La più selvaggia delle Egadi
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Come abbiamo incontrato Giovanni, Fabio e Guido
Selvaggia nel senso che ospita una natura intatta e protetta dal Parco e dalla Riserva marina; selvaggia perché è la più difficile da raggiungere, e forse la più orgogliosa della propria identità. Se andate a Marettimo vi affidiamo una missione: rendete i suoi abitanti ancora più orgogliosi di viverci, convinceteli con il vostro comportamento che il Parco in cui stanno non è solo un fastidioso limite, ma soprattutto una grande opportunità, e una ricchezza. A Marettimo bisogna rispettare le regole: non tutte le coste sono raggiungibili e non tutte le cale sono balneabili, e non ci si può immergere ovunque.
Fate come noi: affidatevi agli abitanti, lasciatevi guidare. Giovanni ci ha portato in barca lungo le coste. E Fabio ci ha portato in acqua. Entrambi ci hanno raccontato un sacco di cose interessanti, con loro non abbiamo corso il rischio di trasgredire le regole, e soprattutto abbiamo imparato qualcosa dell’isola e della sua natura. Per non parlare di Vito, il gigante barbarossa che è molto più di una Guardia Forestale (se vi interessano il cibo, le tradizioni gastronomiche e i prodotti dell’isola, chiedete di sua moglie). Vito tra le altre cose ci ha guidato lungo i sentieri che s’inerpicano sulla montagna, alla scoperta di panorami meravigliosi e di tracce storico-archeologiche.
Le nostre “immersioni” nella comunità
Lo spessore di Marettimo infatti è anche la sua storia: è stata toccata dai Fenici e dagli Elmi, cioè dai primi Popoli del Mare. E poi è stata teatro di battaglie navali fra Romani e Cartaginesi, fino a ospitare insediamenti religiosi più recenti. A Marettimo puoi incontrare persone e creare relazioni con gente che da una parte ha una sua ben definita personalità-collettiva, ma dall’altra è molto aperta e accogliente. Perché Marettimo è sì “isolata”, ma è anche collegata al mondo: non a caso c’è una nutritissima comunità di marettimani emigrati oltremare, che però mantiene una forte identità, e rapporti stretti con le proprie radici.
Marettimo è una comunità vera, che ti fa sentire la sua personalità, e con la quale bisogna confrontarsi: che gusto c’è a fare il turista se non s’incontrano atmosfere significative, se non si scopre lo spirito del luogo? Tra l’altro la comunità dell’isola è agguerrita: si è opposta a lungo alla chiusura delle scuole, che avrebbe condannato ogni speranza di futuro. Ma Marettimo oggi è anche un porticciolo delizioso, un paesino pieno di stradine e piazzette, dove chiacchierare beati, mangiando una granita e aspettando di andarsi a mangiare un pesce freschissimo. Cioè il massimo della vacanza: noi ci siamo passati in barca, ma anche alcuni nostri amici telefoninodipendenti a Marettimo hanno trovato la pace mentale e il distacco dai ritmi dementi del nostro quotidiano-metropolitano, senza con questo mai annoiarsi…