In Slovenia, lungo le acque dell’est

Un viaggio dagli Argonauti... alle Terme!
Syusy Blady, 29 Nov 2019
in slovenia, lungo le acque dell'est
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Mentre attraverso il confine fra Italia e Slovenia mi viene il mente il racconto di viaggio di Patrizio tutto incentrato sulla Grande Guerra e relativo ai tanti conflitti che si sono consumati in questa zona. In realtà l’autostrada che ci porta in Slovenia, è costeggiata da verde e da una dolce collina, nulla di diverso dall’Italia che sto lasciando. I confini, quando ci si trova in una zona di passaggio tra l’uno e l’altro, si rivelano per quello che sono: delle forzature, che eppure causano, e hanno causato, tanto male. Soprattutto questo confine. Solo una specie di casello d’autostrada aperto è quello che ci fa capire che siamo passati in un altro Stato, l’altro segnale è che proprio qui c’è il Casinò, praticamente sull’autostrada. Qui molti italiani vengono a fare benzina e a giocare, ma sono pronta a scommettere che – come sempre – non vincono… E si arriva a Lubiana, la capitale della Slovenia, la più piccola capitale europea, detta anche la piccola Praga.

GLI ARGONAUTI

Lubiana è una città molto bella fondata, si dice, dagli Argonauti e da Giasone che sconfisse il Drago proprio qui, dove anticamente c’era la palude formata dal fiume Ljubljanica, che ancora vi passa tranquillo è lento. La cosa interessante è che, secondo il celebre mito greco, l’eroe Giasone ed i suoi Argonauti, che avevano trovato il famoso Vello d’oro nella Colchide, sarebbero arrivati qui lungo il fiume Danubio, piuttosto che attraverso il mare Mar Egeo! Questa leggenda, di cui qui scopro la conferma, mi rafforza nelle mie intuizioni archeologiche (che se qualcuno ricorda ho raccontato in vari articoli sui Popoli del mare e sul mio viaggio in Estonia sul Baltico) e cioè che gli Argonauti, i mitici navigatori dell’antichità così come i più reali e storicamente documentati Popoli del Mare dopo, dal Danubio si sarebbero diretti verso il suo affluente il Sava, fino poi alla sorgente del fiume Ljubljanica, proprio qui in Slovenia. I fiumi sono le autostrade dell’antichità! La cosa straordinaria è che la leggenda continua raccontando che proprio qui, sconfitto il drago, gli Argonauti demolirono la loro barca per poterla trasportare fino al mar Adriatico, che si trova più a ovest, al fine di ritornare a casa. Evidentemente non la demolirono ma la smontarono, visto che si trattava di una barca cucita senza chiglia e con l’albero abbattibile: la trasportarono a braccia fino al mare e li la ricomposero per metterla nuovamente in acqua.

IL DRAGO

Lubiana, del resto, continuerà ad avere come simbolo il drago. E i draghi sono i personaggi principali che si vedono sul grande ponte che attraversiamo. Appunto il famoso il Ponte dei Draghi (Zmajski Most) costruito tra il 1900 e il 1901, che è opera dell’architetto Jurij Zaninović molto rinomato qui. Infatti Lubiana ha un centro storico molto interessante e un’attività culturale che contempla grandi concerti e grandi e spettacoli teatrali e musicali in estate e con una fantastica Università molto rinomata, che fra l’altro mi dicono non è a pagamento. Anche il suo Museo Archeologico è molto interessante perché lì ci sono conservati importanti reperti archeologici di epoca romana, fra i quali la statua di un patrizio romano tutto in oro che svettava su una colonna che per lungo tempo fu tenuta al centro di Lubiana. Ma non è l’epoca romana quella più interessante: lo è sicuramente di più quella che va indietro addirittura al Neolitico, col famoso flauto di Divije Babe, intagliato nel femore di un orso. E l’epoca più ricca di testimonianze e di reperti è quella dell’Età del ferro: infatti al Museo si conservano, oltre alle famose barche cucite che servivano per il trasporto via fiume, oltre a bellissime ambre e gioielli, la celebre situla di Vaje, trovata nella zona di Novo Mesto dove noi andremo.

