Lubiana andante con brio
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Disegno ordinato di un architetto
Frotte di universitari e spigliati trentenni animano alla sera le vie del centro e le rive del fiume Ljubljanica; ma non solo: studiano, praticano le arti, parlano un perfetto inglese e spesso occupano posti di responsabilità. Oggi, che il benessere aumenta lentamente ma costantemente e la guerra (dieci giorni, una ventina di vittime) è solo un brutto ricordo, Lubiana cerca la sua via personale all’Europa. Artisti, grafici, architetti, designer, coreografi, musicisti, scrittori non mancano, e fanno la differenza. Da loro si attende un colpo d’ali, e il fermento nella capitale è palpabile quando si percorre il lungofiume, su cui affacciano gallerie d’arte, locali notturni, ristoranti. Lubiana piace perché è una capitale, ma è a misura d’uomo; perché in città arriva l’aria profumata del Mediterraneo, ma anche il vento freddo delle Alpi. E lo stile barocco si mescola ai palazzi della Secessione. I monumenti sono tanti e interessanti, dal Castello ai musei nazionali, dalle chiese barocche ai conventi antichi, ma ciò che più colpisce, passeggiando lungo le vie pedonali del centro, è la compostezza e l’eleganza dei prospetti urbani: le fughe, gli scorci, l’amenità del lungofiume, che costeggia con aree verdi la Ljubljanica, il corso d’acqua che attraversa il nucleo storico e attorno a cui la città si raccoglie. Il merito di questo fascino va a una sola persona, un architetto fino a qualche anno fa misconosciuto, che a Lubiana e al suo riordino urbanistico dedicò molti anni della sua vita. È Jože Plecnik, e l’intuizione della riscoperta va ad un suo celebre allievo, l’architetto Boris Podrecca, il miglior rappresentante del melting pot tra Balcani e Mitteleuropa. Oggi Plecnik è una gloria nazionale, colui che con grande dedizione trasformò Lubiana da periferia dell’impero a capitale di rango, plasmandone piazze, scorci, vie, il lungofiume, i ponti, la piazza del mercato, fino all’arredo verde della città. Plecnik visse a Lubiana tra il 1921 e l’anno della sua morte, il 1957, un periodo di grandi cambiamenti sullo scenario mondiale, ma restò sempre fedele alla sua personalissima visione dell’architettura. Miscelando con rigore alcuni elementi locali (i richiami all’antica cittadina romana di Emona, su cui venne fondata Lubiana), i materiali della modernità (cemento, ferro), il linguaggio dell’architettura classica – colonne, obelischi, balaustre – perseguì tenacemente l’intento, quasi una missione, di elargire un servizio alla città, portando ordine e bellezza.
Piccola città, grandi eventi
Per scoprire tutto ciò bisogna prendersi tempo e camminare, esplorare le piccole vie del centro, salire al castello o dedicarsi alla visita delle gallerie d’arte sul lungofiume: si scoprirà che è piacevole sedersi in riva ai tavolini sotto i salici a gustare ottima birra o piatti di pesce, ascoltare musica barocca nei cortili dei palazzi o un concerto jazz nelle piazze ai piedi del castello. Perché Lubiana, oltre alle bellezze artistiche e ai piaceri del buon vivere, regala anche tanta musica e tanto palcoscenico, soprattutto d’estate. Si può affermare, senza dubbio, che sia la città dei festival: gli eventi si susseguono ininterrotti, soprattutto durante i mesi estivi, come per il Ljubljana Festival, alla 57° edizione, che quest’anno porta in città, tra le tante star, il gruppo di flamenco di Andrés Marín e il direttore Valerij Gergijev con la London Philarmonic Orchestra (il 19 e il 20 agosto), o per la rassegna Summer in Ljubljana Old Town, una serie di concerti di musica classica gratuiti nel centro storico fino alla fine di agosto. Ma per chi ama la grafica contemporanea, settore creativo in cui la Slovenia è storicamente molto forte, il bello inizia a settembre, quando il 4 prende il via una delle kermesse più antiche e importanti del settore: è la Biennale di arte grafica, che quest’anno ha come tema ‘The Matrix: an unstable reality’, ovvero un’indagine sul rapporto tra l’opera grafica e i nuovi media. Questo sarà il titolo della mostra principale, ma iniziative dedicate alla grafica si inaugureranno in tutta la città, con conferenze e vernissage nelle principali gallerie. Nel frattempo, per avere un assaggio della creatività slovena, anche nel settore della moda, basta una puntata nelle boutique di giovani stilisti già affermati sulle passerelle internazionali: sono Almira Sadar (in Tavcarjeva 6), raffinata ed estrosa, e Draž (in Gornji trg 9), uno studio di design che realizza abiti sperimentali e innovativi con le tecniche del knitwear. Ma anche i golosi non rimarranno a mani vuote: prima tappa è alla Vinoteka Movia (in Mestni trg 4), con bottiglie dal carattere forte, molto simili ai vini del nostro Collio, da acquistare o da assaggiare al bicchiere accompagnandole con i gustosi spuntini del banco; poi, a pochi passi, al curioso negozio del sale di Piranske Soline (Mestni trg 19), dove si acquistano confezioni di sale purissimo dal packaging delizioso, e altri prodotti per la bellezza (sempre a tema) o per la cucina, tutti provenienti dalle storiche saline del parco naturale di Secovlje, vicino a Pirano.