Mosaico africano

Un viaggio avventuroso, alla scoperta di un mondo che passa dalla voce della modernità a quella della Terra
Scritto da: katy1981
mosaico africano
Partenza il: 07/05/2012
Ritorno il: 19/05/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Fine aprile 2012. Siamo a maggio, dopo che il nostro tour in Cina è stato annullato per mancanza di partecipanti (2 persone si sono ritirate all’ultimo) ci siamo trovati a dover decidere dove poter ripiegare così, armati di tanta voglia di vedere un altro pezzo di mondo e con l’infinita pazienza della Valentina (la ragazza che ormai ci segue nella programmazione dei nostri viaggi), mappamondo in mano abbiamo optato per la terra dove, secondo noi, tutta la vita ha origine….l’Africa. Per noi è sempre stata una meta che faceva parte delle “Cose da Fare” quindi abbiamo solo anticipato un desiderio futuro, scegliendo un tour in Sud Africa riuscendo ad attaccare due tappe nello Zimbabwe e in Botswana. La partenza era imminente, mancava solo un mesetto alla partenza ed eravamo agitatissimi all’idea di sapere se avremmo mai provato il famoso “Mal d’Africa”, avremmo visitato il paese di Nelson Mandela, il paese che aveva vissuto il peggior periodo di odio razziale dopo l’Olocausto, l’Apartheid, dove le regole separavano veramente le persone rispetto alle cose anche più “normali”, come sedersi su una panchina, solo in base al colore della pelle, non importava se le persone erano buone o cattive ma solo se erano bianche o nere, o più esattamente come dicono gli Afrikaner, “colorati”… ma che, grazie al suo leader, era riuscito a rinascere, era divenuto il paese che aveva sconfitto il razzismo. In Sud Africa ci sono circa 12 etnie diverse con altrettante lingue, quella principale è lo Zulu, poi c’è l’inglese e l’Afrikaans lingua parlata dagli africani bianchi, quelli che discendono dai Boeri, gli antichi pionieri.

07-08 maggio 2012

Arrivato il grande giorno siamo partiti e dopo 12 ore di volo siamo giunti in Africa, atterrati a Johannesburg e attraversando la città abbiamo subito notato quanto fosse enorme, sembrava una città dove davvero le varie etnie avevano imparato a convivere. Saliti sul pullman ci siamo diretti a Pretoria una delle tre capitali, infatti il Sud Africa è l’unico paese ad avere tre capitali, Pretoria appunto, che è la sede del Governo, Città del Capo sede del Parlamento e Bloemfontein sede del potere giudiziario. Qui a Pretoria abbiamo fatto un breve tour della città visitando i punti di maggior interesse storico-culturale, il VOORTREKKER MONUMENT monumento dedicato ai primi pionieri provenienti dall’Olanda che dal Capo si spostarono verso l’entroterra. All’interno si trovano dei bellissimi bassorilievi rappresentanti la battaglia di River Blood durante la quale i Boeri sterminarono migliaia di Zulu, il 16 dicembre di ogni anno, giorno della sua commemorazione , un raggio di sole penetra nel foro creato sulla cupola e illumina la tomba che rappresenta lo spirito boero, è il rito più sacro per gli Afrikaner e spiega come sia stato possibile che il Sud Africa sia riuscito a mantenere l’odio razziale, nonostante la condanna da parte del mondo intero, per così tanti anni. Abbiamo poi visitato la piazza dell’UNION BUILDING sede dell’esecutivo (dove nel 1994 salì al governo Nelson Mandela) ed i suoi meravigliosi giardini. Girando per la città qualcosa mi lasciava un dubbio a cui non riuscivo a dare una spiegazione, tutte le case avevano ancora filo spinato e elettrificato sui cancelli, cosa che si usava ai tempi dell’ Apartheid…perché mai c’erano ancora? Vederli era opprimente… come mai non li avevano ancora tolti? Forse lo avrei capito più avanti. Dopo un favoloso pranzo siamo partiti per Dullstrom nella regione di Mpumalnga, che in lingua locale significa “Dove sorge il sole”. Attraversando bellissimi paesaggi, molto differenti dalla classica savana africana vista nei documentari, ricchi di vegetazione, di colline siamo giunti solo in tarda serata all’albergo, dove, dopo una cena a base di ottima trota (molto cucinate nella regione vista l’alta presenza di ruscelli e laghetti), finalmente siamo andati a riposare e solo l’indomani quando ci siamo alzati, ci siamo resi conto in quale meraviglioso luogo ci trovassimo, eravamo in montagna e l’albergo si trovava in mezzo ad una serie di laghetti molto suggestivi (ecco cos’era tutto il gracidare di rane della sera prima….), con il sole che splendeva, l’aria pulita e frizzante vi era una sensazione di pace meravigliosa.

