From New York to Washington

Dopo circa dieci anni sono ritornata a New York, una città in continuo mutamento e la cui energia è incredibilmente travolgente! Con l’occasione, da vera amante degli States, ho deciso di intraprendere un viaggio on the road verso la capitale
Scritto da: anin.it
from new york to washington
Partenza il: 07/04/2018
Ritorno il: 21/04/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
La città di New York è un’immensa metropoli leggendaria, ma l’obiettivo di questo viaggio è stato quello di non soffermarsi esclusivamente nella Grande Mela, ma di esplorare quello che la circonda nei vicini stati di Pennsylvania e Maryland troppo spesso lasciati da parte dai visitatori europei. Eppure, rientrando da questo viaggio, posso dire che ho fatto delle scoperte interessanti, un tuffo nella profondità della storia americana e delle sue caratteristiche, essenziale per poter conoscere meglio il carattere del suo popolo.

Avevamo a disposizione due settimane, e abbiamo deciso di dedicare la prima settimana a New York e alle sue attrattive spettacolari, per poter poi trascorrere la seconda on the road verso sud.

La megalopoli, il cui ritmo è sempre tremendamente frenetico, ci ha offerto una serie di visite culturali gratuite; recandoci sui diversi siti web prima della partenza è possibile organizzarsi al meglio per non spendere un patrimonio in loco considerando che la maggior parte dei musei offre l’ingresso gratuito (o su offerta libera) un giorno della settimana. Spesso si tratta di musei a dir poco immensi che richiedono diverse ore di visita, decorati sontuosamente e ricchi di informazioni adatte a ogni tipo di pubblico. Nonostante l’Europa sia ricca di ogni bene, una visita è consigliata perchè tutto è realmente magnifico: bisogna semplicemente lasciarsi andare e un attimo dopo sembra di entrare all’interno di un libro e di leggerne la storia lasciandosi trasportare poco a poco.

New York è anche sinonimo di Broadway con le sue produzioni artistiche di altissimo livello (e budget), con cast ed effetti speciali straordinari. Non nascondo che i prezzi sono piuttosto elevati e i teatri spesso colmi, ma ancora una volta è possibile realizzare i propri desideri acquistando online con anticipo i biglietti, soprattutto se vi interessa uno spettacolo in particolare e non volete perdervelo (o rischiare di pagare il prezzo massimo). Infatti il botteghino di Times Square famoso per i suoi biglietti last minute a tariffa ridotta propone pochi spettacoli rispetto all’offerta locale, e richiede pazienza tra orari e code… Insomma, non sempre la migliore soluzione possibile per godersi le vacanze.

Un’altra serata l’abbiamo dedicata all’opera classica recandoci alla Metropolitan Opera House del grandioso Lincoln Center. Il cartellone è impressionante, impossibile non restare stregati dalla qualità e dal livello proposto ! Senza tralasciare la bellezza della sala coi suoi velluti rossi e le grandi tele di Chagall.

Oltre le visite classiche ai quartieri e monumenti noti, le passeggiate à Greenwich, Soho e Tribeca, è particolarmente gradevole lasciarsi la città alle spalle prendendo semplicemente la metropolitana: attraversate Brooklyn sino alla sua punta meridionale e arrivate a Coney Island. Grandi spiagge, brezza fresca marina, e un luna park dei più originali che abbiate visitato, considerato a ragione un vero patrimonio storico della città essendo costituito da attrazioni che datano addirittura degli anni’20! Sembra che l’Hot Dog abbia avuto origine proprio qui, dove la classe operaia newyorchese veniva a a divertirsi e a trascorrere i giorni di festa.

Se Central Park vi ha sedotto allora è il caso di uscire ancora una volta dai sentieri turistici per visitare il Bronx e il suo bellissimo parco naturale, sede anche dello zoo di New York (ripreso dalle serie tv americane del canale Animal Planet). Si tratta di un affascinante zoo cittadino pluricentenario all’interno del quale è stato ricreato l’habitat delle diverse specie animali. Visita ideale con i più piccoli, ma anche per adulti che desiderano rilassarsi in questo angolo di natura.

