Sudafrica “per caso” 2

…Indecisi sulla meta per le nostre vacanze estive, ci balena per la testa l’idea del Sudafrica. Inizialmente i dubbi sono moltissimi, in primis dobbiamo capire bene il problema profilassi: in questa stagione (la nostra estate, quindi l’inverno in Sudafrica) è proprio necessario fare l’anti-malarica? Dopo aver letto mille e più opinioni...
Scritto da: goku
sudafrica per caso 2
Partenza il: 08/07/2006
Ritorno il: 29/07/2006
Viaggiatori: in coppia
…Indecisi sulla meta per le nostre vacanze estive, ci balena per la testa l’idea del Sudafrica. Inizialmente i dubbi sono moltissimi, in primis dobbiamo capire bene il problema profilassi: in questa stagione (la nostra estate, quindi l’inverno in Sudafrica) è proprio necessario fare l’anti-malarica? Dopo aver letto mille e più opinioni decidiamo di non rischiare e di farla. Io opto per il Lariam (passato dalla Asl) mentre la mia dolce metà investe 54€ nel Malarone per evitare i devastanti effetti indesiderati del Lariam. A posteriori le 2 scelte si rivelano azzeccate in quanto nessuno dei due soffre l’assunzione dei 2 farmaci. A dire il vero nelle zone malariche visitate (Limpopo, Mpumalanga e Kwa-zulu Natal sino a St. Lucia) di zanzare ne abbiamo incontrate veramente poche e grazie anche ai repellenti acquistati sul posto di punture nemmeno l’ombra…Il secondo problema era quello della sicurezza: anche qua dopo esserci informati su internet da precedenti viaggiatori, capiamo che è un problema risolvibile senza particolari problemi e oggi di ritorno dal viaggio posso confermarlo. Ovviamente è necessario usare il buon senso, evitare situazioni pericolose e non ostentare la ricchezza. Noi abbiamo avuto “zero” problemi, ma in alcuni casi (soprattutto nelle grandi città come Cape Town e Johannesburg) abbiamo percepito la pericolosità di determinate situazioni…Il terzo problema era quello della spesa del viaggio e in questo caso i nostri timori si sono rivelati piuttosto fondati. Per aiutarvi nella programmazione del viaggio vi snocciolo due cifre: -volo Milano-Johannesburg (via Atene con Olympic airlines) 1030€ (a testa) -affitto macchina(Hiunday Getz con a/c e stereo) per 18 giorni: 4660 rand = cc. 530€ -cambio Rand-Euro da 8,6 a 9 rand per 1€ -costo di un litro di benzina verde 6 rand -costo medio di una camera doppia per notte in B&b, hotel o Guesthouse 450 rand(variazioni in caso di breakfast, weekend e ovviamente qualità dell’alloggio) -costo medio di una cena al ristorante: 100 rand (anche in questo caso con variazioni consistenti in base al locale e alla zona) -pacchetto di Marlboro 12rand -1/2 litro di birra al ristorante 10rand Clima: su di un totale di 21 giorni abbiamo trovato 19 giorni di sole pieno, ½ giornata di pioggia( ad Arniston) e 1 ½ di cielo nuvoloso (sempre nel sud); temperatura piacevole (20°-25°) nel nord sino all’Eastern Cape, un po’ più fresca nel sud (15°-20°), se il tempo è brutto la temperatura può scendere notevolmente, portatevi una giacca a vento… Turisti: pochi in generale, di più al Kruger e a Cape town, italiani pochissimi: ne abbiamo incontrati 2 nei primi 17gg di viaggio e un po’ di più a Cape town Alloggio: mediamente la qualità è ottima, sicuramente superiore alla media europea, i prezzi piuttosto bassi. A parte per il Kruger dove è necessario prenotare negli altri posti non abbiamo mai avuto problemi di disponibilità.

Ristoranti: anche in questo caso vi è un ottimo rapporto qualità-prezzo, le specialità del posto sono prevalentemente a base di carne (di tutti i tipi) o pesce, obbligatoria la mancia (almeno il 10%), da provare assolutamente i vini locali.

Strade: generalmente in buone condizioni, all’interno dei parchi e in alcune zone del sud sono sterrate, nell’Eastern Cape e nello Swaziland fate attenzione agli animali che attraversano… fate anche attenzione a tutte le persone che camminano lungo l’autostrada Il nostro viaggio si è svolto fra l’8 e il 29 luglio 2006 ed ha seguito questo itinerario con volo Milano Malpensa-Atene-Johannesburg Auto a noleggio per un totale di circa 5400Km: Johannesburg-Sabie-Pilgrim’s Rest-Blyde River Canyon-Phalaborwa-Kruger Park-Komatipoort-Ezulwini Valley (Swaziland)-St.Lucia-Hluluwe Umfolozi Park-Umtata-Grahamstown-Addo National Park- Jeffrey’s Bay- Tsitsikamma NP-Knysna- Oudtshoorn-Arniston-Cape Agulhas-Hermanus-Winelands-Cape Town-Johannesburg.

8/7 Partiamo da Malpensa alle 19.40 con un volo della compagnia di bandiera greca Olympic Airlines e dopo uno scalo di 2 ore ad Atene ci imbarchiamo sul volo che ci porterà a Johannesburg. Arriviamo, in orario, alle 09.00 all’aeroporto internazionale di Johannesburg.

9/7 Johannesburg (aeroporto)—Sabie :463km Dopo una breve fila al controllo passaporti, e dopo aver cambiato i primi 100€ in rand, usciamo dallo scalo per andare a ritirare la macchina prenotata dall’Italia. Dopo aver declinato le 1000 offerte di strani personaggi che si aggirano per l’aeroporto, facciamo l’errore di dire a uno di questi cosa stiamo cercando, il tipo si offre di accompagnarci al banco della compagnia di affitto macchine, io stanco dal volo e piuttosto disorientato accetto. Dopo la bellezza di 20 mt ecco spuntare l’edificio dove sono conglobati tutti gli uffici delle compagnie di affitto macchine, come ampiamente previsto il tipo per questo “dispendioso” servizio ci chiede dei soldi, io gli do 50cent di € (già troppo…)e lui osa lamentarsi…Consiglio: arrivati in aeroporto non calcolate assolutamente nessuno. Se dovete affittare una macchina uscite dallo scalo, girate a sinistra in direzione degli “arrivi nazionali” dopo circa 40-50 mt sulla destra c’è l’edificio delle compagnie di rent a car. Comunque dopo questa prima esperienza andiamo a prendere la macchina presso gli uffici della “Dollar-Thrifty”. Dall’Italia avevamo deciso di affittare una macchina di classe”B”, in quanto più comoda (aria condizionata-necessaria al nord, facoltativa al sud-, stereo-indispensabile-) e soprattutto perché ci dava più garanzie di tenuta, visto che sapevamo di dover fare + di 5000 km parte dei quali in strade non proprio perfette. La scelta a posteriori si è rivelata azzeccata. Ci danno per circa 530€ (18 gg con copertura assicurativa compresa) una nuovissima Hiunday Getz. Partiamo dall’aeroporto in direzione Mpumalanga, ma appena fuori la mia navigatrice nonché splendida fidanzata sbaglia indicazioni e invece di farmi fare la strada diretta mi fa passare per Pretoria…Và be tanto prendo confidenza con la guida a destra e mi abituo ad usare le frecce invece che azionare i tergicristalli…Il resto del viaggio prosegue senza ulteriori intoppi, su strade piuttosto comode a 2 corsie in un paesaggio arido e con la piccola particolarità di decine e decine di persone di colore che passeggiano lungo l’autostrada. Arriviamo nel tardo pomeriggio a Sabie , dopo esserci fermati al Long Tom pass a scattare le nostre prime foto. In questo grazioso paese di montagna avevamo prenotato dall’Italia una notte al B&B Wayfarers (490 rand in 2 con abbondante colazione). Ci sistemiamo in una camera situata al secondo piano, molto bella con un bagno enorme molto pulito e quindi usciamo per cercare un locale dove trasmettano la finale della Coppa del Mondo di calcio. Alle 17.15 è già buio sembra di essere in inverno (ed in effetti qua lo siamo..), la temperatura è bassina (10 gradi circa), quindi optiamo per andare a cenare visto anche che il nostro pranzo è stato fatto in autogrill con del biltong (carne essiccata). Seguiamo i consigli di Lonely e Routard e andiamo al “Smokey train” un ristorante ricavato da una carrozza ferroviaria, mangiamo abbondantemente e piuttosto bene (io prendo una T-bone) e spendiamo 120 rand in due, un vero affare…A questo punto ci fermiamo in un bar dove vedo parecchio movimento, scendo dalla macchina e chiedo se danno la partita, risposta affermativa addirittura posizionano una tv verso me e Cristina. Gli avventori del bar sono tutti uomini (circa 10) che per questa serata diventano tifosi italiani, la partita scorre fra una birra e qualche commento tecnico-tattico con i miei nuovi amici sudafricani, sino all’apoteosi finale: al rigore realizzato da Grosso salto dalla seggiola e inizio a rotolare e a saltare come un grillo avvolto nel tricolore portato dall’Italia, i ragazzi africani mi fanno i complimenti e mi salutano uno ad uno, veramente simpatici…Usciamo dal locale e torniamo al B&B dove ci accoglie il proprietario che ci festeggia!!!Ancora un po’ di tv per vedere la premiazione e poi a nanna. E’ stata una giornata intensa, siamo in Sudafrica (dall’altra parte del Mondo), siamo campioni del Mondo (dopo 24 anni)e ci aspettano 20 giorni di vacanza, cosa volere di più? -alloggio:Wayfarers Guesthouse 461 Sabie www.Wayfarers.Co.Za 490r per la doppia con colazione (cc 55€) -pasti: cena da Smokey train , Main street, dietro la stazione di servizio BP, 60r a testa (cc.6,7€) 10/7 Sabie—Phalaborwa: 175km Ci alziamo presto e dopo un’abbondante colazione lasciamo quest’ottimo B&B, facciamo sosta in paese per acquistare lo stranissimo adattatore per le prese elettriche sudafricane (12r=1,20€), facciamo benzina (6,2r al litro circa 70 cent di euro) e quindi ci avviamo verso il Blyde River Canyon. La prima sosta è alle Mac Mac Pools, niente di che…Quindi saltate le Mac Mac Falls ci dirigiamo verso Pilgrim’s rest. Segnalo innanzitutto la strada per raggiungere il villaggio, veramente bella, Pilgrim è stato un villaggio di minatori nato dopo la scoperta dell’oro in questa zona, chiusa la miniera il villaggio si spopolò, oggi è diventato un’attrattiva turistica, che però vanta ancora alcuni posti dove respirare l’atmosfera dei tempi andati. Segnalo in particolare il Vecchio cimitero raggiungibile a piedi in 5 minuti dalla chiesa metodista di Uptown, zero turisti, lapidi dell’800, silenzio assoluto, veramente bello…Il resto del villaggio è carino ma fra turisti e parcheggiatori abusivi che ti lavano la macchina senza chiedertelo, ti lascia un po’ così! Riprendiamo la macchina e dopo 30 minuti arriviamo a Graskop per pranzare con i famosi Pankakes locali. Sempre seguendo i consigli delle nostre guide cartacee andiamo a mangiare da “Harries Pancakes”, mai scelta fu più azzeccata, prendiamo 2 pancakes salati (feta e spinaci e prosciutto e formaggio) e uno dolce (banana e cioccolato con gelato sopra), le porzioni sono enormi, la qualità è eccelsa e in tutto spendiamo120r in 2(cc 13,5€), da non perdere assolutamente…Con lo stomaco pieno riprendiamo la macchina e dopo 2 soste piuttosto inutili a The Pinnacle e a God’s Window (saltateli tranquillamente se avete poco tempo), andiamo a vedere le Berlin Fall’s (carine). Salendo per il Canyon arriviamo alle Bourke’s Luck Potholes bizzarre buche cilindriche scavate nella roccia dai mulinelli del fiume Blyde, molto carine e fotogeniche…Da qui raggiungiamo i Three Rondavels, tre rocce cilindriche con la sommità a cupola simili alle capanne, panorama mozzafiato con il sole in fase calante (sono già le 16.00…) ad illuminare il tutto e uno splendido lago turchese a fare da sfondo. Sicuramente il più bel panorama della giornata (altro che God’s window…). Saltiamo in macchina e riprendiamo la R532 verso il Limpopo, superiamo l’Abel Erasmus Pass (bel panorama con il tramonto) e verso le 18 con il buio che già ci avvolge arriviamo a Phalaborwa. Dall’Italia avevamo prenotato all’Elephant Walk, un ostello consigliato dalla Lonely, ma arrivati scopriamo che c’è stato un disguido e invece della doppia ci propongono 2 letti in camerata, breve consulto con Cristina e decidiamo di cercare un’altra sistemazione, ci dirigiamo al Daan & Zena un misto fra un ostello e un B&b dove troviamo una doppia per 150r (17,3€), la camera non è niente di speciale ma il rapporto qualità/prezzo è eccezionale..Sono già le 20 e dobbiamo ancora mangiare, breve doccia e via verso il ristorante. Sulla strada incrociamo dei cartelli che segnalano la presenza di ippopotami, sarà vero? possibile visto che siamo a 1km dal gate del Kruger, comunque per la cena andiamo al Buffalo Pub & Grill ottimo ristorante specializzato in carne, spendiamo 150r in due(17€) mangiamo bene e in maniera abbondante e io provo per la prima volta la famosa salsa piccante Peri-Peri, ottima e “very hot”…Alle 21.30 siamo già a letto, diventerà una consuetudine. Qua in Sudafrica si vive con la luce: sveglia molto presto, cena fra le 18 e le 20 e a nanna non dopo le 22.