09-11 maggio 2012

Tanto per cambiare dopo una lauta colazione, ci siamo rimessi in viaggio verso quello che aspettavamo tanto…il nostro primo Safari, ci siamo diretti a nord, verso la Riserva privata KAPAMA, essa si estende per circa 12.000 ettari, si trova a circa 30 km dal KRUGER NATIONAL PARK il parco nazionale più grande del Sud Africa. In questa riserva oltre alla ricchissima flora e fauna vi è un centro che si occupa della cura e della salvaguardia di specie in estinzione, infatti ci dicono che qui gli animali si possono osservare da veramente vicino…anche i famosissimi “BIG FIVE”… I BIG FIVE sono i cinque animali più grandi dell’Africa e sono: Leone, Elefante, Bufalo, Rinoceronte e Leopardo, l’eccitazione di poter vedere questi animali è altissima, siamo agitatissimi e arriviamo speranzosi di poterli vedere sul serio…. arrivati al lodge (bellissimo e in pieno stile “safari”) ci sistemiamo nelle camere aspettando l’ora della prima avventura! Arrivano le 16, l’ora “X”, ci vestiamo di tutto punto perché ci hanno avvisato che quando il sole se ne va, fa veramente freddo quindi armati di macchine fotografiche veniamo accompagnati alle jeep e…sorpresa: sono completamente aperte…il dubbio sorge in un attimo: “E se ci saltano addosso?” Ci siamo dati la risposta: “Va beh, vedremo….”.

Siamo partiti attraverso le strade sterrate, eravamo tutti quanti un mix perfetto di paura e felicità, ci hanno spiegato che eravamo nel periodo dei cuccioli e quindi avremmo potuto vederne di molti, il nostro ranger era un Afrikaner mentre il cercatore era un uomo Zulu. Tutte le macchine sono dotate di 9 posti per i turisti in scala come al cinema, in modo che tutti possano vedere, coperte per tutti i passeggeri, il ranger che guida si tiene in contatto con le altre auto e il cercatore messo su un seggiolino sporgente che deve cercare segnali o impronte degli animali, sì perché gli animali dobbiamo cercarli e trovarli…. I primi animali che incontriamo sono bufali, una mandria non molto grossa parzialmente nascosta nell’alta vegetazione, sono imponenti, massicci, ce n’era uno più spostato verso il sentiero e si poteva notare quanto fossero grandi, da terra ci arrivava comunque all’altezza del busto, erano affascinanti. La cosa che ci preoccupava era che non eravamo in savana aperta, ma in una radura, la piante di acacia erano ovunque e anche altre piante erano cresciute selvagge, nascondendo tra i loro rami chissà quale segreto…. Per i giorni successivi abbiamo effettuato safari a qualsiasi ora, vedendo tutti quegli animali visti solo in tv, rinoceronti, ghepardi, elefanti, kudu, antilopi, leoni, iene, sciacalli, facoceri, giraffe, zebre, ce ne mancava solo uno…. facevamo safari all’alba (che freddo!!!!), nel tardo pomeriggio, ma quello che ci ha più entusiasmato è stato quello di sera, e la sera lì è buio pesto… Siamo partiti con la speranza di vedere l’ultimo dei big five che ci mancava, quello più sfuggente, quello che è difficile incontrare di notte, il leopardo… Dopo un sacco di tempo che giravamo vedendo iene, sciacalli e uccelli notturni ad un certo punto ci rendiamo conto che stavamo continuando a girare in tondo nella stessa zona, il ranger continuava a comunicare via radio, non sentivamo le risposte perché usavano gli auricolari, ma da quello che diceva lui si capiva che l’avevamo trovato, la zona era quella ma lui…dov’era? La fifa era tremenda non si vedeva nulla intorno a noi, vedevamo solo quello che rimaneva all’interno dei coni di luce dei fari della jeep, poteva essere ovunque…noi dell’equipaggio dall’essere un po’ spavaldi abbiamo iniziato ad abbassarci sui sedili, come se potessimo nasconderci…gira di qua, gira di là ad un certo punto la macchina si ferma e con i fari il ranger illumina cosa???? La carcassa di un’antilope sbudellata! Non vi dico la paura…per lo meno però sapevamo che era sazio! Ripresa la marcia ricominciamo a girare e ci ritroviamo con altre due macchine, alla ricerca come noi dello stesso animale, ad un certo punto fermi tutti!… ed eccola….una femmina sdraiata nella fitta erba della savana, perfettamente mimetizzata, che apparentemente tranquilla, si lisciava il pelo. Il nostro ranger ad un certo punto mentre le altre due macchine tenevano le luci puntate su di lei cosa fa? Sposta il faro mobile e illumina un cespuglio dove si intravede un magnifico cucciolo, è stato fantastico! Probabilmente però la mamma, capita la questione del cucciolo scoperto, ha iniziato a muoversi fino ad alzarsi, era maestosa….ma per noi era giunto il momento di andare e lasciarli soli…non bisogna mai dare loro troppo fastidio, mettiamo la retro e ci ritroviamo quasi contro un’acacia, altre manovre per riuscire a sbloccarci, intanto tutti pensavamo: ”e lei dov’è???” la paura che potesse saltarci addosso c’era e non poca! Quindi contentissimi, con un mix tra adrenalina, istinto di conservazione e rispetto per quello splendido animale, siamo tornati al lodge tutti stra-eccitati!

