Alla scoperta di Corsica e Sardegna
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Godetevi di seguito il diario di bordo di Lecizio Parlagreco sulla navigazione di sopralluogo servita a progettare le Veleggiate Poetiche del 2021!
Alla scoperta di Corsica e Sardegna
Salire a bordo di Adriatica è sempre una grande emozione! È incredibile come ti travolga l’energia accumulata dalla barca a vela protagonista dei viaggi transoceanici di Velisti per Caso, che ha compiuto il giro del mondo nei primi anni del 2000, e poi diverse volte la traversata atlantica e il periplo dell’America del sud ecc ecc. Ogni luogo remoto del globo toccato e ogni ospite di questo sloop di 22 metri ha lasciato un segno, una traccia che si percepisce in una sensazione di piacevole accoglienza. E fu così che il 6 settembre 2020 il sottoscritto insieme a Stefano, Oriana e Ugo, un manipolo di coraggiosi seguaci dell’Associazione Culturale Exotique, salpammo da Portoferraio sull’Isola d’Elba alla volta della Corsica per quella che possiamo definire la Traversata Poetica #0, per acquisire informazioni su quelle rotte, luoghi e storie volte ad animare le Traversate Poetiche 2021, alla scoperta di posti meravigliosi, artisti e cantori popolari che ne sveleranno i segreti, a bordo del più arcaico mezzo di trasporto per raggiungere porti lontani e mondi sconosciuti.
La traversata
Ma ritorniamo a quel 6 settembre in cui tutto iniziò a prendere forma, forti del sapere del nostro esperto Comandante Bruno. Partiti alle 7:15 del mattino abbiamo navigato su un mare piatto fino alle 20, ora in cui abbiamo ormeggiato nel Golfo di Porto Vecchio a San Ciprianu, una delle più belle spiagge del Sud della Corsica, da cui ci siamo goduti un bel tramonto e abbiamo dato fondo alla cambusa celebrando con una bella cena la lunga traversata. Il risveglio è stato meraviglioso, abbiamo preso maschera e tubo e ci siamo tuffati impavidi alla scoperta dei fondali incontaminati che ci dividevano dalla spiaggia, lunga e poco affollata con una bella pineta alle spalle.
Baciati dal sole e rigenerati dal pranzo abbiamo issato le vele e ci siamo fatti trasportare dal vento per qualche ora alla volta di Porto Vecchio dove siamo sbarcati alla ricerca di viveri e in particolare del rinomato formaggio di capra corso, simbolo di quella che un tempo era chiamata Isola dei Pastori, e poi… come rinunciare a un bel Ficatellu, il famoso salame fatto di frattaglie e fegato di maiale? Una volta preso l’essenziale per un grosso grasso aperitivo corso, tornati in barca abbiamo stappato un’adeguata e coerente quantità di birra Pietra ghiacciata, e ci siamo goduti i sapori dell’Isola fino all’ultimo boccone prima di buttarci nelle braccia di Morfeo.
Le vongole selvagge
La mattina dopo 8 settembre, carichi di entusiasmo, siamo scesi nuovamente a Porto Vecchio per visitare l’antica cittadella e raccogliere informazioni su cantautori corsi da coinvolgere nelle Traversate Poetiche del 2021, e grazie ad una simpaticissima signora di una galleria d’arte abbiamo scritto i primi nomi sul taccuino, che vi sveleremo a tempo debito. A questo punto eravamo pronti per salpare alla volta di Santa Manza, verso la Sardegna, e dopo una bella veleggiata, abbiamo mollato l’ancora in prossimità della meravigliosa spiaggia di Balistra popolata da surfisti, dove non c’era nulla se non sabbia, furgoni, camper, 4×4 ed una foce di un fiumiciattolo che creava una rientranza di mare piatto lagunare dove fare il bagno, tipico paesaggio corso: un luogo selvaggio quanto bello.
Il Comandante ci aveva raccontato che sulla foce alle spalle della spiaggia si sarebbero potute trovare facilmente sotto la sabbia delle specie di vongole e armati di santa pazienza ne siamo andati alla ricerca battendo meticolosamente ogni angolo della foce con la sola forza delle dita dei piedi. Abbiamo fatto 1,5 kg di queste vongole, di cui ignoro il nome preciso, ma ancora ricordo la fantastica spaghettata e la soddisfazione di quando si cucina qualcosa che ci si è procurati nella natura selvaggia in modo totalmente libero. Sensazione piacevolissima che ha suggellato una giornata intensa finita in rada sotto le stelle tra bottiglie di vino e tanta tanta musica.