-alloggio Daan & Zena’s 15 Birkenhead St. Www.Daanzena.Co.Za (150r x una doppia senza colazione) -pasti: pranzo Harries Pancakes(Graskop- Louis Tricardt St. 120r in due), cena Buffalo Pub & Grill (Phalaborwa- 1 Lekkerreek St. 150r in due) 11/7 Palaborwa—Kruger NP (Olifants rest Camp): 115 km Sveglia all’alba, vogliamo entrare per primi e senza altri turisti al Kruger. Alle 06.30 siamo al gate che dista 1km dal B&B, sbrighiamo le formalità per l’ingresso e via per il nostro primo safari. Dentro al Kruger il limite di velocità è di 50 km/h e non si può mai scendere dall’auto se non in alcuni (pochissimi) punti segnalati, per quanto riguarda la velocità, non è un problema in quanto se si vogliono avvistare gli animali è già troppo fare i 30km/h, mentre ammetto che più di una volta sarei sceso volentieri dalla macchina. State attenti a valutare bene le distanze perché il calcolo: “…Devo fare 150km, a 50km/h, quindi ci metto 3 ore..”non funziona. Visto che siete in un parco safari può succedere ( e si spera che succeda) di incontrare nel bel mezzo dei 150km previsti, nell’ordine: un leone con macchine impazzite posteggiate in mezzo alla strada e voi stessi che cercherete d’immortalarlo, un elefante che passeggia per la strada e lì ne avrete d’aspettare oppure una mandria di bufali che attraversa la carreggiata. Quindi per i trasferimenti calcolate sempre una media di max 30km/h. Occhio perché sia i gate d’accesso che i rest camp chiudono all’ora prevista e se sforerete pagherete una multa salata.

Torniamo a noi: come ho detto prima, facciamo le prime 3 ore all’interno del Kruger in perfetta solitudine e incontriamo nell’ordine ippopotami, una mandria di bufali, alcune zebre, dei babbuini e decine di impala, antilopi, kudu,e springboks. In prossimità del nostro campo (l’Olifants) siamo circondati da alcuni elefanti che ci chiudono la strada sia davanti che dietro, con l’adrenalina a mille, visto che uno di questi ci “punta” movendo nervosamente le orecchie e un altro barrisce alle nostre spalle, alziamo i finestrini nell’attesa che il pericolo passi. Ci và bene gli elefanti si allontanano, ma che paura…Arriviamo all’Olifants rest camp a mezzogiorno. Questo campo si trova in una fantastica posizione su di un rilievo che si affaccia sull’Olifants River da cui si apprezza una vista spettacolare. All’alba e al tramonto, ma anche in altre ore della giornata, si possono vedere gli animali che scendono al fiume, che si trova 100mt più in basso. Il campo è disposto a terrazze e anche dal nostro capanno prenotato dall’Italia ( e qui è obbligatorio) si gode una vista meravigliosa. Posati i bagagli ci dirigiamo al ristorante del campo per mangiare qualcosa, nemmeno il tempo di sederci che attirati dalle urla di meraviglia degli altri ospiti del campo raggiungiamo la terrazza che dà sul fiume Olifants: la scena che ci appare è degna del migliore documentario naturalista, vediamo una leonessa che rincorre un antilope sulle sponde del fiume, purtroppo per la leonessa e per fortuna dell’antilope, la caccia non va a buon fine e l’antilope riesce a scappare. Seguiamo allora la leonessa che torna sull’altra sponda dell’Olifants quando, raggiunta una zona verdeggiante, compare un leoncino che inizia a strusciarsi sulla madre, che dire, come inizio non male vero? Riprendiamo la macchina e iniziamo a girare per le strade secondarie (sterrate) nei dintorni del campo, il nostro mini safari pomeridiano ci porta sulle rive del fiume dove incontriamo altri ippopotami, gazzelle, zebre, elefanti e bufali, alle 17.30 chiude il gate del campo quindi ci affrettiamo e rientriamo giusto alle 17.29. Andiamo alla terrazza e ci gustiamo il tramonto, l’atmosfera è magica e i colori sono quelli che abbiamo sempre immaginato pensando all’Africa, per di più l’Olifants con la sua posizione privilegiata sul fiume dove vediamo gli animali abbeverarsi, rende il tutto semplicemente stupendo…Rimaniamo sulla terrazza anche col buio, c’è una luna stupenda e gli animali iniziano a fare i loro “discorsi notturni”, non ce ne andremmo mai, ma verso le 20 la fame inizia a farsi sentire. Siamo obbligati a mangiare al Buffet dell’unico ristorante del campo, spendiamo 240rand in 2(28€), il cibo è piuttosto dozzinale e il rapporto qualità prezzo non ci soddisfa, ma dopo tutte le emozioni che ci ha riservato questo magnifico Rest camp, possiamo anche passarci sopra…Consiglio: di passaggio abbiamo visto molti altri Rest Camp del Kruger, alcuni sono veramente orribili (Satara), altri un po’ più carini (Letaba e Lower sabie), ma l’Olifants è decisamente di un altro livello, passateci almeno una notte ne vale veramente la pena.Comunque torniamo al capanno col sottofondo musicale degli animali del fiume e ci mettiamo a dormire, domattina levataccia alle 4.20, alle 5.00 parte il “Morning drive”.

Alloggio:Olifants rest Camp 510 rand il capanno(cc. 58€) www.Parks-sa.Co.Za Pasti : pranzo al bar del campo 90rand in due, cena a buffet al ristorante del campo(240rand in due) Ingresso al parco: 120 rand a persona 12/7 Kruger (Olifants Rest Camp)—Komatipoort: 216km Partiamo per il safari mattutino alle h05.00, siamo in 8 e ci caricano su di un furgoncino rialzato completamente aperto, la temperatura si aggira sui 5-10 gradi, ma quando il furgone parte la temperatura scende sotto zero, sul mezzo ci sono delle coperte di lana per coprirsi, ma nonostante ciò fa un freddo polare…Per di più l’autista ci affida una mega torcia d’accedere per vedere meglio gli animali, quindi con una mano sempre impegnata a tenere in il mega faro e l’altra a tenermi addosso la coperta la prima parte del safari si rivela una tortura!!! Vediamo un rinoceronte (e siamo a 4 big-five..In un giorno), delle giraffe, gazzelle, elefanti, ecc.

Ci fermiamo ad ammirare l’alba presso una pozza d’acqua, ci riprendiamo dal freddo e assistiamo ad uno dei momenti più belli dell’intera vacanza (solo per questo vale la pena svegliarsi alle 4.00 e congelare sul furgoncino…). La temperatura, con il sole, inizia ad alzarsi e iniziamo a goderci il safari, incontriamo una mandria di bufali (100 e forse di più)aizzati dal nostro driver con dei versi incomprensibili a noi umani…Loro rispondono emanando fumo dalle narici , la situazione è piuttosto instabile e per fortuna il nostro pilota decide di ripartire. Riprendiamo la strada per l’Olifants, incontriamo ancora qualche animale (elefanti, giraffe, zebre, impala, ippopotami,ecc)e quindi alle 08.30 siamo al campo. Impressioni sul Morning Drive: innanzitutto offre la possibilità di uscire dal campo al mattino presto con il buio in un momento in cui gli animali tornano dalla caccia notturna, quindi aumentando le possibilità d’incontrarli. Ovviamente qui subentra la fortuna, ma una cosa è uscire alle 5 un’altra è uscire alle 6.30. Le strade percorse in parte erano le stesse fatte il giorno prima in autonomia, ma gli avvistamenti migliori li abbiamo fatti nelle stradine sterrate vietate al traffico privato. In sintesi, copritevi molto bene (giacca a vento e cappello obbligatori), armatevi di pazienza e gustatevi quest’esperienza.

