Max su Fiat16 in Sardegna!

Mamoiada

Terminata la visita a Cagliari, proseguo il mio cammino verso Mamioda il paese dei Mamuthones e degli Issohadores, nella Barbagia di Ollolai. Prima di visitarlo cerco qualche informazione in Internet e rimango impressionato da un frase riportata sul sito mamuthones.it: ” Avremmo perduto la memoria stessa insieme alla lingua, se il dimenticare fosse in nostro potere così come il tacere “ Tacito. In effetti nonostante sia difficile definire con certezza le origini del rituale dei Mamuthones, scavando nella storia di queste terre, si scopre che lo sviluppo di questo ‘’mascheramento’’ appare evidente già nell’Europa del Medioevo. Il rituale si è tramandato sino ad oggi grazie alla forza di una tradizione nascosta nella maestria degli artigiani capaci di creare e scolpire le maschere lignee (la visera), nella particolarità della mastruca nera (pelle di pecora senza maniche) e nelle sonorità della garriga (gruppo di campanacci). Innumerevoli furono i tentativi della Chiesa Cattolica e delle istituzioni politiche di eliminare alla radice le manifestazioni di questa tecnica magica che, nel passaggio da inverno a primavera, cerca di influenzare la forza produttiva della terra invocandone la fertilità.

Mamoida non è sicuramente un paese dalle meraviglie architettoniche ma la presenza di questa tradizione giustifica sicuramente una tappa in questa cittadina. Da visitare l’Associazione Culturale Atzeni e il Museo delle Maschere Mediterranee dove si travano svariate maschere dalla forme zoomorfe e grottesche, pelli di pecora e montone, campanacci e oggetti atti a creare frastuono. Interessante anche l’esposizione di maschere e costumi provenienti da altri paesi del bacino del mediterraneo, reppresentanti tradizioni comuni a quella sarda.

Dopo la visita ai due musei mi concedo un lauto pranzo presso la locanda “Sa Rosada” che offre un menu fisso con lasagna di verdure, porcetto sardo con patate al forno accompagnato da pane carasau, macedonia di frutta e mirto, mirto, mirto…