States on the road: Route 66, White Sands National Park e Missisippi sino alla sfavillante Chicago

Viaggio fai da te con auto a noleggio, percorrendo la Route 66 sino al New Mexico per poi raggiungere il NP e risalire il Mississippi sino alla metropoli dell’Illinois
Scritto da: Anna Codino
states on the road: route 66, white sands national park e missisippi sino alla sfavillante chicago
Partenza il: 29/08/2015
Ritorno il: 19/09/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Periodo del viaggio: 29 Agosto – 19 Settembre 2015

Indice dei contenuti

Costo totale del viaggio: 2850 € a testa

Spesa per i pernottamenti: 1522 €

Spesa per la benzina: 238 €

Km percorsi: 7626 Km (4766 Miglia)

Stati attraversati: Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico, Louisiana, Mississippi, Tennessee.

Dopo lo splendido viaggio dello scorso anno nei parchi degli States (http://turistipercaso.it/stati-uniti/72888/luna-di-miele-nei-grandi-parchi-damerica.html), anche quest’anno, siamo stati colti dalla nostalgia da viaggio on the road, decidendo così, di esplorare la parte orientale partendo da Chicago, percorrendo un tratto di Route 66, sino al New Mexico, per abbandonarla dirigendoci verso New Orleans e risalendo al nord costeggiando il Mississippi.

Innanzitutto, dopo la nostra esperienza, ci sentiamo di dare alcuni consigli per chi volesse intraprendere la Route 66:

– Se non volete trovarvi a fare un viaggio noioso e poco affascinante occorre partire preparati: non è così immediato trovare la strada anche se segnalata da cartelli (Historical Route 66 ), di diversi colori a seconda degli stati, ma non sempre visibilissimi.

– Le guide servono a poco. Molto meglio andare alla ricerca di materiale su internet, dai racconti dei viaggiatori alle piantine dettagliate (www.illinoisroute66.org: utilissimo materiale su tutte le attrazioni presenti sulla Route in Illinois paese dopo paese; www.viaggi-usa.it/route66 sito di un viaggiatore che vi indicherà le principali attrazioni stato per stato; www.lastrada66.com; www.historic66.com; simonasacri.com insostituibile fonte di consigli per tutti i viaggi negli Usa).

– L’unico modo sensato di usare il navigatore (che mettendo la destinazione finale, vi condurrà spesso sulle strade a percorrenza veloce che talvolta costeggiano la Route, ma che mancano totalmente del suo caratteristico fascino) è armarsi di pazienza, inserire di volta in volta il nome dei piccoli paesi che si succedono e disattivare l’opzione autostrade/ strade a pagamento.

– Utile per capire la sequenza dei paesi, anche se non di consultazione immediata, la guida EZ 66 Guide for Travellers (acquistata su Amazon.com 20 $ circa o acquistabile in loco).

– Utilissima l’applicazione per i-phone Road trip 66, non tanto per le attrazioni segnalate ( ne indica moltissime non tutte interessanti), quanto perché vi segnalerà sempre se state seguendo la Route o se, come può capitare l’avete momentaneamente persa, in modo da poterla riprendere. Se usare l’applicazione solo per capire se siete sulla strada potrete usarla anche off line, ma se volete sapere di più sulle attrazioni segnalate, avrete bisogno di una connessione dati oppure dovete aprire in wifi ( tipo la sera in albergo), tutte le attrazioni che vi interessano, in modo da poterle consultare successivamente anche off line.

– Non tutte le attrazioni sono semplici da trovare, quindi più indirizzi avrete delle cose che vi interessano e più facilmente potrete trovarle con l’aiuto del navigatore. A noi è successo più di una volta di non trovarle affatto neanche con il navigatore!

– Alcune attrazioni (soprattutto i musei) non sono aperte tutti i giorni. Se avete una connessione internet vi consigliamo di digitare su Google il nome del luogo e scoprirete orari e giorni di chiusura, altrimenti potrebbe capitarvi, come è successo a noi le prime volte , di fare alcuni km in più per niente.

Sabato 29 Agosto: Genova – Chicago

Con un volo Air France/ Delta (costo del volo 725 € a testa acquistato alcuni mesi prima) partiamo da Genova alle 7.20 e raggiungiamo Chicago alle 16 ora locale (- 7 ore). Efficientissima la consegna dei bagagli, saltiamo sullo shuttle gratuito per raggiungere gli autonoleggi. Abbiamo prenotato una macchina dall’Italia con www.autoeurope.it (con Dollar la più conveniente) spendendo 550 € per 18 gg, ma una volta indicatoci la macchina prescelta capiamo che, purtroppo, l’unica soluzione è aggiungere altri 120 $ per averne una con un capiente bagagliaio. Infatti, con l’esperienza dello scorso anno, sappiamo che l’auto diventerà la nostra casa per tre settimane e un bagagliaio capiente ci permetterà di risparmiare soldi acquistando, almeno per la colazione ed il pranzo, cibo al supermercato consentendoci anche di scegliere cibi più sani rispetto a quelli non difficili da trovare nei vari dinner e fast food. Una volta risocializzato con la guida americana, partiamo alla ricerca dell’inizio della Mother road che si trova nel centro di Chicago, all’incrocio tra Michigan Avenue e Adams Avenue. Qualche foto di obbligo al cartello che segnala l’inizio e poi si parte cominciando ad annusare l’atmosfera del luogo nonostante la stanchezza. Ed è proprio la stanchezza a farci fermare in uno dei motel “storici” che, purtroppo, in questo caso significa “solo vecchi”: il Cindy Lyn Motel a Cicero. È sabato e la camera costa di più, ma non vale assolutamente gli 85 $ richiesti: arredamento più che datato, scarsa pulizia, frequentatori piuttosto ambigui. Ma siamo molto stanchi e per questa notte va bene così.

Domenica 30 Agosto: ILLINOIS 225 Miglia (360 km) Cicero – Springfield (IL)

Dopo un’abbondante colazione alla Pancake House di Cicero (colazioni americane piuttosto costose, intorno ai 20 $ per due, ma porzioni abbondantissime che si possono dividere oppure permettere tranquillamente di arrivare all’ora di cena con qualche piccolo spuntino) ci dirigiamo verso Joliet. Troviamo la nostra meta, il Joliet Area Historical Museum and Route 66 Welcome Center, chiuso per un evento privato quindi proseguiamo. Una breve sosta a Wilmington per foto d’obbligo al Gemini Giant, il gigante astronauta davanti ad un ristorante chiuso da tempo che tutti immortalano. Da sbizzarrirsi con foto anche davanti alle due sculture di Elvis e dei Blues Brother che si incontrano proseguendo. A Dwight vale la pena visitare la Ambler Becker Texaco Station e la vecchia stazione che, se pur non più in uso, conserva il suo fascino. Noi abbiamo pranzato all’Old Route 66 Family Restaurant che offre una discreta scelta di piatti e nel menù, una sezione di cibi poco calorici, non frequentissimo da queste parti. Odell offre un’altra stazione di servizio restaurata mentre Pontiac merita una passeggiata per i suoi numerosi murales sparsi per la cittadina. Due soste veloci per fotografare altri due “Giant”: un omone fornito di hot dog gigante ad Atlanta ed un grande carro con Lincoln nella cittadina che porta il nome del presidente. A Williamsville merita una nota di originalità The Old Station, addobbata in maniera particolare dal tetto alla zona sottostante. Springfield sarà la nostra tappa per la notte. Dopo aver trovato chiuso il Cozy Drive in, locale storico al quale spetta il merito di aver inventato il corn dog, mangiamo in uno dei mille fast food lungo la strada (limite di molti locali è l’orario: spesso quelli che non fanno parte delle catene chiudono alle 20 per cui se si arriva dopo quell’ora addio cena!). Notte nel consigliatissimo Baymont Inn &Suites ( 61 €) : molto pulito, con piscina e colazione inclusa. Dopo cena, approfittando dei supermercati Walmart sparsi ovunque ed aperti sino a tardi, procediamo anche all’acquisto per pochi dollari, del frigo di polistirolo che riempito di ghiaccio, spesso “fornito ” gratuitamente dagli alberghi, ci permetterà di avere cibo e bevande sempre fresche (ricordatevi solo di portare un grosso sacco di plastica perché il frigo perde acqua e si rischia di trovare il bagagliaio allagato). In alternativa con 10 $ di più si può acquistare un frigo rigido. Compriamo anche due insalate per il pranzo di domani che, come lo scorso anno, saranno la nostra salvezza rispetto all’ipotesi di alimentarsi per tre settimane di soli hamburger e patatine.