Come detto alle 8.30 siamo all’Olifants, facciamo una corposa colazione, prepariamo le valigie e alle 9.30 lasciamo il campo. La nostra intenzione è raggiungere il Lower Sabie che dista circa 150km per vedere se hanno un alloggio per la notte. Seguiamo la strada principale che attraversa il Kruger, incontriamo elefanti, ippopotami,babbuini, un’iguana, nyala, impala, springboks, kudu,ecc) per il pranzo ci fermiamo al Satara. Reduci dall’Olifants, il campo ci fa un’impressione negativa: sovraffollato, troppo grande e collocato a livello paesaggistico in una pianura piuttosto brulla. Lasciamo il Satara verso l’una e mentre osserviamo dei babbuini giocare, a 20 mt davanti a noi sulla strada ci appare un giovane leone, ci avviciniamo lentamente e chiudiamo i finestrini (non si sa mai…), il felino ci passa accanto (a non più di due metri) e quindi si dirige verso il bush, nel frattempo da soli che eravamo, arrivano altre macchine che iniziano a fare manovre da paura per poter seguire il leone, anche noi ci adeguiamo e seguiamo in parallelo il “re” per circa 15 minuti dopodiché vista la nostra tabella di marcia riprendiamo la strada verso sud. Prima di arrivare al Lower Sabie incontriamo altre giraffe, dei facoceri, degli strani uccelli, altre gazzelle, degli gnu, più molti altri animali. Arriviamo al campo alle 16.30, chiedo se c’è posto per la notte, ma purtroppo la risposta è negativa, allora saliamo velocemente in macchina e ci dirigiamo verso il gate che dista 40km. Abbiamo un’ora per fare 40km, dovremmo farcela, ma qua iniziano i problemi, circa 10 km dopo il campo iniziano una serie di incendi che ci accompagnano per una ventina di chilometri, le fiamme lambiscono la strada ma tutto sommato, a parte la puzza di fumo, tutto sembra tranquillo, ma il pericolo è dietro l’angolo, anzi dietro la curva…Arriviamo infatti a circa 10 km dall’uscita del parco e ci troviamo sbarrata la strada da 2 enormi lingue di fuoco che si parano come un muro sulla carreggiata, decidiamo con altre 2 macchine di tornare indietro di circa un chilometro per non rimanere intrappolati fra i 2 fronti dell’incendio (il primo fronte sebbene fosse meno pericoloso lo avevamo lasciato alle spalle). Spegniamo la macchina e rimaniamo in attesa (di non si sa cosa, visto che di soccorsi nemmeno l’ombra…), intanto ci raggiungono altre macchine (in tutto saremo una decina). Iniziamo a ragionare sul da farsi: il gate chiude fra 20 minuti, il Lower Sabie è a 20km e non ha posti per la notte e siamo nel bel mezzo di un incendio incontrollato…Ma prima di poter decidere qualcosa le 2 macchine che ci precedono decidono di affrontare l’incendio, io per sicurezza mi limito ad osservarle. Le vedo sparire all’orizzonte e decido di provare, effettivamente nel punto dove prima c’erano le 2 lingue di fuoco che chiudevano la carreggiata l’incendio sembra essere calato, ma dopo questa pia illusione entriamo nell’inferno, fiamme di 2 e più metri alimentate dal vento lambiscono la macchina, fumo denso, che oltre a non farci respirare rende la visibilità pessima (max 5metri). Passiamo alcuni minuti fra la vita e la morte, decido che a questo punto, vista l’impossibilità di tornare indietro, convenga uscire il prima possibile da questa situazione: accelero al massimo e con Cristina in panico faccio 2 minuti ai 100km/h nel buio più totale, piano piano vediamo filtrare la luce del sole e finalmente usciamo da quest’inferno. Decidiamo di fregarcene della chiusura del gate e andiamo vicino ad una pozza per scaricare la tensione accumulata, io me ne frego anche delle regole del parco (vista la totale mancanza di assistenza per l’incendio) e scendo dalla macchina a fare due passi. Ricaricate le pile superiamo il Crocodile Bridge e ci fermiamo a Komatipoort per la notte.

La città o meglio il villaggio non offre attrattive particolari ma è un importante crocevia per i viaggiatori diretti al Kruger , in Mozambico o come nel nostro caso in Swaziland. Troviamo sistemazione per la notte al Sundown Lodge sulla strada principale del villaggio arrivando dal Kruger. Il complesso è carino con un bel bar immerso nella vegetazione, le camere sono piuttosto spartane e con pericolose falle nelle zanzariere delle finestre (infatti ci cospargiamo di autan e accendiamo la citronella). Per cena consigliati dalla Lonely andiamo al vicino (a 20mt dal nostro Lodge) Restaurante Tambarina specializzato in piatti Mozambicani, mangiamo molto bene (io prendo dei gamberoni in salsa Peri Peri) e spendiamo 200rand in due. Con la pancia piena e stanchi da una giornata che era iniziata al mattino alle 04.00 con un safari e un alba indimenticabile e si era conclusa con un incendio potenzialmente letale, ci addormentiamo stanchi, ma già proiettati alle prossime giornate, ci aspetta lo Swaziland… Alloggio: Sundown Lodge Rissik st -Komatipoort- (doppia con colazione a 380rand, cc43€) Pasti: cena al Restaurante Tambarina ( 200 rand in 2, cc 23€) 13/7 Komatipoort—Ezulwini Valley (Swaziland):224km Dopo una veloce colazione, ci mettiamo in viaggio verso il confine con lo Swaziland. Arriviamo al varco di Jeppe’s reef verso le 10 (cc.45 minuti da Komatipoort), sbrighiamo le pratiche per l’ingresso (molto veloci, paghiamo 5rand) e iniziamo a percorrere le strade di questo piccolo stato dell’Africa meridionale. Attraversiamo montagne ricoperte di boschi, la strada è tutto un sali e scendi , il paesaggio è bellissimo e per strada incrociamo mucche, capre e moltissimi cani . Il primo villaggio che incontriamo è Piggs Peak, confusione totale, centinaia di persone che ti attraversano la strada da tute le parti. Noi ci fermiamo a fare benzina visto che costa meno che in Sudafrica (si può pagare in rand, ma il resto può essere in rand o nella moneta locale). Riprendiamo la strada , superiamo Mbabane(niente di che…) e ci dirigiamo verso la Ezulwini Valley ed in particolare al Milwane Wildlife Sanctuary, un’area protetta (la prima dello Swaziland) circondata da bellissime montagne, con al proprio interno decine di specie di animali. Al gate chiediamo un alloggio per la notte, ci danno per 320rand un capanno con tetto in paglia. Posiamo i bagagli e ci riempiamo lo stomaco al ristorante del parco, l’Hippo Haunt. Questo ristorante si trova su delle palafitte in un laghetto dove nuotano tranquillamente ippopotami e coccodrilli ed infatti durante il pranzo un coccodrillo ci arriva proprio sotto, preoccupandoci e facendoci allontanare dal bordo dov’eravamo a mangiare… il cibo è discreto, ma è l’atmosfera ad essere eccezionale e infatti riserviamo un tavolo bordo-lago anche per la cena…Alle 14 iniziamo a girare per la riserva. Nonostante la cartina, ci perdiamo in mezzo ai boschi, dopo aver attraversato anche un ponte di tronchi su di un fiumiciattolo, quasi al tramonto ritroviamo la strada maestra, recuperiamo due ragazzi inglesi che giravano a piedi spersi vicino ad un laghetto, con la possibilità di essere divorati da un coccodrillo o caricati da un hippo. Li riportiamo al campo principale (erano a piedi…)e torniamo fuori per gustarci il tramonto. Durante il nostro giretto pomeridiano vediamo nell’ordine: ippopotami, coccodrilli, zebre, facoceri, struzzi,gazzelle, kudu, più molti uccelli. Torniamo nella nostra capanna, veloce doccia, 2 minuti di riposo e poi(alle 19) torniamo all’Hippo Haunt, ceniamo a lume di candela con vista lago (e quindi vista coccodrilli), il cibo (a buffet) non è eccezionale ma l’atmosfera compensa tutto. Dopo cena assistiamo a delle danze tipiche Swazi, carino ma un po’ troppo costruito. Andiamo a nanna verso le 22. In piena notte mi sveglio al verso degli ippopotami (una specie di raglio…) mi affaccio dal capanno e vedo passeggiare tranquillamente davanti alla nostra porta nell’ordine: un ippopotamo, un nyala e una gazzella, sveglio Cristina ma lei dopo avermi dato del visionario si riaddormenta. Io con l’aiuto della luna piena mi gusto la scena e dopo 10 minuti torno a letto…Che sballo!!! Alloggio: Capanno al Milwane Wildlife Sanctuary 320rand (cc 37€) Pasti: cena a buffet all’Hippo Haunt 115rand a testa(cc.13€) Ingresso al Milwane Wildlife Sanctuary:25rand 14/7 Ezulwini Valley(Swaziland)—St. Lucia: 370Km Sveglia presto, veloce colazione al “solito” Hippo haunt e via verso l’uscita del parco direzione St Lucia. Prima di lasciare l’Ezulwini Valley ci fermiamo da Swazy Candle (bellissime candele di tutte le forme e dimensioni a pochi rand) e da Baobab Batik, un negozietto che vende bellissimi batik fatti a mano a circa 1 km da Swazy candle. Prendiamo la MR3 superiamo la città di Manzini e verso mezzogiorno siamo al punto di confine di Golela. Breve sosta alla frontiera per sbrigare le formalità d’ingresso in Sudafrica quindi prendiamo la N2 e alle 15 siamo a St Lucia, una bellissima cittadina, pulita e benestante posizionata sull’estuario di un fiume ricco di animali. Alloggiamo alla Lalapanzi Guesthouse, una bella villa, nascosta in un palmeto, nel cuore di un giardino tropicale con una bella piscina all’aperto. La camera è a dir poco eccezionale, molto spaziosa, pulita, ordinata e con un bagno da sogno, senza dubbio una delle sistemazioni più belle della mia vita da viaggiatore e tutto per la miseria (si fa per dire) di 520rand a notte con abbondante colazione. Da non dimenticare anche la cordialità della proprietaria (Charklene Vorster), che fra le altre cose ,essendo socia di un’agenzia di viaggi, vi può aiutare per ogni tipo di escursione da fare nella zona (e ce ne sono un sacco…). Posati i bagagli e fatta una doccia ristoratrice, ci dirigiamo subito alla spiaggia per goderci il tramonto. Raffica di foto al sole che si spegne sull’Oceano Indiano e quindi dopo un breve passaggio al Lalapanzi andiamo a cena dal nostro connazionale Alfredo’s. Non che sentissimo nostalgia del cibo italiano, ma sentire parlare la nostra lingua dopo una settimana di viaggio ci faceva piacere e poi era segnalato su tutte le guide (compresa la iper-critica Routard..). Il cibo effettivamente ci soddisfa, facciamo due chiacchere con Alfredo sulla nostra recente vittoria del Mondiale e sulla situazione politico-sociale del Sudafrica, quindi torniamo al Lalapanzi e alle 22 siamo già fra le braccia di Morfeo.

Alloggio: Lalapanzi Guesthouse Sanpiper St. 7, www.Lalapanzi.Co.Za 520rand (cc. 60€)con colazione Pasti: cena da Alfredo’s, McKenzie St. 110rand a testa (cc.12,6€) 15/7 St. Lucia e dintorni: 90Km Dopo un’abbondante colazione nel giardino tropicale del Lalapanzi prendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il St. Lucia Wetlands Park una zona completamente selvaggia percorsa da un’unica strada che conduce sino a Cape Vidal (la famosa spiaggia del cavallo bianco della pubblicità dell’omonimo bagnoschiuma). Il tragitto per raggiungere la spiaggia è fantastico, un’immensa zona paludosa tra terra e mare, popolata da animali selvatici (noi incrociamo rinoceronti, babbuini, zebre,cavalli, gazzelle, ecc) in un ambiente incontaminato privo di costruzioni umane. La prima tappa è a Mission Rocks, un tratto di costa rocciosa a 16km da St. Lucia, quindi dopo altri 17 km arriviamo a Cape Vidal. La spiaggia di sabbia bianchissima si estende verso nord a perdita d’occhio protetta da altissime dune ricoperte di vegetazione. Il sole è caldo e l’Oceano Indiano ha dei colori bellissimi. Passeggiamo sul bagnasciuga per circa 10 minuti quindi ci fermiamo in un punto dove non c’è nessuno (non che in altri punti ci fosse più gente, ma lì non c’era veramente nessuno…) togliamo i vestiti e ci facciamo un bagnetto. L’acqua pur essendo inverno è calda, ma le forti correnti e le onde ci costringono a limitarci parecchio. Torniamo sulla spiaggia stiamo un’ora a prenderci il sole e quindi ritorniamo verso St.Lucia anche perché alle 15 parte il giro in barca per la laguna. Pranziamo a St. Lucia da St. Pizza un bar-ristorante molto semplice con dei bei tavolini all’aperto e alle 15 partiamo per la nostra escursione (prenotata al Lalapanzi da Charklene). Vediamo decine di ippopotami e coccodrilli, dei babbuini, un aquila dal capo bianco, molti altri uccelli e alcune gazzelle. Sulla via del ritorno assistiamo ad una cruenta e rumorosa lotta fra due ippopotami a colpi di zanna (ed io che m’immaginavo gli ippopotami con i denti arrotondati…) ma soprattutto assistiamo ad un tramonto da cartolina sulla laguna, forse il più bel tramonto di tutta la vacanza se non di tutta la vita…!! Consiglio vivamente quest’escursione abbiamo assistito a scene da documentario, con un panorama mozzafiato…Arriviamo al pontile verso le 17.30 breve sosta al Lalapanzi e poi a cena. Questa sera scegliamo il Quarterdeck un ristorante arredato in tema marinaro che offre una varietà di pesce molto valida. Ci accomodiamo in terrazza e ci gustiamo una bistecca di calamaro e dei gamberoni alla griglia bagnati da un’ottimo vino bianco sudafricano. Con la pancia piena e la mente ancora rivolta al fantastico tramonto sull’estuario torniamo in stanza, domani ci aspetta l’Hluhluwe-Imfolozi Park.

