A Huaraz, in Perù con Edgar

Lontani dal caos e dalla massa, in intimità con la natura, in pieno spirito andino
Syusy Blady, 18 Feb 2014
a huaraz, in perù con edgar
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Da tempo scambio informazioni e progetti di viaggio con Edgar Roca, ormai un amico, che ama smisuratamente la sua terra. Edgar è nato e cresciuto nella Cordillera Blanca, rinomato paradiso naturale della catena andina. Figlio di una famiglia di montanari, con i suoi 7 fratelli ha organizzato spesso dei tour nel suo territorio. Quando me ne parla m’incanta, come m’incantano le sue foto! Sta cercando di convincermi ad andare a percorrere la Cordigliera partendo da Huaraz, e voglio condividere con voi il racconto di questi luoghi incredibili.

Edgar mi dice che Huaraz è conosciuta come “Paradiso naturale dell’umanità”. Non esiste altro luogo al mondo con una vista così spettacolare: guardando verso est spunta tutta la catena della Cordillera Blanca, in fondo Huascarán, con i suoi 6.768 metri di altezza, a ovest la Cordillera Negra, la Cordillera del Huayhuash… Siamo nel cuore delle Ande, la catena montuosa più lunga del mondo. La sua larghezza media è 240 km, si estende dalla Colombia all’estremo sud della Terra del Fuoco, elevandosi in alcuni punti fino a 7.000 metri. La Cordillera Blanca, poi, rappresenta la maggiore concentrazione di cime oltre i 6.000 metri in zona tropicale. Come un gigantesco spartiacque che divide il Pacifico dalle foreste amazzoniche e dalle pampas argentine. Ma so che non è in città che si rimane quando si va sulle Ande… Si deve fare trekking! E questo mi lascia perplessa, anche se Edgar sostiene non sia faticoso. Pare ci arrivino tutti, anche le sue amiche di 80 anni che ho conosciuto e che trovo estremamente sportive. Ma vale la pena: l’itinerario è spettacolare, consente di realizzare il sogno di ogni amante della natura, tra gigantesche valli, laghi turchesi incastonati ai piedi di maestosi ghiacciai (tra cui la seconda vetta più alta del Perù, lo Yerupajà, 6.634 metri) e il Siyula Grande. La Cordillera del Huayhuash è famosa per l’ascesa di Simpson e Yates sul Siula Grande, a 6.536 metri lungo l’inviolata parete ovest, nel 1985. Dall’esperienza sono stati tratti il libro e il film di successo La morte sospesa… Forse è questo che mi preoccupa!? Edgar però mi giura che sarà un’esperienza di vero Slow Tour, un viaggio per chi cerca di riscoprire valori legati alla natura, agli aspetti culturali ed umani. Panorami indescrivibili e colori brillanti che caratterizzano i più affascinanti angoli incontaminati della Terra, un susseguirsi di posti paradisiaci dove vivere quel privilegiato rapporto con la natura: storia, cultura, sapori, costumi, colori, calori e grande spiritualità andina per ritrovare sé stessi. Lontano dal caos e dalla massa, in intimità con la natura, in pieno spirito andino.