Lunedì 31 Agosto: ILLINOIS – MISSOURI 321 Miglia (513 Km) Springfield (IL) – Lebanon (MO)

Dopo aver gironzolato per Springfield arricchendo la nostra collezione di Giant con il Lauterbach Giant, che troneggia davanti ad un meccanico, partiamo alla ricerca della strada e facciamo la prima sosta nella cittadina di Carlinville, con la sua pittoresca piazza fornita di gazebo centrale e circondata da negozi. La sosta successiva a Staunton all’Henry Rabbit ranch che, riecheggiando il Cadillac ranch di Amarillo, ci accoglie con una serie di Volkswagen conficcate nel terreno. Ma il pezzo forte del luogo è il cimitero dei conigli sul retro, fornito di piccole lapidi, ognuna con la storia del povero animaletto e sovrastato da una commovente targa sull’amore tra l’uomo e gli animali. All’interno del negozio uno dei tanti personaggi per cui vale la pena il viaggio, con tanto di registro per i visitatori che, da tutte le parti, pare la cosa più preziosa che esista. A saper bene la lingua credo che questi personaggi non disdegnerebbero di stare ore a raccontare le loro vicende. Sosta successiva a St. Louis, per salire sul Gatway Arch (10 $ salita con un ascensore dove si sta seduti tipo ovovia. Sconsigliato a chi soffre di claustrofobia), dal quale si gode una vista splendida sul Mississippi e sulla città. Qualche sosta sulla strada per ammirare storici motel: Gardenway motel a Villaridge (chiuso), ma con luci esterne accese che ne aumentano il fascino e il Wagon Wheel motel a Cuba (restaurato e funzionante), dove vale la pena una sosta per i suoi murales. A Fanning si staglia imponente la sedia a dondolo più grande del mondo. Dopo Rolla decidiamo, vista l’ora e la stanchezza, di percorrere gli ultimi km che ci separano dalla nostra tappa in autostrada. Notte a Lebanon allo storico Munger Moss motel assolutamente consigliato ( 57 $ stanze pulite e personalizzate in tema, negozio di originali souvenir annesso, proprietaria caratteristica per quanto dotata di accento scarsamente comprensibile, almeno per noi!). Cena a 18 $ in due al bowling di fronte con pizza (strano a dirsi, ma molto buona!) e birra.

Martedì 1 Settembre: MISSOURI – KANSAS – OKLAHOMA 317 Miglia (507 Km) Lebanon (MO) – Strout (OK)

Ci dirigiamo di prima mattina a Springfield, ma scopriremo che le due attrazioni che volevamo vedere, sono aperte solo nel fine settimana: il Railroad Historical Museum ( locomotive di tutte le epoche) apre solo per qualche ora il sabato o su appuntamento e il Gray- Campbell Farmstead ( tenuta agricola dell’epoca ) solo di domenica. Proseguendo lungo la strada vale assolutamente una deviazione, prima di arrivare a Carthage, Red Oak II: creazione dell’artista Lowell Davis che ha ricostruito nella sua tenuta la propria città natale ( Red Oak), piccola cittadina abbandonata dai suoi abitanti a favore delle città più grandi. La ricostruzione sembra un vero e proprio paese, con tanto di scuola, chiesa, cimitero, stazione di servizio, negozi, autobus. In ogni angolo originalissime installazioni dell’artista. Nessun biglietto da pagare, solo una timida richiesta, non obbligatoria, di donazione. Il fatto di essere gli unici a visitarla ne fa, oltretutto, un luogo ammantato di fascino e di mistero. Lasciato il Missouri per percorrere i 21 km della Route appartenenti al Kansas diventa indispensabile una sosta al Cars on the Route dove un simpatico vecchio carroattrezzi, con tanto di occhioni, gioca il ruolo di star principale,in qualità di ispiratore di Cricchetto nel film Cars. Raccogliamo un po’ di mappe ed informazioni sulla zona, al Visitor center di Baxter Spring, ospitato all’interno di una stazione di servizio restaurata Philips 66. Se siete in zona e i morsi della fame si fanno sentire, consigliamo una sosta a Commerce al Dairy King, locale storico dall’arredamento interessante. Noi abbiamo mangiato qui il nostro primo corn dog ( würstel infilato su uno stecchino e fritto in una pastella) trovandolo delizioso. Se invece non avete fame entrate comunque, chiedete un’informazione o qualsiasi altra cosa, ma trovate il modo di prendervi una vista della proprietaria, l’ennesimo personaggio da ricordare! L’ultima sosta,prima di cedere all’autostrada per raggiungere la meta finale, la facciamo a Catoosa per ammirare una delle attrazioni più famose della Route, la Catoosa Whale una gigantesca balena blu che emerge dalle acque di un laghetto. Notte a Stroud al Best Western ( 71 € stanza grande e pulita) e cena sempre a Stroud al Five Star BBQ & Steakhouse ( discreto per essere una catena, 29 $ in due).

Mercoledì 2 Settembre: OKLAHOMA – TEXAS 259 Miglia (414 km) Strout (OK) – Shamrock (TX)

Partenza all’alba, come tutte le mattine, diretti ad Arcadia dove ci aspetta un fienile, l’Old Round Barn, che non si capisce perché, ma è diventato molto famoso. Ci limitiamo ad osservarlo da fuori, visto che il piccolo museo contenuto al suo interno apre alle 10. Poco più avanti una enorme bottiglia si staglia davanti al ristorante Pops, noto per avere una scelta di circa 500 bevande gassate! Sosta successiva ad Oklahoma City (raggiunta con strada a percorrenza veloce), cittadina che a nostro parere non offre un granchè. Dopo una breve passeggiata a Bricktown, quartiere costruito con mattoni rossi, forse più animato di sera, che non a quest’ora, visto il numero di ristoranti presenti e aver curiosato un pò sul lungo fiume dove ci sono anche alcuni watertaxi, andiamo alla ricerca di Stockyards City, la zona della città dove dovremmo incontrare molti cow boy. Ma a dir la verità neanche l’ombra… solo qualche negozio di abbigliamento ( stivali, cappelli, camicie a quadri, ecc..) che potete visitare se vi piace il genere e un mercato del bestiame ora deserto ( la guida segnala che le aste si svolgono il lunedi ed il martedì). Ripartiamo alla ricerca del Oklahoma Railway Museum ma, ahimè, troviamo chiuso pure questo ( apre solo gio, ven e sab!). Un pò delusi e anche desiderosi di staccare qualche ora dalla Route ci dedichiamo allo shopping al The Outlet Shoppers at Oklahoma City ( 7624 W Reno Avenue Suite 380). Alcuni prezzi convenienti su marche come Nike, Tommy Hilfiger, Columbia, Reebok, Guess.

Tappa successiva, assolutamente consigliata, il Route 66 Museum di Clinton. Piccolino ma molto interessante, pieno di reperti legati alla Mother Road e alla storia della sua costruzione ( ingresso 5 $). Esiste un museo di questo tipo anche poco più avanti, ad Elk City, ma noi non abbiamo fatto in tempo a vederlo ( chiude alle 17). Ancora un tratto di strada veloce per raggiungere Texola. Città fantasma in cui è rimasto un bar, una chiesa ed alcune case ( nel 2010 gli abitanti erano 36), ma che vale la pena di andare a curiosare proprio per la particolarità del luogo. Su una saracinesca si trova una scritta molto fotografata sulla Route. Percorriamo gli ultimi km sulla Route, entrando in Texas e fermandoci a dormire nell’economico, ma più che dignitoso, Route 66 Inn di Shamrock ( 44 $) paesino carino con diversi scorci da fotografare. Cena meravigliosa a base di ottima carne al Big Vern’s Steakhouse ( due costate enormi, due birroni, insalata o zuppa e contorno 64 $).

