Rotta sulla Grecia

Da Otranto a Paxos su Adriatica sulla scia dei Popoli del Mare. Per svelare il segreto di Atlantide!
steber, 12 Mag 2010
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Io sono stata in Grecia diverse volte, sempre a scopo “balneare”, cioè per vacanze, quindi mai per uno scopo preciso. Invece viaggiare con uno scopo aiuta ad appassionarsi di più. La scorsa estate per esempio abbiamo organizzato con Adriatica un percorso che da Otranto ci ha portato fino a Micene, nel Peloponneso. Lo scopo era quello di attraversare il mare, così come facevano gli antichi, e trovare lungo il percorso testimonianze del passaggio dei primi Popoli del Mare.

Navigando ci si accorge che il Mediterraneo, per tutta la sua estensione, è un’unica “terra”, senza confini, con le stesse caratteristiche (gli ulivi, le coste rocciose, le spiagge bianche, i Golfi che riparano… Insomma un’Arcadia diffusa). E quindi ci si accorge che fin dall’antichità era molto più semplice viaggiare per mare più che per terra, spostarsi da un luogo all’altro e fondare Colonie, Porti e Città fortificate. E a proposito di queste fortificazioni: lungo tutto questo percorso è sorprendente trovare, alla base di ogni ogni luogo strategico, resti di Mura Megalitiche che vengono attribuite ai Pelasgi, un Popolo misterioso che sta alla base di tutte le Civiltà che successivamente si sono avvicendate nel Mediterraneo. Se mi seguirete in questo itinerario sarete sorpresi di trovare Mura megalitiche sotto i Templi di Delfi, sotto le mura dei Castelli di Lepanto, sotto la stessa Acropoli di Atene, un luogo che i Giapponesi vengono a studiare per le sue incredibili doti antisismiche. Perchè non crolla e non è mai crollata l’Acropoli? Perchè la sua fondazione poggia su mura poligonali incastrate in un modo molto particolare, peraltro del tutto simile alle Mura Inca di Cuzco in Perù!

PAXOS E ANTIPAXOS

La nostra rotta è partita appunto da Otranto, per arrivare a Paxos, l’Isola di Poseidone. Sembra che qui Poseidone abbia perso il proprio Tridente, che gli è stato restituito dagli abitanti. Sempre il Dio del mare aveva diviso l’Isola in due parti: Paxos e Antipaxos. E Antipaxos gli serviva come pie-da-terre (cioè come trappolo) per consumarvi gli amori con la Ninfa del momento. L’isola è davvero incantevole, il mare è meraviglioso. Ma storicamente è stata ferita da ogni tipo di scontro e di conflitto: dai Turchi di Barbarossa a Napoleone, fino agli Italiani di Mussolini. Questo oggi però non le impedisce di essere una delle mete più estetiche dello Jonio.

Ulisse il vichingo

Proseguendo si arriva ad Itaca, la “petrosa” isola di Omero, che Atena mostra dietro ad una coltre di nebbia ad Ulisse quando sta per ritornare, quando gli ingrigisce i biondi capelli. Biondi capelli?! Ma perchè, possibile che Ulisse fosse biondo??? Secondo Felice Vinci, che ha scritto “Omero nel Baltico”, questa Itaca greca che andiamo a visitare non sarebbe la vera Itaca Omerica, che viceversa si troverebbe appunto nel Baltico. Se tutta la Storia dell’Iliade e dell’Odissea la si interpreta come un Mito orale, che successivamente è stato adattato ai luoghi dello Jonio e dell’Egeo, ma che in realtà sarebbe nato fra la Finlandia e la Danimarca, tutto torna. E Ulisse potrebbe essere nordico, biondo, scaltro, quindi un perfetto Vichingo. Itaca resta comunque un’isola bellissima, che è bello esplorare anche via terra, con i suoi paesi arrampicati sulle colline, i ristorantini in piazza. Informatevi sulla data precisa della Festa del Ritorno di coloro che, per varie ragioni, sono emigrati: è un gran bel momento in cui in un paesino magari di poche case, si possono ascoltare tutte le lingue.

In porto a Lepanto

Proseguendo nel nostro viaggio, dopo esser passati sotto al Ponte che unisce le due sponde del Peloponneso e della Grecia vera e propria, siamo arrivati a Lepanto, dove si è svolta la famosa battaglia in cui le truppe del Papa e dei Veneziani di Andrea Doria vinsero il più grande scontro navale dell’antichità, contro i Turchi del Barbarossa. Lepanto è un bellissimo Porto, riparato e fortificato. Un gioiello, piccolo, a strapiombo sul mare, con una serie di mura di epoche diverse. Ma se si sale fino in cima e si entra nella Porta del Castello più antico, alla vostra sinistra vedrete le famose Mura Megalitiche Poligonali Pelasgiche…

Più avanti, alle pendici del Monte Parnaso, non si può non andare a vedere l’Oracolo più importante dell’antichità: Delfi. Lo abbiamo studiato a scuola: qui venivano i Greci e i Romani a chieder responsi che spesso erano guidati. Come nel caso di Temistocle che, volendo una flotta di navi per combattere i Persiani, guarda caso ottenne dall’oracolo la risposta “Difenditi con mura di legno”, che subito venne interpretata appunto come “difenditi con una flotta di navi”. Resta il fatto che vinse, quindi tanto di guadagnato per lui e per l’Oracolo… Ma anche qui, a guardar bene, l’immenso muro pieno di scritte di gratitudine verso l’Oracolo, è un Muro Poligonale e Ciclopico! E guarda caso l’Oracolo prima di essere di Apollo era di Poseidone e prima ancora era un Oracolo Femminile: sembra che la Pizia, che capiva tutte le lingue, da dietro ad una roccia, leggesse il futuro di chi passava di lì. Questo molto prima dell’Era Greca.

Ad Atene come in un film

Il Canale di Corinto, da fare in barca, è uno spettacolo di ingegneria del passato recente. Una volta, quando questo lembo di terra non era stato ancora tagliato, le barche venivano trasportate a mano (trainate su rulli) dallo Jonio all’Egeo e viceversa, pur di non rischiare il giro del Peloponneso infestato, in tutte le epoche, dai Pirati. Corinto poi era famosa per essere una città libertina, tanto che San Paolo ha tempestato i Corinzi di lettere moralizzatrici… In realtà le Etere, che si accompagnavano ai personaggi importanti, erano donne di cultura e filosofe “libere”.

Uscendo dal canale di Corinto siamo entrati al Pireo, il grande Porto di Atene. Di questa grande Capitale pensiamo di sapere già tutto prima ancora di vederla, come del Colosseo o della moderna New York: in realtà è impressionante e spiazzante. La parte antica (in particolare l’Acropoli) ha un’atmosfera meravigliosa, che nemmeno le code infinite di turisti riescono a scalfire. Anzi: salire tutti assieme verso l’Acropoli, immaginando che tutti (compresi i gruppi di Giapponesi) siano fedeli che si recano in pellegrinaggio al Tempio di Atena, ti fa sentire in un Colossal… Il Partenone, con le sue colonne dalla proporzione complessa e incredibile, è legato alla statua gigantesca, in avorio e oro, della Dea, che aveva vinto il primato sulla Città donando agli Ateniesi l’ulivo e ottenendo così la preferenza delle donne. Ma anche la parte moderna di Atene è sorprendente, molto bella e straordinariamente viva.

nei luoghi del mito

Le nostre ultime tappe in Grecia sono state Tirinto e Micene. Passare sotto alla Porta dei Leoni è come entrare dentro al sussidiario di Storia! Sotto questa Porta è passata Cassandra, portata prigioniera da Troia da Agamennone: penso alla Cassandra raccontata da Crista Wolf nel suo libro che si intitola appunto Cassandra, che racconta i pensieri e gli amori della Sacerdotessa che, per aver respinto Apollo, venne condannata a dire la verità e a non essere mai creduta. Qui davvero si tocca con mano l’imponenza del Mondo Miceneo. Dopo la porta si trovano gli scavi fatti Schliemann, in cui ha trovato la maschera d’oro erroneamente attribuita ad Agamennone (in realtà era addirittura più antica). E in cima a Micene ci sono i resti del Grande Megaron, cioè il Palazzo del re, che conservava al centro il Fuoco, tra le 4 grandi Colonne decorate a colori sgargianti. Qui tutte le Mura sono – indovinate un po’ – perfettamente poligonali, vere Mura Ciclopiche e Megalitiche! E da lì si vede bene come Micene fosse vicino al mare, ma invisibile dal mare: protetta da una montagna che la nasconde.

Il continente perduto

Poco più in là l’incredibile Tomba di Atreo, un enorme tumulo di terra, con la sua struttura a campana: un’opera di ingegneria stratosferica, con mura enormi, dove sembra di essere arrivati davvero… Ad Atlantide! E forse è davvero così, visto che in questo giro per il Mediterraneo, che è diventato una trasmissione andata in onda su Yacht & Sail (Canale Sky), abbiamo scoperto che i Popoli del Mare e gli antichi Pelasgi, fondatori di ogni Porto antico del Mediterraneo, forse provenivano davvero da una terra al di là delle colonne d’Ercole che gli Egizi chiamavano Haou Nebout, e che potrebbe essere la mitica terra di cui parla Platone, che lui stesso chiama Atlantide. Volete saperne di più? Guardate anche voi su Google Earth quella strana concrezione di roccia che si vede in fondo all’Atlantico, fra le Azzorre e le Canarie…

Syusy