SUDAFRICA, ma siamo in Africa?

Se mi avessero imbarcato bendata su un volo senza svelarmi la mia destinazione, una volta arrivata non sarei riuscita ad indovinare al primo tentativo di trovarmi sul suolo africano. Il Sudafrica non è Africa, almeno non quella che avevo conosciuto fino ad ora. E’ un’ Africa più spenta, meno viva, meno colorata, in cui tutto é...
Scritto da: EliG
sudafrica, ma siamo in africa?
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Se mi avessero imbarcato bendata su un volo senza svelarmi la mia destinazione, una volta arrivata non sarei riuscita ad indovinare al primo tentativo di trovarmi sul suolo africano.

Il Sudafrica non è Africa, almeno non quella che avevo conosciuto fino ad ora.

E’ un’ Africa più spenta, meno viva, meno colorata, in cui tutto é estremamente occidentalizzato. I centri commerciali e le catene di supermercati sono ad ogni angolo. Le abitazioni sono come quelle che potremmo trovare in nord Europa, con giardini curati e auto parcheggiate nei vialetti e non mancano i grandi alberghi, gli edifici lussuosi che le banche hanno scelto come loro sedi, i musei, le cattedrali… Le strade sono superstrade, l’asfalto è ovunque, perfino all’interno di alcuni parchi nazionali, come il Kruger.

Non ci sono buche, non c’è la polvere che ti penetra i pori della pelle e che fai fatica a togliere anche sotto la doccia, non c’è la bellissima terra rossa che sembra arrivare dalle viscere del mondo e non c’è il coloratissimo e continuo via vai degli africani ai bordi delle strade.

La gente di colore non sorride, non ti saluta, non è curiosa di capire chi è quel bianco che si trova a calpestare la loro terra e gli sguardi non s’incrociano mai. Probabilmente preferirebbero che i bianchi non fossero mai arrivati nella loro terra… Non si sente musica africana, ma soltanto occidentale. Tutto è ordinato… direi troppo ordinato, quasi severo.

L’apartheid è probabilmente cessata solo a livello politico, ma credo sia ancora molto lontano il giorno in cui scomparirà dalle abitudini comportamentali e dalle menti della gente. Lo si vede chiaramente dagli atteggiamenti delle persone e dal divario sociale che è abissale. Le abitazioni dei bianchi sono generalmente ville, più o meno lussuose circondate da alti muri e filo spinato, su tutti i cancelli ci sono cartelli che ammoniscono una risposta armata in caso di ingresso non autorizzato. Mi chiedo come ci si senta a vivere “blindati” in casa propria.

Le case dei neri al contrario non hanno bisogno di recinzioni: sono baracche ricavate con materiale di fortuna (lamiera, legno, cartoni) che si ammassano le une sulle altre per km e km. Chi si può permettere una casa di mattoni è già ricco e rappresenta un’eccezione in tale contesto.

Per lo più si tratta di una realtà in cui non esistono condizioni igieniche, non c’è acqua, né luce: sono le famose “township” che si trovano ai bordi delle maggiori città o che sorgono qua e là in mezzo al nulla.

Solo una minima parte della popolazione nera è riuscita a riscattarsi da un contesto sociale che l’ ha penalizzata per secoli.

A tale proposito, se pensate di visitare questo paese vi consiglio la lettura del libro “Il colore della libertà” di Nelson Mandela, in cui la sua storia personale e quella della lotta contro l’apartheid – in afrikaans “separazione” – vi apriranno gli occhi sui trascorsi recenti del Sudafrica e vi saranno più chiari tanti “perché” ancora attuali.

Cape Town, the Mother City, come la chiamano gli afrikaner, è una città di bianchi: dico questo perché abbiamo incontrato pochissime persone di colore per le strade.

E’ di per sé una città bellissima, con tanti edifici di epoca coloniale.

Si affaccia sull’oceano impetuoso e si estende fino alle pendici della suggestiva Table Mountain, la “montagna della tavola”, chiamata così proprio per la sua singolare conformazione dalla cima completamente piatta.

Nelle giornate terse e limpide, il paesaggio dalla vetta è davvero notevole. Si vede anche Robben Island, l’isola in cui Mandela ha scontato tanti anni di carcere.

Tutto attorno è natura spazzata dai venti freddi e dalle correnti oceaniche.

Al nostro arrivo, essendo appena iniziata la primavera, l’aria era ancora davvero pungente! Cape Town offre ai turisti molti diversivi che variano dallo shopping nei centri commerciali del Waterfront, alla vita notturna , ai buoni ristoranti.