Alloggio: Lalapanzi Guesthouse Sanpiper St. 7, www.Lalapanzi.Co.Za 520rand (cc. 60€) con colazione Pasti: pranzo St. Pizza 70rand(cc8€) a testa, cena The Quarterdeck McKenzie St. 100rand (cc 11,5€) a testa Entrata St. Lucia Wetlands Park 35r (cc4€) a persona + 25r (cc. 2,9€) per la macchina, escursione in barca sulla laguna 120r (cc13,8€) a testa 16/7 St. Lucia– Hluhluwe-Imfolozi: 247Km Inizialmente dovevamo rimanere solo 2 notti a St.Lucia ma vista la qualità dell’alloggio, decidiamo di rimanere un’altra notte alla Lalapanzi Guesthouse e di visitare in giornata l’Hluhluwe-Imfolozi Park. Partiamo quindi di primo mattino (alle 6) con la colazione take-away fornitaci dalla gentilissima Charklene. Dopo circa un’ora arriviamo al gate di Nyalazi. L’Hluhluwe-Imfolozi è il parco più vecchio di tutto il Sudafrica ed è composto in realtà da due parchi, l’Hluhluwe e per l’appunto l’Umfolozi, la vegetazione è quella tipica della savana all’interno di ampi paesaggi collinari. Si possono trovare tutti e 5 i big five ma soprattutto i rinoceronti (se vi fossero scappati negli altri parchi, qua sicuramente li trovereste..), infatti in questa riserva vi è una delle più alte concentrazioni di rinoceronti di tutto il Mondo. Le strade del parco sono piuttosto strette (soprattutto se paragonate al Kruger), ma la vegetazione piuttosto bassa permette gli avvistamenti. Appena entrati per non smentirsi si presentano due rinoceronti bianchi che ci osservano a circa 5 metri di distanza, scegliamo di visitare prima la zona dell’Umfolozi e arriviamo sino al Mpila Camp, incontriamo nel tragitto giraffe, zebre, antilopi, gazzelle e alcuni elefanti. Facciamo una breve sosta poi ripartiamo in direzione nord verso la zona del parco dell’Hluluwe, ma prima ci fermiamo al Centenary Centre un centro dove vengono ospitati animali selvatici in attesa di essere trasferiti nelle loro nuove dimore; nel Bomas centre vediamo un piccolo di rinoceronte bianco che accarezziamo e coccoliamo per circa mezz’ora, assistiamo anche ad un filmato dove si spiega la storia del campo ed in particolare la tutela dei rinoceronti bianchi, veramente istruttivo!!. Ripartiamo dal Centenary Centre e raggiungiamo l’Hiltop Camp, il resort più rinomato della zona, posto su di una bellissima collina con panorami mozzafiato. Facciamo un veloce spuntino (solito ristorante mediocre dei parchi sudafricani..), diamo un occhiata alla mappa del parco dove sono indicati gli avvistamenti giornalieri degli animali e via alla ricerca dell’ultimo big five che ancora ci manca: il leopardo. Ci dirigiamo verso il Memorial gate dov’è stato avvistato, ma anche questa volta ci scappa, in compenso ci imbattiamo in un branco di elefanti (saranno stati almeno 50)che ci obbliga ad una piacevole sosta forzata di circa un’ora. I pachidermi occupano tutta la strada e non permettono il passaggio delle macchine, addirittura alcuni si avvicinano minacciosi movendo nervosamente le orecchie facendoci arretrare in retromarcia per decine di metri. Timidamente dopo circa mezz’ora avanziamo, ci godiamo le solite scene da Superquarq: un accoppiamento, una lotta all’ultima zanna fra due giovani maschi e le corse sfrenate di alcuni cuccioli. Dopo tutte queste emozioni riprendiamo la strada per l’uscita e abbandoniamo questo bellissimo parco attraversando alcuni villaggi zulu dove frotte di bambini si avvicinano per ricevere qualcosa in dono (noi dall’Italia avevamo portato penne e caramelle). Prendiamo l’autostrada e a tutta velocità torniamo a St. Lucia per gustarci l’ennesimo tramonto in riva all’estuario. Arriviamo giusto in tempo, ci mettiamo sulla riva e con i soliti coccodrilli e ippopotami a farci compagnia ci godiamo l’ultimo tramonto in questa stupenda cittadina. Per la cena torniamo da the Quarterdeck, solita ottima mangiata di pesce e quindi a nanna, ci aspettano 2 giorni di fuoco con due tappe di trasferimento che sommano in totale circa 1200km.

Alloggio: Lalapanzi Guesthouse Sanpiper St. 7, www.Lalapanzi.Co.Za 520rand (cc. 60€)con colazione Pasti: cena The Quarterdeck McKenzie St. 100rand (cc 11,5€) a testa Entrata all’Hluhluwe-Imfolozi 70rand a testa 17/7 St.Lucia—Umtata: 680Km Salutiamo St. Lucia e dopo esserci fermati a scaricare le foto della fotocamera digitale presso un laboratorio fotografico in paese, partiamo verso sud senza una destinazione precisa: guiderò il più possibile e ci fermeremo solo al tramonto. La giornata come previsto si rivelerà esclusivamente come una tappa di trasferimento. Prendiamo la N2 superiamo Durban e nel primo pomeriggio entriamo nell’ex Transkey oggi Eastern Cape, il paesaggio è stupendo e molto diverso rispetto al Kwa-zulu Natal. Appena si varca la vecchia frontiera i paesaggi sono meno urbanizzati, le città più piccole e più “africane”, i villaggi più numerosi e le capanne Xhosa, spesso color turchese, costellano le cime delle colline e i versanti dei valloni. La strada, che di regola dovrebbe essere un’autostrada (l’N2), si rivela una vera e propria “esperienza”: la strada segue il profilo collinare del paesaggio, quindi è tutto un sali e scendi in più vi è un continuo attraversamento di animali, soprattutto mucche e capre in più se si ha la sfortuna d’incontrare un camion in salita è una tragedia… Il ritmo ne risente e infatti arriviamo al tramonto “solamente” a Umtata decidendo ovviamente di fermarci. Umtata famosa in tutto il mondo per aver dato i natali a Mandela è definita come “la sola città africana di tutto il Sudafrica” e mi sento di avvalorare questa tesi, sembra veramente di essere arrivati in un altro Mondo, le strade del centro sono completamente invase da una fiumana di persone (solo di colore) che attraversano le strade senza curarsi delle macchine che passano, è tutto un caos, in parte è anche sporca, ma quella sporcizia africana che rende il tutto molto tipico. Comunque visto che ormai è calata la notte decidiamo di cercarci un posto dove dormire. Troviamo una camera al Country Lodge a 2,5 km dal centro sulla strada che porta a Port St. John (l’R61). Ottima l’accoglienza, ma la camera non è un granché, forse eravamo abituati troppo bene a St. Lucia…Comunque decidiamo di fermarci in b&b anche per cena: cibo discreto e solito ottimo servizio praticato da alcune “mami” del posto, sempre sorridenti e molto disponibili. Due chiacchere davanti al bellissimo caminetto e poi cadiamo in coma. La giornata seppur interessante si è rivelata per quello che immaginavamo, cioè una lunga tappa di trasferimento per raggiungere il sud. A posteriori la soluzione migliore per chi ha intenzione di seguire le nostre orme è quella di arrivare a Durban prendere un volo per Port Elizabeth e da lì riprendere la macchina per girare il sud. Io non rinnego a posteriori la nostra scelta che ci ha permesso di vedere un pezzo di vera Africa nera all’interno del Sudafrica, ma capisco che per alcuni questo viaggio sia anche una vacanza, quindi per queste persone consiglio il volo Durban-Port Elizabeth.

