La nostra guida per scoprire Milano

Visitare l’EXPO può essere anche un modo per (ri)scoprire il capoluogo lombardo, in una serie di itinerari su misura per i vostri interessi, stilati dalla nostra Guida per Caso della città
Marina1983, 14 Mag 2015
la nostra guida per scoprire milano
Ascolta i podcast
 

ARTE: I CAPOLAVORI DEL LIBERTY

Agli inizi del secolo scorso a Milano trova terreno fertile lo stile liberty: oggi, specie nella zona di Porta Venezia, si possono ammirare magnifici palazzi. Con qualche curiosa sorpresa

Porta Venezia è una delle zone più note di Milano, la porta trionfale d’ingresso alla città ne è la testimonianza. Per quanto conosciuta è, però, fuori dagli itinerari turistici più battuti. Di fatto una passeggiata tra gli edifici in stile liberty o una visita alla casa Museo Boschi di Stefano (1) e a Villa Necchi (2), non sono poi così scontate, anche per chi vive da queste parti. L’itinerario è tutto a piedi e si svolge in totale leggerezza: si tratta di osservare case, palazzi, vetrate e portoni che raccontano Milano ai primi del Novecento quando la città vive una particolare e floreale trasformazione artistica: le case dei milanesi si arricchiscono di statue, fregi, decorazioni in ferro battuto in stile liberty o floreale. La svolta stilistica si nota particolarmente in questa zona, ma il percorso può proseguire verso il Cimitero Monumentale con le sue edicole o l’Acquario Civico (3) di via Gaudio 2.

A piedi col naso all’insù

Cammineremo tra Corso Venezia e via Serbelloni, passando per via Bellini: da qui proseguiremo per via Mozart, via Giorgio Jan e corso Buenos Aires. Il primo e più emblematico palazzo liberty è Palazzo Castiglioni (4), costruito tra il 1900 e il 1903, su progetto dell’architetto Sommaruga. L’edificio ha due facciate, una liberty a tre piani su Corso Venezia e una a mattoni su via Marina. All’edificio è legato uno scandalo socio-culturale: il Palazzo fu infatti chiamato Ca dei ciapp perché le due statue, una rappresentante la Pace e l’altra l’Industria, che avevano trovato posto ai lati del portone erano scandalosamente poco vestite. I milanesi benpensanti le fecero rimuovere e le due quasi nudità vennero spostate a Villa Romeo Faccanoni (5) in via Buonarroti, sempre del Sommaruga. Tutto quello che è rimasto è, però bellissimo, tra i rami e le foglie di bronzo, di Corso Venezia 47. Passate per La Ca de l’oreggia (6), in via Serbelloni 10. Sulla destra della facciata, accanto al portone, si trova il famoso orecchio scolpito da Adolf Wild, altro non è che un citofono. Il suono si trasmetteva grazie a un canale all’interno dell’edificio e metteva così in comunicazione l’esterno con la portineria.

Casa Campanini (7) (foto a sinistra), in via Bellini 11, fu progettata dall’architetto Campanini come sua abitazione personale, più discreta delle altre, le figure scolpite di donne che ai lati del portone sono vestite. Tornate verso Corso Venezia passate da Casa Berri Meregalli (8), in via Cappuccini 8, progettata da Ulisse Arata, in stile tardo liberty. Rimane ancora un piccolo regalo: girando a piedi bisogna sempre cercare di guardare dentro i cortili, quando i portoni sono aperti. Bisogna guardare anche nei giardini come quello di via Cappuccini al numero tre: di certo rimarrete un attimo in silenzio davanti ai fenicotteri rosa che abitano da tempo i giardini di Palazzo Invernizzi (9).

Proseguendo a piedi verso via Malpighi, incontrerete al civico 3, Casa Galimberti (foto in alto) (10) del 1905: preparatevi a vedere disegni bellissimi sulla facciata in maiolica che rappresentano figure maschili e femminili, decorazioni floreali sui balconi, nastri decorativi. I balconi milanesi sono rifiorenti di edera alternata ai ciclamini, un classico di questa zona.

Casa Guazzoni (11) (foto a destra), poco più avanti al numero 12, del 1906, è da fotografare per i suoi cementi modellati. Casa Boschi (1) è in via Giorgio Jan 15 e visitarla sarà un’interessante esperienza, fuori dal giro dei grandi musei, non è mai affollata, come lo sono invece le pareti di tutte le stanze della casa di Antonio Boschi e di sua moglie Marieda di Stefano che passarono la vita a collezionare opere d’arte: più di duemila. Il solo apparente “disordine” segue un filo conduttore specifico. Ogni stanza ha un tema e in ogni stanza ci sono ancora alcuni degli arredi originali. Le dieci sale sono una più artistica dell’altra e dedicate ai maggiori pittori e scultori: la sala di Mario Sironi, la sala del Novecento italiano, quella della scuola di Parigi, e di Lucio Fontana, la sala dell’informale di Manzoni. Dalla casa Museo Boschi Di Stefano si può alleggerire il percorso camminando da via Jan verso Corso Buenos Aires, passando per via Aldrovandi e via Plinio, in cinque minuti ritroverete Milano con tutta la sua abituale folla, i negozi e le bancarelle.