Giovedi 3 Settembre: TEXAS- NEW MEXICO 291 Miglia (465 Km) Shamrock (TX) – Tucumcari (NM)

Piacevole giro per il paese di prima mattina, che offre diversi scorci caratteristici e poi riprendiamo la strada sino a Mc Lean, dove ci fermiamo a visitare il museo Devil’s Rope Museum, piccolo ma interessante e con alcune curiosità come una collezione di piccoli ferri da stiro in ferro battuto; ingresso gratuito. A Groom non ci convincono, neanche per una foto, nè la torre dell’acqua storta, tantomeno la croce più grande dell’emisfero occidentale. Da non perdere, invece, il Bug Ranch che, facendo il verso al ben più famoso Cadillac Ranch, ti accoglie con i suoi maggiolini multicolori conficcati nel terreno. Non facile da trovare: prima di arrivare a Conway occorre prendere una deviazione sulla destra e tenere come riferimento l’insegna del Conway Motel. Ad Amarillo facciamo una capatina al Big Texan Ranch, famoso per proporre al cliente una super mangiata gratis, ma solo se riuscirete a mangiare una bistecca da due kg in meno di un’ora! È esposta e fa paura solo a vederla. Scopriamo che la campionessa di questa strana gara é una donna, tale Molly Schuyler che fa la “ competitive eater” e che è riuscita ad ingurgitare la belva più contorni in 4 minuti! Strane passioni degli americani! Sempre ad Amarillo vi é una delle attrazioni più famose della Route : il Cadillac Ranch dove é possibile andare muniti di bomboletta e rendere ancora più colorate le dieci macchine che fanno parte di questa originale creazione. Il non mettere insegne per trovare le attrazioni fa probabilmente parte del gioco. Tenete come riferimento le uscite 60 e 62 dell’autostrada che costeggia la Route, l’attrazione si trova lì in mezzo su un campo. Ad Adrian è d’obbligo immortalare il cartello che segnala il Midpoint: da questo punto si percorrono 1139 Km esattamente sia per Chicago che per Los Angeles. Di fronte al cartello vale la pena di fermarsi a fare due chiacchiere con la signora del gift shop. Nella parte successiva la Route deve essere più volte interrotta per proseguire in autostrada, dato che la strada originale non esiste più. Riusciamo a percorrere solo le ultime 20 miglia prima della nostra tappa dopo aver lasciato il Texas ed essere entrati in New Mexico. Guadagniamo anche un’ora spostando le lancette dell’orologio indietro visto che questo stato ha 8 ore in meno rispetto all’Italia (anziché 7). Anche questa notte la nostra scelta cade su un motel storico a Tucumcari: il Blue Shallow Motel (79 $, camere personalizzate, belli gli spazi esterni e fornito di caratteristica insegna al neon). Prima di cena, giro per il paese pieno di motel dalle originali insegne e cena al Del’s Restaurant ( cucina messicana e non, buffet con zuppe ed insalate: due piatti di pollo con contorno e due birre 35 $).

Venerdì 4 Settembre: NEW MEXICO 427 Miglia (683 Km) Tucumcari (NM) – Alamogordo (NM)

Riprendendo la Route, curiosiamo per i primi paesi che incontriamo, trovandoli piuttosto desolati. Imbocchiamo, quindi, la strada a percorrenza veloce sino a Santa Rosa, dove visitiamo il piacevole museo dell’automobile ( ingresso 5 $, non solo bellissime auto d’epoca. Ma anche, giocattoli, biciclette, stampe e pezzi di arredamento originali). Sempre su strada veloce raggiungiamo Santa Fe, le cui attrazioni principali sono tutte vicine alla piazza centrale (cattedrale di San Francesco, Loretto Chapel con una graziosa scala a chiocciola, i venditori di gioielli artigianali che circondano la piazza). Santa Fe con la sua atmosfera più messicana che americana offre una serie di musei e gallerie d’arte, nonché case dalle forme particolari. Tuttavia non ci entusiasma troppo. Troviamo carino il negozio che vende articoli natalizi per l’originalità delle decorazioni. La guida segnala un interessante mercato ( Santa Fe Farmers Market) presente però, solo il martedì e il sabato. Decidiamo quindi, di affrontare le lunghe ore di viaggio che ci separano dalla nostra prossima meta il White Sand National Monument a sud del New Mexico. Arriviamo al parco intorno alle 18 ( ingresso 3 $, il biglietto vale una settimana) e approfittiamo subito della visita guidata di un ranger anche se capiamo molto poco. Lo spettacolo è meraviglioso, nonostante il cielo sia coperto e non si riesca a godere a pieno del tramonto. Distese bianche di gesso ci circondano immergendoci in un’atmosfera surreale. Sicuramente uno dei posti più particolari visti nel mondo. Trascorriamo la notte ad Alamogordo ( circa 18 miglia dal parco) al Quality Inn Motel ( 65 € con colazione, camere molto spaziose e pulito, consigliato). Cena in un pessimo buffet asiatico vicino all’albergo.

Sabato 5 Settembre: NEW MEXICO – TEXAS 460 Miglia (736 Km) Alamogordo (NM) – Fort Stockton (TX)

Ci rechiamo presto nuovamente, al White Sand National Monument che questa mattina ci accoglie con un pò più di sole. Solo una piccolissima parte del parco è visitabile attraverso un percorso in auto o percorrendo alcune passerelle. Passato il primo pezzo asfaltato non è proibito (anzi è consigliato!) arrampicarsi sulle dune per ammirare il paesaggio dall’alto o lasciarsi scivolare seduti sui dischi di plastica che vendono all’ingresso. Per pranzare c’è anche un’ attrezzata area pic – nic con diversi barbecue utilizzabili. A giudicare dal movimento che vediamo oggi, che è sabato, sembra che la gente del posto utilizzi questo parco per trascorrere piacevoli giornate nei fine settimana. Il parco è vicino ad una base missilistica e in alcune giornate può rimane chiuso ( per avere informazioni sulle date si può consultare il sito). Riprendiamo la nostra strada, visto che oggi ci aspettano molti km. Ad El Paso, città di confine con il Messico, veniamo, purtroppo, rallentati da una strada chiusa per incidente che ci costringe a cercare un’alternativa tra i trafficatissimi svincoli della città. Alternativa che, grazie al santo navigatore, riusciremo a trovare solo dopo un’ora. Per non passare l’intera giornata in macchina decidiamo di predisporre una sosta al Carlsbad Cavern National Park (ingresso 10 $), una grande grotta (Big room) visitabile scendendo a piedi o con un velocissimo ascensore. Non siamo particolarmente appassionati di grotte ma, in effetti, la maestosità delle formazioni crea uno spettacolo piacevole. Il parco è famoso perché all’ora del tramonto è possibile assistere al volo di sciami di pipistrelli che vanno in cerca di cibo, ma volendo fermarci a dormire più avanti, non riusciamo ad aspettarlo. Trascorriamo la notte al Town & Country Motel di Fort Stockton, accolti da una simpatica signora incuriosita dalla nostra presenza e dal nostro viaggio (54 €, sistemazione essenziale sufficientemente pulita che va benissimo per passarci una notte). La signora, informandosi sulla nostra meta e scoprendo che siamo diretti a New Orleans, ci dice “Oh New Orleans good food, here no good food!”. Scopriremo presto quanto aveva ragione e visto che alle 21 ormai rimangono solo le catene ci tocca una immangiabile e costosa pizza da Pizza Hut.

