Sud Africa: libertà e colori

Il viaggio è iniziato ancora 5 anni fa, dopo essere stata 3 mesi in Sudafrica in un GameRanch. Mi sono innamorata di questo paese, così ricco di paesaggi diversi, così contrastato e contrastante ma stupendo. Ma di tutto il SA mi era rimasta impressa una zona, la zona meno conosciuta: il Northern Cape. Così dopo essermi informata sul periodo...
Scritto da: anna.disegna
sud africa: libertà e colori
Partenza il: 07/09/2007
Ritorno il: 24/09/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Il viaggio è iniziato ancora 5 anni fa, dopo essere stata 3 mesi in Sudafrica in un GameRanch. Mi sono innamorata di questo paese, così ricco di paesaggi diversi, così contrastato e contrastante ma stupendo. Ma di tutto il SA mi era rimasta impressa una zona, la zona meno conosciuta: il Northern Cape. Così dopo essermi informata sul periodo giusto per andarci siamo partiti alla scoperta di un angolo meraviglioso e davvero poco “turistico”.

Noleggiato auto 4×4 con roof tent (tenda sopra l’auto) e tutto l’occorrente per mangiare, acquistato i biglietti fino ad Upington … Dopo 20 ore di viaggio siamo arrivati. Prima tappa il NAMAQWALAND : dopo 3 ore di auto di strada dritta, solitaria e desolata i nostri occhi sembravano sognare. Eravamo attorniati da centinaia, migliaia di fiori… Dal giallo, all’arancio, al viola, al blu e al bianco. Fiori perfetti, grandi, piccoli, strani e altri semplici margherite… In ogni angolo solo colori, bellissimi stupendi fiori colorati. Settembre è la stagione dei fiori e Springbok ne è la capitale. Abbiamo dormito negli unici 2 campeggi del paese. Temperature glaciali sera e mattina, ma di giorno il cielo azzurro terso rendeva ancora più brillanti i colori di questo paradiso: zone in cui i fiori sembravano quasi dipinti sulle roccie, incastonati fra le radici degli alberi Kokerboom … Un vero incanto della natura. Da Spingbok siamo poi partiti alla volta della AUGRABIES FALLS: il fumo che tuona. In realtà non c’era molta acqua ma lo spettacolo era incredibile, roccie animate da lucertole tricolore (blu, rosso e verde), pozze d’acqua che riflettevano il blu del cielo quasi a toccarlo. Obbligo un lungo trakking all’interno di questo parco, dove kokerboom color terra si stagliano su grandi roccie color rosso porpora.

L’ultima parte del viaggio l’abbiamo dedicata al nuovo parco transfrontaliero: KGALAGADI National Park. Abbiamo pernottato a Twee Rivieren (entrata) per tutte le altre notti (negli altri parchi non c’è bancomat, carta di credito nè cellulare funzionati, ma c’è benzina!) . Ogni giorno 3 safari , al mattino presto (6,30 apertura cancelli) – poi prima di mezzogiorno e quindi sera (18.30 chiusura cancelli). In 10 anni di viaggi in Africa è la prima vota che vediamo così tanti leoni. Il primo gruppo di 4 a 2 km dal camp… Meraviglioso vederli camminare, vederli giocare fra di loro incuranti della nostra presenza. Sono grandi, veramente grandi e quando si girano e ti guardano fisso con quegli occhi arancione il cuore sembra fermarsi … Silenzio assoluto e poi riprendi fiato quando li vedi sdraiarsi davanti a te e sbadigliare. Ah come sono belli.

Un giorno ci siamo imbattuti in una tempesta di sabbia: il vento era fortissimo e non si vedeva nulla. Poi all’improvviso il vento si è fermato e una lunga scia grigia accompagnava il lento camminare di centinaia di animali che si erano fermati nel bel mezzo della arida pianura lungo il fiume Nossob. Sembrava un quadro surreale.. La nostra auto e loro. Tutti fermi in attesa che si palcasse la tempesta. Avevamo sabbia dappertutto… Ma il ricordo di quei minuti e la vista come annebbiata di quel branco di impala immobili è rimasta impressa nei miei occhi. Lungo la strada si possono incontrare gnu, springbok, orici, eland, iene, ghepardi, leopardi (solo alla sera e con tanta fortuna) e giraffe ( queste solo nella zona di MataMata) . A Nossob, zona a nord del parco ci siamo quasi scontrati con due leoni che avevano appena ucciso un kudu (fa pena pensarlo ma è un ciclo naturale)… Stavano pranzando. A pochi metri già gli sciacalli erano in attesa e ancora più in la, immobili sugli alberi , si stavano ammassando decine e decine di avvoltoi… Questa è la natura, bella, dura, difficile ma anche così semplice e pura. Forse noi umani dovremmo imparare dai comportamenti degli animali che, per assurdo, sono più rispettosi e veri di quelli degli “esseri umani”. Il nostro viaggio è stato un lungo ammirare il muoversi di ogni essere vivente del parco, non solo leoni ma anche i salti leggiadri degli springbok che quando bevono fanno un rumore che sembra quello di uno starnuto, alle iene “brown” che con il loro folto pelo nero si nascondono perfettamente fra i rami degli alberi secchi. E’ stata una scoperta continua. Vedere da vicino queste creature , imparare i loro comportamenti, ascoltare i loro versi è piu’ che viaggiare … È come amare la vita e la libertà. Questa parte dell’africa è ancora poco conosciuta ma è sicuramente la più bella e vera. Non è come andare nel Kruger in cui gli animali si sono abituati agli esseri umani e le strade sono asfaltate, qui tutto è un’avventura, dalle strade sterrate e polverose, agli animali che scappano al minimo rumore di acceleratore (si va a 30 all’ora al max). Il tempo qui non esiste, il tempo è scandido dal sole che sorge e fa intravedere fra le nuvole polverose alzate dagli animali i “musi” affannati alla ricerca di cibo, e al calare del sole il silenzio rotto dal ruggito di un leone a caccia o dagli “strilli” degli sciacalli mentre si abbeverano nelle poche pozze d’acqua. Ecco questa è la mia Africa, quell’africa che ti entra dentro le ossa, dentro la testa e che ti accompagna anche a casa durante ogni momento quasi a ricordarti che “c’è” ed è viva piu’ che mai.

Il viaggio è terminato ad Upington dove dopo 16 gg di campeggio abbiamo finalmente dormito su un materasso: Africa River Lodge, bello, stile africano, lungo l’orange River dove le nostre ossa si sono stese e riposate … Pronte a ricominciare una nuova avventura.



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