Alloggio: The Country Lodge, Port Saint John’s Road(R61) 470r la doppia con colazione(cc54€) Pasti: cena al Country Lodge 110r a testa(cc12,8€) 18/7 Umtata—Addo NP: 492Km Ci svegliamo presto per proseguire il nostro itinerario verso sud, la nostra meta odierna è l’Addo National Park. Dopo un’abbondante colazione andiamo a prendere la macchina per caricare i bagagli, e qui scatta la sorpresa, ci ritroviamo in un paesaggio che ricorda la pianura padana d’inverno: la temperatura è bassissima ma soprattutto c’è una nebbia da paura…Non si vede a 5 mt di distanza!!!Comunque visto che anche oggi dovremo macinare molti chilometri , ci facciamo coraggio e ci mettiamo in moto. Tralasciamo il Museo di Mandela avendo in preventivo di vedere altri musei simili sia a Cape Town che a Johannesburg. Attraversiamo la città in un clima surreale con visibilità quasi a zero, a rendere la situazione ancora più complicata ci sono persone che attraversano la strada o che chiedono passaggi a bordo carreggiata che vediamo solo a distanza di un metro con il rischio di fare una strage…In più le altre macchine sfrecciano a destra e a sinistra completamente indifferenti come se fossero in autostrada con visibilità perfetta, insomma un incubo… Finalmente arriviamo alla N2 e dopo un paio di chilometri all’improvviso spunta un bellissimo sole. Ci fermiamo per strada a fotografare Umtata completamente avvolta dalla nebbia, veramente spettacolare…Continuiamo la N2 fra le bellissime colline a presepe di questa regione, tagliamo un pezzo di strada prendendo la 63 superiamo King Williams Town e per l’ora di pranzo siamo nei dintorni di Grahamstown. The City of saints, il sopranome di questa città, è la capitale dei “Settler Country”. E’ una cittadina signorile, in perfetto stile inglese. Il centro è ricco di edifici vittoriani e di negozi con insegne color celeste e giallo limone. La vita di questa cittadina english ruota attorno agli studenti della Rhodes University e per questo si rivela piuttosto vivace. Dopo una fugace visita del piccolo centro storico ci dirigiamo a pranzare da Calabash un locale che serve tipiche specialità sudafricane in un ambiente molto intimo arredato in stile etnico. Io prendo un piatto tipico Xhosa servito in una pentola bollente che sfiora i 200 gradi, molto buono e speziato…Altro breve giro per digerire il pranzo e via verso l’Addo, prendiamo nuovamente l’N2 che quasi subito abbandoniamo per percorrere una strada sterrata in direzione Paterson che ci farà guadagnare molto tempo. Arriviamo al gate dell’Addo alle 15.30. Anche questa volta non abbiamo nessun problema a trovare una sistemazione. Prendiamo una fantastico cottage per 420r (cc.48€). All’interno ci sono: una camera divina con un comodissimo letto a 3 piazze, un bagno spaziosissimo e molto pulito, tutto il necessario per cucinare e soprattutto una bellissima terrazza vista savana. Lasciamo i bagagli ed entriamo nel parco, abbiamo solo un’ora per girare quindi ci manteniamo nelle vicinanze del campo, le piste sono in ottime condizioni, la vegetazione non ostruisce la vista e ci sono pochissimi turisti. Saliamo su di una collina per aspettare il tramonto (solito indescrivibile spettacolo..) e quindi arriviamo al cancello che delimita il parco 1 minuto dopo la chiusura trovandolo ovviamente chiuso, breve discussione col guardiano e ritorno in camera. Per cena optiamo per il ristorante del campo: il Jabulani. Il target è quello solito dei parchi, quindi piuttosto basso, ma sicuramente meglio rispetto a tanti altri, in più ha sicuramente l’atmosfera, noi abbiamo mangiato proprio sotto l’enorme testa dell’elefante Hapoor, uno degli elefanti del parco che diede non poco filo da torcere ai ranger…(il perché lo scoprirete se vi troverete a venire da queste parti…). Torniamo al cottage e passiamo il dopocena in terrazza a sentir i rumori della savana, in particolare la risata delle iene che ci farà da sottofondo fra una sigaretta e un bicchiere di vino…Altro magic-moment da ricordare a vita… Alloggio:Cottage all’Addo NP. 440r(cc.48€) Pasti: pranzo: Calabash, Grahamstown, High St. 123, 60r a testa(cc. 7€), cena Jabulani ristorante dell’Addo,110r a testa(cc.12,7€) Entrata all’Addo NP: 70r a testa(cc.8€) 19/7 Addo NP—Tsitsikamma NP: 521Km Ci svegliamo come sempre molto presto e dopo una veloce colazione fatta in camera, prendiamo la macchina per essere fra i primi ad entrare nella riserva. Oggi attraverseremo l’Addo per uscire dal gate a sud. Appena entrati mentre eravamo intenti a seguire un coyote, si avvicina a tutta velocità un ranger del parco che ci segnala che è stato avvistato un leone qualche chilometro più avanti. Noi ovviamente non ci facciamo pregare, lasciamo il nostro itinerario e ci dirigiamo a tutta velocità verso la zona dell’avvistamento. Ed eccolo lì, a circa 50 mt dalla nostra macchina ammiriamo un maschio dominante con la sua bellissima criniera mentre si gode la siesta dopo una notte di caccia. Rimaniamo mezz’ora ad ammirarlo dopodichè forse perché disturbato dall’arrivo di altre macchine, che nel frattempo ci hanno raggiunto, si alza e scompare nel bush. Nel nostro viaggio avevamo già incontrato altri 3 leoni ma mai un maschio dominante e non speravamo di certo d’incontrarlo all’Addo, conosciuto soprattutto per gli elefanti. E’ stata veramente una bellissima sorpresa…Continuiamo per alcune strade alternative e incrociamo oltre alle solite 100 specie di gazzelle, alcuni elefanti (siamo all’Addo no???), due coyote rincorsi buffamente da un facocero, alcune zebre, un nyala, degli struzzi più molti altri animali che non ricordo più…Arriviamo al gate sud dell’Addo a metà mattinata, ci dirigiamo verso Port Elizabeth, la superiamo e ci dirigiamo verso Jeffrey’s bay per il pranzo e per un po’ di shopping. La strada che arriva a J-bay è bellissima con l’oceano indiano a fare da sfondo, comunque la priorità e la ricerca di un locale dove pranzare. Decidiamo di andare da Die Valskipper a Marine Martinique un locale situato direttamente sulla spiaggia, il pavimento infatti è la sabbia, siamo solo noi, la vista è stupenda e il cibo è di buon livello (soprattutto il pesce). Torniamo a J-bay per assistere alle evoluzioni dei surfer che partecipano proprio in questi giorni al “Billabong Pro-Tour 2006”, dopodichè facciamo un giro per i vari outlet che vendono materiale da surf. I prezzi rispetto all’Italia sono molto convenienti e per chi ne è appassionato è un vero delirio…Ci lascio 100€ ma ne esco con 3 sacchetti pieni di roba, in Italia comprando le stesse cose ne avrei speso almeno 500€…Comunque dopo questi acquisti ci dirigiamo verso lo Tsitsikamma national park. Arriviamo al gate del parco dopo un’ora, ma essendo la reception già chiusa, il ranger ci assegna un capanno senza farci pagare niente, pagheremo domani prima di uscire. Seguiamo le istruzioni del ranger e dopo circa 3 km arriviamo al nostro alloggio: un sogno!!!! Un capanno a 10 mt dall’Oceano con una vetrata che permette di ammirarlo direttamente dal letto, siamo praticamente gli unici turisti nel raggio di alcune centinaia di metri, quindi calato il sole rimaniamo nel buio più totale con il solo rumore delle onde che s’infrangono sulle scogliere e la luna a rischiarare la notte. Al suo interno il capanno è molto carino, costruito in legno ha il tetto di paglia e per l’appunto queste bellissime vetrate vista Oceano, inoltre c’è tutto il necessario per cucinare (ma a noi manca il cibo…)e un bagno spartano ma dignitoso.

Non avendo pensato a comprare del cibo per la serata, siamo costretti a servirci del solito ristorante del parco, che fra l’altro era recensito pessimamente dalla Guide Routard; ovviamente confermerà in pieno la recensione della guida rivelandosi come il peggior ristorante visitato in Sudafrica. Incredibilmente siamo gli unici avventori del ristorante oltre una famigliola che si rivelerà poi essere di italiani, e questo è il miracolo della giornata: dopo 11 giorni di permanenza in Sudafrica incontriamo i primi turisti italiani, non c’era mai successo in nessun’altro viaggio. Se siete interessati ad andare in un posto dove non vi siano altri vostri connazionali venite qua, infatti a parte Cape town (dove ne abbiamo incontrati parecchi…)nelle altre zone non se ne vede nemmeno uno…Tornando a noi ci godiamo la serata stando nel patio del capanno a guardare il mare illuminato dalla luna, con l’impressionante sottofondo delle onde (le sentiremo per tutta la notte, alcune mi faranno sobbalzare dal letto…), dopodichè a nanna.

Alloggio: capanno allo Tsitsikamma NP 450r (cc.52€) Pasti : pranzo da Die Valskipper, Marina Martinique-Jeffrey’s Bay 80r a testa (cc.9,2€); cena al Storm River Restaurant, 100r a testa (cc.11,5€) Entrata : Tsitsikamma NP 80r a persona (cc.9,2€) 20/7 Tsitsikamma NP—Oudtshoorn: 262Km Ci svegliamo presto per ammirare l’alba dal nostro cottage/capanno e ci godiamo il sorgere del sole sul patio immersi in un’atmosfera da film sorseggiando un caffè e mangiando degli avanzi delle precedenti colazioni, quindi ci dirigiamo verso il ristorante della sera precedente da dove parte un sentiero a picco sul mare che nel giro di 20 minuti ci porta al “suspension bridge”, un ponte traballante sospeso sull’estuario del fiume Storms. Siamo gli unici turisti e quindi ci godiamo appieno la bellissima atmosfera del luogo, con il sole che illumina un oceano piuttosto agitato e una vegetazione rigogliosissima dove predominano le bellissime protee. Fatte le solite 50 foto di rito ritorniamo al capanno, carichiamo i bagagli in macchina e dopo esserci fermati alla reception per saldare il conto ci dirigiamo a sud verso Knysna. Arriviamo per l’ora di pranzo, visitiamo gli “Heads”, cioè le due colline che chiudono l’imboccatura della baia, quindi facciamo un breve giro in centro dopodiché raggiungiamo Thesen Island, famosa per gli allevamenti di ostriche. Ci fermiamo a mangiare presso la Knysna oyster Company. Solito tavolo vista mare, anche se in questo caso è una laguna, sole caldissimo al punto che mi devo nascondere sotto l’ombrellone e pranzo a base d’ostriche selvatiche (quelle d’allevamento erano finite…), accompagniamo il tutto con un buonissimo vino bianco. Pranzo eccezionale, ma ora via verso Oudtshoorn, vogliamo arrivare lì nel primo pomeriggio per poter fare il famoso giro degli allevamenti di struzzi. Prendiamo la solita N2, superiamo George, quindi ci immettiamo sulla N9 una strada panoramica che arriva sino all’Oteniqua Pass, quindi la N12 sino ad Oudtshoorn. Sulla strada avevamo già incontrato parecchi allevamenti di struzzi che proponevano il tour, ma noi avevamo puntato l’Highgate Ostrich Farm posta a 5 km da Oudtshoorn sulla R328 per Mossel Bay, in quanto eravamo sicuri che lì si potessero cavalcare gli struzzi. Arriviamo alla fattoria alle 15 e ci uniamo a un tour guidato che era partito 5 minuti prima. Vediamo la zona dove si lavorano le piume, dove un vecchiettino ci costruisce un togli polvere in 2 minuti netti!!, la zona delle incubatrici, quindi ci trasferiamo nei recinti dove c’è la possibilità di dare da mangiare del granoturco agli struzzi e di salire sulle resistentissime uova. Infine si viene portati in una specie di arena dove chi lo desidera può salire sullo struzzo per una foto o addirittura cavalcarlo. Io ovviamente non mi lascio sfuggire l’occasione e cavalco ben 2 struzzi senza cadere (da notare che sono caduti tutti quelli del nostro gruppo…). La visita termina con una simil gara fra 3 fantini del posto a dorso di struzzo e con la visita dello shop dove si può acquistare qualsiasi cosa fatta con il “povero” struzzo.

