Stoccolma e Visby: due facce della Svezia

Premessa meteorologica: Dopo cinque giorni di pioggia, vento, acquazzoni e trombe marine in Grecia alla fine di giugno, non potevamo non organizzare la vacanza di settembre escludendo il fattore climatico. Sud avrebbero detto i più savi! E quindi nord è stato! Immaginando un settembre grigio e piovoso come i nostri peggiori autunni e per non...
Scritto da: silvia.andrea
stoccolma e visby: due facce della svezia
Partenza il: 07/09/2009
Ritorno il: 14/09/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Premessa meteorologica: Dopo cinque giorni di pioggia, vento, acquazzoni e trombe marine in Grecia alla fine di giugno, non potevamo non organizzare la vacanza di settembre escludendo il fattore climatico.

Sud avrebbero detto i più savi! E quindi nord è stato! Immaginando un settembre grigio e piovoso come i nostri peggiori autunni e per non lasciare del tutto la saggezza al di fuori del viaggio, abbiamo optato per 4 giorni a Stoccolma e un week end (venerdì – domenica) nell’isola di Gotland della quale avevamo letto pochi ma ottimi commenti.

Ma il tempo si sa, non segue precise regole, per cui siamo stati testimoni di sole e caldo tanto da dover giustificare un giro all’H&M (per me) e un paio di T-Shirt in un negozio di souvenirs (per mio marito) Ma cominciamo dall’inizio Stoccolma (lun 07 settembre – ven 11 settembre) Siamo partiti da Treviso con volo Ryanair, anche perché da Venezia o dintorni non esistono voli in questo periodo diretti sull’aeroporto di Arlanda. Ci siamo comunque trovati bene. All’uscita abbiamo preso il bus della Flygbussarna per Stoccolma i cui biglietti si possono fare sia tramite internet al sito www.Flygbussarna.Se o direttamente in loco. Ci sono le macchinette mentre si aspettano i bagagli oppure lo sportello uscendo dai “controlli”. In questo periodo c’era un’offerta per cui se si facevano i biglietti in loco si pagava la metà (50Sek, un po’ meno di 5 Euro).

Arriviamo freschi e riposati dopo una bella dormita (il paesaggio intorno conciliava)al T-Centralen. Qui, bisogna prendersi il tempo necessario per orientarsi. La stazione è su tre livelli bus più in altro, treno a metà e metropolitana sotto. È molto grande e frequentata, ma in caso di bisogno non temete, gli svedesi sono solitamente molto gentili e parlano l’inglese da fare invidia! Entrando nella stazione, più o meno davanti all’ingresso della fermata del bus c’è uno sportello bancomat dove ho prelevato 700 Sek (68,72 Euro) per le piccole spese (per il resto ho usato la postepay accettata ovunque tranne nel traghetto per Gotland e ovviamente per la macchina a noleggio). Poco prima c’è un negozietto che vende giornali, snacks e tabacchi (Pressbyrån) dove ho comprato le Stockholm Card (2 per 3 gg 1190 Sek) per i mezzi pubblici e i musei. Inizialmente, facendo qualche conto non pensavamo che facesse risparmiare molto e l’abbiamo scelta solo per la comodità di non dover tirare fuori sempre i soldi. In realtà, a posteriori, abbiamo visto che solo di musei avremmo speso circa 80 Euro (certo è vero che alcune cose, tipo lo Junibacken, ci siamo andati solo perché era gratis). Anche le Cards si possono ordinare tramite internet.

Attivate le nostre Stockholm Card abbiamo raggiunto in metro l’ostello, non sapendo che sarebbe stato più comodo utilizzare il bus. D’altronde abbiamo notato che cartine della metro si trovano ovunque, diverso è per il bus. Sembra quasi che vogliano invogliare il turista a viaggiare sottoterra… mah! Comunque abbiamo preso la metro verde fino a Friedhemsplan perché la blu è chiusa per manutenzione credo fino ad ottobre.

