West Usa e grandi Parchi: guida pratica e diario

I consigli per orientarvi meglio nell’organizzazione del vostro viaggio negli States
west usa e grandi parchi: guida pratica e diario
Partenza il: 08/09/2016
Ritorno il: 20/09/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Racconto dei nostri 11 giorni passati on the road fra i parchi dell’Ovest USA. Per comodità ho diviso in due parti il mio racconto, la prima è una sorta di Guida che potrebbe esservi utile per orientarvi meglio nell’organizzazione e nelle scelte che dovrete fare, la seconda è il diario vero e proprio dei posti che abbiamo visto e delle cose che abbiamo fatto.

Siamo in aeroporto a San Francisco, in attesa del volo che ci riporterà in Italia e quale momento migliore se non questo per sistemare gli appunti di viaggio che condividerò con voi così che possiate al meglio organizzare il Vostro viaggio on the Road negli USA?!

INTRODUZIONE

Per iniziare vorrei soffermarmi un attimo sulla scelta del viaggio e dell’itinerario, partendo dal presupposto che se state leggendo questo diario la meta del vostro viaggio è già decisa, il primo grande dilemma che vi troverete ad affrontare sarà: noleggiare un’auto o partire con un tour organizzato? La risposta è semplice: tutta la vita noleggiate un’auto, a meno che non abbiate problemi particolari, oppure non spicciachiate manco mezza parola di inglese. Dimenticate tutte le paranoie sull’auto sulla guida etc etc, come vi spiegherò più avanti, è tutto molto più semplice di quello che pensate! Per quanto riguarda le tappe abbiamo prima deciso che cosa volevamo vedere prendendo spunto dagli altri diari di Viaggio trovati online e dalle tappe dei tour organizzati e tenendo in considerazione del tempo che avevamo a disposizione e della disponibilità degli aerei. Le 3 città fondamentali per arrivare e/o partire per il giro dei Parchi sono Los Angeles, Las Vegas e San Francisco. Noi abbiamo trovato una buona offerta per arrivare a Los Angeles e ripartire da San Francisco e l’abbiamo presa al volo, di conseguenza aiutandoci con Google Maps abbiamo deciso l’itinerario tenendo ben conto di tutti i tempi di spostamento.

In questo modo, a differenza del tour organizzato siete liberi di vedere e fare ciò che vi pare, se volete scendere dall’auto e farvi la foto con le insegne dei parchi che visitate potete farlo, se volete fermarvi per andare in bagno potete farlo quando volete, avete fame ed avete visto il classico diner americano sulla strada? Siete liberi di fermarvi e pranzare anche alle 16 perché prima avevate da finire un giro nel parco meraviglioso che non volevate perdervi, insomma siete LIBERI, che poi è anche lo spirito di un viaggio on the road come questo!

Ovviamente una volta scelte le tappe dell’itinerario vi consiglio di prenotare con mesi di anticipo per essere sicuri di trovare posto al prezzo migliore, soprattutto perché in alcuni paesi che andrete a visitare ci saranno veramente poche strutture che esauriscono presto i posti.

Noi abbiamo scelto di dare priorità ai Parchi, a discapito delle Città visitando nell’ordine: Grand Canyon, Monument Valley, Antelope Canyon, Bryce Canyon, Zion, Death Valley, Yosemity Park e Muir National Park. In 11 giorni di più proprio non si riusciva ed abbiamo percorso 3500km (2200 Miglia).

DOCUMENTI DI VIAGGIO

Per partire per gli usa vi serve ovviamente il Passaporto Elettronico, inoltre dovrete compilare ed inviare il modulo ESTA al costo di 14$ mi sembra, si fa direttamente online ed è molto semplice, in pratica vi chiedono se siete un terrorista o se avete parenti terroristi. Ammesso che non siate intenzionati a compiere un attentato Kamikaze o che vostro padre non sia un noto esponente di Al Quaeda non dovreste avere problemi.

Se decidete di Noleggiare un’auto, vi consiglio, almeno per chi noleggia, di fare la patente internazionale, fatta presso la motorizzazione costa circa 45€, e altro non è che un libricino con la traduzione della vostra patente in un sacco di lingue fra le quali anche l’Inglese. In teoria non sarebbe necessaria ma in USA è a discrezione dei vari stati, la circolare del ministero dei trasporti ad oggi Settembre 2016, specifica che la patente Italiana è accettata senza problemi in California, Nevada e Utah, mentre in Arizona vogliono quella Internazionale. Quindi nel dubbio io l’ho fatta ed in Arizona ho guidato solo io.

NOLEGGIO DELL’AUTO

Noi abbiamo noleggiato l’auto in anticipo dall’Italia, abbiamo scelto Alamo per la sua comprovata efficienza ed affidabilità ed effettivamente non abbiamo avuto il minimo problema, abbiamo effettuato la prenotazione su RentalCars, non abbiamo scelto la protezione aggiuntiva (quella che comprende carro attrezzi, sostituzione vetri, gomme bucate etc), ma abbiamo deciso di farla in loco in quanto quella di Rental cars è una assicurazione che ti rimborsa nel caso tu abbia problemi, mentre la Road Side Assistance Plus di Alamo copre direttamente, ma si può fare solo in loco al costo modico di 5$ al giorno. L’auto era nuovissima e in perfette condizioni e tutto si è svolto molto semplicemente come vi spiegherò più avanti.

LE AUTO

Le auto sono esattamente come le nostre, le uniche differenze sono che sono solitamente più grandi, più potenti, sono tutte o quasi a Benzina, consumano tanto ed hanno il cambio automatico. Questo all’inizio può lasciare un po’ spaesati se non lo si è mai utilizzato, ma basta un giretto nel parcheggio per prendere confidenza, le regole fondamentali sono:

1- dimenticativi il vostro piede sinistro, i primi minuti di guida vi verrà automatico cercare la frizione quando frenate, NON FATELO, il pedale del freno è molto grande e finirete per pestare quello inchiodando in mezzo alla strada!

