Il nostro Giappone “percaso”

Il fascino di una civiltà e di una cultura profonda e antica
Syusy Blady, 04 Giu 2014
il nostro giappone “percaso”
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Ancora incontriamo per strada dei turistipercaso che si ricordano e che ci chiedono del nostro viaggio in Giappone, che ormai risale a 15 anni fa.

In effetti anche per noi è stato uno dei viaggi più interessanti e curiosi. L’idea mia (Syusy), che abbiamo esplicitato all’inizio nella sigla, era che, non potendo andare su Marte, avevamo optato per il Giappone. In effetti il Giappone è (soprattutto era) Marte, cioè un pianeta sconosciuto dove tutto è diverso, tutto è particolare. Dove bisogna scoprire tutto daccapo, dove ci si stupisce di ogni cosa.

In realtà siamo stati in Giappone poco tempo, circa una settimana, ma siamo stati talmente affascinati da tutte le cose che c’erano da scoprire che abbiamo fatto due notti in bianco: praticamente abbiamo fatto riprese 24 ore di seguito. Abbiamo dovuto (con gioia e grande curiosità) non solo scoprire i significati della cerimonia del tè o della calligrafia, non solo una cucina incredibile e di una tradizione religiosa complessa, ma anche – banalmente – che non ci sono gli indirizzi delle strade; che i disoccupati non vanno a ritirare l’assegno di disoccupazione perché si vergognano di non lavorare; che ci sono le piazze (progettate spesso da architetti italiani) ma loro non le usano; che non si riceve in casa perché la casa è un luogo privatissimo; che i monumenti “storici” in realtà sono nuovi di zecca perché vengono periodicamente rifatti nuovi (ma uguali); che i taxi hanno le porte che si aprono e si chiudono da sole (e infatti abbiamo fatto arrabbiare molti tassisti rischiando di romperle. In compenso molti tassisti italiani si arrabbiano con i giapponesi perché non chiudono la portiera).

In Giappone abbiamo scoperto la tradizione delle Terme, abbiamo assaggiato le zuppe a mille gradi per poi decongestionarci con acqua gelata (infatti pare che in Giappone sia altissima l’incidenza di malattie della lingua e dell’esofago), ci siamo alzati alle 4 per andare al mercato del pesce di Tokyo, abbiamo scoperto la loro passione per la moda, abbiamo conosciuto le ultime novità in fatto di videogiochi, siamo andati anche a vedere qualche localino semi-porno dove ti legano, dove delle ragazze si scambiano i vestiti o dove ti vendono mutande usate sottovuoto con la foto della ragazza che le ha indossate (la sessualità dei giapponesi è curiosa).

Ma il Giappone è soprattutto il fascino di una civiltà e di una cultura profonda e antica, radicata nonostante l’assalto dei modelli Occidentali coi quali convive tra mille contraddizioni interessantissime.

Ma, attenzione, è difficile e sconsigliabile andare in Giappone da soli: meglio essere accompagnati da un amico o da una guida. In Giappone nulla è come sembra: il ristorante più semplice è magari il più caro, perché non è spoglio, è zen… Un taxi costa caro, bisogna saper scegliere l’albergo giusto. Soprattutto non è facile – senza una mediazione – entrare in contatto davvero con la realtà, che viceversa è proprio il “vizio” di noi turistipercaso ed è (dovrebbe essere) l’obiettivo di qualsiasi viaggio, soprattutto di un viaggio in Giappone!

Io-Syusy e Zoe stiamo progettando di tornarci presto.