Editoriale: l’importanza del CASO
C: come cafoni, nel senso dei turisti. Così vengono spesso definiti sui giornali i turisti che invadono le città d’arte. Pare che le Amministrazioni Comunali la scorsa estate siano dovute correre ai ripari con ordinanze e multe per impedire alla gente di bivaccare sulle scale dei Musei, di fare pic nic nelle piazze e di bagnarsi nelle fontane. Qualche fustigatore dei costumi ha commentato che “non ci sono più i turisti di una volta”, nel senso che una volta poteva permettersi di viaggiare solo la buona borghesia mentre ora invece viaggiano cani e porci. Noi tutti Turisti per caso da una parte siamo ben lontani dal praticare il turismo di massa (dal quale cerchiamo di smarcarci non con i soldi, ma con le idee originali), ma dall’altra non possiamo dire che ci dispiaccia che ormai il viaggio sia alla portata di tutti. Sarà leggermente demagogico, ma se a Venezia un panino costasse meno forse i turisti non se lo porterebbero da casa.
A: come automazione: nelle stazioni anche di medie dimensioni ormai tocca fare il biglietto alle macchinette; negli aeroporti, anche se poi devi fare la fila per consegnare il bagaglio, tocca fare il check-in elettronico alle macchine automatiche. Per non parlare delle autostrade dove ormai i casellanti sono rari, anche di giorno. La chiamano razionalizzazione. Ma il risultato è che spesso le macchine sono guaste: nelle stazioni sono spesso vandalizzate, negli aeroporti spesso il touch screen non va più, oppure non va la stampante che deve rilasciarti la carta d’imbarco e allora devi ricominciare con un’altra macchina che però non ti fa più ripartire la trafila perché risulti già chekkato ecc ecc… Nelle stazioni spessissimo le macchine non prendono il contante, quindi vige l’obbligo del bancomat o della carta di credito, di cui poi ti chiedono codici di sicurezza spesso oscuri. Morale: vietato viaggiare a coloro che (per età o convinzioni ideologiche) si definiscano pre-tecnologici. Alla faccia della razionalizzazione: l’unico obiettivo è licenziare gente.
S: come sconti. All’inizio era il puro e semplice last minute: in pratica all’ultimo minuto offrivano voli scontati. Adesso invece è arrivato il Dio-Mercato: seduttivo, selettivo e imperscrutabile, dove il puro e semplice concetto di concorrenza è oscurato e rimescolato in mille offerte e contro-offerte così da risultare in pratica inutile per il consumatore. Nel mondo della telefonia non ci si capisce nulla. Ora anche nel mercato dei biglietti ferroviari cominciano con le offerte speciali e viene il sospetto che con questa ragnatela di opportunità vogliano sollevare soltanto un polverone che nasconda il fatto che l’avvento di Italo accanto a Trenitalia non ha provocato nessun abbassamento di prezzi, né tantomeno un più vasto ventaglio di orari (resta il fatto che l’alta velocità dopo le 8 di sera te la scordi). E se all’inizio le compagnie aeree low cost hanno rappresentato una vera rivoluzione, ora (facendoti pagare il diritto a salire per primo e magari a scendere per primo, poi multe salatissime per ogni pretesa infrazione al rigidissimo regolamento, forse domani facendoti pagare il diritto ad andare in bagno) riescono comunque a costare sempre di più. I prezzi fluttuano paurosamente di ora in ora, peggio di un titolo in borsa. Eppure un viaggio è un servizio oggettivo, che parte da un oggettivo costo. Ma ormai è saltato il rapporto con la realtà. La Finanza prescinde dal valore dell’economia reale. L’ultima che abbiamo sentito è che, se perdi il passaporto all’estero e vai in Consolato a farti fare un duplicato, alcune compagnie Low Cost poi non ti fanno volare!
O: come occasioni o meglio opportunità, l’altra faccia della crisi secondo un ormai famosissimo ideogramma cinese (che poi si è rivelato che non vuole dire proprio così, ma pazienza). Le opportunità nuove ce le dobbiamo scoprire e trovare da soli, navigando su internet ma non solo. Anche riscoprendo il valore professionale di un buon tour operator. Magari riscoprendo un viaggio slow dietro casa, finalmente attenti a quello che vediamo e a chi incontriamo. Confrontando le proprie esperienze di viaggio. Riappropriandoci dei nostri diritti e rispettando quelli degli altri, come recita il decalogo del turismo responsabile. Certamente nuove opportunità le ritroviamo lontani dalla frenesia del marketing-estremo. E intanto cerchiamo di viaggiare per scoprire se al Mondo c’è davvero un’alternativa a questo Manicomio Globale.