Viaggio in USA con un cucciolo… d’uomo

New York, San Francisco, parchi della California e... un tuffo alle Hawaii
Scritto da: daniela mazzara
viaggio in usa con un cucciolo... d'uomo
Partenza il: 26/06/2014
Ritorno il: 20/07/2014
Viaggiatori: 3 + 1
Spesa: 4000 €
Viaggio in Usa con un cucciolo… d’uomo!

Attori: Io Daniela – zia

Natale – nipote acquisito

Simona – moglie di Natale e nipote

Flavio – pronipote nonché mio figlioccio

Partenza 26 giugno 2014 – Ritorno 20 luglio 2014

Natale e Simona, patiti per i viaggi, in occasione del loro 10° anniversario di matrimonio, pensano ad un viaggetto che possa andare bene al loro piccoletto di 2 anni e mezzo; scartata l’Australia (dove erano andati in occasione del loro viaggio di nozze) per l’elevato costo e durata del volo, pensano agli Stati Uniti e iniziano a “navigare” su internet. Informata sulla destinazione non ci penso due volte e…. tre parole ”vengo anche io”. Flavio è un giramondo ma oggettivamente non si può sballottare a destra e sinistra e quindi abbiamo deciso un itinerario di massima, ampiamente rispettato, e che ci permettesse di vedere quante cose più possibili senza grandi spostamenti con la macchina limitandoci alla visita di due soli parchi: lo Yosemite e il Sequoia, poi,come si dice “l’appetito vien mangiando”, abbiamo…anzi Simona esordisce “e se andassimo anche alle Hawaii in fondo stiamo già a Los Angeles e da lì ci vogliono 4/5 ore” detto fatto.

Dal 26 giugno al 2 luglio New York

Dal 2 al 5 luglio San Francisco

Dal 5 al 12 luglio noleggio macchina e on the road per la California

Dal 13 al 18 luglio Hawaii.

Con una agenzia abbiamo prenotato tutti i voli, il noleggio delle 2 macchine (la seconda alle Hawaii), l’albergo alle Hawaii (Acqua Skyline – Honolulu-Waikiki) ed una mega assicurazione che potesse coprire qualsiasi piccolo/grande inconveniente.

Tramite internet e le relative recensioni abbiamo prenotato:

– l’albergo di New York (Affinia Shelburne consigliatissimo per 1) la posizione, 2) gentilezza 3) pulizia e 4) presenza di un piccolo cucinotto con micronde e frigo che, specialmente i primi giorni, non è cosa da poco inoltre vicinissimo all’albergo c’è un supermarket rifornito di tutto anche piatti pronti e la sera abbiamo gradito sia le zuppe che il pollo);

– l’albergo di San Francisco (Holiday Inn Fisherman Wharf buon albergo consigliato per la posizione);

– l’albergo di Monterey (Holiday Inn at Monterey Bay buon albergo) un pò fuori da Monterey con prima colazione ma per una notte va benissimo; d’altra parte Monterey è piccola e va benissimo per una tappa che sia abbastanza vicino a San Francisco e sulla strada per Yosemite;

– l’albergo di Anaheim (Los Angeles – Staybridge Suite buon albergo consigliatissimo per 1) la posizione vicino ma non troppo a Disneyland, 2) gentilezza, 3)pulizia, 4)buona prima colazione e 5) cucinotto completo anche di fornelli.

Questi gli alberghi dove abbiamo dormito per una notte e… strada facendo:

– Oakhurst – Oakhurst Lodge buon motel con discreta colazione (hanno tutti una piccola stanza quindi conviene andarci presto);

– Kettleman City – American Value (in mezzo al… nulla per una notte può andare ma attenzione ai grilli si proprio ai grilli, noi siamo capitati nella stagione dell’amore e oltre al rumore assordante bisognava stare attenti a chiudere subito la porta d’ingresso…erano a centinaia! )

– Santa Barbara – Brisas del Mar (suite con balcone cucina completa di lavastoviglie ad un prezzo stracciato perché siamo arrivati dopo le 18)

– Los Angeles – Safari Inn (buon motel vicinissimo agli Universal Studios)

Abbiamo mangiato dove capitava e devo dire che ad eccezione di Kattleman City siamo capitati sempre bene. A New York mangiare per strada è normale e solo una volta siamo andati da Grimaldi a mangiare la pizza (quartiere Dumbo attenzione c’è da fare la fila e quindi è meglio andare presto).

A San Francisco abbiamo mangiato la Clam Chowder una zuppa di pesce servita in panino gigante scavato e con il freddo che c’era è stato un toccasana, si trova in tutti i ristoranti con qualche variazione ma è sempre buonissima; l’abbiamo mangiata anche a Monterey e anche lì è stata divina.

Tutti gli alberghi avevano il Wi-Fi anche in camera quindi le telefonate in Italia venivano fatte sempre con Skype (che bella invenzione così anche i nonni potevano vedere e parlare con Flavio).

E adesso passo alle impressioni:

NEW YORK

E’ la seconda volta che la visito (la prima volta fu nel settembre 1999 c’era anche Simona) sono stata felicissima di ritornarci e non vedevo l’ora; ne ero innamorata e adesso lo sono ancora di più. N.Y.è così o la ami o no! Confermo quello che dissi allora “mi sono sentita come se fossi a casa mia” il che è abbastanza strano vista la differenza oggettiva tra i due posti, certo 1) devi stare attenta, come in tutte le grandi città, 2) non siamo andati nei quartieri periferici e 3) la sera siamo usciti poco e comunque siamo andati sempre nelle strade principali.

