Finalmente è primavera: è tempo di escursioni e gite all’aria aperta
Quale migliore occasione per passare un weekend in famiglia o con amici praticando campeggio, trekking, arrampicate e passeggiate o gite in mountain bike immersi nella natura!
Per chi si avventura nei boschi e ama tuffarsi nel verde, l’arrivo della bella stagione potrebbe però nascondere un rischio poco noto: il morso di zecca. Questo vale anche per tutti coloro che praticano, a vario titolo, sport nella natura come la corsa in montagna, l’orienteering, la mountain bike, ecc. Si tratta di insetti piccoli e insidiosi che sfuggono allo sguardo umano, crescono nei terreni umidi all’ombra degli alberi, nelle radure, nei cespugli e possono trasmettere malattie, alcune anche molto gravi come l’encefalite da zecca (TBE). È sufficiente un singolo morso di zecca infetta per contrarre la TBE, circostanza tutt’altro che infrequente nelle aree più a rischio, in particolare in Austria, Germania, Svizzera, Paesi scandinavi e regione balcanica e, nel nostro Paese, in Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto. Il forte cambiamento climatico degli ultimi anni e l’incremento della fauna selvatica ha comportato l’allungamento della vita di questi parassiti, dalla primavera all’autunno inoltrato, e la colonizzazione di nuovi territori, anche prossimi alle aree urbane. Niente allarmismi, occorre semplicemente essere prudenti, specialmente nelle zone più a rischio e adottare qualche precauzione.
“È sicuramente una buona pratica, quando ci si reca in aree a rischio, adottare delle misure preventive come ad esempio utilizzare repellenti sulla pelle e sui vestiti o indossare indumenti appropriati. Ma questo potrebbe non bastare. La buona notizia è che la TBE si può prevenire attraverso una semplice vaccinazione, efficace e sicura. Si tratta di una profilassi consigliata a bambini e adulti, villeggianti delle zone boschive e naturali, a chi pratica professioni a contatto con la natura, agli amanti del trekking e della campagna” dichiara Alberto Tomasi, Direttore Area Funzionale Igiene Pubblica dell’Azienda Toscana Nord Ovest e Presidente SIMVIM (Società italiana Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni).
Sintomi come febbre, stanchezza, mal di testa, dolore muscolare e nausea possono rappresentare comunque un campanello d’allarme e indirizzarvi dal vostro medico curante per un controllo più approfondito ed escludere che si tratti di TBE. Nei casi peggiori, per fortuna più rari, la malattia può infatti coinvolgere il sistema nervoso centrale e provocare sintomi neurologici a lungo termine e, in alcuni casi, anche la morte.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e lo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) raccomandano la vaccinazione contro la TBE per le persone che vivono o che visitano frequentemente zone boschive o distese erbose o che praticano professioni a contatto con la natura nelle aree a rischio.
Per saperne di più puoi rivolgerti al Dipartimento di Prevenzione della tua azienda sanitaria o al tuo medico curante e visitare il sito www.azioneprevenzione.it.
Ma per fortuna esistono diversi accorgimenti da mettere in atto per evitare tutto questo.
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