Il viaggio di Syusy a Malta: la premessa

Sulle tracce dei Templari e della Grande Madre
Syusy Blady, 21 Mag 2001
il viaggio di syusy a malta: la premessa
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Durante un’ intervista ai Cavalieri di Malta, sono rimasta colpita dalla notizia del ritrovamento di alcuni reperti archeologici trovati sull’isola riguardanti l’antico culto di una importantissima divinità mediterranea. Era chiamata “Grande Madre”, ed era considerata una divinità importante per via della sua capacità creatrice degli uomini, degli animali e della natura. I riti di fecondazione della terra e delle donne erano a lei collegati tramite luoghi nei quali furono costruiti i santuari più antichi del mondo: una vera e propria religione monoteista prima del tempo. Forse da questa dea derivava il popolo delle Amazzoni che dalla lontana Anatolia conquistarono il Mediterraneo fino a Malta e oltre le Colonne d’Ercole. Di qui, l’idea di seguire le tracce di queste leggendarie donne e della loro misteriosa regina Antinea, e della sua ultima discendente morta, si dice, in tempi recenti.

Le Amazzoni combatterono molti popoli ma la loro impresa più importante fu spingersi fino a muovere guerra ad Atlantide.

Secondo alcuni archeologi, Malta potrebbe essere un residuo di Atlantide, il centro di una razza antica. Le testimonianze in questo senso sarebbero: gli strani teschi macrocefalici conservati un tempo nel museo della Valletta ed oggi scomparsi, le strutture sommerse nel mare che la circonda, i racconti degli antichi scrittori e infine i papiri egiziani che raccontano di un’antica catastrofe che colpì il “popolo di uomini serpenti”. Sono ipotesi credibili e dunque tracce percorribili? Resta il fatto che Malta nel tempo fu un centro di oracoli, di cure taumaturgiche e incontri rituali, diventò un epicentro importante di cultura megalitica che continuò a irradiare strane influenze sugli uomini che qui sbarcarono.

Dopo arabi e normanni, Malta ospitò anche i Cavalieri Crociati in partenza per la Terrasanta o rifugiati qui dopo le loro sconfitte. E da questo momento s’infittisce il mistero.

A Malta, alla vecchia religione della Grande Madre si sostituì quasi per miracolo una nuova tradizione clonata dall’antico culto. Le Madonne Nere, le Tre Marie in particolar modo, diventeranno la nuova leggenda che vedrà Cavalieri Templari, Ospitalieri e poi i Cavalieri di Malta diventare di volta in volta i depositari di una tradizione segreta: la missione salvifica del Graal.

La Sacra Coppa, come la Grande madre, poteva curare, era un simbolo di rinascita oltre che del potere spirituale.

Oggi, dopo le ultime scoperte della genetica, potremmo dire che possedere un campione del vero sangue di Cristo potrebbe farci studiare se non manipolare, il suo DNA, come ipotizza in modo fantascientifico il recente best-seller americano “La stirpe del Miracolo”.

Possedere dunque questa reliquia significherebbe possedere il mondo. Hitler in special modo capì l’importanza di questa reliquia e la fece cercare ovunque sguinzagliando le sue spie lungo il percorso che tradizionalmente compirono le Tre Marie dopo la crocifissione di Cristo.

Se è vero che le Tre Donne fuggirono dalla Palestina portando con loro il Graal, se non lo stesso corpo di Cristo, certamente sbarcarono in quest’isola lontana dal controllo di Roma, per continuare la missione iniziata dal Maestro. La loro destinazione ultima, dice la leggenda, era il sud della Francia, Marsiglia, o la Linguadoca, dove avrebbero trovato un rifugio sicuro.

Non a caso, nel Medioevo queste terre saranno soggette ad una terribile crociata della cristianità contro quelli che vengono definiti Catari, una sette eretica che credeva nella figura della Maddalena più che nella Vergine Maria.

Il Catarismo tendeva a neutralizzare il concetto di peccato carnale. Al contrario della chiesa cattolica, che ammetteva l’impurità della procreazione ma mondava con il battesimo il peccato originale, procreare per un Cataro significava mettere al mondo altra “carne di Satana”. Si trattava dunque di un’impostazione teologica libertaria nei confronti della sessualità che non era più finalizzata alla procreazione, ma anche e soprattutto un movimento di “liberazione” ante-litteram per la donna non più viste, secondo questa ottica, come fonte di peccato. Per questo molti Catari non si sposavano, preferendo convivere e dando adito a sospetti di pratiche sessuali illecite, ipotesi avallate da quanto i registri dell’inquisizione raccoglievano dalle confessioni di donne poco prudenti e nonostante tutto, decise nelle loro convinzioni sebbene avessero subito la tortura.

Ogni forma di violenza era bandita dalla fede catara per la quale anche i criminali dovevano essere “rieducati”: concetti isolati in un mondo violento come quello medievale che saranno alla base della debolezza opposta dai Catari all’invasione dell’esercito crociato.

Centrale nel Catarismo, come si diceva, la figura della Maddalena ora oggetto centrale dei miei studi. C’è chi crede che in fondo ella rappresenti un po’ l’Iside Svelata, la Profetessa, colei che avrebbe realmente dovuto condurre per Gesù la prima Chiesa. La scarsa considerazione goduta dalla Maddalena da parte degli stessi evangelisti, sembra dovuta alla fusione della sua immagine con quella delle sacerdotesse di Iside, che nei templi professavano la prostituzione sacra intesa come unione tra il divino femminile e l’umanità terrena.

Il dubbio sorge anche guardando l’opera di Leonardo “l’ultima cena”. Accanto a Gesù si può scorgere un’ambigua figura di apostolo più donna che uomo: forse la Maddalena. Suggestione o realtà? Lo stesso Leonardo era un “Giovannita”, forse aveva una sua idea su tutta la faccenda che coinvolgeva anche i Templari, considerati eretici come i Catari per aver negato l’importanza della Madre di Cristo preferendole la Maddalena. Resta il fatto che quando l’Ordine del Tempio sarà sciolto, e quando cadrà l’ultimo castello dei Catari, Montsegur, due nuovi misteri si aggiungeranno ai tanti di questa storia: dove fu nascosto il tesoro dei Catari che si diceva possedessero il Graal? Perché i Templari fuggiti alla persecuzione scelsero di entrare nell’ordine dei Cavalieri Ospitalieri, (che in realtà si chiamavano Ordine di San Giovanni) diventati poi, nel ‘500, i Cavalieri di Malta? Portarono con sé nel nuovo Ordine il loro antico segreto? Perché Filippo il Bello donò i loro possedimenti agli Ospitalieri? Questi quesiti scatenarono dagli anni ’30 una caccia al Graal con spie naziste, (come Otto Rhan che operò in Linguadoca) e agenti segreti francesi (come l’abate Sauniere che a Rennes le Chateau trovò il tesoro della Maddalena).

Iniziò insomma una singolare caccia al tesoro che vide Malta punto di partenza e covo di personaggi alla ricerca di queste testimonianze della fede, uomini privi di scrupoli che condussero ricerche particolari ovunque potesse essere nascosto il mistero che traeva origine dall’antichissima dea.

Vi do appuntamento alla prossima settima con il racconto del mio viaggio. Se siete a conoscenza di notizie utili alla mia ricerca, perché non me le inviate? grazie.