Eolie, isole in technicolor

Dal nero di Stromboli, al verde di Salina. In mezzo il blu del mare
Turisti Per Caso.it, 23 Feb 2010
eolie, isole in technicolor
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La meta per eccellenza delle vacanza in barca in Sicilia è l’arcipelago delle Eolie, a nord della costa tirrenica: 7 isole vulcaniche (e due vulcani sono ancora attivi, a Stromboli e a Vulcano!) disposte a forma di grande Y, di cui Vulcano è la base e Alicudi e Stromboli le due estremità opposte. Ogni isola ha la sua identità specifica, ognuna i suoi fan appassionati, che litigano al momento di incoronare la regina dell’arcipelago. Lipari è l’isola principale, e lo snodo di tutti gli itinerari: il turismo l’ha scoperta da tempo, ma non rovinata, anche se in alta stagione diventa molto affollata. La meta “vip” – sia per chi sta a terra sia per chi fa vacanze in barca – è la piccola Panarea, il cui porticciolo nei mesi clou dell’estate diventa un grande salotto a cielo aperto. Ma in bassa stagione torna a essere deliziosa e tranquilla, consentendo di godere al meglio del suo mare fantastico. A Cala Junco si nuota in una grande piscina naturale verde-turchese. Da scoprire anche le minuscole isole satelliti: il grande scoglio vulcanico di Basiluzzo, dove si possono vedere anche i resti di un antico porto e di una villa di epoca romana, e Lisca bianca, che alterna scogliere e calette di sabbia e ha curiose fumarole sottomarine che “fanno le bolle” sulla superficie del mare. Se cercate autentiche atmosfere mediterranee, quelle che Lipari e Panarea offrivano fino a 20-30 anni fa, si possono ancora respirare a Salina, la più verde delle Eolie, che si è concessa al turismo da poco, e con una certa ritrosia. Sbarcando alla darsena turistica del porto di Santa Maria Salina si scopre un paesino ancora “rustico”, con i caffè vecchio stile che servono granite e le botteghe nei vicoli. Alcune vendono souvenir e prodotti tipici (capperi, cucuncii – i fiori del cappero – e pomodorini secchi sono le specialità locali), ma l’atmosfera è ancora quella di un paese abitato dai locali. E ancora solitaria è l’imponente La Pollara, soprannominata la spiaggia del Postino (dall’omonimo film con Massimo Troisi, quasi interamente girato a Salina): solo una trattoria, il Cappero, e una pensione per amanti della solitudine, La locanda del Postino (www.lalocandadelpostino.it). L’isola dà grandi sode adesso tocca a te! vai su www.turistipercaso.it e raccontaci la tua Grecia o mandaci le tue foto più belle disfazioni anche ai golosi: in paese si gustano ottimi piatti tradizionali nei ristoranti A Cannata e il Gambero, in frazione Lingua; sempre a Lingua, Alfredo serve deliziose granite (specialità gelsi, melone, fragole e caffè) ed enormi porzioni di pane cunzato (fette di pane rustico condito con un mix di olio, pomodori, capperi e altri ingredienti). Ambienti estremi e tanta tranquillità anche nelle isole più remote delle Eolie, Alicudi e Filicudi, che “nasconde” la splendida Grotta del Bue Marino. Sbarcando a Filucudi, si possono gustare piatti di cucina creativa (come le penne al pesto di mandorle o al ragù d’arancia) nel ristorante La Sirena, in frazione Pecorini: dietro ai fornelli è un ex bancario, che ha scelto di ritirarsi qui con la moglie, la quale segue la sala (www.pensionelasirena. It). Un’altra tappa immancabile è Stromboli, dominata dal grande vulcano. Il borgo di Ginostra ha fascino da vendere e, una volta scesi sull’isola, ci si può dedicare, dopo tanto mare, a un po’ di trekking. Per i più pigri c’è la camminata al faro, mentre i più avventurosi possono scalare il vulcano (sono proposte escursioni di 2 ore con guide alpine: www. Stromboliguide.it). Anche solo dal mare si ammira l’imponente Sciara del Fuoco, una ripida e ampia parete di sabbia vulcanica, mentre per un tuffo negli abissi ci si sposta di fronte all’isolotto di Strombolicchio. Per mangiare ci sono gli estrosi piatti di Da Zurri (via Picone 18, tel. 090 986283). Rientrando verso la costa siciliana, l’ultima tappa è Vulcano: ormeggiando vicino allo Scoglio della Quaglia si visitano la Grotta del Cavallo e la Piscina di Venere. Poi, arrivando alle Sabbie Nere ci si può concedere una sosta rigenerante nelle piscine termali dell’isola e visitare il cratere (il momento migliore è nel tardo pomeriggio, per ammirare il tramonto!).