Negli USA, park-to-park

Questa volta Patrizio racconta un viaggio che... non ha fatto, ma che sogna di fare!
Patrizio Roversi, 10 Nov 2010
negli usa, park-to-park
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Finora io e Syusy abbiamo cercato di raccontarvi i viaggi che abbiamo fatto. Mi perdonerete se stavolta vorrei scrivere di un viaggio che NON ho fatto, e che vorrei tanto fare: un giro nei Parchi Naturali degli USA. E’ un paradosso, ma i viaggi che non ho fatto mi appassionano tantissimo, forse più di qualche viaggio che ho già fatto. Sognare un viaggio significa innanzitutto capire che cosa ci si aspetta dal viaggio stesso. Che cosa vogliamo (vorremmo) vedere. E che cosa ha scatenato queste aspettative e queste fantasie. Io – che non sono un acritico estimatore degli USA – ho però il pallino della natura nordamericana, e sono patologicamente appassionato dell’epopea western, sia pure con tutte le sue feroci contraddizioni. Lo confesso: per me i Parchi americani sono stati innanzitutto il Parco di Jellystone, inventato da Hanna e Barbera, che hanno storpiato l’identità di Yellowstone, disegnando il contesto di Yoghi, Bubu e il Ranger. Io e Syusy ci siamo spesso immedesimati nell’orsone stupidone e nel suo amichetto più piccolo e molto più intelligente. E, quando sono stato a visitare i magnifici Parchi del Sudafrica, il burbero ranger che mi faceva da guida mi ha subito ricordato quello di Yoghi. Dopodichè mi sono anche documentato un poco, e mi piacerebbe davvero visitare il vero Parco di Yellowstone, il più antico del mondo (1872!). Con i suoi geyser, il suo fiume e il suo lago. E soprattutto la rete infinita dei suoi sentieri (che hanno un percorso che, sommato, alla fine sarebbe lungo come tutta l’Italia). Il Grizzly pare che ci viva ancora davvero, anche se certamente sarà meno cordiale di Yoghi. Ma oltre alla natura del Wyoming e del Montana, un altro mio pallino sarebbe il sud-ovest americano, in particolare l’Arizona: è già la terza volta che progetto un viaggio in Arizona e dintorni, sulle tracce di John Ford e soprattutto di… Tex Willer. Il mio sogno sarebbe stato quello di andare laggiù assieme a Bonelli, l’autore ed editore di Tex (ci ero quasi riuscito, poi il progetto si è arenato). Per cui se dovessi immaginare un itinerario andrei certamente nel Parco della Monument Valley, dove vivono tutt’ora i Navajos di cui Aquila della Notte-Tex era il capo, dove hanno girato Ombre Rosse, dove c’era (almeno nei fumetti) il famoso Trading Post di Kayenta (chissà se c’è davvero?) dove Tex combatteva contro gli spacciatori di armi e di wiskey, e li inseguiva fino al Canyon de Chelly… Poi proseguirei per Durango, Gallup e Flagstaff, lungo il Parco della Mesa Verde, dove andrei a vedere i pueblos (nel senso dei villaggetti scavati sotto la roccia) dei Pueblos (intesi come gli Indios) e poi il Parco del Deserto Dipinto ecc. Paradossalmente gli unici Parchi Americani che ho frequentato sono quelli più legati al Mare: il Parco delle Everglades in Florida, il Parco delle Virgin Island (le Isole Vergini americane) e il Parco delle Samoa (l’altra fettina di Polinesia americana, dopo le Hawai). C’è poco da fare: gli Americani saranno discutibili da molti punti di vista, ma quanto a conservazione della Natura, quando ci si mettono, sono impagabili: sono 58 i grandi e grandissimi Parchi Naturali nazionali, e io vorrei vederli tutti: un Giro degli USA non cost-to-cost, ma park-to-park, sarebbe un’idea!

Patrizio