Domenica 6 Settembre: TEXAS 348 Miglia (556 km) Fort Stockton – Austin

Dopo una spesa mattutina (Walmart aperto 24 h) per procurarci cibo sano per il pranzo, ripartiamo in direzione Austin assistendo ad uno spettacolare sorgere del sole all’orizzonte della strada che stiamo percorrendo che, come sempre, sembra senza fine. Prima tappa, dopo un bel pò di km, a Fredericksburg, cittadina molto carina con negozi particolari. Ci è piaciuto in particolar modo l’Amish Market che vende sia bei mobili in legno che cibi prodotti dalle comunità Amish. All’interno del negozio è possibile effettuare assaggi di formaggi, burri aromatizzati, miele. Proseguiamo verso Austin dove arriviamo nel primo pomeriggio. Ci dirigiamo al Visitor Center, accanto al quale è possibile parcheggiare la macchina (10 $ per 9 h). Dopo aver raccolto qualche informazione raggiungiamo a piedi il quartiere di Soco ( South Congress), attraversando il ponte sul fiume Colorado che taglia in due la città separando questo quartiere dalla zona di Downtown. Un sole cocente e circa 37 gradi ci accompagnano nella nostra lunga passeggiata. Soco viene definita la parte più bella della città, quella che ha conservato l’atmosfera vintage che caratterizzava Austin qualche decennio fa. Avremmo voluto pernottare allo storico motel Austin Motel ma non abbiamo trovato posto (consigliato se volete passare la notte li, è sulla strada principale del quartiere). Negozi di abbigliamento vintage si alternano con altri dedicati ad articoli per cow boy e negozi di curiose antichità. Qua e là i caratteristici food trailer, roulotte che vendono cibo da strada. Qualche bancarella ed alcuni bravi musicisti che suonano a ricordare che ad Austin la musica live è la colonna sonora costante della città. Dopo aver percorso l’intero quartiere e curiosato negli originali negozi ci dirigiamo verso il Congress Avenue Bridge, famoso per ospitare in questi mesi una miriade di pipistrelli il cui volo, alla ricerca di cibo all’ora del tramonto, è per abitanti e turisti un evento imperdibile. Facciamo una passeggiata nel parco dispiaciuti di non aver l’abbigliamento adatto (necessario almeno un costume per il gran caldo) per affittare le canoe, i pedalò a forma di cigno o le curiose biciclette da acqua (17 $ l’ora). L’atmosfera è davvero rilassante tra gente che corre, va in bici e naviga sul fiume. Vengono organizzate anche crociere, tra cui una serale per il volo dei pipistrelli (10 $). Se si arriva presto è possibile parcheggiare vicino al parco. Poco prima delle otto ci posizioniamo sul ponte. È già uno spettacolo osservare la miriade di persone che si raccolgono qui per questo evento. Il prato sottostante il ponte ( probabilmente il posto migliore per l’avvistamento ) si riempie velocemente di persone attrezzate con sdraio e plaid. Tutti in trepida attesa con il naso verso l’alto e tutto ad un tratto la folla si alza in piedi, come in una standing ovation al più ambito dei concerti e loro, le superstars, cominciano ad uscire! Uno sciame infinito di piccoli esserini neri sparati alla velocità della luce intorno agli alberi a formare disegni multiformi nel cielo che si imbrunisce. Ed escono, escono, escono ancora e la gente sempre lì ad ammirarli e seguirli nel loro spettacolo giornaliero. Intorno qualche venditore con bibite come al cinema. In effetti è uno spettacolo da non perdere assolutamente se ci si trova in zona.

Dopo cena ci dirigiamo verso Downtown dominata dal maestoso Campidoglio che si vede in lontananza e dagli enormi grattacieli illuminati. Un giro veloce nella caotica sesta strada piena di locali che fanno musica, una birra in un posto con biliardi e schermi che trasmettono le immancabili partite di football americano e poi riprendiamo la macchina alla ricerca di una sistemazione per la notte. Gli alberghi della zona di Downtown e Soco sono piuttosto cari quindi optiamo per una sistemazione a 7 miglia dal centro, il Super 8 Austin Airport North (96 € : camera molto bella, dotata di tutti gli accessori compreso accappatoio, salatini e acqua in omaggio, colazione con vasta scelta inclusa). Austin è una città che ci è piaciuta e dove, probabilmente, vale la pena di fermarsi per un’intera giornata magari usufruendo del servizio di affitto biciclette (8 $ per 24 h , si possono prendere le bici in una stazione e lasciare in altri punti predisposti della città). Da quanto leggiamo sulla guida in questo posto vengono spesso organizzati eventi e concerti che attirano molte persone.

Lunedì 7 Settembre: TEXAS 249 Miglia (398 km) Austin – Winnie

Sulla strada verso Houston facciamo una sosta per un po’ di shopping al Houston Premium Outlets ( 29300 Hempstead Road, Cypress). Proseguiamo diretti allo Space Center di Houston (ingresso 23 $ parcheggio 6 $, se si acquistano i biglietti su internet si risparmia qualche dollaro). All’arrivo si viene accolti da un modello a grandezza naturale dello Shuttle Independence caricato su uno Shuttle Carrier Aircraft. Il Lyndon B. Johnson Space Center è un centro spaziale che fa riferimento alla NASA e si occupa dell’organizzazione e del controllo missione per tutti i voli spaziali con equipaggio umano. Il centro collabora con Cape Canaveral che è, invece, il luogo dove partono gli shuttle. La parte più interessante della visita è quella effettuata con i trenini. Noi scegliamo il White Trail che dura circa un ora e ti permette di visitare la sala comandi (visibile da un vetro sopraelevato) e l’hangar di Saturno V, uno degli ultimi tre missili originali, che tra gli anni ‘60 e ‘70 mandarono in orbita più di 14 equipaggi Apollo, tra cui quello dell’allunaggio e quello della celebre frase “Huston we have a problem here”. Nell’area centrale sono presenti ( tutti a pagamento ) alcuni simulatori di volo, esposte tute di astronauti e diversi tabelloni che ricordano le varie missioni effettuate. Sicuramente il modo migliore per godere a pieno la visita è avere una buona comprensione della lingua, capacità della quale siamo, purtroppo, piuttosto carenti, soprattutto quando il linguaggio diventa velocissimo come nelle spiegazioni delle guide, ma la visita è comunque interessante, non fosse altro per la possibilità di osservare qualcosa che non capita di vedere tutti i giorni. Ciò che colpisce sono le enormi dimensioni degli shuttle che, visti solo nei film, immaginavamo decisamente più piccoli. Disponibile audio guida ma solo in inglese e spagnolo. Per la sosta scegliamo una cittadina a circa un’ora di guida da Houston, Winnie dormendo al Winnie Inn & Suites (59 $, accogliente pulito e con colazione inclusa; solita stanza enorme). Visto che stranamente alle 19 siamo già pronti per la cena scegliamo un ristorante di fronte all’albergo il Al-T’s Seafood e Steakehouse per la gioia del nostro stomaco (due ottime T – bone, due birre e un buon Margarita 54 $).

Martedì 8 Settembre: TEXAS – LOUISIANA 349 Miglia (558 Km) Winnie (TX) – New Orleans (LA)

Si riparte in direzione Louisiana! Dopo alcune ore di viaggio ci avviciniamo alla nostra meta e, con un po’ di fatica, data la confusione di indirizzi riportati sulla guida e su internet, raggiungiamo la Barataria Preserve che si trova a circa mezz’ora da New Orleans. Si tratta di una zona paludosa che si può esplorare a piedi percorrendo una serie di sentieri guidati da passerelle di legno. Troviamo il Visitor Center chiuso prima dell’orario indicato, ma prendiamo la mappa dei sentieri disponibile nello spazio esterno e ci addentriamo per i percorsi segnalati. In teoria dovrebbe essere possibile avvistare alcuni animali, tra cui serpenti ed alligatori, ma noi incappiamo solo in qualche ragno gigante, alcune lucertole dalla coda blu e qualche grosso grillo nero. Probabilmente gli avvistamenti con i tour organizzati dalle agenzie, molti dei quali in barca, sono più proficui. Tuttavia ci accontentiamo di ammirare la rigogliosa vegetazione che ci circonda, rimandando l’incontro con i coccodrilli per un’altra occasione. Per le prossime tre notti abbiamo scelto come sistemazione il Prytania Park Hotel consigliato dalla Lonely Planet. La nostra scelta è stata guidata soprattutto dal fatto che l’albergo ha un parcheggio gratuito mentre, seppure nel French Quarter si trovino sistemazioni a prezzi abbordabili, occorre poi aggiungere il prezzo del parcheggio in genere a pagamento. I parcheggi pubblici del centro si aggirano intorno ai 30 $ al giorno. Il Prytania si trova nel Garden District, un quartiere tranquillo e molto carino, vicinissimo alla fermata dello storico St. Charles Tram ( è una traversa di Charles Avenue), 25 minuti a piedi dal French Quarter ( 80 € a notte, camere carine e abbastanza spaziose, colazione inclusa; unica pecca pochi tavolini per la colazione ma si può ovviare portandola in camera con i vassoi a disposizione).

