Cioccolato, puro piacere

Un antico mito, la prodigiosa tazza fumante
curiosona, 12 Mag 2013
Ascolta i podcast
 
“Si racconta che quando dominava il dio azteco Quetzalcóatl, fondatore della stirpe precolombiana, una bella principessa azteca, lasciata di guardia all’immenso tesoro dal suo sposo mentre questi era in guerra in un paese lontano, fu assalita da genti nemiche che volevano costringerla a rivelare dove fosse nascosto il tesoro. La principessa preferì morire piuttosto che svelare il segreto e così, dopo atroci sofferenze, dal suo sangue nacque una pianta con semi amari come la sua sofferenza, forti come la sua virtù e rossi come il suo sangue. Fu poi il dio Quetzalcóatl a farne dono agli uomini per ricordare il sacrificio della principessa”.

Breve storia.

Montezuma, il sovrano degli Aztechi al tempo della conquista da parte degli spagnoli guidati da Hernan Cortés, amava moltissimo la bevanda preparata con polvere di cacao, vaniglia e altre spezie. Secondo quanto tramandato dai cronisti dell’epoca, il divino imperatore ne gustava almeno quaranta tazze al giorno!

Cristoforo Colombo fu il primo esploratore europeo a conoscere la pianta del cacao e ad assistere al rito degli indigeni che bevevano quel liquido nero preparato con la polvere dei semi di cacao allungata con acqua calda. Egli però non apprezzò il sapore e non capì l’importanza commerciale del prodotto. Si deve quindi al conquistador Cortés, che l’aveva gustato alla corte di Montezuma, l’introduzione del cacao in Spagna e poi nel resto d’Europa e in particolare alla corte francese.

Sappiamo che Voltaire beveva non meno di una dozzina di tazze di cioccolata al giorno senza problemi e che Napoleone si aiutava con la “bevanda nera” quando doveva concentrarsi mentalmente. Alla corte di Carlo V i semi di cacao venivano tostati e macinati, sciolti in acqua calda, addolciti con miele e spesso i nobili spagnoli vi aggiungevano un rosso d’uovo sbattuto. La cosa più curiosa fu che bere una tazza fumante di cioccolata divenne per i nobili una vera e propria cerimonia come il rito che aveva luogo oltreoceano. Le signore aristocratiche sorseggiavano la cioccolata mentre i musicisti di corte suonavano romantiche sinfonie e i ballerini gitani eseguivano balli travolgenti. Maria Teresa alla corte di Francia aveva l’abitudine di bere cioccolata la mattina al risveglio e durante le udienze dando così massima popolarità alla bevanda venuta dal Nuovo Mondo.

Anche il cardinale Mazzarino fu un grande consumatore di cioccolata, come pure il suo celebre predecessore, il cardinale Richelieu, che la riteneva una bevanda miracolosa, toccasana per ogni malattia. Madame de Sevigné, scrittrice francese, scrisse una lettera alla figlia per metterla in guardia contro il consumo smodato di cioccolata, perché una sua conoscente, per aver bevuto cioccolata in gravidanza, aveva avuto un figlio di pelle nera morto poco dopo la nascita!

La prodigiosa tazza fumante.

Quando fa freddo, ma anche quando siamo stanchi o giù di corda, non c’è niente di meglio di qualcosa di energetico di una buona tazza di cioccolata fumante. Questa bevanda concilia l’amicizia e persino l’amore. Forse non sarà afrodisiaco come si dice, ma certo si tratta di una bevanda che mette buonumore e gioia di vivere. Il cacao è un dono della natura che aiuta l’uomo in questo mondo difficile e per questo che era considerata una bevanda “divina” proprio perché aveva qualcosa di miracoloso, dono della divinità e anche una medicina. Una tradizione che non attrae soltanto bambini e golosi, ma tutti apprezzano una bevanda così buona dal profumo inebriante, estasi dell’olfatto. Naturalmente con uguale piacere si possono gustare a piccoli morsi cioccolatini di ogni genere o mordere voracemente blocchi di cioccolato che inebriano il palato.

MG