IL CAPPELLO DEL DOGE

Le situle sono dei secchi di ferro cerimoniali perfettamente decorati. Ancora una volta i soggetti riguardano vita quotidiana ma anche le avventure degli Argonauti e la cosa strana è che i cappelli dei personaggi che sono rappresentati ricordano il cappello del doge di Venezia! A me ha colpito questa similitudine: come spesso succede sono i particolari della moda del tempo che mi fanno venire in mente collegamenti. Se è vero che Giasone si mosse da qui, non potrebbe avere fondato la prima Aquileia, che a sua volta con le invasioni barbariche di Attila diede il via alla fondazione di Venezia nella laguna? Tante cose ci ricordano Venezia in questa regione incredibile, che è appunto un luogo di passaggio, un luogo di culture diverse, un luogo che collega il Mediterraneo, attraverso i fiumi, al mar Nero e a ben pensare al Mar Baltico, quindi verso la cultura nordica che probabilmente è alla base di tutta questa popolazione: sono gli stessi Slavi.

GLI SLAVI

Andando a vedere bene qual è la storia degli Slavi, cosa che nella nostra cultura è rimossa, scopro che gli Slavi, il cui nome significa “abitanti presso un corso d’acqua”, sono considerati nell’antichità come popoli praticamente Nomadi e legati ai fiumi, collocati in origine in una zona paludosa vicino a quella che è l’odierna Chernobyl, che ora è off limits per il famoso incidente nucleare, ma che doveva essere sicuramente una zona importantissima ed estremamente fertile e luogo di grande passaggio. Strani questi Slavi e ancora più strano andare a cercare da dove provenivano originariamente: da una regione tra la Vistola e il Dnepr, guarda caso due fiumi che collegano sempre il Baltico al Mar Nero. E – udite udite – i Veneti (o Venèdi) menzionati da Plinio il Vecchio, Tacito e Tolomeo è possibile che fossero a loro volta Slavi. Visto che, come mi racconta la mia amica estone Ulle, in lingua estone, quando ci si saluta si dice tsau e che le barche in estone si chiamano vene… E quindi anche il nostro famoso CIAO deriverebbe da lì! Insomma anche qui in Slovenia ho scoperto le tracce dei misteriosi Popoli del Mare!!! Le nostre comuni origini europee che ci collegano al Nord? PS: Scusate, non ci posso fare nulla se per me i viaggi sono soprattutto viaggi nella storia, io mi diverto così! Comunque, tranquilli: basta con la storia… in questo viaggio ho altre cose da raccontare…

LE TERME DI DOLENSKE

A questo punto del viaggio sono stanca, fisicamente e mentalmente, ho bisogno di andare alle Terme e qui sono nel posto giusto. Non si può qui sfuggire a quella che è la caratteristica fondamentale di questa zona: le terme di Dolenjske, terme importanti, molto antiche, dell’epoca romana. La leggenda narra che le proprietà terapeutiche delle acque calde furono scoperte da un cane che, ferito a una zampa da un carro, finì in una pozzanghera e non volle più muoversi finché il dolore non passò . Le acque delle terme sono oggi utilizzate per malattie reumatiche del sistema locomotorio e dell’osteoporosi. Questa regione ha il più alto numero di Castelli e Monasteri della Slovenia: tra i più famosi il Castello di Otocec, il castello Zuzemberk, e il monastero di Sticna . Lo sviluppo delle terme, dopo l’epoca romana, lo si deve ai conti Auersperg, i quali alla fine del ‘700 fecero costruire l’odierno Hotel in stile austroungarico . Io, però, sto all’hotel Balnea, le terme infatti hanno subito recentemente una ristrutturazione che le ha portate a livello delle più lussuose terme italiane.