11 maggio 2012

Dopo l’ultimo safari presso la Riserva Kapama siamo partiti e abbiamo preso la PANORAMA ROUTE, alla scoperta delle bellezze paesaggistiche che offre la la regione come per esempio il BLYDE RIVER CANYON, il più grande canyon del Sud Africa famoso per le Tre Capanne (formazioni rocciose dovute all’erosione del vento) e per essere l’unico al mondo ad avere delle sponde ricche di vegetazione; altrettanto interessante è il BOURKE’S LUCK POTHOLES un altro parco dove si possono ammirare quelle che da noi si chiamano le “Marmitte dei Giganti” (da noi se ne trovano parecchie in Val Chiavenna), si tratta di pozze create dall’erosione della roccia da parte dei detriti trasportati dall’acqua torrenziale, e per finire, dopo una bella passeggiata in montagna, siamo arrivati alla GOD’S WINDOW dove ammirare tutta la vallata sottostante.

12 maggio 2012 Questa giornata l’abbiamo passata tutta in viaggio, perchè tutti i voli del Sud Africa partono da Johannesburg, quindi, dovendo noi prendere il volo per Cape Town, siamo tornati in pullman fino e Johannesburg e da lì abbiamo preso il nostro volo. Una volta arrivati siamo andati direttamente in albergo.