Bellissima è anche la Penisola del Capo, dove in un unico giorno oltre a dei luoghi molto belli, possiamo anche ammirare animali per noi insoliti, come i buffi ed eleganti pinguini e le numerosissime foche della Druiker Island. Non sono affatto intimidite dalla presenza umana e continuano a giocare indisturbate tuffandosi nelle gelide acque che lambiscono l’isola. Quando fanno capolino dall’acqua hanno dei musetti davvero simpatici! Sembra che amino particolarmente prendere il sole perché alcune stanno immobili sulle rocce, proprio come fossero dei turisti che devono curare l’abbronzatura! L’incontro più affascinante sarà però ad Hermanus, dove per la prima volta nella vita vedremo le balene.

Questa località a circa 150 km da Cape Town, è nota meta turistica proprio per l’arrivo dei cetacei che nei mesi tra luglio e novembre ne popolano le acque.

Avremo la fortuna di ammirare decine di esemplari a pochissimi metri dalla riva e vi assicuro che sono maestose e bellissime.

Sembrano essere in una danza continua, in cui alternano fuori dall’acqua la coda, il ventre, il muso… per non parlare dei loro schizzi… e che versi!!! Vengono in queste baie più protette per il rituale dell’accoppiamento e seguire il loro comportamento è stato davvero interessante.

Resteremo ad ammirarle a lungo, senza stancarci mai.

Più adrenalinico invece l’incontro con lo squalo bianco, che fortunatamente non è stato casuale, ma ben organizzato e protetto… altrimenti non sarei qui a raccontarvelo! Il docile animaletto raggiunge circa i 5 mt di lunghezza e posso garantire che anche vederlo da sopra una barca fa un certo effetto.

Io eviterò di scendere nella gabbia e di immergermi, come invece faranno gli altri presenti.

La mia mente mi fornisce un sacco di alibi per restare sulla barca: la ragione principale è che l’acqua è gelida; un’altra è che i pescatori per richiamare la bestiola non fanno altro che pasturare, quindi buttano in acqua sangue e frattaglie di pesce marcio proprio accanto a chi si immerge; inoltre sono la fotografa della situazione, quindi devo seguire attentamente i movimenti dello squalo… dall’alto. La ragione VERA per cui non m’immergo, è naturalmente che ho paura e prediligo di gran lunga i pesci colorati, privi di denti che si nutrono di plancton e che possibilmente non superino i 20 cm di lunghezza.

Nel giro di un paio d’ore si alterneranno circa 10-11 differenti squali che si avvicineranno paurosamente alla gabbia dove si trovano i coraggiosi sub… uno di questi infilerà anche il muso tra le fessure e uno dei ragazzi uscirà dall’acqua terrorizzato! Però a dire il vero gli squali sembrano quasi disinteressati alla presenza umana e la loro attenzione è prevalentemente rivolta al pezzo di pesce che viene utilizzato come richiamo.

Comunque… che boccuccia!!!! E che dimensioni!!! Oceano, montagne, coste rocciose e dune di sabbia dorate, un mare blu intenso e onde dalla schiuma bianchissima… questo è il paesaggio che ci ha accompagnato per tutti i 3000 km di coste percorsi in Sudafrica.

La Wild Cost è effettivamente una costa selvaggia, come dice il suo stesso nome ed è spazzata costantemente da venti piuttosto forti.

Non è possibile la balneazione, le correnti sono troppo forti e solo qualche surfer coraggioso prova a sfidare le onde.

Sosteremo in città maggiori come Port Elisabeth e Durban solo per trascorrervi la notte perché l’idea di visitare grandi città non c’interessa molto in questo contesto.

A nord, nei pressi di Nelspruit e del Kruger, il paesaggio diviene finalmente più “africano”.

Il safari che abbiamo scelto si svolgerà in una riserva privata e ci regalerà emozioni piuttosto forti dato che incontreremo da vicinissimo tutti i “BIG 5”.

Scopriamo presto che il Lodge in cui ci troviamo (Tangala) è completamente privo di recinzioni e già il primo giorno vediamo al di là della piscina, a circa 50 mt da noi, un gruppo di quattro leonesse. Sembrano molto interessate ad una giraffa che è proprio accanto al ristorante… ma niente scena di caccia. Le leonesse preferiscono rilassarsi al sole, forse hanno già la pancia piena e io sono molto contenta per la giraffa! I ranger ci assicurano che nessun animale si addentra nel perimetro del lodge durante il giorno, ma di notte è possibile che arrivi di tutto… quindi vietato uscire dalle stanze! La notte successiva infatti, avremo una visita piuttosto insolita: saremo entrati in casa da circa mezz’ora, quando sotto la nostra finestra inizieremo a sentire distintamente i versi rauchi di un leone, probabilmente a caccia di cibo. Si protrarranno per circa un’ora.