Ci ritroviamo alle 17 senza avere ancora scelto il posto dove dormire. Dopo 2 tentativi andati a vuoto, riusciamo a trovare il b&b, è il One-o-One gestito dal gentilissimo Bart, un belga trasferitosi in Sudafrica. La camera è pulita ed ordinatissima e possiede un bagno enorme con vasca idromassaggio annessa. Per cena optiamo per il Paljas un ristorante dall’atmosfera afro-borghese (cit. Guide Routard..), dove servizio e cucina vanno di pari passo e cioè sono ottimi. Io prendo in onore alla tipicità del luogo una bistecca di struzzo (ottima..), Cristina invece assaggia il famoso Cape Malay Chiken curry (speziato ma veramente divino…), il tutto accompagnato da una bottiglia di Pinotage. Ottima cena, conto onesto, da consigliare…Ritorniamo al b&b e dopo due chiacchere con Bart per fissare la colazione per la mattina successiva (siamo gli unici ospiti del b&b..)torniamo in camera felici e contenti… Alloggio: One-o-One Family Guesthouse, 161 Jan van Riebeeckweh, www.One-o-one.Info mail: info@one-o-one.Info 365r con colazione(cc.42,5€) Pasti: pranzo alla The Oyster Tavern a base di ostriche..105r a testa(cc.12€), cena Paljas restaurant 109 baron Von Reede St. 130r a testa(cc.15€) Visita dell’allevamento di struzzi all’ Highgate Ostrich Farm 50r a testa(cc 5,7€) 21/7 Oudtshoorn—Arniston: Km352 Anche oggi ci svegliamo col sole. Questa mattina ce la prendiamo piuttosto comoda e ci alziamo per le 8…Facciamo colazione (di qualità e abbondante) in compagnia di Bart e del più piccolo dei suoi due figli (l’altro è a scuola), così fra un caffè e una spremuta d’arancio mi devo dedicare al marmocchio che mi sceglie come suo compagno di giochi, sicuramente una colazione alternativa!!! . Comunque fra un gioco e l’altro faccio anche due chiacchere con Bart che mi da 2-3 consigli per l’itinerario della giornata. Lasciamo quindi quest’accogliente e pulitissimo b&b e ci dirigiamo per la prima parte della mattinata a visitare il Cango wildlife Ranch un misto fra uno zoo e un centro di ricerche. L’impressione è stata piuttosto negativa, reduci da 10 giorni dove avevamo visto gli animali liberi di scorazzare nel loro ambiente naturale, vedere dei coccodrilli rinchiusi in una piscina di 5metri o ancora dei leoni in un recinto minuscolo non ci è piaciuto. L’unica cosa bella è il lavoro che si sta facendo all’interno di questo simil-zoo per reinserire nel loro ambiente naturale i leopardi. Volendo e pagando una maggiorazione di qualche rand si ha la possibilità di dare da mangiare e di accarezzare leoni, tigri e per l’appunto leopardi…Lasciamo perdere..!!! comunque abbastanza delusi da quest’esperienza salutiamo Oudtshoorn e ci immettiamo sulla Route R62. E’ una bellissima strada che attraversa dei paesaggi da sogno, con colline verdeggianti, montagne alberate e laghetti azzurrissimi, a dire il vero più che in Sudafrica sembra di essere in Svizzera o in Scozia. Noi ci godiamo il panorama e seguendo anche i consigli di Bart stiamo attenti al tachimetro in quanto sembra che su questa strada ci siano molti controlli con il velox (quindi attenti…). Pranziamo on the road con un panino e con delle patatine acquistate per strada. La novità di giornata, anzi del pomeriggio, è il tempo. Dopo13 giorni di viaggio vediamo le prime nuvole, per il momento non piove, ma la minaccia è reale e per di più ci aspettano delle strade sterrate per arrivare sino ad Arniston sulla costa, speriamo bene…Arriviamo a Suurbraak, facciamo benzina compriamo qualcosa da mangiare e iniziamo il nostro personale rally su strada sterrata, prendiamo la R324 e quindi un’altra strada non asfaltata direzione Malgas Point. Attraversiamo zone isolatissime dove non incrociamo nemmeno una macchina, il paesaggio è molto caratteristico, con sali e scendi interminabili in mezzo a pascoli, campi coltivati e prati fioriti. Arriviamo a Malgas Point dove si deve attraversare un fiume, ma al posto di un normalissimo ponte, si sale su di una chiatta che porta al massimo 2 macchine, trainata da 3 ragazzi di colore. L’esperienza è unica, sembra di essere ritornati nel diciassettesimo secolo, con questi 3 poveri cristi che con la sola forza delle gambe ci trainano sull’altra sponda del fiume…Intenerito dalla scena gli sgancio una mancia, sicuramente meritata…Intanto “finalmente” e per la prima volta nella vacanza vediamo la pioggia…Sono poche gocce ma la strada, che è sterrata, inizia a diventare un pantano e la macchina da bianca che era, assume una tonalità più “colorita”. Arriviamo al bivio per la De Hoop Reserve, breve consulto con Cristina e vista anche la situazione meteo decidiamo di continuare senza fermarci. Intanto la strada è sempre più impraticabile con buche che diventano laghi, è un vero e proprio rally, inizio a temere il dramma di una gomma bucata, anche perché in circa 2 ore di strada avremo incontrato si e no 2 macchine…Incrociamo anche un gregge di pecore che ci travolge…Tutt’intorno a noi ci sono allevamenti di struzzi e decine di mulini a vento, si passa anche in mezzo ad alcune fattorie. Torniamo alla civiltà (più o meno..) quando arriviamo a Bredasdorp da lì finalmente torniamo sull’asfalto e ci dirigiamo verso Arniston. La pioggia intanto non accenna a diminuire, ma ci aiuta perlomeno a lavare la macchina che ormai è ridotta uno schifo…Arriviamo ad Arniston verso le 16, andiamo un attimo sul lungomare a goderci lo spettacolo dell’Oceano in tempesta con le dune di sabbia all’orizzonte e il caratteristico villaggio dei pescatori di Kasiesbaai a fare da contorno; Arniston è un affascinante villaggio che sembra uscito dal passato Per la notte scegliamo il Southwinds b&b. Un’altra novità di giornata è senza dubbio la temperatura. Per tutto il viaggio abbiamo sempre girato in maniche corte o al massimo con una felpa leggera, ma questa sera fa veramente freddo e tiriamo fuori la giacca a vento…Comunque ci sistemiamo nel b&b e ci rilassiamo in camera e con un po’ di internet gentilmente fornito dal gentilissimo proprietario John Midgely. Scopriamo che in questa stagione tutti i ristoranti del villaggio sono chiusi, quindi ceniamo in b&b insieme ai 2 proprietari e ad una coppia di australiani. L’atmosfera conviviale ci porta a scambiare 2 chiacchere con i nostri vicini, che ci consigliano anche un posto per mangiare nelle winelands, facciamo altre 2 chiacchere in una specie di inglese e poi a letto.

Alloggio: Southwinds b&b, southwinds@kingsley.Co.Za ,450r con colazione (cc52€).

Pasti: Cena al Southwinds b&b 80r a testa (cc. 9,2€) 22/7 Arniston—Hermanus: 168Km Dopo un’abbondante ed ottima colazione preparata da John, salutiamo tutti e prendiamo la macchina. Facciamo un breve giro fra le casette dei pescatori di Kasiebaai ed una passeggiata sulle dune di sabbia, quindi ci dirigiamo verso Cape Agulhas. Invece di seguire la strada asfaltata che ci costringerebbe a tornare sino a Bredasdorp, tagliamo prendendo la solita strada sterrata, passando in mezzo a decine di fattorie immersi in un atmosfera bucolica d’altri tempi. Ritorniamo sull’asfalto nei pressi di Struisbaai e dopo 10 minuti arriviamo alla nostra meta. Cape Agulhas è la punta più a sud dell’Africa. La maggior parte delle persone pensa che questo titolo spetti al Capo di Buona Speranza vicino a Cape Town, ma non è così, anzi mi sorge il dubbio che questa leggenda sia nata negli ultimi tempi per accontentare qualche turista “all-inclusive”che difficilmente avrebbe voglia di raggiungere l’Agulhas. Viene più comodo fare 30km dall’aeroporto di Cape Town e arrivare al Capo di Buona Speranza no? Comunque avendo visto entrambi posso anche affermare che il paesaggio qua è molto più intenso, più selvaggio, insomma più vero…Facciamo la canonica foto che indica i 2 Oceani che qua s’incontrano, in perfetta solitudine (saranno tutti al Capo di buona speranza????)e sotto un discreto acquazzone, quindi ci dirigiamo al faro per fare la visita. Saliamo sino all’ultimo piano, anche qua siamo solissimi, facciamo le foto di rito, quindi scoli d’acqua ma contenti facciamo ritorno verso la macchina. Breve sosta pranzo-rifornimento presso un benzinaio e quindi sempre attraverso strade sterrate che ci faranno risparmiare decine di chilometri, ci dirigiamo verso Hermanus. Arriviamo verso le 15.30, troviamo una camera presso l’Hermanus Esplanade, posiamo i bagagli e scendiamo al Cliff Path Walking Trail, un sentiero che serpeggia lungo il mare da Hermanus fino a Grotto beach, per cercare di avvistare le nostre prime balene. Il cielo è plumbeo, il mare in tempesta e c’è molto vento, l’atmosfera è affascinante, da mare in inverno e sul sentiero non c’è praticamente nessuno, a parte alcune proravie del capo (simpatiche bestiole simili a delle marmotte). Facciamo un’oretta di passeggiata, senza vedere balene, quindi ci ripariamo in un bar vista mare e ci prendiamo due cioccolate calde. Dopo un breve giro per il paese (niente di che…) torniamo in camera a riposarci un’oretta. Per cena optiamo per il Zebra Crossing, un pub minuscolo luogo d’incontro dei giovani del posto con il bancone aperto sulla strada, ambiente giovane, cibo molto semplice ma tutto sommato ok. Facciamo ritorno all’hotel col buio e terminiamo l’ennesima bellissima giornata in Sudafrica.