13 maggio 2012

Oggi la giornata è stata dedicata alla visita del CAPO DI BUONA SPERANZA, chiamato anche ” Capo delle Tempeste” dagli antichi navigatori a causa dello scontro delle corrente fredda dell’Oceano Atlantico con l’aria più calda e umida proveniente dall’Oceano Indiano, erroneamente è sempre stato considerato il punto più a sud del continente ma non è così. Siamo saliti fino al faro di Cape Point e lo spettacolo era davvero mozzafiato, una distesa immensa di acqua davanti a noi, senza fine, la giornata era fantastica il sole splendeva e sembrava davvero di stare volando perché lo strapiombo sotto di noi era infinito…davvero bellissimo. Dopo ci siamo recati a trovare i pinguini a BOULDERS BEACH, anche per loro come per tutti gli animali era periodo di cuccioli e quindi nelle tane sulla spiaggia c’erano tantissimi pulcini che cercavano di ripararsi nel nido. Come per magia, da un cielo limpidissimo e un sole a tutto tondo, in un attimo è arrivato il brutto tempo e ha iniziato a piovere, la nostra guida ci ha spiegato che una cosa a cui ci saremmo dovuti abituare erano i vari cambiamenti di clima che si susseguono in quella parte del paese, dicono che a Cape Town ci siano cinque stagioni in una giornata, ed avremmo avuto modo di constatarlo…. Tornati a Cape Town abbiamo preso un battello per una breve escursione a SEAL ISLAND per vedere la colonia di foche, il mare fuori dal porto non è proprio tranquillo ed è stato un pò preoccupante quanto, con onde decisamente alte, ci avvicinavamo agli scogli però devo ammettere che è stata davvero una bella emozione. La guida ci ha spiegato che negli ultimi anni si sono verificati molti avvicinamenti alla costa da parte degli squali bianchi, questo perchè purtroppo sta prendendo sempre più piede l’attrazione della discesa con la gabbia tra gli squali, il problema è che, per fare in modo che gli squali si avvicinino alle barche, vengono gettate esche e questo fa si che gli squali si stiano abituando al fatto che vicino alla costa e alle imbarcazioni ci sia cibo e tendono quindi ad avvicinarsi sempre più, insomma come la solito l’uomo è riuscito a rovinare per l’ennesima volta l’equilibrio dell’ambiente… Dopo aver mangiato dell’ottimo pesce sulla spiaggia siamo andati ad ammirare i giardini botanici KIRSTENBOSCH.

14 maggio 2012

Oggi ci aspetta la visita delle città di Cape Town, la città si presenta questa mattina con un bel sole ma siamo preparati a tutte le possibilità, quindi anche il k-way è a portata di mano… Dopo la colazione saliamo sul pullman che ci porterà verso il centro della città, passando sul WATERFRONT, il lungo mare. Sono curiosa di vedere questa città, ha l’aria di essere una di quelle città estremamente contraddittorie, come la maggior parte, d’altro canto, di tutte le grandi metropoli…. Nel quartiere dove risiedevamo noi si vedevano macchine di lusso ed era un quartiere decisamente ricco ma nonostante questo, la nostra guida ci ha sconsigliato di uscire la sera se non in gruppo e di muoverci SOLO con i taxi ufficiali perché non è consigliato per i turisti uscire la sera, il tasso di criminalità è molto alto. Il centro della città, detto “City Bowl”, si trova in una depressione tra numerosi rilievi, il più noto e particolare per la sua forma è TABLE MOUNTAIN (dove, tempo permettendo, dovremmo salire con la funivia), spesso la cima è nascosta da una coltre di nuvole chiamata appunto “Table cloth” (“la tovaglia”). Oltre alla Table Mountain, il territorio include LION’S HEAD ( “testa di leone”), DEVIL’S PEAK (“picco del diavolo”), TWELVE APOSTLES (“dodici apostoli”) e SIGNAL HILL (“collina del segnale”). Siamo andati a visitare il Museo del Sud Africa, abbiamo attraversato il quartiere malese con le sue case dai tantissimi colori sgargianti, questa caratteristica, ci è stato spiegato, è stata una sorta di ribellione avvenuta alla fine dell’Apartheid perché, quando c’erano le leggi razziali, i malesi, ottimi tessitori e popolazione amante e ricca di colori, erano obbligati ad avere le case grigie, proprio per oscurare e impedire la manifestazione della loro cultura. Abbiamo visitato il castello, e SIGNAL HILL dove con la pioggia e il sole abbiamo potuto assistere ad un meraviglioso doppio arcobaleno! Saremmo dovuti salire su TABLE MOUNTAIN ma purtroppo in quota c’era molto vento e in queste condizioni chiudono le funivia, peccato… Usciti dalla città ci siamo recati verso la regione dei vigneti dove abbiamo potuto visitare innumerevoli edifici in classico stile “Cape Dutch” a ricordo delle passata colonizzazione olandese.