LA CURA DELLE VINACCE

Le cure sono quelle termali classiche, ma anche di benessere di Bellezza e c’è una cura interessante fatta con la vinaccia. Gli acini di uva, si sa, contengono delle proprietà veramente ringiovanenti (la buccia infatti contiene antociani, con proprietà antiossidanti). Ed effettivamente questa è la zona dei vini e quindi viene sfruttata fino in fondo questa risorsa del territorio. Nelle terme d’epoca è conservato in una sala un bellissimo lampadario a gocce di stile asburgico e – standogli sotto – ti sembra di vedere i balli organizzati dalla nobiltà in vacanza, coi militari in casacca bianca e le signore della nobiltà viennese che venivano qui a passare le acque. La campagna attorno è bellissima, coltivata e curata. I fienili poi sono delle vere opere d’arte, tutti in legno, molto grandi: infatti più grande era il fienile più potente era la famiglia, e quindi questa potenza si esibiva così. Li decorano con le pannocchie arancioni, creando un bellissimo contrasto con il legno scuro. Se passate da quelle parti vale la pena di passare al castello di Otecec, con le torri arricchite da tetti a punta come quelli delle fate: un castello meraviglioso che si trova su di un’ isola sul fiume e che è stato sempre dominio di famiglie nobili di questa zona. Adesso è un bellissimo albergo dove l’accoglienza è veramente strepitosa, da qui sono passati principi, presidenti e cantanti.

NUOVO MESTO

Novo Mesto, nel cuore della Slovenia, è un antico centro romano, ma prima ancora era un crocevia di culture dove – guarda caso – confluiscono due fiumi, il Savinja e Recita. A testimonianza della sua antica importanza come luogo di incontro, al cento di un semplicissimo incrocio, c’è appunto una situla. E’ una rotonda come ce ne sono tante e che di solito, dalle nostre parti, sono oggetto di decorazioni a dir poco strabilianti per il loro gusto kitsch. Posso aprire una parentesi sulle nostre rotonde? Bisognerebbe proprio fotografarli i monumenti che si trovano sulle rotonde dei paesi! Credo che messi insieme darebbero uno spaccato incredibile del gusto pop dei nostri assessori. In ogni caso torniamo a quello che c’è alla rotonda di Nuovo Mesto: un secchio, cioè una situla gigante, per ricordare che qui fu trovata una famosa situla che ho visto al museo di Lubiana, la situla di Vaje, a cui facevo cenno poco fa. Vado sul ponte di Nuovo Mesto dove il fiume scorre lento tranquillo, senza corrente forte, dimostrando come nell’antichità si poteva navigare e dimostrare come la navigazione sui fiumi e per mare abbia unito i popoli più di quello che pensiamo. Sotto il dominio degli antichi Romani Laško, dove siamo diretti, divenne un importante luogo termale e di villeggiatura. Soprattutto per la sua acqua piena di magnesio. Non mi resta che rilassarmi: voglio andare alle Terme!

LASKO E LA CURA DELLA BIRRA

Al mattino si beve l’acqua con magnesio. Naturalmente ha effetto diuretico e lo senti che ti purifica. La sorgente termale è un aiuto naturale per la salute, con temperature tra 32° e 34°C, che con il suo piacevole calore allevia i dolori e facilita il movimento . Dai pozzi vicini si estrae acqua acrotermale, alcalino-calcio-magnesica e con idrogeno carbonato sodico, con temperature in questo caso da 34,3°C a 39,4°C. Il centro termale moderno è specializzato in piscine di acqua calda, inserite sotto una cupola di vetro di 2200 mq. Lasko è famosa per le sue terme ma anche per un grande stabilimento di produzione di birra. E la birra è il leitmotiv di queste Terme… Ma la cosa che mi colpisce è come, in questi posti nordici, le saune si facciano senza vestiti. Mancherebbe solo di buttarsi urlando sotto la neve e mi sentirei una vichinga… Ed effettivamente si può fare! C’è un posto apposito dove, dopo il bagno caldo, ti puoi rinfrescare con il ghiaccio! Io opto per altri trattamenti che mi portano a fare un idromassaggio con la… birra, naturalmente.

