Rio: Turisti per Caso dentro la Favela Rocinha

I ricordi di Syusy
Syusy Blady, 15 Nov 2011
rio: turisti per caso dentro la favela rocinha
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E’ notizia di questi giorni: a Rio de Janeiro polizia ed esercito hanno occupato militarmente la Favela Rocinha (grande come una nostra città) per sconfiggere i trafficanti di droga. Una azione di “polizia&pulizia” in vista dei Mondiali di Calcio e delle Olimpiadi. Noi a Rio siamo stati due volte, la prima nel 1994 quando abbiamo sfilato al Sambodromo, in occasione del Carnevale, col gruppo del carnevale di Cento (Ferrara), gemellato appunto con Rio (io-Syusy avevo la Zoe nella pancia, ero incinta di tre mesi). E abbiamo sfilato proprio all’interno della Scuola di Samba della Rocinha, la più grande e titolata. E poi alla Rocinha io sono tornata, 4 anni fa, in occasione del viaggio in Sudamerica sulle tracce di Darwin.

Fin dal primo viaggio, e dal primo giorno in un bell’albergo di Copacabana, io ho provato una curiosità fortissima: che cosa sono quelle lucine che si vedono di notte, sulle colline attorno al centro turistico e commerciale di Rio? “Oh, niente” mi hanno risposto tutti “sono le Favelas, non è roba da turisti”. Ma io non mi sono arresa: dopo qualche giorno ho convinto un ragazzo dell’albergo a portarci appunto nella Favelas più “bella” e popolata, la Rocinha. E poi, qualche giorno dopo, ci siamo anche tornati assieme ad una sociologa universitaria che nella Favela ci lavorava. Tra l’altro in quell’occasione Patrizio – che nell’albergo di lusso aveva preso la diarrea-del-turista – è stato curato mirabilmente dal medico volontario di quartiere, con una “bibita” a base di sale e limone.

Abbiamo scoperto che, da certi punti di vista, nella Favela si sta anche meglio che nei quartieri alti (che in realtà stanno in basso): a Ipanema o Copacabana le case hanno inferriate fino al terzo piano, e davanti ai portoni ci sono guardie coi fucili; le ragazze girano per strada con cani da difesa al guinzaglio ecc ecc. Nelle Favelas (almeno quelle “storiche”, nel caso di quelle in cui arrivano i nuovi inurbati e tutta un’altra storia) invece le case sono aperte, la banca ha una porticina di vetro spalancata, ci sono servizi sociali auto-organizzati, anche se spesso non ci sono servizi, né fogne efficienti. Ci abitano camerieri, operai, gente che lavora. E naturalmente la criminalità è un problema, contro cui però il tessuto sociale (che è forte) si ribella. Vi propongo due filmati, due spezzoni secondo me che vale la pena di vedere (o rivedere): il primo si riferisce ad una prova aperta della scuola di Samba della Rocinha, il secondo ad una visita che ho fatto alla televisione di quartiere. Guardate, poi sappiatemi dire. E se andate a Rio, sia pure accompagnati, cercate di andare nelle favelas! Fatevi raccontare la storia di questi quartieri, illuminati nel passato dai lumini delle candele (favelas), costruiti magari senza permessi edilizi ma con molta umanità da una varia umanità molto… umana.

Syusy