Andiamo a Tokyo a Capodanno!

Io -Syusy- andrò al tempio, Io -Zoe- sulle tracce dei manga. Chi viene?
Syusy Blady, 05 Dic 2012
andiamo a tokyo a capodanno!
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Vi rivelerò un piccolo “segreto”… il nostro mitico viaggio in Giappone documentato da Turisti per Caso è durato solamente 8 giorni! È stato a dir poco sorprendente: in 8 giorni abbiamo visto e girato materiale per ben tre puntate. C’è talmente tanto da fare e da scoprire in Giappone che ho sempre desiderato tornarci, magari con mia figlia Zoe che nel frattempo è diventata un’accanita lettrice di manga. Abbiamo trovato un’offerta vantaggiosa per passare Capodanno a Tokyo, noi ci andiamo, qualcuno vuole venire con noi? Quando si parla di viaggi in Giappone non vale tanto la regola del cosa-vado-a-visitare, è un discorso più ampio, è una moltiplicazione di pani e di pesci! Un paese tutto sommato piccolo e “sperduto” che pure è riuscito ad avere su di noi una grande influenza: avrà anche perso la guerra, ma ha conquistato il mondo trasmettendo la propria cultura attraverso i manga e il buddhismo soka gakkai. I giapponesi sono la cosa più vicina agli extraterrestri con cui possiamo entrare in contatto! Una civiltà complessissima e interessante, con una sorprendente densità e varietà.

Voi direte, cosa si fa a Capodanno a Tokyo? Mi incuriosisce molto la tradizione della prima visita dell’anno al santuario shintoista o al tempio buddhista, è il momento in cui si restituiscono gli amuleti (o-mamori) dell’anno passato e si prendono quelli per l’anno nuovo. Si può anche prendere un oracolo (omikuji), riservandosi di lasciarlo legato alla rastrelliera del tempio nel caso predica sfortuna, sperando che non si avveri! E poi il 2 gennaio l’imperatore fa il suo discorso di auguri al Palazzo Imperiale e si può attraversare il ponte di ingresso, chiuso al pubblico tutto il resto dell’anno. Ci siamo informate bene sulla questione sicurezza post terremoto e l’ambasciata rassicura sulla situazione, è tutto sotto controllo e i turisti possono muoversi in sicurezza dappertutto come si può leggere in questo report aggiornato. Con la storia di atomica che hanno e il territorio a dir poco folle su cui vivono, colpiti da un disastro così pesante come quello di Fukushima, sono sicura che i giapponesi nei prossimi anni faranno qualcosa di straordinario nel campo dell’energia. Hanno già rinunciato all’atomo e noi stiamo ad osservarli per vedere quali soluzioni troveranno. Tra l’altro la prefettura di Fukushima lo scorso maggio ha anche spedito al sindaco di Crevalcore qui nella provincia bolognese un po’ di soldi destinati alla ricostruzione post terremoto… i giapponesi sono così, come in “Furyo”, un film di Ōshima che ho rivisto da poco: da una parte guerrieri, dall’altra zen! Quanto a Zoe e alla sua passione per la cultura giapponese, credo di avere un po’ di responsabilità: ai tempi del nostro viaggio tornai a casa con due regali a dir poco avveniristici, un Tamagotchi e un piccolo Pikachu. In Italia questi due fenomeni sono arrivati molto dopo e nel frattempo con Zoe abbiamo continuato a domandarci cosa volesse dire la frase “pika pika pika” che diceva quello strano animaletto giallo e abbiamo tenuto in vita il nostro Tamagotchi per un po’. Con questa strana roba che poi è diventata famosissima forse ho infierito…

Syusy

Per me, Zoe, andare in Giappone è un vero e proprio sogno. Vorrei andarci per toccare con mano i costumi locali, e vedere come sono veramente i giapponesi ritrovando quello che ho letto nei libri della Yoshimoto e nei manga. A partire dalle enormi fumetterie di cui mi hanno parlato, dove non potrò comparare nulla, perché il giapponese ancora non lo so! E poi vorrei assaggiare il cibo, andare alle terme, cogliere la vera anima giapponese e… vedere se esistono veramente questi “konbini”, i supermercati aperti tutta la notte. Questa mia passione dura da circa 6 anni, adoro i manga perché uniscono la letteratura all’aspetto cinematografico, usando degli stili diversi dal fumetto italiano, o americano. Esprimono una precisa mentalità… I primi che ho letto, prestati da un’amica che quasi me li ha fatti leggere a forza, sono stati Naruto e Hanakimi. Ammetto di essere un po’ preoccupata per la questione dell’inglese, sembra che non sia così facile trovare gente che lo parli bene nel quotidiano, a parte le persone che hanno a che fare col turismo viene studiato a un livello bassino. Chissà come ce la caveremo! E voi? Ci siete mai stati? Che consigli mi date?

Zoe