Alloggio: Hermanus Esplanade, 63 Marine Drive, clarkbro@hermanus.Co.Za , 250r la doppia (cc. 28,8€) Pasti: cena: Zebra Crossing, 121 Main Rd. , 55r a testa(cc.6,3€) 23/7 Hermanus—Cape Town: 120Km E’ domenica, il sole finalmente è tornato a farsi vedere. Usciamo presto dalla camera e riprendiamo il Cliff trail. Il mare è molto più tranquillo, il vento è calato e anche la visibilità è migliorata. All’altezza di Castle Rock vediamo in lontananza la nostra prima balena, purtroppo vista la giornata festiva inizia ad esserci un pò troppa gente, decidiamo quindi di prendere la macchina caricare i bagagli e spostarci fuori da Hermanus. Andiamo al Sievers point verso Grotto beach e da lì ci godiamo in solitudine una meravigliosa sfilata di balene, alcune si accontentano di passare mostrandoci solo la schiena e qualche spruzzo d’acqua, altre invece fanno vere e proprie evoluzioni, con salti di alcuni metri fuori dall’acqua, altre ancora stanno per alcuni minuti in posizione verticale a mostrare la loro immensa coda…È uno spettacolo indimenticabile, goduto in un’atmosfera da favola e in perfetta solitudine…Ci godiamo lo spettacolo per 2 ore, vediamo decine di balene dopodiché prendiamo la strada per Cape Town. Dopo un’ora di strada piuttosto scorrevole arriviamo al Capo, ci dirigiamo al Parliament Hotel, la sistemazione che abbiamo scelto dopo aver letto le recensioni delle guide e di alcuni “turisti per caso”che ci hanno preceduto. L’hotel è in centro vicino alle principali attrazioni della città, con la camera, pagando una leggera maggiorazione, è compreso anche il parcheggio in un silos al coperto. Dopo aver visto un paio di camere optiamo per una di queste situata al settimo piano con una discreta vista sulla città. Ci fermeremo qua per 4 notti. Per la prima volta durante il viaggio disfiamo le valigie, ci sistemiamo per bene e quindi usciamo a perlustrare la città approfittando del fatto che è domenica e che quindi il traffico è piuttosto modesto. Decidiamo di fare i turisti e ci dirigiamo subito al Victoria & Alfred Waterfront, una zona a ridosso del porto dove i dock portuali sono stati trasformati, alla fine degli anni ottanta, in hotel, ristoranti, bar, pub, negozi e gallerie d’arte. C’è anche un enorme parcheggio gratuito che ovviamente convoglia qua centinaia di persone. Pranziamo all’interno del centro commerciale, facciamo un giro all’interno del waterfront e intanto acquistiamo 2 biglietti per la visita a Robben Island fissata per domattina. Torniamo in hotel nel tardo pomeriggio quindi ci prepariamo per uscire a cena. Riprendiamo la macchina e dopo 5 minuti di strada (troppo rischioso andare a piedi una volta calato il sole…)arriviamo da Marco’s African place. Il locale molto alla moda è ricco d’atmosfera con i camerieri vestiti all’africana e un complesso musicale che suona musica blues, il cibo è discreto, tutto sommato da consigliare, incontriamo per la seconda volta durante il viaggio altri italiani ma da qua in avanti diventerà una consuetudine… Alloggio: Parliament Hotel, 9 Barrack St. , www.Parliamenthotel.Co.Za. , 490r la doppia con colazione e parcheggio , (cc.56€) Pasti: cena da Marco’s African Place, 16 Rose Lane, 100r a testa(cc. 11,3€) 24/7 Cape Town e dintorni: 80Km Ci dirigiamo di prima mattina verso il Waterfront. Nell’attesa di imbarcarci per Robben island e approfittando del fatto che essendo lunedì mattina c’è molta meno gente, ci facciamo un giro per i negozi del centro commerciale. Ci rendiamo subito conto che è una vera e propria trappola per turisti, con prezzi assurdi che non rispecchiano assolutamente la media dei prezzi che avevamo visto durante il nostro viaggio, per farvi un esempio la stessa candela comprata in Swaziland a 20rand qua l’abbiamo vista a 70rand!!!!ma di esempi ne avrei a centinaia, quindi se volete un consiglio, non acquistate niente al Waterfront…Ci sono al limite dei bei negozi nel centro di Cape town. Comunque verso le 10.30 ci dirigiamo all’imbarco per Robben island e con qualche minuto di ritardo sulla tabella alle 11.20 partiamo. La traversata dura circa mezz’ora ed offre una bellissima vista dal mare della città, con la Table Mountain e le altre montagne a fare da sfondo. Arriviamo all’isola alle 11.50, scendiamo dal catamarano e saliamo su di un autobus che ci porterà in giro per l’isola. Vediamo nell’ordine: l’antico lebbrosario, il faro, il villaggio militare ed infine la cava dove lavoravano i prigionieri. La seconda parte della visita è guidata da un ex-detenuto che ci porta nella “prigione di massima sicurezza”, illustrandoci le condizioni di vita dei prigionieri. I prigionieri politici dormivano direttamente a terra, su una sorta di coperta di una sporcizia avvilente, dovevano mangiare con le mani e avevano dei servizi igienici allucinanti. Ciascun detenuto aveva diritto ad una visita ogni 6 mesi della durata di 30 minuti sempre se si comportava “correttamente”. La visita all’isola si rivela molto istruttiva e senza dubbio necessaria per chi vuole visitare il Sudafrica e conoscerne la storia. Torniamo in città quasi alle 15, facciamo un veloce spuntino al Waterfront, quindi prendiamo la macchina e saliamo verso la Table Mountain. Arrivati alla partenza della funivia scopriamo che è temporaneamente chiusa per manutenzione. Non ci scoraggiamo e dopo aver fatto alcune foto (comunque anche dalla partenza della funivia si gode una bellissima vista), decidiamo di utilizzare il pomeriggio per andare a Boulder’s beach, la spiaggia dei pinguini. Purtroppo però incontriamo molto traffico(ma a che ora terminano di lavorare qua???), e arrivati a Fish hoek invece di proseguire per la M4 verso Simon’s Town, prendiamo la M65 prima e la M6 poi in direzione Hout Bay. Prima di immetterci sulla Chapman’ Peak drive, passiamo da Noordhoek una vasta spiaggia veramente meravigliosa, deserta, larga e lunga vari chilometri, vediamo delle persone passeggiare a cavallo e alcuni ragazzi praticare lo sky surf, senza dubbio insieme a Cape Vidal una delle più belle spiagge del Sudafrica. Dopo esserci goduti la vista di Noordhoek ci immettiamo sulla Chapman’s Peak, questa strada panoramica di circa 15 chilometri è stata scavata in enormi falesie di arenaria e granito e passa a picco sul mare, ricorda in parte alcune strade della riviera ligure. E’ fondamentale per godersela appieno arrivare verso il tramonto e percorrerla in direzione Hout bay. Fra una sosta e l’altra rimaniamo a goderci il tramonto, con il sole che scende all’orizzonte sul mare, sino alle 18. Arriviamo ad Hout bay col buio e ci dirigiamo a mangiare da Mariner’s Wharf, un locale posto all’interno del mercato del pesce costruito in stile marinaresco, solita scorpacciata di pesce a buon prezzo e ritorno in hotel a Cape town.

Alloggio: Parliament Hotel, 9 Barrack St. , www.Parliamenthotel.Co.Za. , 490r la doppia con colazione e parcheggio , (cc.56€) Pasti: cena da Mariner’s Wharf, Hout Bay, 105r a testa (cc.12€) Pedaggio per la Chapman’ Peak drive, 20r a macchina (cc. 2,3€) 25/7 Cape Town e dintorni: 105Km Passiamo la mattinata nel centro di Cape town, visitiamo il Castle of Good Hoope che più che un castello è una fortezza, il City hall (il vecchio municipio della città), Green Market square, dove ogni giorno si tiene un mercatino dove si possono trovare i prodotti d’artigianato tipici dell’Africa, Long Street, la via degli acquisti di Cape Town (vi consigliamo un salto da The Pan African Market, un grande mercato d’arte e artigianato su più piani che vende gli oggetti più svariati, fra i quali alcuni oggetti costruiti in fil di ferro e le famose scatole di latta) ed infine ci facciamo un giretto per il Bo-Kaap, il quartiere mussulmano della città, dove spiccano le fotografatissime casette colorate. Per pranzo ci fermiamo da Zula, una specie di pub con al primo piano una terrazza che dà direttamente su Long St., cibo semplice e prezzi onesti. Dopo pranzo ci dirigiamo verso Simon’s Town ripercorrendo la strada di ieri. Per fortuna il traffico è sparito e verso le 14 siamo in spiaggia con i pinguini. Purtroppo ci fanno compagnia decine e decine di turisti fra i quali un pullmino di italiani. La spiaggia è bellissima e i pinguini sono simpaticissimi, il problema è che si possono vedere solo dall’alto, in quanto siamo costretti a camminare su delle passerelle. Lasciamo la spiaggia ricolma di turisti ed invece di tornare alla macchina decidiamo di fare una passeggiata. Dopo circa 1 km scopriamo l’accesso ad un’altra spiaggia, questa volta senza passerelle o altre barriere, scendiamo al mare e ci ritroviamo da soli con i pinguini a scorazzarci attorno, ci godiamo per una buona mezz’ora il fantastico panorama e le evoluzioni di questi strani uccelli, poi siamo costretti ad andarcene in quanto sono le 16 e dobbiamo ancora visitare la riserva naturale del Capo di Buona Speranza. Arriviamo all’ingresso della riserva del Capo giusto in tempo. Ci dirigiamo immediatamente al Capo di Buona Speranza, un cartello indica il raggiungimento di questo mitico luogo, gioia e disperazione di centinaia di marinai, il posto è carino, ma a parte il nome leggendario e l’idea di esserci arrivati, non mi sconvolge più di tanto, senza dubbio molto meglio Cape Agulhas, più selvaggio e meno turistico. Risaliamo la montagna per raggiungere Cape Point e nel tragitto incrociamo degli struzzi e alcuni babbuini. Arriviamo sul piazzale dove parte la mini-funicolare che arriva al faro (cara e veramente superflua…), noi ovviamente scegliamo di salire a piedi per il sentiero (15 minuti di strada), lungo il cammino ci si gode il Capo di Buona Speranza dall’alto ed è veramente una bella vista…Arriviamo al vecchio faro (quello nuovo si trova più in basso per essere più visibile nelle giornate di nebbia), il panorama spazia quasi a 360°, c’è un vento fortissimo, ci godiamo il sole che tramonta all’orizzonte su di un mare piatto come una tavola, facciamo le solite foto di rito, quindi riprendiamo il sentiero verso il parcheggio. Arriviamo a Cape Town con il buio, il tempo di una doccia e via a cena. Scegliamo il Mama Africa un ristorante situato in pieno centro sulla Long St.. Il locale è arredato con maschere e soffitti stile capanna, propone tutte le sere gruppi di musica africana e un menù ovviamente d’ispirazione africana , anche l’atmosfera è molto simpatica poi il cibo è ottimo, da consigliare…Riprendiamo la macchina dopo aver lasciato la “solita” mancia al “solito” parcheggiatore abusivo, ma qua sembra proprio che funzioni così e noi ci adeguiamo, dopo 5 minuti siamo in hotel, breve consulto per l’itinerario di domani e via a letto… Alloggio: Parliament Hotel, 9 Barrack St. , www.Parliamenthotel.Co.Za. , 490r la doppia con colazione e parcheggio , (cc.56€) Pasti: pranzo Rist./Pub Zula, Long St. , 70r a testa (cc.8€) cena Mama Africa, 178 Long St., 120r a testa (cc.13,8€) Entrata a Boulder’s beach, 20r a testa (cc. 2,3€), entrata Cape of Good Hope Natural Reserve, 35r a testa (cc. 4€) 26/7 Cape Town—Winelands: 170Km Anche questa mattina ci alziamo di buon’ora. Facciamo un veloce giro in centro, durante il quale visitiamo la Grand Parade, un enorme spazio di fronte al City hall normalmente adibito a parcheggio, ma che il mercoledì e il sabato ospita un coloratissimo mercatino delle pulci, quindi facciamo un piccolo tour architettonico del centro durante il quale , fra le altre cose, vediamo Africa una controversa scultura somigliante a Bart Simpson, la New Zealand house (un edificio color blu e crema in stile mediterraneo di Cape Town), Shortmarket St. Con l’affascinante Market House (al suo interno segnalo un barbiere con il negozio in Art Decò) più molti altri edifici molto particolari. Ritorniamo in hotel verso le 11 e prendiamo la macchina in direzione Winelands. Questa stupenda regione di vini si estende per un centinaio di chilometri ai piedi di fiere montagne, su ridenti colline e lungo dolci valli. Una cornice di rara armonia, molto curata, costellata di grandi proprietà vinicole. Per il pranzo su consiglio di una coppia di australiani incontrata ad Arniston, ci dirigiamo a Franschoek presso “La petite Ferme”una tenuta vinicola di una ricchezza e di un lusso sbalorditivo. Il servizio e la “location” sono a 5 stelle, noi per oggi ci concediamo un po’ di lusso, mangiamo e beviamo benissimo dopodiché abbandoniamo quest’elegantissimo ristorante per fare il giro delle cantine a Stellenbosch e precisamente presso la tenuta “Delheim”. Facciamo il tour insieme ad una coppia di francesi, seguiamo tutto il procedimento di vinificazione dopodiché la nostra guida ci porta a fare il wine testing. Ci consegna un bicchiere a testa e una lista di vini fra i quali dobbiamo sceglierne 6 a testa. Proviamo solo i vini rossi e quelli da dessert, tutti buonissimi. Paghiamo per visita delle cantine, bicchiere e il wine testing 15r a testa (nemmeno 2 euro…), acquistiamo 6 bottiglie per 220r (cc. 25€). La signora alla reception ci propone di fare altre visite gratuite ad altre tenute nella zona, ma noi visto il tasso alcolico presente nel sangue, dopo un primo momento d’indecisione, decliniamo l’offerta…Certo che se anche noi in Italia imparassimo a sfruttare le risorse vinicole come fanno qua in Sudafrica…Comunque dopo aver passato 10 minuti con un asino presente nella tenuta ed aver, in parte, smaltito l’alcol, riprendiamo la strada per Cape Town. Tornando in città passiamo accanto ad alcune Township di dimensioni assurde, vere e proprie città parallele , prima di tornare in hotel andiamo a goderci il tramonto a Signal Hill, il punto preferito dai locali per ammirare il sole che scompare , bella vista e bel tramonto. Essendo l’ultima sera in città decidiamo di cenare all’Africà cafè, ritenuto il locale migliore di Cape Town per assaporare le specialità della cucina africana. Il posto è molto bello, ricco d’atmosfera, con le cameriere vestite in abiti locali e i muri dipinti con colori vivaci. L’unico problema è il menù, non si sceglie, si subisce!!!! Ci danno, ma solo “per copia conoscenza” un vaso di coccio sul quale è impresso un menù che assegna per ogni stato dell’Africa un piatto tipico, si sceglie cosa bere e poi via con le danze: i piatti non sono abbondantissimi, ma arrivati al decimo si inizia ad accusare…Ovviamente da buon genovese mi sparo tutta l’Africa (dolci compresi) arrivando a 17 piattini. E qua mi fermo, ma volendo si può richiedere il bis, il tris e così via sino a scoppiare. Come ho detto prima l’atmosfera è bellissima, le cameriere fra una portata e l’altra si riuniscono per cantare, il cibo ottimo e vario, ma la spesa non è indifferente, soprattutto se paragonata al resto del Sudafrica. Lo consiglio a chi ha uno stomaco senza fondo e a chi vuole passare una serata un po’ diversa ma non a chi viaggia in economia. Comunque con la pancia piena e il portafoglio vuoto torniamo in hotel, domani si parte per Johannesburg.

