A piedi come i viandanti

Quattro itinerari italiani per viaggiare a piedi come facevano pellegrini e filosofi
Turisti Per Caso.it, 29 Set 2010
a piedi come i viandanti
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È l’Italia dei sentieri, degli incontri ravvicinati e degli angoli nascosti, quelli che passano inosservati a chi ingrana la quinta. È l’Italia di chi cammina, a piedi, trovando un compromesso tra il tempo e lo spazio, tra la bellezza dei paesaggi e la distanza da percorrere. Basta imboccare la prima strada che esce dal centro abitato – e già non è facile – per capire che perdersi è un evento più che reale, che una vescica può diventare un ostacolo insormontabile e che trovare un bar lungo il percorso non è così ovvio. A piedi niente è più come prima. Quando si viaggia un passo dopo l’altro si scopre un mondo imprevedibile, dietro l’angolo ma remoto, familiare ma misterioso. Tutto da raccontare.

Trento: Trekking urbano

Passo dopo passo, tra palazzi antichi e itinerari nel verde che portano fuori città. Sono i trekking urbani che raccontano Trento da un punto di vista privilegiato, soffermandosi sui dettagli di questa città storica aperta alla contemporaneità. Gli itinerari si possono fare da soli con una piantina in mano o con la guida (www.apt.trento.it, tel. 0461 216000). Uno di quelli proposti porta alla scoperta del centro storico. In due ore di tempo e circa tre chilometri e mezzo si attraversano cortili gentilizi, piccoli conventi e chiese imponenti. Dal Castello del Buonconsiglio si passa al Convento di San Marco facendo tappa nei luoghi del Concilio che dal 1542 al 1563 trasformò la città in una capitale europea, alla presenza di prelati, ambasciatori, nobili e seguiti sfarzosi. Un secondo tragitto di sette chilometri con qualche salita conduce fuori porta, tra colline e borghi medievali, al sobborgo di Sardagna da dove si gode una bella vista di Trento dall’alto. Percorrendo la strada romana si arriva al parco delle Poze e salendo ancora si attraversa un bosco di castagni, noccioli e faggi secolari, per far poi ritorno a Sardagna. L’itinerario si completa con i murales del centro storico e con i preziosi affreschi di Marcello Fogolino nella quattrocentesca chiesetta dei SS. Filippo e Giacomo. Lungo l’itinerario guidato sono previste soste enogastronomiche. Dormire: a Trento un buon indirizzo è l’hotel Aquila d’Oro al numero 76 di via Belenzani,un concentrato di charme: spazio, luce, sauna in camera e vasche idromassaggio. Doppi da €142, tel. 0461 986282, www.aquiladoro.it.

capraia, un mix di corsica, liguria e toscana

I vecchi isolani parlano un dialetto che è per metà genovese, all’orizzonte si vede la Corsica mentre Capraia fa parte dell’arcipelago della Toscana. Un mix di sensazioni e sapori che si ritrovano lungo il sentiero per Monte Arpagna, che attraversa gran parte dell’isola e che si percorre in circa 2 ore e 45 minuti. Si parte dal paese imboccando la strada in direzione sud che ben presto diventa una mulattiera. Costruito dai detenuti dell’ex colonia penale all’inizio del 1900, il sentiero si snoda tra la macchia mediterranea. Facendo una leggera salita si giunge alla biforcazione per lo Stagnone. Con una deviazione (di un’ora fra andata e ritorno) si può ammirare un piccolo laghetto, sosta preferita per molti uccelli. Continuando a salire, a quota 351 metri, il sentiero regala la vista della costa occidentale con davanti l’isoletta della Peraiola. In breve si arriva prima al pianoro presso Le Colombaie e infine ai piedi della salita finale del monte Arpagna dalla cui cima si gode un paesaggio mozzafiato: al largo si distinguono l’Elba, Montecristo, Pianosa e i rilievi di Capo Corso. Dormire: L’Agenzia Viaggi Parco propone pacchetti weekend in case dell’isola, tel. 0586 905071, www.isoladicapraia.it.

la via dei poeti nellE foreste casentinesi

A meno di un’ora di auto dalla riviera adriatica c’è un’area protetta che si stende per oltre 36mila ettari. Ricco di boschi (ricoprono l’80 per cento della sua superficie) e circondato da città medievali, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, istituito nel 1993, si estende su un territorio a cavallo tra Romagna e Toscana. Dalla provincia di Forlì-Cesena sale fino al crinale appenninico e costeggia la valle dell’Arno. L’attraversano sentieri e passeggiate amate da Dante e dal poeta Dino Campana originaio di queste zone. Come quella che da Corniolo arriva al Passo della Calla per la storica strada del Castellaccio di Corniolino nella foresta di Campigna. Ci si arriva in auto da Forlì fino a Corniolo da dove si procede a piedi lungo mulattiere quasi tutte segnalate. La passeggiata dura cinque ore per un dislivello di 780 metri. La strada medievale si snoda lungo il crinale salendo nel bosco e arrivando ad un ampio ed aperto spiazzo (quota 830 metri). Da qui si continua sulla facile pista che taglia i più alti versanti del Monte della Maestà (976 m.) per poi iniziare a correre prevalentemente in piano. Un tratto di statale e poi il Viale dei Tigli, che porta a Campigna dove c’è il centro di accoglienza del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Da qui, boschi, colonnati di abete bianco fino al Passo della Calla per poi tornare (tutte le info: Apt di Forlì tel. 0543 25532 e sul sito www.itinerariitaliani.com). Dormire: Per la notte, a Roncofreddo, tra Forlì e Cesena si dorme alla country house I quattro passeri, una dimora di charme circondata dalle colline: da € 130 la doppia.