Corrida: se fossi un toro o una mucca pazza

E' la prima volta che accedo al vostro sito e sono rimasto invischiato come una mosca in una ragnatela (in senso positivo, ovviamente). Da quel che leggo della puntata del 12 Febbraio, che non ho visto, sembra mi sia perso veramente "un evento nazionale". Che la corrida sia un macello (nel senso letterale) credo sia fuori discussione. Quello che...
Alberto Leis, 15 Feb 2010
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E’ la prima volta che accedo al vostro sito e sono rimasto invischiato come una mosca in una ragnatela (in senso positivo, ovviamente).

Da quel che leggo della puntata del 12 Febbraio, che non ho visto, sembra mi sia perso veramente “un evento nazionale”.

Che la corrida sia un macello (nel senso letterale) credo sia fuori discussione. Quello che credo, è che se mai dovessi andare in Spagna, di sicuro non ci andrei per vedere la corrida. Se per caso fossi in Spagna ed avessi l’occasione di vederla, non so se avrei il coraggio di andarci (come se dovessi entrare in un macello o se dovessi andare a vedere Hannibal, per intenderci). Mio suocero, che ha vissuto in Spagna molti anni, dice che la corrida è veramente qualcosa di travolgente, in positivo o negativo, che non ti lascia indifferente. O l’ami o la odi, ma forse, dice, è più facile amarla. E’ vero che il toro è quello che è più facile che soccomba, che viene sfinito, torturato, ed alla fine ucciso. Ma prima di entrare nell’arena (almeno al tempo in cui ha vissuto mio suocero in Spagna negli anni 50) il toro (che è di una razza molto aggressiva che carica e attacca qualsiasi cosa si muova) vive tutta la sua vita all’aperto in pascoli nei quali non vede mai l’uomo se non da lontano ed a cavallo. Poi, quando giunge l’ora della corrida, viene caricato su un camion, chiuso, nel quale si infuria, ed alla fine del viaggio entra nell’arena. Infuriato e spaventato dal rumore, attacca qualsiasi cosa che si muova (e non perchè la muleta è rossa). Posso quindi pensare che il torero abbia veramente un gran coraggio (in genere, i toreri come i pugili, non sono figli di papà!). Se il toro, raramente, sopravvive alla corrida (sempre riferito a quanto ha visto mio suocero) viene riportato nei suoi pascoli e morirà di vecchiaia, per due motivi: il primo perchè avendo vinto ha diritto a vivere, il secondo, perchè vincerebbe sempre. Infatti, se sopravvive è perchè ha capito che il pericolo è l’uomo immobile dietro la muleta.

Ma una mucca d’allevamento, vive in una stalla producendo latte in quantità innaturale, mangiando suoi simili, ammalandosi della BSE, ed alla fine quando è stata sfruttata, portata con un camion in un macello dal quale non ha nessuna possibilità, neanche remota, di uscirne viva. Non solo, con questi metodi di allevamento devono essere sterminati migliaia di animali senza che neanche servano per l’alimentazione. Devo dire sinceramente che questo è un crimine.

Mi consola il fatto che da anni mia moglie ed io (che soffriamo anche nel vedere un cane o un gatto randagio) compriamo pochissima carne e che comunque è l’ultima cosa che cerchiamo nei menu.

A questo punto devo dire allora che la corrida diventa un macello come tanti altri nel mondo ma nel quale almeno il toro ha UNA possibilità, e quindi se dovessi rinascere e fossi costretto ad essere un bovino, preferirei essere un toro da corrida; almeno mi verrebbe data la possibilità di lottare e forse di sopravvivere, ed in ogni caso, avrei vissuto bene per quel poco che mi avrebbero fatto vivere. A questo punto, purtroppo e assurdamente, me ne rendo conto, fino a quando non diventeremo tutti vegetariani e come mi pare abbia detto Leonardo “verrà il giorno in cui uccidere un animale sarà considerato un delitto”, sono costretto a dire “viva la corrida” -(( Grazie dell’attenzione e scusate la prolissità.

Alberto