Il quartiere multietnico del Bronx è frutto di riqualificazione negli ultimi tempi, fa meno paura di un tempo, ed offre effettivamente una prospettiva realmente newyorkese delle proprie vacanze. Per vivere un’esperienza tipicamente americana niente di meglio che assistere ad una partita degli Yankees allo stadio del Bronx (la squadra dei Mets gioca nel Queens) ; la durata delle partite è particolarmente estesa, per cui non è necessario arrivare puntuali e si puo’ abbandonare il campo quando si desidera… tutto il pubblico non ha orari, trascorrendo gran parte del tempo sorseggiando una birra nei vari bar dello stadio o acquistando il cappellino del momento in una nelle numerose boutique che ospita lo stadio: ovunque sono presenti gli schermi che trasmettono la partita e sono certi di non perdersi nulla! Anche in questo caso è sufficiente recarsi sul sito internet del Yankee Stadium per poter acquistare i biglietti.

Un’altro angolo di New York che oggi ben gode del progetto di riqualificazione è Harlem, cuore della cultura afroamericana e del jazz. Vale la pena prevedere una sosta relax in un cafè per meglio osservare la vita di questo angolo di mondo, ben fiero delle sue radici e oggi molto frequentato dagli ambienti giovani universitari… non dimentichiamo che poco distante si trova la prestigiosa Columbia University!

Percorrere l’elegante Madison Avenue la sera, con le illuminazioni e senza folla, è molto romantico. Così come concludere la serata del venerdì alla Morgan Library (ingresso gratuito dalle ore 19). Se ne avete l’occasione potrete consultare il programma in anticipo, e non esitate a godere di un esposizione fotografica all’ultimo grido, e/o sorseggiare un bicchiere di vino al suono di un gruppo che suona musica jazz dal vivo. Si tratta di un vero nucleo culturale caro ai newyorkesi in cui è possibile incrociare la società intellettuale.

Conclusa la prima settimana, ci siamo imbarcati su un autobus della compagnia Greyhound che collega numerose destinazioni del Nordamerica. La stazione di New York, sebbene piuttosto datata, è ampia e ben organizzata. Destinazione Philadelphia, città che dista solo due ore di viaggio, ma il cui spirito è già ben differente da quello di Manhattan, sebbene resti molto urbana.

Gli abitanti la chiamano affettuosamente Philly e la considerano la città dell’amore fraterno. Passeggiare nel suo centro storico ricorda anche come la tradizione storica della città sia fortemente legata al concetto di « libertà » ; qui si trova l’Indipendence National Historical Park, luogo di concentrazione storica tra i più importanti del Paese, che accoglie la Liberty Bell. Questa campana della libertà è la vera icona di Philadelphia, ed è esposta con massima cura all’interno di un museo moderno dedicato alla sua storia (sebbere piuttosto breve). Per il popolo americano si tratta di una vera e propria reliquia della religione patriottica: molto interessante da osservare.

Philadelphia non è solo la prima capitale della nuova nazione alla fine della guerra d’indipendenza americana; è anche una città artistica in cui le sculture occupano una posizione centrale. Oltre ad ospitare il piccolo ma bellissimo museo Rodin, è circondata da statue e sculture moderne e contamporanee tra cui la celebre opera « Love » di Robert Indiana a pochi passi dal City Hall. Quest’ultimo è l’immagine della città che più ricorderemo: elegante e sontuoso!

La gastronomia locale è rinomata e se non temete i grossi panini americani, il Cheesteack è obbligatoriamente da provare. Non si trova altrove ed è molto saporito.

Prima di lasciare la città abbiamo deciso di entrare in prigione. L’Eastern State Penitentiary, oggi in rovina ma non per questo meno affascinante, è il penitenziario inaugurato nel 1829 secondo una visione moderna della pena e che ha ospitato il celebre Al Capone, la cui cella sontuosamente decorata è ancora visitabile. Molto interessante è l’ultima parte della visita in cui si invita a riflettere autonomamente sul sistema carcerario attuale e suoi ospiti.

Tappa successiva del nostro viaggio è stata la terra degli Amish. Per questo motivo abbiamo deciso di affittare un auto e ci siamo diretti verso la campagna della Pennsylvania. Percorrendo i chilometri ho avuto l’impressione di incontrare una delle sorelle March di « Piccole Donne » ! Louisa May Alcott era originaria proprio di questi luoghi e le grande abitazioni che dominano boschi e campagne sembrano uscite da romanzi di altri tempi.