OLIMIA E LA CURA DELLA CIOCCOLATA

Il paese è situato lungo la valle del fiume Sotla, e il suo nome significa “di giovedì”, giorno in cui vi si teneva la fiera-mercato e vi si amministrava la giustizia. Il confine con la Croazia è proprio lì a due passi ed è appena segnato da una bandiera sventolante. Qui da non perdere è il Monastero dei Frati minori. Che è divenuto un castello fortificato sotto Francesco Giuseppe, che aveva cacciato i frati per contrasti con il Papa. Fino al 1990, quando tornarono i frati che, da sempre, qui si occupano di piante officinali, coltivandole e trasformandole in medicine naturali per la salute. Va visitata la sala affrescata fatta a volta e l’antica farmacia (la terza più vecchia d’Europa) coi volti dipinti dei vari medici dell’antichità. Qui capisco come la Slovenia sia uno dei posti più verdi di questa zona, andando anche alla Riserva Naturale dei Cervi di Jelonov Greben. Qui i cervi, lasciati liberi, sono praticamente allevati e sono talmente tanti che finiscono per costituire una prelibatezza gastronomica per i turisti, che li apprezzano molto. Io personalmente non ce l’ho proprio fatta a mangiarmi Bambi, e alla fine anche il risotto coi funghi era buonissimo! Anche qui le terme di Olimia sono famose per l’acqua, per l’architettura delle piscine molto innovative ma anche perché qui si possono fare massaggi con la cioccolata…

ROGASKA E LA CURA DELL’ACQUA

Rogaska è un complesso termale enorme, in perfetto stile austroungarico con alcune aggiunte moderne. Qui ho assistito al tipico rito del bere l’acqua così come doveva avvenire un secolo fa e come avviene ancora: tutti col bicchiere in mano ad attingere alla fonte, dandosi poco tempo per arrivare in camera. Effettivamente l’acqua è straordinaria e i suoi benefici effetti erano conosciuti da Francesco Giuseppe e tutta la sua progenie, che venivano qui con regolarità. E – a proposito di bicchieri, di cui c’è una intera collezione al museo delle terme – qui, proprio qui, nell’antichità si produceva il vetro, perché qui si trova la sabbia giusta per farlo. Questo è il paese dei cristalli e mi viene in mente che il materiale e il sapere della lavorazione del vetro poteva venire da qui. Quindi anche la tradizione del vetro di Murano?! Così si chiuderebbe il cerchio dei miei collegamenti storici vissuti sul campo. Infatti, a proposito di Murano: da dove prendeva la materia prima per produrre il vetro? Ma avevo promesso di cambiare discorso…

MORAVSKE E LA CURA DEL PETROLIO

Ora, non si sa se per punizione o per premio, alla fine del viaggio non mi resta che vivere anche l’esperienza delle terme di Moraske. Negli anni 60 da queste parti stavano cercando il petrolio e a 1400 metri invece hanno trovato un’acqua però piena di idrocarburi, che sgorga ad una profondità che va da 1175 ai 1467 metri. Ha naturalmente un aspetto torbido, un sapore salato. La temperatura alla sorgente è 72°. Di solito le acque ricche di idrocarburi e bicarbonati sono molto più fredde. L’acqua nera tonifica l’organismo, ha un effetto antidolorifico ed essendo ricca appunto di bicarbonati favorisce la dilatazione vascolare, producendo un effetto positivo sui fenomeni infiammatori cronici di diversa natura. E’ inoltre famosa come calmante, poiché riduce la tensione nervosa. Insomma: un bagno nel petrolio mi mancava! Ne sono uscita viva e rinfrancata, sembra che faccia veramente bene, quindi questo elemento che tanti danni ha fatto alla nostra atmosfera può, viceversa, essere fonte di salute. E’ proprio vero: tutto dipende da come viene usato!

Syusy Blady