Attraversando la città e raggiungendo la periferia mi sono trovata davanti uno spettacolo davvero inquietante, dopo le Ferrari e Maserati, dopo lo sfarzo che ho potuto vedere in centro mi sono ritrovata davanti una “Bidon Ville” (ovvero una distesa di capanne fatte di lamiera e qualsiasi cosa si possa trovare in giro, dove non c’è elettricità, non ci sono sistemi fognari, senza norme d’igiene e dove i bambini vivono tra i loro escrementi) immensa, non se ne vedeva la fine, non ho potuto che giungere ad una riflessione, Cape Town è una città che offre scorci paesaggistici e naturali veramente meravigliosi, ma purtroppo è una città che, come anche avevo intuito a Pretoria, ha ancora nelle sue viscere una ferita razzista non facile da guarire, dove ci sono ancora profonde differenze razziali, per esempio, alcune scuole sono ancora separate, l’istruzione è diversa e con tanto dispiacere mi sono ritrovata a pensare che l’ideale di Mandela, giusto in tutto e per tutto nel suo complesso, cercando di inserire, per legge, persone “non bianche” nell’economia, nell’industria e nella politica del paese sia stato per i profondi razzisti un affronto e un incentivo ad esserlo ancora di più, mentre per la maggior parte dei Sud Africani fu un’idea giusta e democratica, tant’è che ancora oggi Mandela è immensamente amato dai sud africani. Il Sud Africa è un paese con molte risorse, enormi, ma purtroppo il suo passato razzista è ancora troppo vicino, è una paese dove la gente, di ogni razza cerca di costruire un nuovo futuro insieme, ma ci vorranno diverse generazioni prima che questo cambiamento sia definitivo.

15 maggio 2012

Questa mattina la sveglia è stata prestissimo circa verso le 3.00, oggi la giornata sarebbe stata quasi tutta in viaggio, si parte per lo Zimbabwe, quindi si va dritti in aeroporto perchè ovviamente prima bisogna tornare a Johannesburg per poi volare verso l’aeroporto Victoria Falls. Arrivati siamo andati subito in hotel all’interno del Victoria Falls National Park, qui ci sono solo tre hotel e il nostro gruppo era sparso un pò qua e un pò là, ma la distanza tra uno e l’altro era massimo di un centinaio di metri quindi potevamo vederci senza problemi, negli spostamenti serali dovevamo però essere scortati dalla polizia, mentre di giorno dovevamo comunicare dove stavamo andando. Nel tardo pomeriggio ci aspettava una fantastica crociera sul fiume Zambesi. Saliti sul piccolo battello ci siamo subito resi conto di quale posto incontaminato stavamo osservando, un fiume immenso, silenzioso ma pieno di vita, abbiamo visto ippopotami e uccelli bellissimi, il senso di pace e di sintonia con la natura era fortissimo. In lontananza si potevano vedere le colonne di vapore acqueo che salivano dalle cascate, era uno spettacolo mozzafiato, il giorno dopo saremmo andati a vederle e non vedevamo l’ora….giunto il momento del tramonto, con quei magnifici colori ci siamo realmente resi conto di essere in Africa….

16 maggio 2012

Dopo un ottima colazione eravamo pronti, in una tenuta non proprio da avventurieri, ciabatte e ombrello, siamo partiti con i pulmino per le cascate, arrivati al parcheggio la giuda ci ha caldamente consigliato di usare gli impermeabili perchè eravamo in stagione di piena quindi la “doccia” era assicurata ed era fredda! Così agghindati (eravamo davvero ridicoli!) siamo entrati nel parco, il rumore era fortissimo e sentire bene cosa la guida ci stesse dicendo era difficile, non eravamo ancora vicini alle cascate ma potevamo solo immaginare la potenza che avessero. Le cascate infatti sono chiamate dagli indigeni “Fumo che tuona”e sono Patrimonio dell’Umanità, sono cascate totalmente naturali, create dallo Zambesi che precipita in una lunga spaccatura che separa lo Zimbabwe dallo Zambia, sono lunghe più di 1,5 km e se ne può ammirare tutto il fronte dalla sponda opposta, sono formate da numerosi salti con un’altezza media di 128 m e sono considerate la più spettacolari del mondo. Il primo occidentale a visitare fu l’ esploratore scozzese David Livingstone (che dà il nome ad uno dei salti) nel 1855, che decise di chiamarle come la Regina Victoria d’Inghilterra. Arrivati davanti alle cascate lo spettacolo è mozzafiato, il fragore e la potenza dell’acqua lasciano veramente senza parole, le colonne d’acqua che risalgono per la violenza della caduta ci hanno accompagnato per tutto il percorso tant’è vero, che nemmeno gli ombrelli e gli impermeabili ci hanno permesso di tenere asciutti i vestiti! Il percorso si snoda su tutto il versante frontale alle cascate e si possono vedere perfettamente tutti i salti, sono davvero meravigliose! Non contenta ho deciso di fare un’escursione in elicottero, non potevo andare via senza vederle dall’alto, di fronte sono spettacolari ma volevo vedere quella magnificenza da un’altra prospettiva…salita sull’elicottero, era la mia prima volta e devo ammettere che il pilota è stato impeccabile, siamo decollati e lo spettacolo è indescrivibile, non ho modo di poterlo descrivere a parole, posso solo dire che avevo le lacrime agli occhi, questo immenso serpente d’acqua lungo km che si riversava in una gola profonda, noi che volavamo inseguiti dall’arcobaleno, da lasciare senza fiato davvero….la perfezione della natura.

17 maggio 2012

Finita la colazione siamo partiti via terra verso il Botswana, andiamo al CHOBE NATIONAL PARK, situato nella parte nord orientale del paese. Si tratta della terza area naturale protetta del Botswana in ordine di grandezza ma è di gran lunga la più rinomata per la varietà e abbondanza di vegetazione e fauna, inoltre è il parco con la più alta concentrazione di elefanti di tutta l’Africa, se ne contano infatti circa 120.000 individui e il numero è in costante crescita. Dopo circa tre ore di pullman arriviamo alla frontiera, dopo aver controllato tutti i documenti fanno passare noi a piedi su di uno zerbino imbevuto si un liquido scuro e la macchina in una pozza piena dello stesso liquido che, ci hanno spiegato, serve a togliere batteri in modo da evitare di portare all’interno del paese malattie che potrebbero fare ammalare il bestiame. Saliamo sulla jeep del nostro lodge, dopo circa 20 minuti di viaggio sull’asfalto il nostro ranger accosta sul lato della strada, sgonfia leggermente le gomme e imbocca un sentiero di sabbia finissima in mezzo alla vegetazione, non sappiamo dove ci sta portando ma siamo lontano dal mondo civilizzato, non ci sono centri abitati, non c’è niente, solo piante e sabbia ad un certo punto vediamo dei tetti di tende, eccolo, è il nostro lodge tendato. Il lodge si trova a circa 1 km dalla Namibia, ed è un agglomerato di circa 15 tende, non ci sono nè cancelli nè reti, solo un filo che fa capire a noi umani dove non dobbiamo andare perchè gli animali possono andare dove vogliono; non c’erano telefoni, i cellulari non prendevano e avevamo solo un fischietto nelle tende per chiamare i ranger nel caso avessimo bisogno d’aiuto. E’ una sensazione splendida, ci sembrava di essere degli esploratori, perfettamente in sintonia con la natura, eravamo ospiti e come tali dovevamo comportarci. Siamo andati nella zona pranzo e anche lì la vista era bellissima, a circa 300 m di fronte a noi c’era una pozza dell’acqua, in quel momento non vi erano animali, dopo tutto era l’ora più calda della giornata ma speravamo che più tardi avremmo avuto la possibilità di vedere qualcosa…. Nel pomeriggio siamo partiti per il primo safari nel parco. Dopo circa 20 minuti di macchina siamo giunti all’entrata del parco, come siamo arrivati ci siamo resi conto che la quantità di animali presenti era immensa, abbiamo iniziato col finire in mezzo ad un gruppo di babbuini enorme, saranno stati almeno 200 individui, vi erano un sacco di piccoli cuccioli incuriositi da noi che ci guardavano, ci studiavano proprio come noi facevamo con loro… Abbiamo girato finchè non è diventato buio vedendo centinaia di elefanti, branchi di leoni, ippopotami spuntare dall’acqua del fiume Chobe, facoceri e manguste ovviamente tutti con prole al seguito! Al calar del sole siamo rientrati al lodge e si sentiva già un profumino di griglia….la cena ci è stata servita nel “Boma” ovvero su di una piana di sabbia circondata da alti tronchi dove al centro era acceso un magnifico fuoco, ci è stata servita carne di elefante e coccodrillo cotta sulla brace e non sto nemmeno a spiegarvi quanto fosse buona…. L’atmosfera era rilassante e come speravamo, mentre scambiavamo quattro chiacchiere, ecco che si sono avvicinati alla pozza dell’acqua un elefante e il suo cucciolo, dopo di loro ne sono arrivati altri due, la sensazione è stata indescrivibile sarei rimasta ore a guardarli, trasmettevano una pace e una tranquillità, erano a casa loro e ci stavano benissimo, le coccole che la mamma faceva al suo cucciolo poi erano veramente dolcissime, un momento incantevole…