2- la leva del cambio ha sostanzialmente 4 posizioni: P (Parcheggio) serve quando vi fermate, se non è inserita non potrete spegnere l’auto – R (Retromarcia) – N (Folle) – D (Drive – Guida) che è la posizione che utilizzerete per muovervi, voi dovrete solo accelerare e l’auto cambierà la marcia in maniera opportuna.

3- quando siete fermi TENETE SEMPRE IL PIEDE SUL FRENO in quanto l’auto al minimo si sposterà, seppur piano, se non frenate.

GUIDARE IN AMERICA

Guidare in America è davvero semplice, forse più semplice che in Italia, è tutto chiaramente segnalato e precisato, ogni indicazione è chiara e ripetuta più volte, ci sono solo un paio di differenze:

1- ai semafori, almeno che non sia diversamente indicato, è sempre possibile svoltare a destra anche col rosso, dando ovviamente la precedenza a chi ha il verde, se non siete sicuri fermatevi, male che vada chi è dietro di voi vi ricorderà che potete svoltare con un colpettto di clacson

2- tutti i limiti sono espressi in miglia orarie, utilizzate ovviamente anche dal tachimetro della vostra auto.

3- gli stop a 4 vie – spesso vi capiterà, specialmente in periferia di trovarvi davanti ad un incrocio dove tutti hanno lo stop (STOP all ways). Questo significa che passeranno l’incrocio le auto ferme sulla linea d’arresto in ordine di arrivo, in poche parole si passa uno alla volta, quando arrivate sullo stop fermatevi, e guardate quali auto sono già ferme sugli altri stop, ecco quando sono passate loro toccherà a voi. E’ più semplice farlo che spiegarlo, gli altri automobilisti comunque sapranno come comportarsi, quindi sarà chiaro quando toccherà a voi perché staranno tutti fermi ad aspettarvi, sembra complicato ma in realtà è semplice, democratico e sicuro!

4 – le loro autostrade si chiamano FreeWays e sono sempre gratuite, gli unici pedaggi che abbiamo pagato sono stati a San Francisco per attraversare il Ponte di Oakland ed il Golden Gate. Le loro interstatali invece sono le HighWays.

5- dove ci sono più corsie è sempre permesso superare, indipendentemente dalla corsia, quindi non è infrequente essere superati a destra o vedere auto che zigzagano nel traffico, mettete la freccia un po’prima e non abbiate timore di cambiare corsia se dovete uscire, gli altri automobilisti capiranno

5- raramente troverete indicazioni relative alle città sulle autostrade e interstatali, gli americani usano i punti cardinali per orientarsi, per loro ci sono North, South, West e Est, e le uscite solitamente sono indicate con il nome della strada nella quale finiscono.

6- utilizzate un navigatore, se ne avete già uno comprate le mappe USA e portatevelo, se non lo avete noleggiate insieme alla macchina ma il costo è esorbitante, fate prima forse a compralo, è INDISPENSABILE, non fate affidamento sul navigatore del telefono a meno che non abbiate scaricato le mappe offline perché nel 90% dei posti che girerete il telefono non prenderà!

Gli americani sono in linea di massima molto rispettosi di tutte le norme e la sensazione generale che se ne ricava è di una tranquillità e sicurezza superiore a quella Italiana. Ricordate di dare SEMPRE LA PRECEDENZA ai pedoni, qui è normale e loro se lo aspettano!

Non abbiate timore, anche io ero un po’ preoccupato di affrontare della autostrade a 10 corsie ma vi assicuro che, a parte un po’ di confusione a Las Vegas, nella quale siamo arrivati alle 21 di sera che li è l’ora di punta, per il resto è stato davvero semplice anche nelle città più affollate e nelle ore peggiori.

FARE BENZINA

Come detto quasi sicuramente la vostra auto sarà a benzina, che qui viene anche chiamata Gasoline, le pompe sono quasi tutte Benzina.

Non esistono pompe di benzina sulle freeways e sulle highways, dovrete per forza uscire, e accanto alla pompa troverete quasi sicuramente anche un minimarket per rifornirvi dei generi di prima necessità.

Per farla avete sostanzialmente una sola opzione, entrare nella stazione e chiedere di autorizzarvi la pompa davanti alla quale avete parcheggiato per la cifra che volete, potete pagare in contante o con carta di credito, non preoccupatevi se il totale supera quella che riuscite a mettere, basta tornare nella stazione e farsi dare il resto. E’ vero che nelle pompe c’è anche un lettore di carte di credito che vi permette di fare tutto in autonomia, ma per impedire le frodi vi chiederà il vostro ZIP code ossia il nostro CAP, essendo il nostro cap italiano non viene accettato, quindi non avete altra soluzione che entrare e pagare di persona. Una volta autorizzati estraete la pistola dalla pompa e scegliete il tipo di benzina, loro ne hanno 3 tipi in base agli ottani che contiene, la Regular, la Plus e la Super Plus, ovviamente siete liberi di scegliere quella che preferite, io ho sempre fatto la regular che è quella più economica.

IL PARCHEGGIO

Il parcheggio non è un grossissimo problema, basta pagare la cifra congrua e riuscirete quasi sempre a parcheggiare proprio dove volevate, anche in citta, ci sono sempre parcheggi multi-piano o a raso, dove pagando la tariffa oraria, a volte flat (ossia una tantum) potrete parcheggiare anche in centro, in alternativa lato strada ci sono i classici parchimetri che funzionano a monete o con carta di credito, infine ci sono moltissime zone gratuite ma a tempo, sono chiaramente segnalate sui cartelli, ad esempio 2 hour park significa che potete parcheggiare gratuitamente per 2 ore, non esiste disco orario, non so come facciano a controllare ma ci riescono, fate attenzione ai panneli integrativi che possono designare ore specifiche o giorni della settimana nei quali è vietato parcheggiare, in ogni caso MAI parcheggiare in prossimità di un idrante, di un incrocio, dove espressamente vietato, e dove vedete il marciapiede verniciato di rosso – pena la rimozione dell’auto! Ultima accortezza, parcheggiate SEMPRE nella direzione di marcia!

Bene, ora che abbiamo fatto il punto passiamo al Nostro diario di Viaggio vero e proprio!

