L’altra Ibiza 2
Rifugiarsi nella quiete dei borghi
I paesi hanno piazze immacolate, dominate dalle caratteristiche chiese-fortezza d’origine medioevale, costruite per dar rifugio alla popolazione in caso di assalto dei pirati. Come quella di San Miguel, che veglia dall’alto della collina su un minuscolo agglomerato di case bianche, in cui in mezzo alle botteghe si nascondono indirizzi bohemienne come Dario Bomé (il proprietario ha un laboratorio artigianale di cuoio, sua moglie vende la sua collezione di vestiti fatti con stoffe orientali e bei monili indiani) e il Can Cameta Art Café. Non è un caso: molti stranieri – del genere “alternativo”– hanno scelto di vivere da queste parti, nell’Ibiza più vera. La comunità più numerosa gravita sul villaggio di San Josep (San Jose), il principale del nord dell’isola, con negozietti di ceramica, un paio di gallerie d’arte e una manciata di bar e ristoranti tradizionali. Piacevolmente ruspanti, come Can Manyanet, alle spalle della chiesa (anche in questo caso, una chiesa fortezza), che serve i tradizionali piatti di cucina isolana, a partire dal sofrit pages (stufato misto di agnello e pollo con patate e zafferano). Un’altra icona del piccolo mondo hippycampagnolo locale è lo storico Bar Anita, nella piazza del villaggio di San Carles, con i vecchi tavoli di legno sotto il pergolato; punto d’incontro obbligato, fra chiacchiere e caffè. Alcuni angoli segreti dell’isola si scoprono per caso, magari sbagliando strada: in un reticolo di sentieri di campagna è nascosto il minuscolo insediamento rurale di Batafià, con le case dai tetti comunicanti, il pozzo e la torre di avvistamento, su una collinetta da cui la vista spazia su un panorama di ulivi e alberi da frutto (il complesso è proprietà privata, ma si riesce comunque a dare un’occhiata). Vita mondana in piazza e in spiaggia Quando si avvicina il tramonto, invece di andare in uno dei tanti lounge caffè di Sant’Antonio – Il Cafè del Mar è il più famoso – basta fermarsi in uno dei tanti punti panoramici della costa sud-ovest. Uno degli scorci migliori si ha dal tratto costiero che sovrasta Cala d’Hort, all’altezza del ristorante El Carmel; sempre da Cala d’Hort parte il sentiero che porta alla Torre de Savinar, una delle numerose ex-torri di avvistamento posizionate lungo le coste. Il panorama è dominato dalla mole appuntita dell’isolotto di Es Vedra: i seguaci della new age credono che questa piramide naturale di roccia emani una energia mistica, ma anche chi diffida di questo genere di discorsi avverte l’energia, tutta fisica, di questo micro-universo di rocce, pini e macchia mediterranea, avvolto dai flutti di un mare spesso bizzoso. Quella in campagna a Ibiza non è una vacanza da solitari. Per stare fra la gente, ci si può unire al rito delle tapas nei bar del minuscolo centro di Santa Geltrudis, proprio in centro all’isola. Anche questo è un paese bomboniera: la piazzetta della chiesa, pochi isolati di case con qualche negozietto (spicca Cadi Todo, una specie di emporio etnico) e i bar con i tavolini all’aperto famosi per i montaditos, bruschette con pomodoro fresco, olio e formaggio locale o jamon serrano. Hanno un’aria casalinga e sono frequentati da habitué, fra cui molti stranieri espatriati sull’isola. Il punto di ritrovo è Can Costa, con i quadri di pittori locali e prosciutti che pendono dal soffitto del bar. D’estate si sta in terrazza, ma con i primi freschi ci si ritira attorno al camino. Vita di campagna? Certo, e proprio per questo piace anche ai vip di casa sull’isola, come la figlia di Mick Jagger, Jade, che ha una casa nei dintorni e viene qui con i suoi amici dopo le giornate sulle spiagge chic di Can Jondal (quella top è il Blue Marlin) e di Las Salinas, sulla costa sud ovest. Per un tuffo nella mondanità, basta proseguire fino al capoluogo Eivissa, che dopo il tramonto si avvia a una delle sue famose notti. La piazza del Mercat Vell è un grande salotto da cui partono le stradine che salgono verso il labirinto di pietra dorata di Dalt Vila, la città vecchia chiusa da possenti mura. Scendendo verso il lungomare s’incontrano bar e caffè, mentre per le discoteche ci si sposta nei quartieri moderni e lungo la costa. Quando il giorno dopo ci si risveglia in finca, tutto torna come prima. Fuori, il panorama è sempre un quadro. I grilli sono puntuali. L’orologio segna mezzogiorno: è tardi per il turno spiaggia del mattino… meglio passare direttamente alla siesta nel patio. Impagabile lusso campagnolo.