Partiamo subito alla scoperta di questa curiosa città andando a piedi nel French Quarter e lasciandoci trasportare dalla musica che arriva dai diversi locali. Ceniamo nel caratteristico Coop’s ( 1109 Decatur Street ) degustando due dei piatti tipici della cucina Cajun : il Gumbo ( stufato con pesce, riso e verdura) e il Jambalaya ( riso, verdure e carne mischiate in un piatto che potrebbe ricordare la paella,ma senza lo zafferano) entrambi molto speziati. Non si tratta di un ristorante elegante ma si intona bene con l’atmosfera del posto e ha prezzi modici e una buona scelta di birre. Dopo cena proseguiamo per la stessa via sino ad arrivare a Frenchman Street ( pare la via più frequentata dai locali oltre che dai turisti rispetto a Bourbon Street ) e dopo esserci fermati ad ascoltare dei bravi musicisti di strada, seguiamo il consiglio della proprietaria di un’agenzia, che infatti incontriamo nel locale, e ci gustiamo un Hurricane al Bamboula’s( è un cocktail), allietati dalla musica di una discreta band. Con il tram, godendoci anche la sua lentezza e ammirando le vecchie carrozze di legno che sembrano riportarti in un’altra epoca, rientriamo in albergo. Una corsa in tram costa 1,25 $, il biglietto si fa sul mezzo e occorre avere i soldi contati. Esiste anche un pass giornaliero che costa 3 $ ed è valido anche sugli autobus. Noi lo abbiamo fatto ed utilizzato parecchio nei giorni in cui siamo rimasti in città.

Mercoledì 9 Settembre: New Orleans

Con il St Charles tram facciamo un lungo giro nel Garden District, ammirando le splendide case del quartiere circondate da giardini perfettamente tenuti e tutte fornite delle immancabili sedie a dondolo nell’ingresso. Ci fermiamo a visitare il Lafayette Cimitery n 1 e riprendiamo il tram per recarci al French Quarter. È il cuore della città, quello più frequentato dai turisti, ma anche ricco di angoletti curiosi da scovare. Splendida e romantica la sua piazza, Jackon Square, circondata da carrozze con cavalli e dominata dalla cattedrale di Saint Louis che pare essere uscita da una fiaba. Qua e là suonatori con enormi tromboni e fisarmoniche diffondono le loro note nell’aria. Per pranzo affrontiamo la gigantesca “muffoletta” (che pronunciata da un americano è già tutto uno spettacolo) dal Central grocery. Trattasi di focaccia di origine italiana ripiena di prosciutto, salame, formaggio, pomodori, olive, venduta intera (grande come un “tombino” come dice la guida!) o metá. Noi ne abbiamo mangiata un quarto a testa ed è più che sufficiente! Nel primo pomeriggio comincia a piovere e che pioggia! Fortunatamente Nola, come i suoi abitanti chiamano questa città, è fornita di interessanti musei. Ci salvano dall’affogamento assicurato i due musei all’interno del Presbytere: quello su testimonianze, filmanti e reperti vari relativi all’uragano Katrina, che nel 2005 distrusse la città (toccante e particolare) e quello al piano superiore sulle tradizioni della festa del Mardi Gras, giornata in cui la voglia di festeggiare di questo posto raggiunge il suo apice ( 6 $ ingresso per entrambi i musei). Poco distante visitiamo anche il museo del voodoo, di cui la città conserva antiche tradizioni ( 5 $ ingresso, piccolo e curioso museo, forse maggiormente apprezzato da intenditori e cultori della materia). Visto che ha finalmente smesso di piovere, concludiamo la giornata con una passeggiata lungo il Mississippi informandoci sui prezzi delle crociere sulle navi a vapore ( circa 30 $ solo crociera, dai 50 ai 70 con pranzo o cena ) che tuttavia, dopo aver letto un po’ di recensioni su internet, che le qualificano più che altro come trappole per turisti, decidiamo di non effettuare. Per cena scegliamo una delle tante Hoyster House (Acme, 724 Iberville St) consigliata per i prezzi modici, dove anche chi non è amante delle ostriche crude, le può provare nelle loro varianti fritte o gratinate, ed assaggiare altre specialità di pesce come il Crab cake ( frittellona di carne di granchio). Spesa circa 25 € a testa. Dopo cena percorriamo la nota, nonché caotica, Bourbon Street, dove fiumi di alcool vengono offerti a 2×1, ragazze in abiti succinti attirano i clienti dentro i locali, gruppi musicali, non sempre di buona qualità si esibiscono e personaggi di vario tipo riempiono le strade. Bello il colpo d’occhio della strada con le insegne al neon che si alternano ai terrazzi in ferro battuto, da alcuni dei quali vengono lanciate sui passanti collane colorate a ricordare la tradizione che caratterizza le parate del martedì grasso. Tuttavia se cercate buona musica molto meglio la più tranquilla e meno mondana Frenchman Street.

Giovedì10 settembre: New Orleans

Ci dirigiamo nel quartiere di Tremè, il più antico quartiere afroamericano della città, a ridosso del French Quarter diretti al St Louis Cemetery No 1, che ospita la tomba di Marie Laveau, la regina del voodoo. Proprio per questa presenza avevamo letto che, a causa di alcuni comportamenti poco adeguati al luogo, dei seguaci di questa misteriosa signora, il cimitero è accessibile solo con visita guidata. Pensavamo di trovare all’esterno qualche guida, ma così non è stato ( i tour organizzati dalle agenzie del centro non costano meno di 20 $ e ci sono sembrati eccessivi per un cimitero). Poco distante il parco di Louis Armstrong con belle statue in ferro battuto e la suggestiva Congo Square, dove agli schiavi era permesso di riunirsi e suonare la musica della loro terra, un’abitudine proibita in quasi tutte le altre società schiaviste. La pesante storia della schiavitù viene ricordata anche dalla tomba dello schiavo ignoto, una croce di catene davanti alla chiesa di St Augustine. Percorrendo la bella ed alberata Esplanade Avenue si arriva al Mississippi e purtroppo comincia nuovamente a piovere fortissimo. Ci rifugiamo prima nel French Market ( anonime bancarelle di cianfrusaglie e cibo poco invitante; probabilmente in alcuni giorni lo stesso spazio ospita un mercato di frutta e verdura) e poi nel gelido centro commerciale ( aria condizionata altissima che quando si è “umidi” potrebbe darti il colpo finale!) di Riverwalk vicino a Spanish Plaza. Alle 11 andiamo anche a vedere la partenza della Natchez Steamboat che, se pur ricostruita e un pò turistica, presenta sempre il suo fascino. Per pranzo torniamo in Esplenade Avenue seguendo il consiglio della guida che indica il Port of Call ( 838 Esplanade Avenue) come uno dei posti migliori per gli hamburger. Come ieri il tempo cambia velocemente e il sole che rispunta ci invoglia a seguire l’itinerario a piedi consigliato dalla Lonely nel French Quarter, scoprendo angoletti davvero carini in particolare un antico distributore di soda nella Royal Farmacy di Royal St, il convento delle Orsoline e la curiosa scritta piastrellata ” ingresso delle signore” davanti alla rinomata pasticceria Croissant D’or. All’ora della merenda non possiamo non assaggiare i noti beignet ( frittelle cosparse di zucchero) al Cafè de Beignet di Bourbon Street. Alternativa al più noto ed affollato Cafè Du Monde. L’ambiente, allietato da buona musica dal vivo ci piace, i beignet ci lasciano piuttosto indifferenti. Per cena troviamo un posto davvero caratteristico, se avete voglia di spostarvi dalla zona affollata dai turisti: il Mother’s ( 401 Poydras St, si raggiunge dal Garden District prendendo il St Charles tram, è a poca distanza dalla fermata di Poydras). Andateci se amate i posti senza troppe pretese , frequentati da locali ( ma anche da qualche personaggio famoso) con cibo buono e prezzi bassi rispetto alla media. Ha una vasta scelta di po’boys ( giganteschi panini farciti con ogni ben di Dio) e ottimi gamberetti. Una particolarità: è affisso un cartello nel quale si rende noto che i dipendenti non possono ricevere mance, al contrario degli altri locali dove la mancia è praticamente obbligatoria se non si vuole fare figuracce ( o talvolta già inserita nel conto) e corrisponde ad una cifra dal 15 al 25 % del totale. Per quanto riguarda pranzi e cene, soprattutto in alcune zone molto frequentate dai turisti fate attenzione ai prezzi, anche solo due panini potrebbero costarvi molto cari.

Concludendo questi due giorni trascorsi a New Orleans, potremmo dire che questo è un posto che si può amare od odiare, ma sicuramente è un luogo particolare che vale la pena vedere e a noi nel complesso è piaciuta. È la città degli eccessi e del divertimento alcolico che non ci appartiene, ma anche della musica particolare e di bravi musicisti da scovare qua è la. È la città legata per sempre alla ferocia dell’Uragano Katrina. Ai riti voodoo ora confusi tra credenze ancora in auge e business per turisti. È la città dei fantasmi che si dicono apparire qua è là e delle leggende a loro legate, del filo sottile tra la vita e la morte, di personaggi che devi spesso evitare mentre dormono per le strade, delle collane colorate e della gioia di vivere del martedì grasso, che forse non è che un modo, per controbilanciare quella vena di tristezza che un pò ti accompagna sempre mentre visiti questa città.

Venerdì 11 Settembre: LOUISIANA – MISSISSIPPI 386 Miglia (617 Km) New Orleans (LA) – Grenada (MS)

Prima di lasciare questa curiosa città facciamo una tappa al St Roch Cemetery. Nella parte destra della cappella è possibile vedere un angolo che testimonia la mescolanza di riti cristiani e voodoo ancora in voga. Le consuete croci ed immagini sacre si alternano a collane, giocattoli, protesi, bamboline e altri oggetti particolari. Ci dirigiamo verso Natchez sotto una pioggerellina costante. Quando arriviamo nella cittadina dobbiamo fermarci a due Visitor center prima di trovare l’inizio della Nachetz Trace Parkway ( mettete sul navigatore Liberty Road e vi condurrà in una zona vicino all’inizio della strada dove troverete indicazioni). Si tratta di una panoramica strada che arriva sino a Nashville, passando in mezzo a foreste e con diversi siti storici da visitare, se si è interessati in particolare a tappe legate ai primi insediamenti coloniali, agli indiani e alla guerra di secessione. Ci fermiamo a vedere i resti di una città di inizio ottocento e una casa che danno l’idea di come fosse questa zona del Mississippi. È una strada molto bella da percorrere con calma anche perché il limite di velocità è piuttosto basso. Ne percorriamo circa 100 miglia per poi uscire e proseguire sulla strada veloce. Scegliamo come tappa per la notte la cittadina di Grenada ( Rodeway Inn & Suites, 62 $ con colazione piuttosto povera; stanza appena sufficiente, con cattivo odore e pulizia al limite dell’accettabile. Va bene solo se volete risparmiare, altrimenti cercate altro). Cena all’untuosissimo Catfish corner per pochi dollari.

Sabato 12 Settembre: MISSISSIPPI – TENNESSEE 139 Miglia (222 Km) Grenada (MS) – Memphis (TN)

Prima di lasciare questa cittadina, che avevamo catalogato come triste ed insignificante, andiamo alla ricerca del lago sul quale questo posto si adagia e scopriamo che subito dietro le solite strade, con locali poco convincenti alternati ad altri delle grandi catene, c’è tutta una zona molto bella e ben tenuta. Un bel parco con cerbiatti e scoiattoli costeggia un grande lago visibile percorrendo la scenic loop 333. Posto di vacanza molto piacevole per camperisti con i loro giganteschi automezzi, che sembra si portino dietro l’intera casa. Percorriamo l’ora e mezza che ci separa da Memphis sino a Graceland, la famosa residenza di Elvis Presley. Il prezzo per questa attrazione è piuttosto alto. Si parte dal parcheggio (10 $) sino ad una scelta di biglietti (36 $ solo per la casa, 40 $ se si aggiunge il museo delle automobili possedute dal cantante, 45 $ se si vogliono vedere anche gli aerei privati, opzione da noi scelta). La visita, che ripercorre la vita e la carriera di Elvis è organizzata molto bene. Si viene dotati di un’audioguida ( anche in italiano), che zona per zona fornisce spiegazioni e racconta diversi aneddoti. Tutto in sottofondo, della piacevolissima musica di Elvis. Ci si appassiona alla storia, anche senza essere particolari fan, tanto che quando si arriva alla tomba si rischia la commozione. Si, è vero, come dicono in molti questo è un baraccone per far soldi, ma è anche un modo per conoscere le vicende di un mito, passare tra i mille premi vinti, sorridere davanti agli eccentrici costumi, ascoltare musica che ha fatto storia. Il tutto cercando di mettere in mostra l’apice della gloria e oscurando i lati più tristi della vicenda. Non un accenno al declino di Elvis, nè ai problemi con la moglie, tanto meno al processo di autodistruzione messo in atto subito dopo. Ma questa è l’America perbenista e in fondo, in una casa che ha visto davvero il realizzarsi di un sogno americano, è giusto che lo spettatore rimanga all’interno di una favola. La realtà la si può cercare altrove. Raggiunto il centro della città facciamo un giro in Downtown sino alla nota Beale Street, piena di locali con musica dal vivo. Alle 17 non possiamo mancare al rituale delle anatre al Peabody hotel: tutti i giorni al suono di una marcia, le anatre vanno in fila dall’ascensore alla fontana di marmo interna dell’albergo e alle 17 fanno il percorso inverso. Una tradizione buffa che attira molti turisti, ma é cosi particolare che vale la pena vederla. Facciamo una passeggiata sino al lungo fiume, non troppo interessante a dir la verità. Anche qui le navi a vapore trasportano i turisti, ma sono molto meno pubblicizzate che a New Orleans. Ne incontriamo una praticamente deserta. Per cena scegliamo lo storico locale Charles Vergos’ Rendevous assolutamente da non perdere se volete gustare ottime costolette di maiale che pare siano amate, come testimoniano diverse foto e lettere incorniciate, anche da Clinton e Obama ( spesa con due birre poco più di 40 $; si può ordinare la porzione piccola, sufficiente per una cena normale o quella grande se avete molta fame ). Cari gli alberghi del centro, ci spostiamo fuori città in un Baymont Inn ( 83 €, camere pulite ma con odore sgradevole; chiediamo anche un cambio di stanza, ma la situazione non cambia).

Domenica 13 Settembre: TENNESSEE 249 Miglia (398 Km) Memphis – Nashville

Domenica, messa gospel! Ci dirigiamo alla Full Gospel Tabernacle, appena fuori Memphis, dove alle 11.30 inizia la funzione presieduta dal reverendo Al Green. Leggenda della musica soul convertitosi dopo il suicidio della fidanzata che poco prima, gli rovescio addosso fiochi d’avena bollenti, come risposta al rifiuto di una domanda di matrimonio! Abbiamo la fortuna di trovarlo, cosa che non sempre accade. Nonostante in chiesa siano presenti numerosi turisti è possibile osservare la singolarità della situazione, a partire dalle donne agghindate a festa con meravigliosi cappellini ed abiti dai colori eccentrici, il coinvolgente ritmo dei canti del coro scanditi dal battere di mani, la musica suonata dal complesso con tanto di pianista, chitarrista e batterista, l’interattività che caratterizza il condurre della messa del reverendo. Tutti ballano, impossibile rimanere fermi! Nonostante la qualità del gospel l’abbiamo trovata migliore in altre zone da noi visitate ( Harlem a New York, ad esempio), partecipare alla messa in questa chiesa è comunque un’esperienza che permette di capire meglio la vita della popolazione locale.

Riprendiamo la guida verso Nashville, raggiunta la quale andiamo in Downtown. La città verrà apprezzata molto dagli amanti della musica country. Pullula, infatti, di musei e studi di registrazioni che sono entrati nella storia ed è ricca di eventi sul tema. Noi ci limitiamo a fare un giro per Broadway Street, centro del divertimento con i mille locali con musica dal vivo, che si alternano a negozi di stivali e abbigliamento da cow boy. C’è tantissima gente ed i locali sono troppo affollati e chiassosi per i nostri gusti. Ci spostiamo quindi nella zona detta Music Valley dove riusciamo ad utilizzare un coupon ( nei Visitor center e in giro si trovano giornalini con diversi sconti in particolare per i motel) per il Guesthouse Inn & Suites (spendiamo 77 $ per quello che si rivelerà uno dei migliori motel della vacanza risparmiando ben 25 €!). La zona offre diversi locali più tranquilli, ne scegliamo uno a caso che scopriremo essere un posto azzeccatissimo: il Jonh A’s. Ottimo cibo e prezzi, ma soprattutto bellissima musica country suonata da musicisti non certo giovani ma pieni di vita! Si alternano come cantanti vari personaggi tra cui una eccezionale arzilla vecchietta che con tanto di banjo si scatena in meravigliose performance. La clientela ha un età mediamente alta, dal loro comportamento probabili habituè del posto. Locale da non perdere se siete nelle vicinanze ( è di fronte al motel segnalato prima) e se come noi, amate cercare qualcosa al di fuori dei centri della vita mondana. In questa zona della città ci sono altri locali caratteristici e sembra molto frequentata, forse per la presenza del Grand Ole Opry, un museo teatro dove si svolge un famoso programma radiofonico sulla musica country. Il tutto ci fa pensare che questa sarebbe una città da conoscere meglio per poterla apprezzare, andando alla ricerca di chicche musicali al di fuori dei più gettonati circuiti turistici.

Lunedì 14 Settembre: TENNESSEE – ILLINOIS 395 Miglia (632 Km) Nashville (TN) – Arthur (IL)

Prima di lasciare la città facciamo una sosta al Cooter’s place vicinissimo al nostro motel. Museo e negozio di gadget per i nostalgici ed amanti del telefilm Hazard con tanto di Generale Lee! Lunga giornata di trasferimento sulla strada verso Chicago, resa ancora più difficoltosa da un blocco stradale che ci obbliga ad una lunghissima coda. Siamo diretti verso una zona dell’Illinois dove risiede una comunità Amish. Raggiungiamo Arthur, un tranquillo paesino allietato dal suono degli zoccoli dei cavalli che conducono i carri degli Hamish ( si chiamano buggy). È quasi buio quando arriviamo, ma riusciamo, comunque, a scorgerne alcuni. Trascorriamo la notte all’Arthur Country Inn ( (69 € con colazione, camere discretamente curate) e ceniamo a base di carne, non eccezionale al Pauly’s BBQ.

Martedì 15 Settembre: ILLINOIS 228 Miglia (365 Km) Arthur – Naperville

In mattinata facciamo un lungo giro in auto per il paese con l’impressione di essere catapultati indietro nel tempo. Sulla strada i cartelli stradali allertano gli automobilisti per la presenza dei “buggy” e quà e là si scorgono le donne con i loro sobri vestiti e le cuffie bianche o nere a seconda che siano o meno sposate, gli uomini con le lunghe barbe e le camicie azzurre e i pantaloni tutti uguali e i bimbi anche loro con piccole cuffie in testa. Leggiamo alcune informazioni sugli Amish, le loro tradizioni e le loro usanze (wikipedia è sempre una fonte inesauribile di informazioni!), li osserviamo senza fotografarli, come letto ovunque, rispondiamo ai loro cenni di saluto quando ci incontrano per strada. Al Farm Market lavorano alcune donne di questa comunità, vendendo i loro prodotti e calzando ai piedi moderne Nike, che contrastano con gli abiti fuori tempo. Appaiono gentili ma piuttosto schivi, si fermano per strada legando i loro buggies negli appositi parcheggi e si mischiano alla gente del paese per acquisti o altro prima di tornare alle loro campagne. Facciamo un giro nei negozi e in un curioso festival della zucca ( The Great Pumpkin Patch) che dura ben un mese e mezzo e che da queste parti pare essere un evento molto importante. Prima di riprendere la strada verso Chicago ci fermiamo anche ad Arcola che ci sembra, tuttavia, poco interessante. Avendo prenotato da domani l’albergo di Chicago, pernotteremo questa notte nelle vicinanze. Ne approfittiamo per dedicare tempo ad un ultimo outlet a circa 45 min dalla città, il Chicago Premium Outlet che a dir la verità è piuttosto triste e con molti negozi chiusi. Dormiamo a Naperville allo Stardust motel ( 51 € senza colazione, essenziale ma per trascorrere una notte è una soluzione economica e più che accettabile). Scegliamo per la cena la pizzeria Neo ( pizza buona molto simile alla nostra) in una piacevole zona della cittadina piena di bei locali e molto tranquilla anche da girare a piedi.

Mercoledì 16 Settembre: 72 Miglia (115 km) Naperville – Chicago

Raggiungiamo in mattinata Chicago, ultima meta del nostro viaggio e andiamo a restituire la macchina in aeroporto. 7626 Km percorsi anche quest’anno… niente male! L’aeroporto di Midway è collegato alla città con la linea arancione della metropolitana. Compriamo dalle macchinette una Ventra card obbligatoria per circolare sui mezzi pubblici e vi carichiamo sopra un pass per 3 giorni per metro e autobus, per un totale di 25 $. La Ventra card ha un costo di 5 $ che si possono trasformare in credito registrandosi sul sito (noi abbiamo usato questo credito, l’ultimo giorno per recarci all’aeroporto, visto che il nostro pass era scaduto). Chicago non è una città economica e trovare una sistemazione non costosissima ed in posizione comoda per raggiungere il centro, non è stato facile. Dall’Italia abbiamo prenotato il Bed & Brekfast The Villa Toscana ( 140 € a notte con colazione inclusa, fai da te, da consumare in una cucina comune) che si è rivelata una buona sistemazione. Collocata nel tranquillo quartiere gay, sulla Hamptsed e vicino allo stadio Wrigley dove si giocano le seguitissime partite di baseball. La nostra scelta è andata sulla camera marocchina, piccolina ma personalizzata e con bagno privato. Sono presenti anche stanze più grandi ma con bagno condiviso. Il B&B si trova a 10 min a piedi dalla fermata Addison della linea rossa del metro, che in poco più di un quarto d’ora raggiunge il centro. Nel pomeriggio raggiungiamo il Navy Pier, zona un pò troppo turistica, ma piacevole per passeggiare lungo il lago, talmente grande da sembrare un mare. Nella zona è presente anche una ruota panoramica e qualche ristorante. Decidiamo di effettuare la crociera di 75 min ( giro architetture 39 $) che, anche se non economica, permette di avere una visuale della città e dei suoi innumerevoli grattacieli davvero particolare. Il tutto accompagnato da una spiegazione in un inglese difficilmente comprensibile. A piedi, con una lunga passeggiata, raggiungiamo la zona del Millenium park, che visiteremo domani. Ceniamo in un affollatissimo ( come la maggior parte dei locali del centro, dove spesso bisogna fare un pò di coda per avere un tavolo) pub, il Miller’s Pub con ottimi piatti e una spesa modica (50 $ porzioni abbondanti).

Giovedì 17 Settembre: Chicago

Mattinata dedicata ad esplorare le belle istallazioni del Millenium park. Ci piace in particolar modo la Crown fontain, dove spruzzi d’acqua escono dalle bocche di visi umani proiettati e il Cloud Gate, un enorme fagiolo argentato, dove, come tutti gli altri turisti, ci divertiamo a fotografare le nostre immagini riflesse. Raggiungiamo a piedi il Grant Park in questi giorni occupato dalla finale internazionale di Triathlon e lì pranziamo con l’hot dog Chicago style, che altro non è che un normalissimo hot dog condito da sottaceti. Nel pomeriggio andiamo a visitare il Lincoln Zoo all’interno del medesimo parco. Accanto allo zoo una splendida serra con meravigliose piante. Sia la serra che lo zoo sono attrazioni gratuite. Per quanto non siamo amanti degli animali in cattività e li preferiamo nettamente osservare nei loro ambienti naturali, in questo zoo gli animali hanno abbastanza spazi per muoversi. Uno dei padiglioni più interessanti è quello dei gorilla. Con l’autobus raggiungiamo Mitchigan Avenue e il suo Magnificient Mile, la zona dei lussuosissimi negozi. Da non perdere l’American Girl Place dove le bambine possono acquistare costose bambole e vestirsi come loro. Per cena scegliamo il Weber’s Pub, un pò più caro e meno apprezzato da noi, rispetto a quello di ieri sera.