IL DIARIO DI VIAGGIO

Spesa totale comprensiva di Viaggio A/R – Noleggio Auto – Benzina – Alberghi – Visite e Parchi e Cibarie: 4500€ in 2 circa

Giorno 0 – Viaggio e Los Angeles

Siamo partiti da Genova alle 6 del mattino, cambio a Monaco di Baviera e poi 12ore volo Lufthansa destinazione Los Angeles – il volo è trascorso tranquillo, ci hanno servito pranzo, cena e vari snack, personale cortese, organizzazione tedesca top – a dire il vero siamo partiti in ritardo di circa 15 minuti ma abbiamo recuperato il ritardo arrivando puntuali. Purtroppo una volta atterrati a Los Angeles, causa Gate occupato da un simpatico aereo dell’Air France abbiamo dovuto attendere 45 minuti sulla pista, dopo lo sbarco abbiamo dovuto fare un’altra fila apocalittica per il controllo immigrazione (se siete già stati negli usa come noi – controllano timbro sul passaporto e permettono di espletare parte delle formalità con una stazione automatica che vi prenderà le impronte e vi farà tanto di foto e ricevuta da presentare all’ufficiale incaricato al controllo, sveltendo minimamente le operazioni. Usciti prendiamo lo Shuttle Bus per Alamo, anche qui possiamo scegliere se fare il ritiro “tradizionale” facendo la coda o utilizzare una Stazione Automatica, optiamo per la seconda opzione, aggiungiamo l’assicurazione supplementare, inseriamo i dati della nostra prenotazione e in meno di 10 minuti abbiamo il contratto stampato, semplicissimo, dopodiché si viene invitati ad andare nel piazzale che è diviso per categorie di auto, noi abbiamo scelto un SUV, e potete scegliere l’auto che preferite, senza fretta, verificando chilometraggio, condizioni, pneumatici etc, una volta scelta la Vostra auto, troverete le chiavi già sul cruscotto, non dovete fare altro che salire mettere in moto ed uscire, mostrando il contratto al gabbiotto, più semplice di così…15 minuti e sfrecciamo per le strade di Los Angeles alla guida di un Jeep Renagade con meno di 10.000km nuovo fiammante.

Direzione Albergo Coral Sand Motel che sarà la nostra casa per i prossimi 2 giorni – a dire il vero il motel è un pò vecchiotto, i servizi sono minimi ma è in ordine e pulito, il personale è cortese, ha il parcheggio privato e la piscina.

Uscita serale sulla Walk of Fame, la famosa via delle Star, per raggiungerla 15/20 minuti a piedi – ma rimaniamo molto delusi, il quartiere di Hollywood è a dir poco sporco e degradato, ci sono moltissimi homeless, raggiungiamo Kodak Theater e Chinese Theater giusto per dire che ci siamo stati, rientriamo in Metro perché siamo stanchissimi (siamo in piedi da 26 ore) – prima di rientrare mangiamo un panino da Starbucks sotto l’hotel 20$ in due.

Giorno 1 – Los Angeles, Santa Monica e Venice Beach

Partenza ore 7,45 – colazione da Starbucks accanto al Motel: muffin e cappuccino 14$ in due – prendiamo l’auto direzione Beverly Hills, il quartiere VIP per eccellenza di LA – troviamo facilmente parcheggio gratuito 2h in una strada laterale piena di ville strepitose con signore in leggings che fanno ginnastica con tanto di barboncino in braccio, classico stereotipo made in USA, facciamo un giro per Beverly Hills e ci infiliamo nella famosa Rodeo Drive, la strada dello shopping di lusso qui in LA, piena di boutique esclusive di tutti i marchi più famosi, la zona veramente bella e come è giusto che sia tenuta benissimo. Ripartiamo in direzione Santa Monica – iniziano i primi problemi col traffico, nulla di eccezionale comunque – Parcheggiamo a pagamento in un parcheggio nei pressi del famoso Pier – in verità un po’ lontano, col senno di poi potevamo parcheggiare proprio sul mare c’erano decine di parcheggi. Scendiamo in spiaggia e raggiungiamo il molo di Santa Monica, lo percorriamo tutto e acquistiamo qualche souvenir, non mancando la foto di rito da Bubba Gump Gamberi – divenuto famoso dopo il film di Forrest Gump, e naturalmente immortaliamo la targa della fine della famosissima Route 66 – la Mather Road, della quale, più avanti nella vacanza, sentiremo ancora parlare. Andiamo a Piedi in direzione Venice Beach (per chi ha meno tempo o meno voglia meglio noleggiare una bici) – Venice Beach è bellissima e caratteristica, la famosa Muscle Beach, la palestra sulla spiaggia, piste da skating, spiagge infinite, etc… raggiungiamo gli canali di Venice – ci fermiamo a pranzo presso “Bank of Venice” – locale molte bello e ben curato. Mangiamo pasta con pollo e funghi e carne asada con uova e spinaci – spesa 35$ in due. Riprendiamo auto (parcheggio 13$ per 5/6 ore) direzione Getty Museum, ora il traffico è davvero pauroso, freeway a 7 corsie intasata completamente, perdiamo mezzoretta ma raggiungiamo comunque il parcheggio del Museo, il trenino che porta al museo è compreso nel costo parcheggio: 10$ – l’ingresso al museo è gratuito. Il museo è stupendo! Oltre ad opere d’arte di artisti famosissimi, la vista sulla città, le architetture degli edifici ed i giardini sono già da sole un’opera d’arte. Finita la breve visita partiamo per l’ultima tappa della giornata: il Griffith Observatory – volevamo arrivare al tramonto, ma traffico è ancora intenso e inoltre tantissima gente ha avuto la nostra stessa idea, trasformando la collina in un delirio di auto, riusciamo con molta fatica a trovare un posticino lungo la strada e riusciamo a fare qualche foto della città, tutto molto bello. Rientriamo in albergo, cena a base di doppio hamburger presso Wayback sotto il motel (spesa 17$ in due). Prima di rientrare passiamo da un 7/11 per comprare una cassa da 24 bottiglie d’acqua per la modica cifra di 4$ – consigliatissimo perché negli stessi mart sfuse costano 1/1,5$ cad.

Giorno 2 – Downtown, Calico, Route66, Seligman e Williams

Sveglia di buon’ora, oggi è una delle tappe nella quale percorreremo più km, colazione da Starbucks: muffin e cappuccino e partenza direzione Downtown, il cuore finanziario di LA con i suoi grattacieli. Parcheggiamo facilmente sulla strada con parchimetro 2$ per 1h — è un giorno festivo e la zona è pressoché deserta, attenzione perché abbiamo visto parcheggi a pagamento a 8$ per 15 min. Facciamo un giro ammirando i grattacieli, la spettacolare Walt Disney City Concert e per finire la Pershing Square. Ritorniamo alla macchina e partiamo, facciamo una tappa intermedia presso il Puente Hill Mall (ex Twin Pines Mall – che per gli amanti di Back to the Future è immancabile), cerchiamo la famosa insegna al piano inferiore dell’ala di Macy’s, sfortunatamente però non possiamo fotografarla perché è in atto una rassegna di prodotti orientali che si è piazzata proprio davanti… peccato. Partiamo in direzione Williams, facendo tappa per pranzo a Calico, famosa Ghost Town interamente ricostruita per i turisti, davvero simpatica, ingresso 8€ a testa, per altri 3$ potete entrare anche nella miniera, il clima che fino ad ora era stato simile a nostro, inizia a farsi rovente, siamo sui 40°. Pranzo nel bar con terrazza in cima alla cittadina. Spesa 16$ in due. Ripartiamo in direzione Kingman dove imboccheremo la famigerata Route 66, nel tragitto facciamo una breve tappa a Needles per sgranchirci un po’ le gambe, fare il pieno e acquistare un contenitore di polistirolo (4$) e sacco di ghiaccio (3$) – cosa che consiglio vivamente di fare, troverete mart che vendono ghiaccio oppure macchine che lo producono gratuitamente in tutti i motel, in questa maniera potrete sempre avere le vostre bevande in fresco, infatti un sacco di ghiaccio basta per 2 contenitori piccoli oppure uno grande, e mantiene la roba fresca per 36 ore! – Raggiungiamo Kingman e da qui prendiamo deviazione sulla R66. Facciamo una breve pausa qui a Seligman, famoso per essere il paese che ha dato l’ispirazione per il film animato Cars, e del quale ci sono le auto reali, arriviamo infine a Williams in serata inoltrata. Sistemazione in Hotel Buffalo Inn, check in. Ad attenderci non troviamo nessuno, ma una busta con le chiavi e l’indicazione della camera, la struttura è pulita ma molto piccola e un po’ datata, nel complesso sufficiente, pranziamo presso Italian Bistrot – bellissimo posto – Birrificio con Ristorate Italiano annesso, preso 2 birre e 2 pizze 62$ – buone ma non certo a buon mercato. Essendo Williams alle porte del Grand Canyon è piena di Hotel e Ristoranti.

Giorno 3 – Grand Canyon

Sveglia e colazione davvero super compresa nella tariffa dell’albergo, che ci ha fatto capire come mai questo posto abbia valutazioni così alte sui vari portali – Facciamo un giro in citta per ammirare tutte le vecchie strutture della Route 66, facciamo rifornimento di acqua e panini giganti in un mart del paese (5€ a panino ma sono davvero enormi 300gr cad) e partiamo per Grand Canyon National Park South Rim – cambia subito il panorama, quello che fino ad ora era stata una strada brulla in mezzo al niente, diventa ben presto verde e veniamo avvolti dalla Kaibab National Forest, alberi sempre più alti circondano la route, col passare dei km la vegetazione cambia di nuovo diventando montana (siamo a 2000mt slm, e la fanno da padroni pini e arbusti).

Immancabile foto l’insegna del Parco, e paghiamo 80$ per fare il “American the Beautiful Pass” che ci permetterà per un anno di accedere a tutti i parchi nazionali gestiti dalla National Park Service. Parcheggiamo presso il Canyon Village e subito ci dirigiamo al Percorso della Navetta Rossa – dovete sapere infatti che il parco del GC si sviluppa lungo tutto il margine meridionale del Canyon, e ha un servizio navetta gratuito diviso in due tronconi (Est e Ovest) che trasporta chi non vuole percorrere a piedi tutto il sentiero che costeggia il Rim verso i vari punti di interesse. Noi decidiamo di fare la prima parte (lato West) a piedi (12km) che costeggia tutto il canyon, pranziamo al sacco con vista sul GC – profondo 1,3km largo 27km e rientriamo con la navetta, riprendiamo l’auto, durante il tragitto per Tuba City la strada costeggia il Canyon a Est ci fermiamo nei vari View Point fino a Desert View dove sorge la torre osservatorio, forse uno dei View Point piu belli, dal quale si può godere anche della vista sul Colorado River. Nel tragitto vediamo gente e auto parcheggiate come capita in mezzo alla strada e vediamo che nel bosco c’è un alce gigantesco, non possiamo esimerci da fare lo stesso e scendere per una foto. Usciamo dal parco e ripercorriamo alla rovescia tutti i panorami lasciandoci il canyon sempre visibile sulla sinistra, prima gli alberi della Keibab Forest, poi gli arbusti e infine deserto, entriamo in territorio Navajo e con le usanze cambia anche l’ora: +1. Pernottamento al Quality Inn- Davvero molto ma molto bello, camere stupende, pulite e super accessoriate, non esiste paragone con le altre strutture che ci hanno ospitato fino ad ora. Ceniamo nel ristorante dell’albergo (Hogan Family) che Trip Advisor consiglia come numero 1 di 8 a Tuba City. Abbiamo preso 1 Chimichanga come antipasto e 2 Grand Beef Stea, che dire, carne ottima piatti extra-large, non siamo nemmeno riusciti a finirli ed eravamo super affamati! (spesa 42$).

Giorno 4 – Monument Valley – Betatankin

Colazione compresa presso l’albergo, avevamo tre scelte, abbiamo preso i Country Biscuit convinti che fosse qualcosa di dolce, ci è arrivato qualcosa di buono affogato in una salsa piccante mista a rondelle di wurstel rosolati e un tortino di patate, nel complesso buono! Partenza direzione Monument Valley, abbiamo prenotato dall’Italia il giro a cavallo di un’ora con Sacred Monument Tour (140$) in due – siamo in anticipo così decidiamo di proseguire verso Mexican Hat prima di inoltrarci nella Monument Valley e raggiungiamo il punto panoramico nel quale Forrest Gump smise di correre nell’omonimo film, la vista è mozzafiato, arriviamo fino al mitico cappello messicano e torniamo alla valle – non essendo gestita dal National Park Service ma dai Navajo, l’ingresso alla valle non è compreso nel nostro Pass e costa 20$ ad Auto. Il Tour a Cavallo è qualcosa di sensazionale, passeggiare in groppa al vostro cavallo sotto questi monoliti di pietra è indescrivibile, da provare, finito il giro prendiamo l’auto e ci facciamo il giro della valle nei vari viewpoint, si tratta sostanzialmente di un giro circolare a senso unico dove tutto è indicato abbastanza chiaramente, la strada è sterrata e in alcuni tratti anche parecchio bruttina, ragione per il quale abbiamo optato per il SUV ad inizio vacanza e non per la super inflazionata Mustang Cabrio che hanno praticamente tutti. Il percorso è bello e i panorami mozzafiato, peccato per il vento che alza una bufera di sabbia e polvere e le continue auto in transito che rovinano un po’ l’atmosfera. Pranziamo nel view point di John Ford (presso hamburgheria navajo – ordiniamo 2 doble burger 14$)- questo viewpoint è forse il piu bello del giro. Usciamo dalla valle e rientriamo verso la junction per Page, facciamo una deviazione per vedere Betatatkin, altro monumento della storia Navajo poco visitato ma tutto sommato carino, si tratta di una serie di case costruite all’interno di una enorme grotta naturale – la visita è gratuita e si raggiunge il viewpoint percorrendo un sentiero pavimentato di circa 1,3 km, da fare. Partenza direzione Page dove passeremo la notte presso Motel 6 – famosa catena di Motel Americana, ci concediamo anche il lusso di un bagno in piscina alle 9 di sera, anche se i 28° non sono certo tropicali, ceniamo da Fiesta Mexicana, mangiato molto bene, porzione super abbondanti, io ho preso uno Steack Roachero, Ilaria un Asada Burrito accompagnate da 2 Margatitas, “il migliore della città” recita l’insegna, buono era buona, ma la porzione era da litro, prendetene una in 2 oppure preparatevi ad una notte da mal di testa. Rientro in albergo, wi-fi pessimo.

Giorno 5 – Antelope Canyon – Horse Shoe Bend – Lake Powel

Abbiamo prenotato dall’Italia la visita al Lower Antelope Canyon (meno gettonato del più famoso Upper, ma un po’ più avventuroso e ugualmente spettacolare) alle 8, ma fra checkout e rifornimento di Ghiaccio siamo in ritardo, salta la colazione e precediamo subito con la visita prenotata da Kens Tour – 20$ a persona piu 8$ sempre a testa (tassa navajo) per l’ingresso al canyon – visitiamo il canyon in compagnia della guida che ci spiega come si è formato e ci indica le sue forme più spettacolari con relativi nomi mostrandoci anche come ottenere le foto migliori, davvero stupendo. Proseguiamo verso Horse Shoe Bend, lasciamo la macchina nel parcheggio e percorriamo circa 1km in mezzo a bassi arbusti quasi tutti sulla sabbia per arrivare all’enorme ansa formata dal fiume Colorado, bellissima ed immensa, torniamo alla macchina, pausa pranzo presso Slakers in centro a Page, lo consiglio vivamente, a parte l’Hamburger, il più buono mangiato da quando siamo negli USA si tratta di un vero Fast Food Americano vecchio stampo, classiche panche con tavolo in mezzo e 2 tv una che trasmette solo baseball e l’altra solo football. (2 bacon burghers con formaggio, patatine e 2 coke 19$). Lungo la strada ci fermiamo in un paio di viewpoint sul Lake Powell e proseguiamo per Hatch (poco prima del Bryce Canyon) dove abbiamo prenotato per la notte) essendo presto proseguiamo per il Parco così da iniziare a farci un’idea, il tempo si fa brutto, improvvisi acquazzoni alternati a sole, entriamo nel parco usando il nostro Pass e raggiungiamo Inspiration Point, facciamo qualche foto, ma le condizioni meteo ci impongono di rientrare ad Hatch, non prima che un cerbiatto ci attraversi la strada proprio davanti – il motel si chiama Hatch Station ed è veramente carino, piccolo ma accogliente e la proprietaria è molto disponibile. Cena presso il Galaxy Diner, praticamente unico locale in paese, davvero un posto tipico, consigliatissimo, abbiamo mangiato 2 Country BBQ, Apple Pie Dessert e 1 birra, tutto molto buono, spesa 37$ in due, il tutto mentre fuori imperversa la bufera, pioggia e grandine.

Giorno 6 – Bryce, Zion e Las Vegas

Sveglia prestissimo (6:15) ci aspetta un’altra giornata lunghissima, prepariamo tutto e ci rechiamo nuovamente al Galaxy per colazione appena apre alle 7. E’il 14 Settembre ma fuori ci sono 0 gradi e la brina sulla macchina è completamente ghiacciata. Prendiamo uova con bacon, hash browns and biscuits…per noi praticamente un pranzo, 2 tazzoni di caffe rabboccati più volte spesa totale 17$ in due. Partiamo per il Bryce (BRAICE è la pronuncia corretta) che dista 30minuti, decidiamo di recarci subito nel punto piu alto del parco con l’auto (Rainbow Point 2800mt) e ci facciamo tutti i view point scendendo – impieghiamo fra tutto circa 2h e 30 min. A questo punto raggiungiamo Sunset Point, parcheggiamo l’auto ed iniziamo il “Most Popular Trail” del parco ossia il Queens – Navajo Combination Loop – un percorso da fare a piedi lungo poco meno di 6km che attraversa tutta la valle, che dire: meraviglioso, non dimenticate di andare fino in cima al Queen Garden e fare un selfie con il pannello informativo, ne troverete un altro in fondo al Navajo Loop, mostrando questi selfie al centro visitatori vi daranno una “rewards” come camminatori del parco. Quando imboccate il Navajo loop prendete il giro più esterno (quello che passa da Wall Street per capirci…. non ve ne pentirete). Alla fine del giro ci è subito chiaro che probabilmente questo parco sarà il più bello che visiteremo, è davvero qualcosa di stupendo! A questo punto risaliamo in auto e ripartiamo alla volta di Zion. Ora ci sono 20° e si sta un po’ meglio. La strada per arrivare a Zion è stupenda, una vera e propria Scenic Road che si snoda fra montagne di roccia nuda, chiazze di verde e tunnel, entriamo nel parco col Pass e arriviamo dall’Historical Musem dove lasciamo la macchina per proseguire con la navetta gratuita che attraversa tutta la valle, unico modo per poter visitare il parco. Ci accorgiamo ben presto che tutta la “Scenic Drive” che si snoda nel parco di Scenic ha ben poco, si trova quasi interamente a fondo valle, da dove non si vede quasi nulla. Dopo esserci fermati al Big Bend (punto 8) decidiamo di tornare indietro e fare una passeggiata che parte dal punto 6 (The Grotto) imbocchiamo il percorso “Kayenta Trail” di circa 1,6km che si collega con il “Lower Emerald Pools Trail” che in un altro km circa ci riporta al punto 5 della navetta: il Zion Lodge, il sentiero è davvero bello e passa proprio sotto la cascata dell’Emerald, ne vale davvero la pena!. A questo punto è veramente tardi e decidiamo di partire direzione Las Vegas, non prima di fare una breve tappa ad un Subway all’uscita del parco per magiare (sono le 18 e non abbiamo ancora mangiato nulla!!!- 17$ due panini), Arriviamo a LV alle 21 di sera (ora locale che è 1 ora indietro rispetto a quella dello Utah), l’impatto è accecante, migliaia di luci nel buio e poi il traffico più frenetico. Dopo qualche piccola difficoltà raggiungiamo il parcheggio dell’albergo, gli alberghi a LV occupano interi isolati e hanno migliaia di stanze, sono immensi, il nostro è l’MGM Grand, facciamo la coda anche per fare il check-in nonostante ci siano 15 addetti!!! Entriamo finalmente in camera dopo un Free Upgrade Evvai! Doccia e via per la Strip di Las Vegas, impieghiamo 15 minuti solo per uscire dall’hotel tanto è grande e labirintico, la strada è pazzesca: luci suoni rumori, passeggiamo davanti alle fontane del Bellagio e al Cesar Palace, mangiamo dall’Harley Davidson BBQ, proprio sulla Strip ma con tavoli all’aperto quindi niente aria condizionata fortunatamente. Dato che sono 4 giorni che non mangiamo pasta ci facciamo ingolosire dai Maccheroni Cheese… che dire mai avremmo pensato di mangiare una pasta così buona a Las Vegas (Spesa 33$ due maccheroni e 2 Birre). Poi dritti a letto perché siamo stanchissimi.

Giorno 7 – Death Valley

Sveglia non troppo presto, colazione da Starbuks al piano terra dell’hotel (ce ne sono ben due) – spesa 17$ – per 2 cappuccini e 2 muffin al cioccolato – stranamente è più caro dello Starbucks di Los Angeles. Partiamo e andiamo subito in direzione Sud per immortalare la mitica insegna “Welcome to Fabulous Las Vegas” – situata poco oltre il Mandalay Bay in direzione sud su Las Vegas Blv.. Partiamo per la Death Valley e raggiungiamo l’ingresso del parco verso le 11,30 – ci dirigiamo subito verso Dante’s View, che offe una vista completa di tutta la valle da oltre 1500mt di altezza. Facciamo anche una piccola passeggiata, temperatura 26° gradevole. Riscendiamo nella valle ci fermiamo a Zabrinsky Point, altro punto molto panoramico. Essendo già le 13 decidiamo di fermarci a Fournace Creek per pranzo, optiamo per il saloon del Fournace Creek Ranch – prendiamo una porzione di Boraz Nachos, ne volevamo due ma la cameriera ci informa che le porzioni sono “molto” abbondanti e ci consiglia di prenderne solo una… aveva ragione, non riusciamo nemmeno a finirla, si tratta di un piatto messicano molto buono, anche se pieno di salse e formaggio, spesa 22$ per Nachos e birra – ripartiamo in direzione Bad Water, il punto piu basso degli Stati Uniti -86mt slm – davvero bellissimo, possiamo camminare per 1km circa all’interno del lago salato godendo di vista su tutta la valle dal basso. Qui il caldo inizia a farsi sentire davvero ci sono 46°. A questo punto iniziamo a farci tutti i viewpoint procedendo di nuovo verso Fournace Creek. Natural Bridge, con passeggiata davvero suggestiva all’interno del letto di un fiume ormai secco che conduce ad un arco scavato dal fiume stesso nella roccia. Devil’s Golf Course – vista panoramica dal centro della valle immersi nelle formazioni cristalline di sale ed infine l’Artist Drive, strada stupefacente, a senso unico, che conduce alla Artist Palette, una montagna colorata dalla diverse rocce che la compongono, oltre al viewpoint, è la strada in sè ad essere stupenda piena di dossi e tornanti seguendo i canaloni della valle, assolutamente da fare. Breve tappa al Visitor Center e partiamo per Mammoth Lake, sul tragitto vediamo le Sand Dunes, belle dune di sabbia, ma purtroppo il tempo è tiranno e non possiamo fermarci, mancano ancora 4 ore di macchina! Durante il percorso vediamo anche 2 Coyote!

Arriviamo al Motel 6 di Mammoth Lake che oramai sono le 21.00 – check-in e subito mangiare da Jonn’s Pizza, a dispetto del nome è un risto-pub-pizzeria davvero valido, io prendo una Cesar Salad, Ilaria prende le Fettuccine Alfredo, niente male – spesa 38$ in due birra compresa.

Giorno 8 – Yosemite

Sveglia all’alba, un’altra giornata impegnativa, colazione da Old New York che ha rimpiazzato Starbucks a Mammoth Lake, egregiamente oserei aggiungere, 2 mega croissant al cioccolato e 2 cappuccini – spesa 14$ in due e si parte – 3 ore e siamo allo Yosemite passando il Tioga Pass, non ci fermiamo a Mono Lake e non deviamo per Body in quanto vogliamo dedicarci interamente al Parco ma sono deviazioni da prendere in considerazione, sostiamo nei punti piu suggestivi fra i quali El Capitan, ma iniziano i problemi, a causa di lavori in corso la viabilità è tutta diversa da quanto segnalato sulle cartine, è il caos, decidiamo di mollare la macchina e usare le navette per semplificarci la vita, ma anche queste non funzionano a dovere, non si fermano a tutte le fermate, non vanno in ordine, insomma un gran casino. Facciamo subito il Trail Yosemite Falls, passeggiata molto semplice di 1,6 km ma data la stagione le falls erano secche, evitabile, camminiamo per 6 km causa fermata fantasma della navetta e imbocchiamo il sentiero per le Vernall Falls, l’idea era di fare queste fino alla base e poi il Mirror Lake, ma il percorso ci piace e decidiamo di farlo fino alla cima e poi prendere la scorciatoia del Clark Point fino al Muir Trail e ridiscendere per quello, il giro è bello ma viene tardissimo e non riusciamo a fare anche il Mirror Lake, pazienza, panino al volo dentro al Visitor Center: 13$ in due e via in macchina, sosta per foto al Tunnel View, uno dei punti più belli e panoramici della valle e facciamo 40 minuti di auto per raggiungere Glacier Point e vedere dall’alto lo stupendo Half Dome che domina tutta la valle. Ripercorriamo a ritroso la strada e imbocchiamo la deviazione per Sonora, arriviamo al Alladin Motor Inn Motel, carino, colazione inclusa e piscina, ci consigliano di cenare al Peppery, locale a 5 minuti di auto sulla strada principale, e così facciamo, molto carino, io prendo delle Lemon Chicken Pepper Fettuccine e Ilaria prende il Chiken Chappy, condite da 2 birre medie, totale 42$. Cena ottima.

Girono 9 – Muir – San Francisco

Partenza ore 7 direzione Oakland – il panorama cambia ancora, lasciando spazio a colline dorate prima e piantagioni di alberi da frutta poi, si avvicina la città e si intensificano i centri urbani, arriviamo ad Oakland dove abbiamo prenotato per 2 notti all’Imperial Inn, abbiamo scelto Oakland per via di prezzi (molto più conveniente rispetto alla penisola) e perché la camera ha il bagno privato, inoltre è proprio a 5 minuti dalla metro BART che in 20 minuti ci porta in centro. Arriviamo alle 10, la stanza ovviamente non è ancora pronta ma il proprietario gentilmente ci fa fare già il check-in e ci custodisce le valige in un deposito, dato che questo pomeriggio dovremo riconsegnare la macchina e non vogliamo portarcele dietro. Espletate queste formalità ripartiamo alla volta del Muir National Park, ultimo dei parchi che visiteremo, situato a 30 minuti dal centro di San Francisco, alle spalle di Sausalito. Impieghiamo da Oakland circa 50minuti per raggiungerlo, pagando 5 dollari per attraversare il ponte. E’ sabato, il parcheggio è davvero piccolo e fatichiamo non poco a trovare un posto, con un colpo di fortuna lo troviamo poco distante lungo la strada ed entriamo. Che dire ,il parco e stupendo, le sequoie giganti sono bellissime e in 1 ora riusciamo ad arrivare al bridge 3, vedere la Cathedral e ritornare al Gift Shop pieno zeppo di cose stupende. Ripartiamo per Sausalito, dove facciamo una passeggiata sul porto, tanti bei localini, paesino molto turistico, carina, mangiamo un panino al volo dalla Bakery Italiana – spesa 17$, riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso il Golden Gate, vero simbolo della città. Raggiungiamo il Battery Spencer ma i parcheggi dei view point sono presi d’assalto, non ci entra manco uno spillo, ci rechiamo allora nel parcheggio alla base del ponte, dove arriva anche la pista ciclabile. Lasciamo l’auto e saliamo 10 minuti lungo il sentiero per raggiungere il view point… purtroppo la famosa nebbia copre praticamente tutto il ponte e lo skyline della città… Torniamo miseramente all’auto, facciamo il pieno e ci dirigiamo alla Alamo di Bush Street dove riconsegneremo il Jeppeno che tanto fedelmente ci ha accompagnato in questo viaggio, ci vogliono solo pochi minuti e siamo già piedi zaini in spalla che procediamo ad una prima visita della città. Iniziamo con Union Square, scendiamo lungo Market Street fino al Financial District, passeggiamo sotto il Piramid Transamerica e ci dirigiamo verso la Coit Tawer, arriviamo però alle 17,45 e ci chiudono praticamente le porte davanti in quanto l’ultima salita è prevista per le 17,30. Ci ripromettiamo di tornare, scendiamo di nuovo a valle e seguendo Columbus Street attraversiamo tutta Little Italy, che è davvero enorme, e scendiamo verso il Pier 39 nel Fisherman Wharf. La zona è stupenda il molo è a dir poco pittoresco con la sua infinità di negozi e la sua colonia di leoni marini. Il sole è ormai prossimo al tramonto e l’aria gelida unita ai 16 gradi ci costringe a coprirci. Ci avviciniamo ad un tipico ristorante della piazza e prendiamo 2 crab chowder, classico piatto di San Francisco: zuppa di granchio servita in una palla di pane – davvero buono, prezzo 20$ in due. Ormai è parecchio tardi, prendiamo la linea F della Muni verso la fermata più vicina della Bart, e con questa torniamo ad Oakland.

P.S.: nonostante tutti elogino le meravigliosa funzionalità dei mezzi pubblici di San Francisco noi ci siamo trovati un po’ in disaccordo, la metropolitana corre solo lungo Market Street, quindi è comodissima per arrivare in città, ma totalmente inutile per spostarsi all’interno di essa. Inoltre durante il week-end e la sera passa un treno ogni 20 minuti (10 in settimana), quindi se siete sfortunati capita anche di aspettare 18 minuti per un treno. Inoltre non esistono abbonamenti giornalieri o settimanali, ma si paga sempre la singola corsa ricaricando alle apposite macchinette una tessera prepagata. Il mezzo ideale per girare la città è la Muni, la rete di tram e autobus che gira per tutta SF ma è gestita da una società diversa, quindi bisogna fare biglietti diversi da quelli della metro e costa 2,45$ la corsa. Infine ci sono i Cable Car, i classici Tram Storici di SF che sono però per lo più una attrazione turistica, fanno solo poche tratte e le code sono lunghissime.

Giorno 10 – San Francisco

Sveglia 7,30, prendiamo la metro gialla fino a Powell Street con l’intenzione di prendere il Cable Car fino al Fisherman Wharf. La coda è eterna, proviamo alle fermate successive come suggerito da qualcuno su internet ma il tram è strapieno e ovviamente non si ferma. Decidiamo di proseguire facendo tutta Powell Street a piedi, ci fermiamo a fare colazione in uno Starbucks sulla strada, soliti 2 cappuccini e 2 muffin. Una volta raggiunto il Fisherman noleggiamo 2 bici presso Blazing Saddles, 72$ per 24h, e ci apprestiamo a fare il giro che ci siamo prefissati, percorriamo tutto il Marina District con il suo prato verde affacciato sulla spiaggia, proseguiamo verso il Golden Gate, lo attraversiamo (purtroppo nel weekend le bici sono ammesse solo sul lato West – il più brutto perché non affaccia sulla città – meglio in settimana prima delle 15,30 quando è aperto anche il lato Est). Una volta attraversato posteggiamo le bici e passando sotto il ponte raggiungiamo un altro viewpoint. Stamattina di nebbia nemmeno l’ombra, vista mozzafiato. Riprendiamo le bici e ripercorso il ponte giriamo a destra direzione Presidio e successivamente Legion of Honor. La salita è davvero ardua, se non siete allenati sconsiglio questo percorso o finirete per spingere la bici per buona parte del tempo. Poi scendiamo verso il Golden Gate Park, lo percorriamo per tutta la sua lunghezza. Usciti facciamo una piccola deviazione verso Alamo Square che purtroppo è un cantiere aperto per fotografare le Painted Ladies, breve pausa presso un Subway per rifocillarci e infine tiriamo dritti verso Lombard Street. Dopo aver spinto la bici per 2 salite davvero ripidissime, possiamo finalmente imboccare la strada piu tortuosa del mondo, la percorriamo in bici ed è davvero suggestivo, finita la discesa andiamo in direzione Fisherman Wharf per riconsegnare la bici, fatto ciò ci lasciamo tentare da una passeggiata sul lungomare con incursioni nei vari negozi di souvenir e decidiamo di fare uno spuntino in una delle numerose bancarelle che cucinano pesce fresco davanti ai passanti.

A questo punto ci dirigiamo al Pier 33 dove abbiamo prenotato dall’Italia con Alcatraz Cruise l’escursione serale ad Alcatraz, 80$ in due, l’escursione è bellissima e il viaggio pure, se non ricordo male la visita serale è un pochino più cara ma è davvero suggestivo stare nel carcere ascoltando le storie narrate dall’audio guida in italiano (compresa nel tour) mentre fuori diventa buio, inoltre potrete godere da una posizione privilegiata del tramonto sulla baia! Rientro al Pier verso le 9 – passeggiata sul molo fino all’Imbarcadero e poi metro gialla per Oakland, prima di entrare in albergo ci fermiamo al Carls Jr proprio di fronte a prendere 2 hamburger che consumiamo in camera preparando le valige.

Giorno 11 – San Francisco e Viaggio

Facciamo l’ultimo check-out della vacanza e lasciamo le valige al motel, che gentilmente ce le custodirà fino al pomeriggio, prendiamo nuovamente la metro, oggi è lunedì e funziona un po’ meglio, scendiamo a Powell Street, dove ci rimettiamo in coda per il Cable Car, il biglietto viene venduto da un chiosco adiacente alla partenza, 7$ a testa per una corsa, la coda è un po’ più breve di ieri e decidiamo di aspettare, non possiamo certo abbandonare SF senza prendere il Cable Car! Siamo fortunati e in circa 20 minuti riusciamo ad appenderci all’esterno di una carrozza, esperienza stupenda, da fare assolutamente, viaggiamo così fino a Mason Street, capolinea, dove scendiamo e ci dirigiamo verso la Coit Tower, dopo l’immancabile colazione da Starbucks. Arrivati alla Coit decidiamo di salire in cima prezzo del biglietto 8$ a testa ma ne vale assolutamente la pena, da qui si può ammirare SF da suo punto più alto, a 360 gradi, attraverso le finestre panoramiche della torre.

Scendiamo e a piedi e ci dirigiamo al Pier 39 – lo ispezioniamo nuovamente acquistando qualche souvenir e cercando un posto dove mangiare il nostro ultimo pasto a SF, decidiamo di concederci un bel pranzo al Fog Harbur Fish House, proprio all’inizio del Pier, al piano superiore, un locale molto distinto, ci trovano subito posto accanto al finestrone con vista sulla baia e consumiamo un ottimo antipasto di calamari e galapenos fritti seguito da linguine ai frutti di mare io e penne con pesce fresco Ilaria – buoni entrambi, totale 65$ in due compresa birra, che per la location il cibo consumato è davvero onesto! A questo punto ci dirigiamo per l’ultimo giro nel Fisherman Wharf, compriamo i francobolli e spediamo le cartoline, siamo ormai agli sgoccioli, percorriamo a piedi un pezzo di lungomare e poi svoltiamo sul Financial District fino a Montgomery, dove la metro ci riporta all’albergo, riprendiamo le valige e la metro fino al SFO International Airport dove attendiamo l’aereo che ci riporterà a Monaco e poi a Genova.

Ora siamo a Monaco che aspettiamo la coincidenza per Genova, spero di non avervi annoiato con questo diario, e che le informazioni in esso contenute possano esservi utili per organizzare il Vostro viaggio nel USA.

In bocca al Lupo!

Un saluto

Alessandro & Ilaria

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