Siamo arrivati cosi a Lancaster, zona essenzialmente agricola, e abbiamo visitato il mercato; ne abbiamo approfittato per degustare i prodotti tipici a km zero preparati da queste famiglie, e abbiamo vissuto un’esperienza divertente alloggiando al Red Caboose: un motel/treno. Infatti i diversi vagoni del treno sono stati trasformati in camere. Questo è il momento migliore per rilassarsi, contemplando i campi coltivati e i carretti trainati da cavalli restando semplicemente su una sedia a dondolo. Senza dubbio questi luoghi sono oggi una buona industria per il turismo, ma nonostante tutto conservano ancora la loro autenticità.

Dopo questa pausa bucolica abbiamo ripreso l’avventura raggiungendo Baltimora, città principale del Maryland. Questa città portuale è (a torto) troppo spesso dimenticata. Eppure proprio visitando Baltimora abbiamo percepito il reale spirito d’accoglienza per la prima volta negli USA, genuino e intenso ! Si tratta di una città giovane, sebbene la sua fondazione risalga al 1634, che ha saputo ricostruire la propria immagine offrendo oggi un grandioso complesso sul porto moderno e vivace in risposta al grigiore dell’industria cantieristica.

Il quartiere di Mt Vernon è deliziosamente elegante: passeggiare osservando l’architettura suggestiva delle ville e dei palazzi del 19° e 20° secolo è un vero piacere. Così come fare una pausa in un giardino pubblico prossimo dell’immenso monumento a Washington o recarsi alla Paebody Library per restare senza fiato di fronte alla biblioteca che ha offerto l’ispirazione ai creatori del film Disney « La Bella e la Bestia ». Questo è il cuore culturale della città che un tempo fu casa della dorata elite di F. Scott e Zelda Fitzgerald.

Allo scopo di continuare a nutrirsi di cultura americana, ci siamo recati al Federal Hill Park e abbiamo visitato con interesse il forte McHeny, protagonista di una pagine fondamentale per il popolo americano: il proprio inno nazionale.

Durante il nostro soggiorno abbiamo avuto la fortuna di poter prendere parte al Light City Festival (festa delle luci), appuntamento annuale dedicato a luci, musica e innovazione. L’intera area del porto è stata decorata con molteplici installazioni luminose artistiche e innovative che sottolineano il forte legame della città col mare. Tutto questo mentre diversi artisti offrivano esibizioni. Un’esperienza fantastica.

L’indomani abbiamo preso un treno direzione Washington, la nostra ultima tappa. Dopo solo un’ora di viaggio ci siamo trovati catapultati in una realtà immensa. Qui anche solo le stazioni della metropolitana sono molto più grandi. In compenso il ritmo della vita sembra essere molto meno frenetico rispetto a New York. E anche l’anima della città sembra essere meno viva.

Impressionante il Capitol, bella la Casa Bianca, ricchissimi i musei dello Smithsonian, ma ciò che merita veramente il viaggio è Georgetown. Il quartiere più aristocratico della capitale alterna immense ville dal valore esorbitante a parchi pubblici verdissimi. È abitato da diplomatici e docenti universitari prestigiosi, mentre poco distante il campus della Georgetown University emerge nel suo splendore. I fans del maghetto Harry Potter si sentiranno a casa.

Per riprendere fiato dopo lunghe passeggiate la cosa migliore è prendere esempio dalla gente del posto, ovvero approfittare dell’Happy Hour. La maggior parte dei locali ha proposte allettanti.

Per concludere il nostro viaggio abbiamo trascorso la nostra ultima giornata visitando i Memorial che caratterizzano il Mall della città. Questo immenso viale celebrativo alterna monumenti grandiosi e momenti di profonda riflessione, come quello della guerra in Vietnam.

Prima di imbarcarmi sul mio volo ho l’abitudine di fare un bilancio del mio viaggio. Questa volta mi sono detta : sicuramente sono molto stanca, ho percorso molta strada e non mi sono propriamente riposata, ma ho avuto l’occasione di scoprire un volto ancora differente di questa America, di conoscere più storia e cultura, più arte, e anche più vita.



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