Alloggio: Parliament Hotel, 9 Barrack St. , www.Parliamenthotel.Co.Za. , 490r la doppia con colazione e parcheggio , (cc.56€) Pasti: pranzo. La Petite Ferme, Franschoek Pass Rd., 110r a testa (cc. 12,7€); cena Africa Cafè, 108 Shortmarket St. , 200r a testa (cc.23€) Giro delle cantine, bicchiere da degustazione + Wine testing alla Tenuta Delheim, 5 km a nord-est da Stellenbosch sulla R44, 15r a testa (cc. 1,75€) 27/7 Johannesburg e dintorni: 120Km Alle 07.00 lasciamo l’hotel e Cape Town per dirigerci all’aeroporto. Consegniamo velocemente e senza problemi la nostra affidabile e sporchissima macchina, quindi ci dirigiamo al chek-in. Avevamo prenotato su internet il volo delle 10 per Johannesburg con la Kulula una compagnia low-cost sudafricana, ma per non si sa bene quale motivo ci ritroviamo su un volo della British, va bè, meglio così…Arriviamo in perfetto orario a Johannesburg, ci rechiamo ai banchi della Imperial rent a car per affittare un’altra macchina per girare la città e dopo un’oretta d’attesa (avevano finito le macchine…) ci danno una Clio 1600 16 valvole nera. Ci immettiamo nel terribile traffico di Johannesburg e anche questa volta paghiamo dazio…Comunque cartina alla mano arriviamo nel quartiere di Sandton a nord e dopo alcuni tentativi andati a vuoto, finalmente alle 14 .30 troviamo una camera al Rivonia b&b. Il primo impatto con J-burg è stato traumatico, quasi impossibile orientarsi per la mancanza totale di un vero e proprio centro, strade immense e trafficatissime, filo elettrificato ovunque, portiere della macchina che si chiudono in automatico, locandine dei giornali che parlano solo ed elusivamente di efferati omicidi o stupri collettivi, se a ciò aggiungete la temperatura che rasentava i 30° il pranzo è servito…Sono stato sull’orlo dell’esaurimento…Comunque posata la roba in camera e visto che la giornata stava quasi per finire, decidiamo di fare ciò che fanno tutti i bianchi di J-burg e cioè un “bel giretto” al Sandton Mall un enorme centro commerciale nelle vicinanze del b&b. Dimenticavo l’ultima chicca , ovviamente il b&b è completamente circondato da filo elettrificato, ma addirittura per entrare nel quartiere si deve superare un posto di blocco permanente, dove non può passare nessuno se non i residenti, roba da pazzi, ma come si fa a vivere da reclusi nella propria città?? Il centro commerciale? Carino ma troppo triste pensare che qua si svolgono le ore di svago della popolazione locale…Comunque ne approfittiamo per fare la spesa per la cena che per questa sera faremo in camera.

Torniamo ,dopo la solita interminabile coda per strada, al b&b e ci chiudiamo in camera, la nostra giornata è già finita, speriamo bene per domani… Alloggio: Rivonia Bed & Breakfast, 3 River Rd. (entrata dalla 10th Ave) Rivonia, Sandton (nord di J-burg), 560r per la doppia con colazione (cc. 65€) 28/8 Johannesburg e dintorni: 140Km Oggi è l’ultimo giorno in Sudafrica, alle 19.40 abbiamo il volo di ritorno per l’Italia. Dopo una veloce ed ottima colazione, prepariamo i bagagli e li lasciamo alla reception del b&b, quindi ci dirigiamo verso sud e raggiungiamo l’Apartheid Museum. Siamo i primi ad entrare, il museo è situato in stridente contrasto, vicino al parco tematico Gold Reef City e propone una lunga e toccante panoramica dell’era della segregazione razziale in Sudafrica. All’ingresso riceviamo una tessera che attesta la nostra razza e a seconda di questa si entra in ingressi diversi. All’interno è illustrata la vita dei sudafricani nell’epoca dell’apartheid, con video, testi, materiali audio e racconti dal vivo che forniscono una visione esauriente della struttura e della pianificazione del sistema dell’apartheid. Il museo è molto bello e da solo giustifica una fermata a Johannesburg. Usciamo intorno a mezzogiorno e decidiamo di passare le ultime ore in Sudafrica a Gold reef City. E’ un vero e proprio parco divertimenti, simile a Gardaland, al proprio interno oltre alle mille attrazioni classiche c’è anche la possibilità di visitare una vera miniera aurifera. Si scende a più di 200mt sotto terra e qui vengono illustrate le condizioni di vita dei minatori sino a 20 anni fa quando la miniera fu chiusa. Pranziamo all’interno del parco, facciamo ancora un paio di giostre (consiglio la ruota panoramica per la superba vista sull’ “ipotetico centro” di J-burg), quindi torniamo al b&b per riprendere i bagagli. Prendiamo l’autostrada e dopo la solita ora di coda arriviamo in aeroporto, consegniamo la macchina, veloce chek-in e via verso l’Italia… Entrata Apartheid Museum 25r a testa (cc. 2,9€), entrata a Gold Reef City 70r+45r a testa per la miniera (cc. 13,4€) E come ad ogni fine viaggio proviamo a fare un bilancio. Il Sudafrica, definito nazione arcobaleno, nella sua nuova forma di governo è uno stato molto giovane, con tutti i pregi e i difetti che ne conseguono. Offre paesaggi immensi, steppe infinite, savane tropicali, montagne imponenti, deserti torridi, spiagge dalle acque turchine sulla costa dell’oceano indiano e coste selvagge con un mare mai domo sulla costa atlantica, metropoli all’americana come J-burg e piccoli villaggi fuori dal tempo come nell’Eastern Cape. Si passa dalle township di Cape Town e J-burg ai grandi parchi naturali del nord (il Kruger su tutti), dalla Garden route all’asfalto urbano. Questo viaggio è stato per noi una continua scoperta, siamo passati dai big five del Kruger ai paesaggi collinari dello Swaziland per poi goderci ippopotami e coccodrilli a St. Lucia. Abbiamo ammirato le graziose abitazioni degli Xhosa e quindi le evoluzioni dei surfisti a Jeffrey’s Bay Abbiamo dormito a 10 metri dall’Oceano indiano nello Tsitsikamma con il frastuono delle onde di sottofondo ma anche immersi nella savana con la risata della iena che ci teneva compagnia e ancora ci è capitato di cavalcare uno struzzo, stare in spiaggia soli con dei pinguini e ancora molto altro. Un’ esperienza unica, insomma, che consiglieremmo a tutti. Anche il costo della vita è accettabile, si può viaggiare senza rovinarsi perché la vita è meno cara che in Europa e non mancano nemmeno i buoni vini e la cucina elaborata, vi si mangia benissimo e a prezzi contenuti. L’unica pecca è sicuramente l’aspetto socio economico di questo paese. Sebbene l’apartheid sia terminato da 15 anni, la situazione è ben lungi da una soluzione. La segregazione dei neri è ancora evidente, non abbiamo mai visto un cameriere bianco o un cliente di ristorante nero…Anche se in città come J-burg ad essere segregati sono i bianchi, rinchiusi nelle loro ville dorate all’interno di quartieri ghetto alla rovescia.

So che le pagelle non sono il massimo della vita, ma possono dare un’idea sommaria a chi si stuferà o non avrà tempo di leggere tutto il mio resoconto, sulle impressioni che ho avuto dei luoghi da me visitati, quindi provo a dare dei giudizi: Blyde river canyon 6,5 Territorio montuoso, bello, ma non è Africa…Almeno quella che intendiamo noi…Fermatevi a Graskop ad assaggiare i Pancakes…Da non perdere: i Three Rondavels Pilgrim’s Rest 6,5 Turistico ma tutto sommato carino…Da non perdere: il vecchio cimitero Kruger NP 9,5 Bellissimo!!ecco la vera Africa, sbizzarritevi per le strade del parco e passate una notte all’Olifants Swaziland 7 Caratteristico, più arretrato del S.A., vale una visita, non dimenticate una sosta da “Swazi Candles…”, originalissime candele a pochi rand… St. Lucia 9,5 La sorpresa: i più bei tramonti del viaggio e poi decine di coccodrilli ed ippopotami, Cape Vidal e il più bel b&b del viaggio Huluwe-Unfolozi NP 8,5 Il parco più vecchio. Vera e propria riserva di rinoceronti. Non è il Kruger ma x certi versi lo supera Territori Xhosa 7,5 Villaggi da presepe in un ambiente da cartolina, se potete fermatevi… Umtata 6 “L’unica città africana del Sudafrica…”vista male e di fretta, giudizio sospeso… Grahamstown 6,5 Una città inglese teletrasportata in S.A., carina niente più…

Addo NP 8,5 Sottovalutato: dovrebbe essere il parco degli elefanti, noi ci abbiamo visto il leone…Tappa obbligatoria Jeffrey’s bay 6,5 La patria del surf, solo per i patiti…Ottimi affari per l’abbigliamento da surf nei vari negozi del centro Tsitsikamma NP 8,5 Selvaggio: location e paesaggi da film, assolutamente irrinunciabile per gli amanti della natura…

Knysna 6 Valida solo se vi piacciono le ostriche… Oudtshoorn 7+ Cittadina coloniale carina e con un’atmosfera niente male che fonda tutta la sua economia sugli struzzi e poi c’è il B&B di Bart… Arniston 7 Villaggio di pescatori “old style”, d’atmosfera… Cape Agulhas 8 Mistico: il punto più a sud dell’Africa, luogo d’incontro di Oceano Indiano e Atlantico.

Hermanus 8 Stupefacente: uno dei rari posti al Mondo dove potrete ammirare le balene direttamente da riva… Cape Town città 8 Storica: da cartolina, non limitatevi ai percorsi turistici, visitate anche le zone meno pubblicizzate… Penisola del capo 8,5 Cape point e Cape of Good Hope, devo aggiungere altro?…Si ci sono i pinguini a Simon’s Town e la Chapman’s Peak Drive…Obbligatorio dedicargli una giornata intera… Winelands 7 Breve escursione da Cape Town, se siete amanti del buon vino è una tappa irrinunciabile… Johannesburg 5 Brutta impressione: città invivibile: immensa, caotica e pericolosa (a quanto sembra…). Il Museo dell’apartheid vale comunque da solo la visita, se ce la fate andate a Soweto con un tour, noi non ci siamo riusciti… NB per chi avesse bisogno di consigli o informazioni può contattarmi a questo indirizzo mail: nadamas@interfree.It



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche