Fiat Sedici: in Piemonte!

L'itinerario del primo Driver (non) per Caso
Turisti Per Caso.it, 08 Apr 2011
fiat sedici: in piemonte!

Anche senza le marce ridotte, la coppia di 320 Nm che caratterizza i 135 Cv di potenza del Motore Turbodiesel 2.0 MultiJet, già disponibile al regime di 1.500 giri/minuto, consente di acquisire una dimestichezza ed una spontaneità di guida che con poche auto a trazione integrale (tra quelle multifunzionali) riescono a far acquisire al guidatore. Infatti anche di fronte alle più profonde fangosità, Fiat Sedici riesce ad uscirne con semplici ma delicati “giochi” di acceleratore: il segreto è il giusto compromesso in cui motore, trazione e ruote siano sempre in “presa”, in modo energico ma delicato, trovando il momento in cui la sinergia tra coppia, potenza, regime motore ed efficacia del turbo sia perfetta.

Completato il primo giro perlustrativo passiamo alla fase ancor più critica, verificare l’altezza da terra. Ci avevano anticipato che alcuni mezzi (Suv impegnativi) fossero rimasti impantanati il giorno prima in una certa zona del bosco, e non potevamo non sfidare quanto si dicesse di Sedici circa il giusto compromesso tra altezza, trazione e peso! Quindi decidiamo di avventurarci in quella zona, dove non batte “mai” il sole, l’atmosfera è molto simile a quella delle foreste tropicali, e dove non prende alcun servizio Gsm…

Come tutti i “Turisti per Caso” farebbero, che proprio “per caso” non lo sono affatto, portiamo con noi anche il dovuto occorrente per non farci cogliere di sorpresa in caso di immobilizzazione estrema del veicolo: pur essendo in un’area privata non dimentichiamo mai che la sicurezza gioca un ruolo fondamentale per chi intraprende percorsi “d’avventura” e non essere colti di sorpresa è un aspetto tra i più importanti da considerare. Puliamo accuratamente con acqua ruote, freni, fanali e radiatori di Fiat Sedici (dove erano presenti residui terra che potevano far surriscaldare il motore) e ripartiamo.

Il tragitto ci avvicina sempre più alla sponda opposta del lago da cui eravamo partiti, e ci consola il vedere due “binari scavati” nel sentiero, segno del transito di altri mezzi nei giorni precedenti. Ci “introduciamo” sicuri di farcela, cavalchiamo i solchi lasciati da chi ci ha preceduto, inseriamo nuovamente la trazione integrale, ma ad un tratto la strada si “tuffa” in una enorme pozza d’acqua. Scendendo ci si accorge subito che il terreno cede sotto ai piedi, sembra di trovarsi sulle sabbie mobili di tanti film visti da bambini, ma decidiamo che siamo troppo fuori zona per tornare indietro e vogliamo farcela a tutti i costi.

Improvvisando metodi empirici di determinazione della profondità del “guado”, tentiamo la fortuna attraversandolo a velocità sostenuta, sperando di non dover fare i conti con una profondità eccessiva e un conseguente calo di spinta del veicolo, in quel caso il reflusso dell’acqua ci avrebbe bloccati totalmente. Retromarcia, avanti tutta, prendiamo velocità tra sconnessi e sussulti – qui le sospensioni non troppo estreme ci sono venute in aiuto – e come per magia Sedici e la redazione di Newstreet.it riescono a testa alta, con qualche linea di sudore per la tensione accumulata, a superare anche quest’ultimo ostacolo.

In uscita dal tracciato, su strada secca e polverosa con tratti di erba, abbiamo ripreso confidenza con le percezioni che normalmente si hanno guidando su strada normale, quelle che si provano i primi giorni che seguono un rientro dalle vacanze, dove la vasca di sempre appare più confortevole, la voce rimbomba tra le stanze e il divano è più comodo che mai.

All’uscita dalla Tenuta di Ternavasso, da cui Fiat Sedici esce a pieni voti, l’appuntamento con l’autolavaggio è d’obbligo: doccia ad alta pressione per lavarla in modo accurato, rimuovendo tutto il fango e la terra da parafanghi e sottoscocca. Piccola cura di bellezza per poter proseguire il nostro itinerario/test drive sino alla sorgente del Fiume Po, al Monviso.