Tornando in direzione di Porta Venezia, si può pensare di andare allo Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2, per le ricercate proiezioni della cineteca oppure di concludere la serata in uno dei ristoranti etnici, soprattutto eritrei, della zona tra via Panfilo Castaldi e viale Tunisia.

Gita fuori porta: Monza

La villa reale e il suo parco, lo storico Duomo, la Corona Ferrea

Monza dista solo 15 km da Milano. L’idea sarebbe di arrivare alla stazione di Monza la mattina, raggiungere a piedi la piazza del Duomo, e iniziare con la visita della chiesa: da non perdere la cappella di Teodolinda realizzata dagli Zavattari, aperta da poco dopo sei anni di restauro, e la Corona Ferrea, al cui interno si trova un cerchio di metallo che si dice essere stato uno dei chiodi utilizzati per la crocefissione di Cristo. Dopo la visita, una meritata pausa al Tea Rose Caffè, lo trovate in piazza, appena usciti dal Duomo sulla destra. Dal Duomo si prosegue, sempre a piedi, passando per piazza dell’Arengario in direzione el Re de Sass, come si dice da queste parti, ovvero piazza Citterio e da qui si raggiunge l’ingresso principale della Villa Reale, in viale Brianza 1. Sono circa 15 minuti di passeggiata. La Reggia di Monza è uno spettacolo, appena restaurata. La facciata è a doppio ordine di finestre e la sera viene illuminata con luci di diversi colori, davanti alla Villa una fontana con giochi d’acqua. Il terzo piano, il Belvedere, è sede espositiva del Triennale Design Museum e ospita 200 pezzi della Collezione permanente del Design Italiano della Triennale: Giò Ponti, Bruno Munari, Piero Fornasetti. Da lassù la vista è favolosa e spazia su quello che è il più grande parco cintato d’Europa. Per unasosta scendete al piano terra al Lounge bar. Per tornare in stazione prendete la navetta gratuita con partenze alle ore 14, 16,30 e 18, davanti all’ingresso principale. Per info: www.reggiadimonza.it.

Aperitivi e dopo cena

Prima di rientrare a Milano, vi consiglio una sosta al Mulino, l’enoteca più caratteristica di Monza, in via de Amicis 21, in pieno centro e sulle sponde del Lambro. Dall’ora dell’aperitivo in poi il locale è sempre pieno, tanto che il ponte sul fiume è diventata la sua depandance all’aria aperta. Poco più avanti in via Vittorio Emanuele 13, il Dive Cocktail House, un locale che si ispira al periodo del proibizionismo americano, interni da vedere, coktail da provare. Da qui si raggiunge via Bergamo tagliando per via De Gradi, questa zona è il centro della vita notturna monzese, troverete un locale dopo l’altro. La scelta è completa per prezzi e gusti.

INFO UTILI

EXPO MILANO 2015 è l’Esposizione Universale dedicata all’alimentazione e alla nutrizione, il tema è: “nutrire il pianeta, energia per la vita”. I paesi partecipanti sono 145, per un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, nella quale sono attesi 20 milioni di visitatori. Si svolgerà fino al 31 ottobre. Sito ufficiale: www.expo2015.org

BIGLIETTI Si acquistano online, in sede espositiva, presso i rivenditori autorizzati (Info Point EXPO Gate, Piazza Cairoli). Il costo dell’ingresso varia a seconda della tipologia e vale per tutti i padiglioni espositivi. Si può acquistare anche il ticket serale, a 5 euro, valido tutte le sere dalle ore 19.00 alla chiusura.

COME ARRIVARE I padiglioni dell’EXPO si raggiungono da quattro porte: Fiorenza, Triulza, Merlata, Roserio. Raggiungerete una o l’altra a seconda del mezzo che scelto per arrivare all’EXPO. Ricordate che la filosofia della manifestazione è no-car.

La metropolitana è il mezzo più veloce: linea 1, arrivo a Rho Fiera, accesso Ovest Fiorenza. Chiedete dei biglietti cumulativi e integrati nei punti vendita Atm. In treno, dalla Stazione Centrale la fermata è Rho Fiera, a cui saranno collegate le stazioni del passante milanese. Accesso Est Roserio per chi arriva in taxi e navette dai parcheggi esterni. Accesso Sud Merlata per i bus, il parcheggio si trova vicino al sito. Per le auto sarà disponibile un parcheggio da 10 mila posti ad Arese e da 1.500 a Trenno. Da qui si prende la navetta e si raggiunge la fiera. Si possono utilizzare anche i parcheggi di Molino Dorino e Lampugnano, sulla linea della metropolitana. In bicicletta si parte da Molino Dorino e si arriva alla fiera con una pedalata di 6.5 km, seguendo la pista ciclabile Villoresi-EXPO. Si potranno anche utilizzare le nuove biciclette a pedalata assistita del servizio BikeMI (www.bikemi.com).