Per il pernottamento ovviamente non abbiamo trovato posto sull “af chapman”, il famosissimo ostello sulla nave… ma quanto prima bisogna prenotare? E quindi, su suggerimento della ragazza che mi ha risposto all’e-mail, abbiamo prenotato all’ostello Fridhemsplan, dove, per consolarci, ci siamo voluti viziare con una matrimoniale con bagno in camera. Mai scelta fu più azzeccata! Abbiamo pagato per 4 notti 3400 Sek comprese le tessere internazionali per gli ostelli che valgono 12 mesi più il noleggio di lenzuola ed asciugamani (il sacco a pelo non è consentito per ragioni igieniche). L’ostello e le camere sono molto ben tenute e graziosamente arredate. La cucina in comune è grande, ben attrezzata e pulita, ottima per la colazioni e per le serate pigre dopo tanto camminare. È un momento anche per conoscere altra gente..Oppure no. Le ragazze alla Reception sono carinissime e veloci nel rispondere alle e-mail. Ho prenotato tramite il loro sito. Lunedì pomeriggio e sera giretto a Gamla Stan per cominciare ad orientarci. Dopo aver letto molti commenti positivi sulla Chocoladkoppen nella Stortorget ci siamo fermati lì, seduti fuori con copertina verde di pile. Molto accogliente, anche se credevo ci fosse più scelta tra i tipi di cioccolata. Le torte sono fantastiche e ho provato per la prima volta i fantastici Kannelbuller (ora li faccio anche a casa ed è sempre un successo) Martedì inizia l’odissea. Sebbene ci fossimo fatti un programmino per ottimizzare i tempi, l’abbiamo subito stravolto, andando come prima meta al Municipio con l’autobus n. 3 preso nella strada all’angolo dell’ostello. Lo Stadshuset è uno degli edifici più significativi di Stoccolma per il suo valore artistico, celebrativo e rappresentativo. Nella Sala Blu è conservato il più grande organo della Scandinavia anche se passa in secondo visto che, come ormai avrete già letto, ogni anno, il 10 dicembre viene organizzato il “banchetto dei Nobel”. Dopo la consegna dei premi che avviene nella Konserthuset, si spostano tutti per la cena in questa sala, che all’ultimo momento hanno preferito lasciare di colore originale mattone e che quindi di blu ha solo il nome. La sala non è enorme per cui la guida ci ha spiegato che ogni commensale può godere di circa 60 cm di tavola, insomma, cenano solo gli “educati”.

Da apprezzare è anche sala dorata che deve il suo nome ai mosaici sulle pareti. Si dice che il 21enne artista sia andato a Ravenna per studiare meglio la tecnica. E’ stato divertente trovare anche gli errori! La visita si svolge solo ed esclusivamente con la guida (tutti i giorni tranne il lunedì, ore 10:00 e 14:00 in lingua inglese, in alta stagione le possibilità vengono aumentate) perché il municipio è realmente funzionante.

Da non perdere la visita alla torre. Noi ci siamo andati prima della visita guidata, così non abbiamo fatto coda per salire! Dopo il municipio, vista la bella giornata, abbiamo approfittato per andare allo Skansen, a Djurgården (mai avremmo pensato di trovare giornate ancora più belle e ancora più calde) dove abbiamo fatto un sacco di foto a renne, alci, lontre, foche, bisonti, cinghiali, lince e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo pranzato benissimo al Krog con piatti casalinghi, dopodiché abbiamo girato tra le ricostruzioni della Svezia rurale e, successivamente, ci siamo diretti all’acquario. Non posso raccontarvi quanto ci siamo divertiti nella gabbia con i lemuri. Eravamo circondati da circa una ventina di “Re Julian” che correvano da tutte le parti. Assolutamente fantastico! Stanchi morti, ma non ancora convinti di aver fatto abbastanza, tornando indietro ci siamo fermati al National Museum (martedì e giovedì è aperto fino alle 20:00). Ci siamo andati principalmente per vedere un dipinto di Thor che fa da copertina ad un mio libro sui miti nordici. Ovviamente non l’abbiamo trovato e la delusione condita con un po’ di stanchezza, non ci ha fatto tanto apprezzare il resto del Museo che ci è sembrato un po’ troppo valutato per le opere esposte… e anche il mitico tavolino Lack dell’Ikea forse sta meglio a casa piuttosto che al National M.

Dopo una doccia ristoratrice, siamo andati a cena a Gamla Stan al Wirstöm pub. Dove abbiamo mangiato il (per nulla svedese) club sandwich più grande e più buono del mondo, con veri pezzi di pollo arrosto. Indimenticabile.

Mercoledì il cielo è azzurrissimo per cui cominciamo la giornata con foto dal Katarinahissen. Arriviamo in anticipo e quindi non c’è nulla di meglio di un riposino sulle panchine al sole, mangiando lamponi! Successivamente ci siamo diretti a Gamla Stan dove siamo entrati nella Storkyrkan, l’antica cattedrale di Stoccolma. Ben lontana dai fregi barocchi dei quali noi italiani siamo abituati, ma la statua di S.Giorgio e il drago, fatta in legno e corna d’alce, merita una visita. Geniali gli schermi lcd piazzati qui e lì in chiesa.

Subito dopo siamo entrati nel museo più interessante che abbia mai visto: il Nobel Museet. Incredibile come sia ingiustamente sottostimato per il suo valore divulgativo e formativo.