Venerdì 18 settembre: Chicago

Giro a Chinatown in mattinata, perché i negozi di chincaglierie cinesi ci affascinano sempre un pò. Ma da queste parti devono averlo capito, visto che i prezzi di alcuni inutili oggetti che ci piacerebbe acquistare, sono piuttosto elevati. Dopo un giro nei negozi di strane radici dai nomi impronunciabili torniamo nel loop, il centro della città, dove spendiamo un po’ di tempo, gironzolando tra le varie vie. All’ora di pranzo andiamo alla ricerca di Mr Beef, che a detta della guida propone il miglior Italian Beef Sandwich, semplice panino con arrosto, nulla di eccezionale. Probabilmente la terza specialità culinaria dopo questa e l’hot dog, cioè la deep dish pizza faremo a meno di assaggiarla, perché dall’aspetto non ci pare nulla di invitante. Comincia a piovere per cui trascorriamo il resto del pomeriggio al Field Museum ( ingresso 25 €), dove è contenuto lo scheletro di Sue, il più grande esemplare di Tyrannosaurus rex mai trovato. La pioggia si intensifica ed é impossibile tenere l’ombrello aperto per le raffiche di vento… ecco perché Windy City! Sul nostro telefono cominciano ad arrivare messaggi di allarmi alluvioni. Un pò preoccupati ceniamo in un ristorante thailandese, vicino a casa, approfittandone intanto per cambiare tipo di cibo e andiamo a nanna!

Sabato 19 Settembre: Chicago – Genova

Pioggia e temporali per gran parte della notte, ma nessuna alluvione e questa mattina c’è di nuovo il sole, anche se la temperatura é nettamente calata ( siamo intorno ai 17 gradi). Indecisi se dedicare le nostre ultime ore di permanenza all’Art Museum o alla Willis Tower scegliamo la seconda opzione ( ingresso 19,50 $). Dalla sommità dell’altissima torre è possibile godere di uno strepitoso panorama sulla città e armandosi di un po’ di coraggio, camminare sulle parti trasparenti del pavimento, guardando sotto. Purtroppo il nostro lungo giro negli States è giunto al termine e un aereo nel pomeriggio ci riporterà verso casa.

Terminiamo il nostro racconto con alcuni consigli pratici per chi intende effettuare questo tipo di viaggio:

Il viaggio I km di questo viaggio sono stati davvero tanti e per quanto le strade in Usa sono tenute meravigliosamente e guidare è di norma piuttosto rilassante, qualche volta è risultato un pò faticoso trascorrere l’intera giornata in macchina. Questo è un viaggio da intraprendere se siete amanti dei viaggi on the road, se non concepite lo spostarvi come un puro e semplice modo per raggiungere qualcosa di interessante da vedere, ma se già quello è per voi una parte divertente del viaggio. In caso contrario programmate diversamente il vostro itinerario magari includendo qualche volo interno.

Motel Cerchiamo in genere nei nostri viaggi sistemazioni piuttosto spartane, leggendo recensioni sui vari siti. In questo viaggio quasi tutte le sistemazioni (tranne quello orribile di Cicero) sono state decenti e pulite, con costi diversi a seconda della zona ( dai 40 – 50 € di qualche cittadina ai 140 di Chicago). Certo i motel, ad eccezione di qualcuno storico della Route 66, sono piuttosto anonimi, ma visto che in genere si arriva tardi la sera e si riparte presto al mattino, possono essere buone soluzioni per trascorrervi la notte. Dall’Italia abbiamo prenotato solo l’albergo di Chicago, tutte le altre sistemazioni strada facendo sui soliti siti (Booking e hotels.com in particolare, perché ogni 10 notti ne offre una gratuita), senza mai aver avuto problemi a trovare posto.

Temperature Abbiamo in genere trovato temperature gradevoli oscillando dai quasi 40 gradi del Texas, a temperature più fresche salendo verso Chicago. Un po’ di pioggia solo a New Orleans e a Chicago, che non ci ha disturbato più di tanto. Da tenere presente che ovunque ( supermercati, ristoranti, negozi, ecc), gli americani amano tenere l’aria condizionata altissima per cui, se non volete ibernarvi, portare sempre con voi una felpa.

La guida negli Usa

Affitto auto: nel programmare il vostro itinerario tenete conto che se prendete una macchina in una città e la consegnate in un’altra, potreste trovarvi a pagare un drop off piuttosto caro. Informatevi a riguardo prima di partire. Per la guida non è necessaria la patente internazionale. Le strade sono semplici e di facile percorribilità (sino al limite della noia). Orientarsi sulle strade americane non é troppo difficoltoso, in quanto le indicazioni sono sufficientemente chiare. Tuttavia se, come noi, non siete abilissimi nel leggere le cartine, il navigatore vi sarà di grande aiuto e vi farà risparmiare tempo. Noi lo abbiamo portato dall’Italia (Tom Tom 510, con mappe del mondo , aggiornabili gratuitamente a vita), caricandovi sopra le cartine degli Stati Uniti, ma é possibile affittarlo insieme all’auto. Il navigatore vi aiuterà anche ad individuare punti di interesse come benzinai, gommisti, alberghi, ecc. Per noi è stato fondamentale. Le macchine hanno il cambio automatico e, a parte il primo impatto e la difficoltà di non utilizzare per niente il piede sinistro (che ogni tanto si mette in movimento in maniera automatica, causando pericolose inchiodate della vettura), si prende facilmente confidenza con questo tipo di guida. La macchina ha solo acceleratore e freno entrambi utilizzati con il piede destro; non vi sono marce ma lettere: D per la guida, R per la retromarcia, N per la folle, P da utilizzare quando la macchina è ferma. Molto più semplice di quanto possa sembrare! Utilissimo il cruise control, che imposta la velocità della macchina, mantenendola in maniera costante senza agire sui pedali. Guidare anche per molti km (basta guardare quelli percorsi da noi!) non è assolutamente faticoso. Le strade sono molto ben tenute, la segnaletica buona, presenti ovunque strisce rumorose, se vi salite sopra con le ruote e state invadendo la carreggiata opposta. Scordatevi le buche delle strade italiane: non ne vedrete una neanche cercandola accoratamente! Vi troverete stupiti a conteggiare i km effettuati durante un trasferimento. Benzina: la benzina ha un prezzo nettamente inferiore alla nostra. Quando vi recate ad un pompa di benzina dovete prima consegnare la vostra carta di credito o il contante alla cassa e successivamente servirvi da soli nella pompa scelta, per poi tornare alla cassa. Solo in alcune pompe si passa la carta di credito direttamente e ci si serve. Alcune volte, dopo aver passato la carta, vi chiedono di inserire uno zip code (codice postale). Noi abbiamo provato ad inserire senza successo il CAP della nostra città, il CAP di una città americana, il codice 99999 come indicato su internet. In quel caso meglio utilizzare il pagamento alla cassa. Ci sono lunghi tratti di strada senza distributori cercate di evitare di arrivare in riserva. Esistono benzine di diversi prezzi, noi abbiamo sempre utilizzato la più economica.

– Misure In America viene utilizzato il sistema anglosassone per cui è utile conoscere queste equivalenze: 1 miglio = 1,6 km tutte le distanze vengono segnate in miglia e il contachilometri della macchina utilizza questa misura; 1 gallone = 3,8 l, vi servirà per la benzina. La temperatura viene misurata in gradi Fahrenheit: per trasformare in gradi Celsius togliete 32 e dividete per 1,8.

Corrente In uso la corrente 110/120 volt. Il che vuol dire che alcuni apparecchi elettrici…(per le donne: totalmente inutile portare silkepil o analoghi; funziona invece il phon da viaggio). Necessario un adattatore per la spina.

Wifi Presente in tutti i motel. Se siete in qualche cittadina e avete bisogno di consultare internet sappiate che spesso trovate la connessione wifi nelle lavanderie automatiche. È a disposizione solo per i clienti, ma in genere all’interno non c’é nessuno che controlla.

Buon viaggio!

Anna e Luigi



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