18 maggio 2012

Questa mattina ci aspetta un meraviglioso safari sul fiume Chobe, questo fiume divide quattro grandi nazioni: il Botswana, la Namibia, lo Zambia e lo Zimbabwe e contribuisce a creare un habitat unico trasformando l’arida savana in un ambiente prolifico di bio-diversità, con un’altissima densità di animali tanto da renderlo uno dei parchi più visitati del Botswana. Saliti su di una piccola barchetta di lamiera siamo partiti per questo meraviglioso giro sul fiume, subito abbiamo incontrato moltissimi animali, tra cui bufali, antilopi, kudu tutti animali venuti fino a lì per abbeverarsi, varani, aquile reali, ippopotami sdraiati a prendere il sole, (finalmente riuscivamo a vederli bene perchè finora avevamo visto solo occhi e orecchie spuntare dall’acqua…) uccelli acquatici meravigliosi, distese di ninfee e loro….una quantità indefinita di coccodrilli, di tutte le taglie, da maschi enormi distesi con la bocca aperta a riscaldarsi al sole a femmine con i loro cuccioli…sono davvero spaventosi! Il tour è durato fino all’ora di pranzo. Dopo pranzo poco prima del crepuscolo siamo partiti per un altro safari via terra, eravamo circondati da mandrie di elefanti con i cuccioli, erano meravigliosi, siamo andati alla ricerca del leopardo sperando di vederlo di nuovo ma sapevamo che era molto difficile essendo un animale così sfuggente e infatti siamo tornati al lodge che era già buio senza averlo potuto ammirare per un’ultima volta, ma d’altra parte è così non eravamo allo zoo, ma in luogo dove gli animali sono liberi e quindi si possono vedere ma anche no, è così che funziona ed è stata un’ esperienza meravigliosa. Arrivata la nostra ultima cena nel continente africano sentivamo un deciso movimento tra gli elefanti, si sentivano barriti in lontananza insomma erano un pò agitati…ma non immaginavamo quello che sarebbe successo più tardi nella notte… Verso le 2 di notte qualcosa mi svegliò, (strano perchè ho il sonno decisamente pesante…) non riuscivo a capire bene cosa fosse quel rumore, era appena fuori di fianco alla nostra tenda ed era un rumore di rami e foglie, pensai: “Sarà un babbuino che ha avuto un attacco di fame…”, poi sentii un ramo piuttosto grosso spezzarsi e mi dissi: “No non può essere un babbuino, sarà un bufalo….” non feci in tempo a finire di pensare questo che la presenza fuori dalla tenda emise un barrito!!! Svegliai subito mio marito, un elefante decisamente grosso era fuori dalla nostra tenda!!! Avevo una fifa tremenda, e se mi avesse sentito? ero pietrificata, un insieme di adrenalina, paura e curiosità, era lì fuori, solo il tessuto della tenda ci divideva….mamma mia a ripensarci rivivo ancora quell’emozione come fosse ora… Sentii che si stava spostando forse se ne andava, si spostò davanti alla tenda e vidi la sua ombra riflessa contro la parete…era enorme….! Spezzò ancora qualche ramo mangiò ancora un pò finchè decise di andarsene come se niente fosse, io ci misi un pò di tempo prima di riuscire a riaddormentarmi ero troppo agitata! Il mattino dopo c’erano tantissime impronte a dimostrare l’accaduto è stato davvero incredibile!

19 maggio 2012

Oggi inizia il nostro rientro in Italia. Questa è stata la nostra avventura in Africa e la visita dell’elefante della notte scorsa l’abbiamo presa come un saluto che l’Africa ci ha voluto fare.

Il mal d’Africa….ah se esiste!



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