Una parte del museo è dedicata alla vita di Alfred Nobel e alla storia dell’ambito premio. Qui ci sono dei monitor dove si possono rivedere alcune premiazioni. La seconda sala invece celebra la libertà di espressione. Vengono proiettati video altrove censurati e sulle pareti ci sono storie di persone che hanno avuto il coraggio di esprimere le proprie idee e noi sembra un po’ strano che tra John Lennon e Aung San Suu Kyi ci sia anche la nostra Oriana Fallaci! Inoltre, mi hanno lasciato felicemente colpita anche le frasi scritte sui muri di Peter Benenson, fondatore di Amnesty International. In centro alla stanza poi c’è un mobile basso, rosso, che contrasta con i colori scuri delle pareti, dove, aprendo diversi cassettini si trovano le storie di persone che sono state discriminate, processate o uccise, a causa delle loro idee, cominciando da Socrate, Gesù e perfino il Marchese De Sade. Bella anche la simbologia, in quanto questa struttura è una linea spezzata aperta, come se fosse una saetta che “rompe” l’ignoranza e l’ottusità del pensiero.

Tutto questo mentre sul soffitto girano, appesi su binari, foto di tutti i premiati.

Un museo fantastico! All’uscita, essendo già mezzogiorno abbiamo assistito al cambio della guardia ma non abbiamo visitato né gli appartamenti né i musei reali (il marito non reggeva più), per cui ci siamo diretti a piedi verso la Droniggatan, dove abbiamo mangiato il mitico Korv e arrivati sulla Sergels Torg abbiamo trovato delle bancherelle che vendevano prodotti tipici da ogni stato europeo. Un salto in Austria per un Apfelstruedel e bus per lo Djurgården. Il mercoledì infatti sia il Vaasa Muset che il Nordiska sono aperti fino alle 20:00. Entrambi i musei sono belli e degni di un giro, prima però, per riposarsi un po’, abbiamo ceduto al giretto in trenino-seggiovia allo Junibacken. Carino, ma eravamo gli unici adulti senza figli…Che vergogna! Dopo il giro culturale, fermata ai magazzini NK, dove ho visitato il reparto casalinghi sperando di trovare qualche oggetto di design ma non abbiamo trovato nulla che valesse la spesa. The e dolcetto, due passi e, vista l’ora, ulteriore sosta alle bancarelle per un nostalgico pita gyros. Cotti, torniamo in ostello.

Giovedì, ultima giornata piena a Stoccolma. Sveglia non prestissimo e direzione Skeppesholmen al Moderna Museet. Per strada ci fermiamo a fare un paio di foto a tre carrozze e 4 guardie a cavallo e mai e poi mai avremmo pensato che dopo qualche secondo avremo fotografato a pochi metri di distanza il re in persona! Probabilmente per gli svedesi non è una grande attrazione e la scorta non è necessaria. Risaliamo in bus e arriviamo al museo. Qui sono rimasta letteralmente estasiata per il valore delle opere. Picasso, Modigliani, De Chirico, Max Ernst, Pollock, Mondrian, Kandinsky e Warhol…Insomma, non manca nessuno dei principali esponenti della pittura del Novecento! E la ciliegina sulla torta è rappresentata da una bellissima mostra fotografica nel semi-interrato.

VOTO 10++++++.

Estasiati, ci siamo diretti per pranzo al mercato coperto di Östermalms Saluhall dove abbiamo mangiato del fantastico salmone e una squisita insalata di gamberetti. La birra però ci ha tagliato le gambe per cui abbiamo preso la metro e siamo tornati verso la città vecchia dove ci siamo riposati e assopiti al sole su una panchina a Ridderholmen godendo del panorama.

Riposati e accaldati (caspita come batte il sole se non c’è vento) ci rimettiamo in viaggio passeggiando per l’isola. Poi ultimo giretto a Gamla Stan, ma, visto il caldo, alla Chocoladkoppen optiamo per una tazza di cioccolato…Fredda! Cena in ostello e valigie. L’indomani si parte per una nuova avventura.

Ore 08:10 arriviamo all’ufficio Europcar sotto l’hotel Sheraton e prendiamo la macchina prenotata tramite internet. Ci perdiamo ancora dentro il parcheggio sotterraneo per cui quando arriviamo all’aria aperta … senso vietato. Aiuto! Panico totale!!! Dopo un giro in macchina a Gamla Stan col terrore di perdere il traghetto e con le lacrime agli occhi, un signore alla fermata del bus si impietosisce e si catapulta in macchina con noi portandoci fino all’imboccatura della statale. Volevo baciarlo! In meno di un’ora arriviamo al porto di Nynashamn dove in perfetto orario partiamo col traghetto per Visby. Anche oggi la temperatura è più che estiva ed è una bella sensazione stare per un po’ sul ponte della nave in maglietta a maniche corte. A bordo pranziamo bene a prezzo economico. Pennichella e arrivo in porto. Abbiamo prenotato tutto tramite il sito www.Destinationgotland.Se e, prevedendo pioggia, vento e freddo abbiamo esagerato prenotando al Strand Hotel Best Western. Carino, ma ci è piaciuto di più l’ostello a Stoccolma.

