La capitale si visita in segway
Una tecnologia tira l’altra
Ma cosa c’entra il segway col turismo? La novità è che si può affittare un segway e visitare Roma senza fatica, col massimo di divertimento. Ovviamente serve una guida, che ti accompagna e ti indica i percorsi adatti. In realtà, dopo un minimo di pratica, col segway si va dappertutto: sui marciapiedi, si attraversa la strada, si va in salita e in discesa. Gli itinerari sono tanti, e durano qualche ora. Quello classico, che abbiamo fatto noi, prevedeva il Celio, Clivo di Scauro, il Circo Massimo, l’Aventino, la discesa di Monte Savello e il Campidoglio. Ma ce ne sono molti altri, c’è anche un Giro del Barocco e naturalmente un Tour di San Pietro (www.romebysegway.com). Per una volta tocca riconoscere un merito ai turisti americani, che avendo più dimestichezza con la tecnologia, sono stati i primi a scoprire questo nuovo genere di mezzo di trasporto. La tecnologia poi non si ferma alla “biga del 2000”: ogni turista ha a disposizione un I-Pod e, davanti ad ogni monumento, può guardarsi un filmato con spiegazioni e ricostruzioni: come l’audio guida del Vaticano, ma con in più il video… Ci sono anche segway a 4 ruote, per chi ha difficoltà di deambulazione, quindi l’accessibilità in questo senso è massima. Il prezzo non è basso (80 euro per la giornata) perché bisogna tener conto che i segway, purtroppo, ancora costano quasi come una automobile. Ma ci sono molti servizi annessi e connessi, fino alla baby-sitter per chi vuole lasciare a casa il bimbo troppo piccolo. Per merito del segway e di Marco, noi abbiamo scoperto fra le altre cose il Roseto di Colle Oppio, che è un posto magnifico. Il Roseto – purtroppo aperto raramente, solo in maggio! – era l’ex cimitero ebraico, per cui la pianta del luogo disegna ancora un candelabro a sette braccia. E c’è la vista della città e del Tevere, dal belvedere, con l’effetto ottico del cupolone che più ti avvicini e più rimpicciolisce. Come il segway, che più strada fai e meno senti la fatica…