Dialogo sulle coste della Toscana…

Turisti (e Velisti!) per Caso in Argentario, tra amarcord e prossime tappe
Patrizio Roversi, 16 Ago 2011
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Pat: La Maremma rappresenta per noi il luogo di vacanza per antonomasia della nostra infanzia…

Syusy: Sì, io andavo con i miei genitori a Talamone, al campeggio dei Ferrovieri.

Pat: E io coi miei a Marina di Grosseto e a Castiglione della Pescaia: andavamo poi sulla costa, a piedi, a scoprire spiagge allora quasi irraggiungibili. Verso Follonica c’era Cala Violina e Cala Martina.

Syusy: Poi, più grandi, assieme, siamo stati in vacanza in Maremma, a Giuncarico, un paesino dell’interno che si affaccia verso il mare.

Pat: La Maremma è un luogo di storia e tradizioni speciali. E’ un “ambiente” in tutti i sensi: il Parco dell’Uccellina, i butteri…

Syusy: Sì, ma detto così sembra un Amarcord! In realtà lungo questo tratto di Costa Toscana siamo tornati anche solo pochi mesi fa, in barca, con Adriatica, per svelare il mistero della Laguna di Orbetello.

Pat: E dai coi Misteri per Caso…

Syusy: L’Argentario è uno dei luoghi più significativi della nostra storia antica, un luogo in cui – assieme al Circeo – è più evidente la traccia dei primi Popoli che hanno colonizzato il Mediterraneo, molto prima dei Romani, forse prima degli Etruschi: i Popoli del Mare, i Pelasgi.

Pat: Ti riferisci alle mura megalitiche di Orbetello?

Syusy: A quelle, e non solo. Le Mura poligonali di Orbetello già sono una traccia molto significativa: sono imponenti, alte e profonde sotto il livello dell’acqua della laguna più di sette metri. Hanno resistito per secoli, grazie alla loro conformazione: solo recentemente, visto che sopra gli hanno costruito un muretto moderno rigido, la loro struttura elastica è stata messa a dura prova e hanno avuto qualche cedimento. Ma è tutta la struttura geografica dell’Argentario che rappresenta un mistero archeologico, che Mario Pincherle – un grande personaggio, ingegnere e archeologo – ha studiato e interpretato. E secondo lui Orbetello è stato un vero e proprio Porto, raggiungibile direttamente dal mare attraverso una rete di canali. Un porto protetto da una laguna artificiale.

Pat: Artificiale?

Syusy: Il promontorio dell’Argentario è “ormeggiato” a terra grazie a due bretelle, il Tombolo della Feniglia e della Giannella. Poi c’è anche il ponte di collegamento in mezzo, ma questo è molto successivo. Ricordi? Ti ho portato a sud, dove la Feniglia si salda alla terraferma e inizia il Golfo di Ansedonia. E ti ho mostrato uno straordinario gioiello di ingegneria idraulica, che risale al tempo degli Etruschi o forse addirittura prima…

Pat: …la Tagliata. Sì, ricordo: un canale tagliato nella roccia, che collegava il Lago di Burano al mare.

Syusy: Un canale scolpito a forza di scalpello, che man mano si restringe. Lungo il suo corso c’erano delle chiuse, delle paratoie, che servivano per dare al flusso dell’acqua più o meno forza: secondo Pincherle era stato costruito per spingere verso il mare detriti che alla fine avrebbero costruito appunto la Feniglia, che ha reso il Porto di Orbetello un riparo sicuro e quasi invisibile. Ma sopra alla Tagliata, cosa c’è?

Pat: Uno dei siti archeologici devo dire più suggestivi che ho mai visto.

Syusy: C’è la città etrusca di Cosa, con le sue mura megalitiche. Quasi nessuno la conosce e la frequenta ma, oltre che essere un posto bellissimo, a mio parere è anche la testimonianza e la prova di un “sistema” economico e urbanistico proprio dei Popoli del Mare. Che nell’entroterra cercavano metalli e costruivano le loro città, che difendevano con porti ben riparati da lagune (naturali e artificiali) dalle quali poi traevano anche di che vivere: pesci, cacciagione e risorse naturali. E privilegiavano coste che avessero di fronte un sistema di isole tra le quali si potesse navigare a vista: nel caso dell’Argentario ci sono il Giglio e Giannutri, mentre davanti a Piombino ci sono le Isole Toscane e di fronte al Circeo ci sono le Pontine. Questi erano i Popoli del Mare, una Civiltà misteriosa ancora tutta da scoprire. E pensare che l’Archeologia ufficiale parla ancora genericamente di reperti “pre-romani”…

Pat: A proposito di Laguna e di pesca: a Orbetello c’è un posticino magico, ma per niente misterioso: la Cooperativa Pescatori. E’ l’attracco e il magazzino dove i pescatori riparano le loro barche e le reti. Alla sera però diventa una specie di Festa dell’Unità stabile: i pescatori fanno da mangiare, cucinano il pesce fresco in modo sublime, una vera opera d’arte…

Syusy: Questo è il genere di arte che preferisci, vero? Quando ti sei messo sulle tracce dell’arte vera e propria non hai avuto altrettanta soddisfazione.

Pat: Se ti riferisci a Caravaggio, hai ragione. Arrivato a Porto Ercole, dall’altra parte dell’Argentario, ho saputo che lì era morto Caravaggio: inseguito, perseguitato e malato aveva finito i suoi giorni tormentati in quel piccolo paese-fortezza, teatro di mille guerre. Ho cercato la sua tomba ma non l’ho trovata. In compenso ho trovato le mura e le torri quattro-cinquecentesche di un borgo stupendo, che racchiude un magnifico porto naturale. Ma poi ci sarebbero da raccontare appunto Giglio e Giannutri

Syusy: Sì, ma questa è un’altra storia, troppo lunga. Meglio lasciare spazio agli itinerari degli altri Turistipercaso…