Una tempesta provvidenziale
Il 9 mattina ci siamo goduti un’alba strepitosa e abbiamo fatto rotta verso il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, composto da una decina di isole a nord della Sardegna, dove per poter ancorare bisogna pagare una tassa online e fare un permesso giornaliero. Arrivati all’interno dell’Arcipelago sono stato rapito da un sentimento di smarrimento… davanti a una quantità di Yacht imbarazzante, gommoni e qualche barca a vela ancorati sul fondale dell’area protetta, per la totale mancanza di boe di ancoraggio, come si auspicherebbe in una vera zona marina protetta. Non capivo che senso avesse pagare circa 30 euro come tassa di ingresso ed ormeggio all’interno di un’area teoricamente da preservare e proteggere, e non trovare nessuna traccia di un sistema di protezione. Il tutto stonava completamente da ciò che avevamo visto nelle aree marine protette della Corsica, dove nella maggior parte dei casi appena ti avvicinavi con maschera e tubo alla costa un po’ più del dovuto la capitaneria di porto spuntava in un attimo a redarguirti. Tra l’altro le aree protette in Corsica lo sono per davvero, da un sistema di videosorveglianza che non lascia scampo. In Sardegna paghi e la protezione diventa un concetto effimero. Tant’è che fortunatamente al sopraggiungere di un violento temporale dopo la fuga di tutti i grandi Yacht e i super gommoni, siamo riusciti a guadagnare uno spazio vitale per visitare il meraviglioso Arcipelago, improvvisamente deserto e a nostra totale disposizione. Dopo la tempesta abbiamo goduto di un mare lagunare e finalmente di un bagno che poteva dirsi tale. La serata si è conclusa sotto un cielo stellato meraviglioso tra mille chiacchiere e una cena degna di quel paradiso.
Mare e Musica
La mattina del 10 settembre dopo un ultimo tuffo in prossimità della famosa Spiaggia Rosa dell’isola di Budelli, una delle 7 isole principali – oltre La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Santa Maria, Razzoli – e simbolo del Parco Nazionale sardo, siamo salpati verso il porto di La Maddalena. Una volta sbarcati abbiamo visitato il centro dell’isola, comprato cozze e pesce spada al mercato del pesce per poi essere rapiti dallo storico negozio di dischi “Battaglia”, dove non ho potuto fare a meno di comprare due ristampe in vinile di album per me significativi come Ten dei Pearl Jam e Protection dei Massive Attack. Un tributo doveroso ad un negozio attivo dagli anni ’30 che resiste militante in una piccola isola di 10.000 abitanti… oltre ad un incontro provvidenziale con il titolare che mi ha regalato delle vecchie musicassette di band sarde di qualche decennio fa e preziose informazioni da annotare sul mio taccuino. Una di queste era circa la Vineria Ninì, localino rinomato per la musica dal vivo nell’isola che abbiamo puntualmente visitato la sera stessa ridendo come matti tra storie di vita e tra un bicchiere e l’altro, con una colonna sonora di tutto rispetto da James Brown ai Doors.
Il bagno più bello della mia vita
La mattina dell’11 settembre siamo salpati verso uno dei luoghi più belli che io abbia mai visto: l’isola di Lavezzi al centro delle Bocche di Bonifacio nella Corsica meridionale, circondata da un insieme di scogli di granito giganti modellati dal vento e dall’acqua, e vicina all’isola di Cavallo. Un luogo mistico dal grande valore energetico, parte della Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio, e area marina protetta (veramente!) dove non appena ti fermavi sul fondo per sistemarti maschera e tubo ti trovavi circondato da una miriade di pesci, prevalentemente occhiate, su distese di posidonia che davano la misura di quanto fosse preservato quell’angolo di paradiso.
Sull’isola si poteva visitare un cimitero costruito tra le rocce enormi dove erano stati seppelliti 700 soldati francesi naufragati sull’isola a fine ‘800, come spesso accadeva nei pressi di Bonifacio. Un luogo che potrei definire esoterico, dalla grande ricchezza naturalistica e raro fascino, dove penso di aver fatto il bagno più bello della mia vita. Lasciata Lavezzi abbiamo navigato a vela verso nord godendoci quelle emozioni a motore spento che solo uno sloop come Adriatica può concederti, fino ad approdare sulla spiaggia di Palombaggia, altro luogo significativo di questa traversata caratterizzato da fondali cristallini ed una lunga spiaggia dorata con alle spalle una pineta, una serie di acquitrini e dei fantastici asini al pascolo liberi fin sotto la riva, immagine emblematica dell’anima selvaggia e incontaminata della Corsica. Alla fine della baia mi sono addentrato al calar del sole nell’area protetta di Tamaricciu, fatta di rocce granitiche enormi come quelle della vicina Lavezzi ma alloggiate all’interno di una fitta macchia mediterranea. Fu un tramonto memorabile e profondamente emozionante.
Un timido Grecale
La mattina del 12 settembre ci siamo svegliati tra i colori dell’alba e abbiamo visto sorgere il sole dal mare prima di salpare per l’ultima lunga traversata fino a Portoferraio, confortati da un timido grecale che ha gonfiato le vele di Adriatica e rigenerati da un bagno in mezzo al mare a 114 metri di profondità. Nell’ultimo tratto prima dell’approdo ci siamo affidati alle selezioni musicali di Stefano Malatesta, compagno d’avventura: da Lucio Dalla a Paolo Conte che ci hanno fatto compagnia fino all’isola d’Elba con il nostro fantastico Comandante che ballicchiava al timone, e dopo ben 16 ore di navigazione sembrava quasi che non fossimo mai partiti…
Leggeri e spensierati a brindare per l’ultima cena fino all’1:30 di notte, cose che accadono solo su Adriatica! Alle 8:30 del 13 settembre eravamo sul traghetto di ritorno a Piombino felici. Ora non resta che mettere insieme tutti gli appunti del taccuino accumulati in questo meraviglioso viaggio, e scrivere finalmente il programma e l’itinerario creativo delle Traversate Poetiche 2021 su Adriatica, che vi porteranno verso approdi lontani raccontati dalla voce di cantastorie e artisti bizzarri!
Lecizio Parlagreco