Parigi: apéro sul naviglio
Negozi e ristobar intorno al canale
Partendo dalla rue du Faubourg du Temple, a pochi passi dalla place de la Republique, il primo negozio da segnalare si trova sul quai de Jemmapes, dunque sul lato destro del canale per chi proceda dal centro verso la periferia: è Diotima, boutique di scarpe femminili per feticiste chic e impegnate, aperta nello scorso maggio, dove si trovano anche calzature ecologiche, come quelle inglesi di Terra Plana (www.terraplana. Com). Stesso numero civico per le vetrine di Pouya, centro culturale iraniano che organizza incontri, dibattiti, mostre, proiezioni di film, spettacoli e chi più ne ha più ne metta. Proseguendo Sulla stessa riva e varcando la rue Alibert ecco Rock-Hair, parrucchiere unisex per tagli più o meno hard, cui segue Jours de fête, ristorante spagnolo il cui arredamento ricorda il film di Jacques Tati da cui prende nome (Giorno di festa, 1949). Poco più avanti, un altro luogo ad alto contenuto cinematografico: l’Hôtel du Nord, oggi ristorante alla moda già location di un vecchio film di Marcel Carné, del 1938, Albergo Nord, un vero cult d’epoca in Francia. Tra i due, in una via che sfocia sul canale, Le Cambodge, popolare ristorante cambogiano, ottimo e a buon mercato, che richiama gente da tutta Parigi: non è raro vedere la coda fuori, tanto più che il locale non accetta prenotazioni. Altro giro, altra sponda, altre dritte. Sul quai de Valmy la concentrazione di luoghi da segnalare si infittisce: Sésame, ristorante e snack-bar bio molto molto bobo, dove gli smoothies, succhi di frutta naturali d’ultima generazione, la fanno da padrone; Hortus Verde, giardiniere-fiorista sui generis (l’autodefinizione parla di “design vegetale da interni”) che vende piccole opere d’arte verdi e vive; La Marine, bistrot con qualche tavolo all’aperto e un bel decoro interno; le vetrine rosa intenso del Quai 71, con i vestiti e gli accessori casual per entrambi i sessi a prezzi stracciati, e Chez Prune, frequentatissimo locale che fa angolo con la rue Beaurepaire, autentica via commerciale che riporta in place de la Republique. La rue Beaurepaire è una caverna di Alì Babà e vi si trova di tutto: il parrucchiere bio R Végétal, un mucchio di negozi d’abbigliamento da The Kooples (thekooples.com) passando per Liza Korn (liza-korn.com/ indexnew.html), Des Petits Hauts (despetitshauts. Com) e Agnès B, (agnesb.fr) il tempio dei gadget Idéco, il negozio equo e solidale Alter Mundi, (altermundi.com ) la galleria d’arte l’Espace Beaurepaire, che ospita anche iniziative effimere più o meno artistiche, e un mucchio di ristoranti tra cui La family, finestra aperta sulle cucine di tutto il mondo con una leggera predilezione per l’Italia. Tornando sul canale e sul quai de Valmy ecco Artazart, il design bookstore parigino, che accoglie anche esposizioni (artazart. Com); la più colorata la boutique Antoine et Lili (10 negozi a Parigi, antoineetlili. Com) con vestiti (disegnati da loro) più accessori e oggetti etno-chic. Luci e allegria stanno lentamente conquistando anche il Canal de l’Ourcq, prolungamento del Saint-Martin oltre il Bacino della Villette. Quasi a confermare la già menzionata vocazione cinematografica dei canali parigini, all’imbocco dell’Ourcq si trovano i due cinema MK2: ciascuno su una sponda, rispettivamente Quai de Loire e Quai de Seine, sono collegati da un battello che si chiama Zéro de conduite, titolo originale di un vecchio film francese, Zero in condotta (1933). Bar e ristoranti coprono ormai entrambe le rive e il cuore del bacino riempiendoli di luci e suoni; tra questi vale la pena di segnalare almeno Au rendez- vous de la Marine, per l’atmosfera da Parigi d’antan. Lontano, sullo sfondo, si erge la curiosa struttura che ospita il St. Christopher’s, il più grande ostello d’Europa. Laggiù comincia il parco della Villette, con i suoi musei, alla Cité de la Science e alla Cité de la Musique, la Grande Halle, il salone da concerti dello Zenith, eccetera eccetera. Questa, però, è un’altra storia.