Nel pomeriggio passeggiamo nella bellissima città medievale, compresa nella Lega Anseatica, vista la sua posizione strategica per il commercio nel Baltico. Le mura sono perfettamente conservate e pertanto ritenute patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Abbiamo anche visitato le numerose chiese, o almeno a ciò che ne rimane dopo l’assalto della città di Lubecca durante la guerra dei Trent’anni. Decidiamo di andare a vedere il tramonto a Lickelshamn dove, sulla spiaggia avrebbe dovuto esserci un raukar (rocce granitiche residui del ritiro dei ghiacci) molto alto e molto bello. Sfortunatamente il sentiero non era breve e con l’avvicinarsi del buio non abbiamo osato percorrerlo, ci siamo accontentati del panorama dalla spiaggia. Respiriamo un’aria diversa qui. Ci sembra quasi di esser tornati in viaggio di nozze. Una famiglia su una barchetta parte per una gita. I tre bambini biondissimi, con i giubbetti di salvataggio arancioni ci salutano.

Sabato ci svegliamo ancora con una giornata meravigliosa, vogliamo girare un po’ per Gotland, ma alla fine ci dirigiamo direttamente verso Fårosund e senza pensarci troppo ci troviamo in attesa del traghetto gratuito che fa la spola ogni 30 min tra l’isola di Gotland e Fårö.

Pazzesco. Dopo pochi minuti di traversata siamo nell’isola dove Ingmar Bergman aveva i suoi studi e ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. Mi sarebbe piaciuto girarla in ogni singolo angolo per ritrovare le tracce di questo grande regista ma purtroppo non avendo molto tempo, ci siamo solamente lasciati deliziare dai capolavori naturali dei raukar che in alcuni punti raggiungono l’altezza di una decina di metri. Così abbiamo passeggiato guardando qualche famiglia di svedesi che avevano approfittato di queste spiagge surreali per il pic nic del sabato e, dopo le gelide acque delle Lofoten, non ho potuto resistere a non mettere i piedi anche nel mar Baltico! Per pranzo ci siamo fermati in una caffetteria sulla strada che porta a Nord dell’isola (c’è solo quella degna di non chiamarsi sentiero) dove abbiamo mangiato un pezzo di torta salata e il mitico Saffranpankaka, ovvero il dolce tipico di queste isole servito con composta di bacche e panna montata. Golosissimo. A fianco abbiamo trovato un negozietto dove vendevano prodotti di artigianato fatti di pelle e lana di pecora, da coperte ai copri sellini per le biciclette e mio marito ha Acquistato un paio di bellissimi guanti per l’inverno per circa 37 Euro.

Tristemente lasciamo Fårö e continuiamo il giro per il nord di Gotland passando per paesini e siti vichinghi. Alla sera, con un velo di malinconia ci concediamo un giretto per Visby con cena in una creperie eccezionale, carinissima, gestita da tre ragazze molto gentili. Abbiamo preso due crepes salate, una con salmone, rucola e un formaggio tipico dell’isola e un’altra, più tradizionale con prosciutto e formaggio. Abbiamo mangiato sulla terrazza sopra i tetti della città guardando il mare e pensando che questi ricordi resteranno indelebili al nostro cuore. Domani si rientra tristemente a casa con la certezza di aver “scoperto” un posto magico, romantico e poetico. Grazie a Gotland per le belle emozioni che ci hai regalato.

Alcune riflessioni Non abbiamo trovato la Svezia cara, anzi, per molte cose è più economica della nostra Italia. In molte cose sono più “civili” nel senso che le politiche sociali agevolano gli aspetti importanti della vita tra cui la famiglia ed i bambini.

Hanno una scala di valori più genuina della nostra. Anche gli uomini contribuiscono attivamente alla crescita dei figli…Mai visti così tanti papà con le carrozzine.

Praticamente non ci sono SUV ma moltissime macchine ibride e chi ha veramente i soldi si compra un’isola! E se proprio vuole la macchina che sia una Ferrari o una vecchia auto americana, spesso curatissima (quelle che da noi si vedono solo ai raduni) facendoci capire che la macchina se è “costosa”, lo è per passione, non uno status symbol.

I bambini sono fantastici, tanti, tutti biondi, felici e spessissimo scalzi, e mangiano tantissime caramelle ma anche la frutta e la verdura (anche nell’happy meal). Per il resto lasciatevi conquistare da questa terra rilassante e “genuina”.

Per altre info resto a disposizione: silvia.Andrighe@libero.It



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche