagnano i balli tradizionali. Ed è sempre nel periodo che precede l’inverno che si possono apprezzare i sapori dei piatti tipici e il suo ottimo vino e ascoltare il rumore soffuso degli antichi telai. Inoltre, si possono vedere gli uomini affaccendati a creare gioielli unici. Non esiste periodo migliore per immergersi completamente e vivere al meglio la Sardegna. Non per niente, uno degli eventi più amati dai Sardi è Autunno in Barbagia, manifestazione che coinvolge ben 28 paesi della Barbagia, appunto, che a turno, fino a dicembre inoltrato, aprono le porte delle proprie case storiche ai visitatori per poter condividere le proprie tradizioni, per far assaporare i prodotti del proprio territorio, e per mostrare con orgoglio la propria identità.

Ma come sottolinea nel portale promozionale (www.cuoredellasardegna.it) l’Azienda Speciale di Promozione della Camera di Commercio di Nuoro, la manifestazione (giunta alla quattordicesima edizione), vuole essere solo uno spunto per permettere di scoprire una parte di Sardegna ancora poco esplorata, fatta di montagne, foreste, canyon (la Gola di Gorropu il più profondo d’Europa), grotte, siti archeologici e una miriade di villaggi, ognuno con le sue peculiarità. Perché, è bene saperlo, ci sono tantissimi posti che vale la pena visitare, tanto da pensare che con i dovuti accorgimenti il turismo potrebbe essere una fonte di introiti stabile, che va oltre i pochi mesi estivi, e che sfruttando in maniera adeguata e rispettosa il patrimonio paesaggistico, storico e culturale della regione, potrebbe portare a uno sviluppo sostenibile, creare posti di lavoro che vadano ben oltre i pochi impieghi stagionali e, perché no, condurre finalmente a un’uscita definitiva dalla crisi economica che ha colpito duramente questa terra meravigliosa.

Tenendo questo bene a mente, con l’ottima scusa di farmi un giretto per Cortes Apertas a Oliena (Oliena è stata la prima tappa pilota – evento lanciato dall’Azienda Speciale della Camera di Commercio – ed a seguire, visto il successo, ampliata ad altri comuni), ho deciso di partire anch’io alla scoperta di un altro angolo di paradiso della mia bellissima isola. Ho così scoperto un mondo fatto di tradizioni, dove le donne ancora ricamano a mano i muccadori, gli scialli che le spose indossano nel giorno del matrimonio, un lavoro rifinito che porta via anche tre mesi di tempo.

Ho ammirato gli abiti tradizionali, sia quelli elaborati che si portano nei giorni di festa corredati dagli appositi gioielli, che quelli giornalieri. Ho assaggiato le paneddas, sorta di spianatine fatte cuocere nel forno a legna; e ho gustato il Nepente, Cannonau particolarmente apprezzato da Gabriele D’Annunzio. Ho potuto constatare ancora una volta la varietà culturale della Sardegna, che si riflette anche nelle infinite inflessioni della lingua sarda. Sebbene cresciuta parlando il sardo che mi ha trasmesso mia madre, ammetto che quello parlato in Barbagia mi risulta a volte difficile da capire. È così che ho scoperto alcuni siti archeologici unici, delle perle nascoste che vale la pena inserire nel proprio itinerario di viaggio alla scoperta della Sardegna.

S’Ena e Thomes si trova alle porte di Dorgali (punto d’accesso al più conosciuto Tiscali e anche uno dei luoghi da cui partono i trekking per la Gola di Gorropu), poco distante da Nuoro. Talmente poco conosciuto che io stessa – che sono nata e cresciuta in Sardegna e che mi spaccio spesso e volentieri come esperta dell’isola – non sapevo esistesse, al punto che sono passata più e più volte accanto all’ingresso di un anno fa, senza nemmeno accorgermi che lì, oltre quel cancello che invita i visitatori a chiudere, per evitare che gli animali al pascolo escano, c’era un sito archeologico unico (nel terreno di un pastore!). Io ci sono arrivata grazie a un passaparola della gente del posto – l’unica che finora può svelare i segreti nascosti della Sardegna. E devo dire che ne è valsa la pena. S’Ena e Thomes è conosciuta come tomba dei giganti. Il sito, che non è stato ancora esplorato del tutto, consiste in una stele di circa 4 metri, e una tomba del diametro di circa 11 metri. Il tutto nella meravigliosa cornice dell’aperta campagna, con una bellissima vista sulle montagne della Barbagia.

Poco lontano mi sono addentrata nella Valle di Lanaittu, una valle carsica di circa 8 km che vale la pena esplorare in bici o in trekking. Nella zona ci sono vari rifugi, a cui possibile appoggiarsi anche per campeggiare. L’aria pulita e la vegetazione fitta di Lanaittu nascondono una serie di grotte che nel corso degli anni sono state usate dai banditi per nascondersi alle forze dell’ordine. Qui è possibile visitare la Grotta Rifugio, che i Bonu Ighinu usavano per seppellire i loro morti tra il 4700 e il 4000 a.C.; la Grotta del Guano, dove sono stati trovati utensili risalenti al periodo tra il 3800 e il 2900 a.C. e, infine, Sa Oche e Su Ventu, due grotte collegate da un sifone naturale. C’è poi una moltitudine di altre grotte che sono un vero paradiso per gli appassionati di speleologia.

Proseguendo nella Valle di Lanaittu sono arrivata a Sa Sedda ‘e Sos Carros, altro sito archeologico immerso nella foresta, che consiste in una serie di capanne di epoca nuragica costruite attorno a un tempio evocativo del culto dell’acqua, e risalente ad un periodo tra il 1300 e il 900 a.C.. Inutile dire che anche questo sito si è rivelato una piacevole sorpresa, sia per la sua unicità che per il contesto circostante.

Infine, sono arrivata alla sorgente de Su Gologone, monumento naturale ai piedi del Monte Uddè, nel Supramonte di Oliena. Si tratta di una risorgiva carsica dove l’acqua trasparente si colora di infinite sfumature che vanno dal verde smeraldo al turchese. Le sorgenti sono particolarmente apprezzate dagli speleo-subacquei, ma sono bellissime da esplorare con un giro in kayak lungo il fiume Cedrino.

I sardi hanno capito bene che vale la pena esplorare la propria isola. È per questo che manifestazioni come Autunno in Barbagia attirano migliaia di visitatori da tutta l’isola (i turisti dal resto d’Italia o del mondo sono ancora pochi e, nonostante l’affluenza l’atmosfera è ancora molto locale). Ma il successo, la magia che si respira nell’aria, le tradizioni, i siti archeologici unici, i paesaggi stupendi, l’aria pulita, il cibo e il vino deliziosi confermano che vale la pena visitare la Sardegna tutto l’anno e che il turismo dell’isola può fiorire anche investendo in maniera accorta sulle tradizioni regionali, che da sempre i sardi tengono a conservare e preservare. Proteggere l’identità culturale e le tradizioni oggi, più che mai, è un investimento per il futuro.

CONSIGLI DI VIAGGIO

Tramite il “Portale della Sardegna” (www.portalesardegna.com) è possibile prenotare pacchetti che includono il passaggio in traghetto o aereo, l’alloggio e il noleggio dell’auto per un viaggio in Sardegna.

Chi preferisce essere del tutto indipendente, può optare per le camping cars di www.followthesunsardinia.com, dotate di tenda da tetto ed equipaggiamento da campeggio completo, che possono essere guidate senza necessità di una patente di guida specifica.

Questo è il mio blog personale: My Adventures Across the World

Claudia Tavani