Se fossi stata in una tenda probabilmente non sarei morta sbranata dal leone, ma di paura! Al mattino presto troveremo le prove: le impronte del leone sono tutte attorno alla nostra casa. Anche il ranger sembra incredulo… ma le orme non lasciano dubbio alcuno.

Belli e raffinati i leopardi, animali difficili da incontrare perché dalle abitudini prettamente notturne. Avremo la fortuna di vederne tre, giocherellare tra loro e pulirsi a vicenda.

Probabilmente si tratta di una famiglia, dato che il più piccolo è ancora giovane.

Il loro manto maculato passa dalle tonalità del dorato al bianco e il loro sguardo è penetrante.

Nelle riserve private i ranger possono portare i turisti fuori dai sentieri principali, quindi non appena avvistano un animale s’inoltrano nel bush, tra rovi, piante, arbusti ecc ecc…

Il lato positivo è che si arriva molto vicino all’animale, quello negativo è che s’invade sicuramente il suo territorio, creando a volte delle situazioni che potrebbero facilmente diventare pericolose. Infatti durante una di queste infiltrazioni nel bush, un’elefantessa con cucciolo accanto, fa’ cenno di caricare la jeep, ma il ranger l’allontana facendo semplicemente dei gesti con la gamba… incredibile! Lasciata la riserva privata ci prepariamo per raggiungere quelle che sono le nostre ultime mete sudafricane: il famoso Blyde River Canyon, le Bourke’s Luck Potholes, il God’s Window e diverse cascate.

Il Blyde River Canyon è per grandezza il terzo canyon al mondo. Il paesaggio anche qui è montano, ma finalmente in qua e in là si vede un po’ di terra rossa d’Africa.

La natura qui è stata veramente bizzarra nello scolpire le formazioni rocciose: 3 rocce di dimensioni notevoli sono di forma circolare; una ha addirittura una punta fatta come un tetto che le dona l’aspetto perfetto delle abitazioni tipiche africane: le rondavels ed è proprio da queste che le rocce prendono il loro nome “three Rondavels”.

E’ il punto panoramico più bello che osserviamo, mentre il resto non ci conquista in modo particolare.

Mi piace ascoltare i racconti di Mike, la nostra guida che ci informa su aneddoti e leggende sui fatti veri o presunti che si sono svolti in questi luoghi e delle varie tribù che li popolavano.

Quest’uomo sembra essere un pozzo di cultura per ciò che riguarda piante, animali e luoghi… sicuramente una bella fonte d’informazioni! Grazie Mike! Dopo tanti km percorsi siamo felici all’idea che i prossimi giorni saranno di puro relax al mare. Da Nelspruit un volo ci porterà a Vilankulo… Mozambico, arriviamooooo! (Se siete interessati, troverete anche il racconto relativo al Mozambico… Altrimenti BUON SUDAFRICA A TUTTI!!!) OSSERVAZIONI E CONSIGLI: – Per chi come noi non ama partecipare a “viaggi organizzati” in cui è necessario seguire il gruppo, ma non ha nemmeno voglia di noleggiare un’auto e guidare tutto il tempo, sappiate che un’ottima alternativa è il Baz Bus. Si tratta di un pulmino da circa 15 posti che offre un servizio di “drop on – drop off” da ostello a ostello, cioè carica e scarica i passeggeri davanti ai vari ostelli che si trovano sul percorso.

La loro organizzazione è ottima, i prezzi sono giusti e sono sempre puntuali.

In questo modo noi abbiamo girato tutto il Sudafrica, risparmiandoci la fatica di guidare, evitando il problema di sbagliare strada e sentendoci sempre al sicuro.

L’unico inconveniente è dover modellare il proprio itinerario seguendo gli orari e i giorni di questo bus… ma con un po’ di studio e lavoro ci si riesce senza problemi.

Troverete abbondanti info in internet sul loro sito www.Bazbus.Com – Se scegliete il Sud Africa con la speranza di andare al mare e gustarvi dei bei bagni, fossi in voi cambierei meta perché i punti in cui è possibile la balneazione senza correre pericoli (correnti molto forti e squali!!!) sono davvero mooolto pochi!!! In alcune zone gli squali arrivano proprio vicino alla riva perché l’acqua è spesso subito profonda… ricordatevi che è oceano! NB: Cambierei meta anche se dovessi andare in Africa per la prima volta e volessi vedere la “vera Africa”… non è qui… assolutamente! – Ottima agenzia per organizzare un safari è la GREEN RHINO con sede nei pressi di Nelspruit. Il loro sito internet è www.Greenrhino.Co.Za Gentilissimi, puntuali e molto affidabili… Doti davvero importanti perchè le cifre che si spendono in un safari non sono mai irrisorie!



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