Anche questa volta non sono riuscita ad entrare nel palazzo dell’ONU (ora ci vuole la prenotazione). Siamo andati a vedere una messa gospel per poco tempo dopo un po’ Flavio (giustamente) non riusciva più a stare fermo. Io ho anche comprato un biglietto per lo spettacolo “Mamma Mia” ho preferito un musical di cui conoscevo trama e canzoni. Flavio fermava e veniva fermato da tutti anche poliziotti, uno dei quali gli ha regalato anche un gagliardetto della polizia, e vigili del fuoco, gli abbiamo comprato le loro macchine, moto e camion dei pompieri di tutte le dimensioni (la mattina sceglieva quale portare in mano le altre in una busta).

Per i bambini, nei vari quartieri, ci sono delle aree attrezzate e recintate e quindi Flavio si è potuto “sfogare”, in più siamo stati ben accolti dappertutto e avevo un po’ di timore che dopo gli attentati fosse cambiata da questo punto di vista per fortuna tutto questo non è successo.

Dalla stanza dell’albergo vedevamo l’Impire che la sera, in occasione del gay pride, veniva illuminato con i colori dell’arcobaleno sostituiti, l’ultima sera da quelli della bandiera canadese (non so il perchè).

L’unico momento triste è stato quando siamo andati al One World Trade Center, la Freedom Tower non era ancora aperta, aveva appena aperto il Museo ma non siamo voluti entrare un po’ per Flavio un po’ per una sorta di… non so una serie di sensazioni che non riesco a descrivere. E’ ancora un cantiere ma c’è un silenzio surreale intorno alle fontane e mi sono ricordata che io ero salita su una delle torri e che invece quella maledetta mattina dell’11 settembre 2001 tutto è stato spazzato via, e allora alzi gli occhi al cielo e rivedi tutto …gli aerei, il fumo, la fuga di molte persone e purtoppo quelle morte.

Il Pier 17 era chiuso per restauro, peccato, però nella piazzetta antistante c’era un palco con musica dal vivo e tavolini per consumare bibite o gelati e dove Flavio ha dato il meglio di sé ballando a ritmo di musica sudamericana.

Il sabato abbiamo preso il traghetto, usato negli altri giorni dai pendolari, per vedere Manhattan da un’altra prospettiva; l’ultima fermata è al quartiere Dumbo lì c’è la più antica giostra di New York e dove Flavio ha fatto una “paio di giri” e dopo mangiato, mentre il piccoletto dormiva sul passeggino, abbiamo attraversato il Ponte di Brooklyn.

Acquisti …tanti ma non tutti quelli che volevo era la prima tappa!! Foto e filmati già centinaia per fortuna ho 2 mega schede.

CONCLUSIONE: Cito solo un detto: “non c’è due senza tre”.

SAN FRANCISCO

Il 2 luglio sveglia all’alba (l’aereo parte alle 9,00 e arrivo alle 12,20 ore locali) con il taxi partiamo sotto una leggerissima pioggia (sembra però stia arrivando un ciclone – in questo momento a Chicago) volo perfetto e arrivo in orario si scende….ehi fa freddo! Giacca antivento a portata di mano, noooo è in valigia, solo una felpa, va beh meglio di niente. Con il taxi ci facciamo portare in albergo il tempo di aprire le valigie e via per la prima passeggiata al Fisherman Wharf. C’è una miriade di persone ma siamo vicini al 4 luglio e in occasione della festa dell’Indipendenza in ogni città degli Stati Uniti ci sono parate e fuochi d’artificio, anche noi saremmo qui e sono curiosa di vedere come viene organizzata questa festa.

Veniamo a sapere che la coda del ciclone ha colpito New York causando il distacco di un paio di pezzi del ponte di Brooklyn mah!

Completamente diversa da N.Y. ha un fascino particolare ed è molto più simile ad una città europea che americana. Il Golden Gate poi… senza parole anche con la nebbia che non va mai via!! Al Pier 39 non siamo riusciti a vedere neanche un leone marino forse faceva troppo freddo anche per loro!

Lombard Street, il Quartiere Cinese, Sausalido insomma tutta la città è da vedere e anche qui abbiamo avuto dei ricordi… la serie televisiva di genere poliziesco “Sulle strade di San Francisco” con Karl Malder e un giovanissimo Michael Douglas nelle parti di due poliziotti che sulle strade ripide di S.F. vengono impegnati in inseguimenti alquanto spericolati.

Il freddo non ci ha fermato ma certo non si poteva stare tanto tempo in giro.

Anche qui acquisti tanti ma il viaggio è ancora lungo e allora…Dani fermati!!!

Non siamo andati ad Alcatraz, si deve prenotare la visita dall’Italia e con un bambino piccolo non sai se puoi programmare questo tipo di visite….sarà un segno del destino e “dovrò ritornarci”.

CALIFORNIA ON THE ROAD

Il 5 mattina dopo aver preso la macchina a noleggio (Budget) e prima di lasciare S.F. ci siamo avventurati verso Lombard Street, eh si volevamo provare l’ebbrezza di percorrerla in discesa ma era troppo tardi e la polizia aveva deciso di chiuderla per il troppo afflusso… sigh… anche questo è un segno del destino sicuramente ci dovrò ritornare.

Ci dirigiamo verso Monterey, dove arriviamo nel pomeriggio, ci fermiamo a mangiare in un posto delizioso trovato per caso (The Garret Station) il solito mega panino con hamburger e patatine… fritte e via. Per strada si iniziano a vedere le piante da frutto e dei venditori, quindi ci fermiamo subito per comprare un po’ di frutta (anche a New York ne abbiamo comprata ma era abbastanza cara qui siamo in California è buona ed anche a buon prezzo). Arriviamo a Monterey scarichiamo la macchina e ci dirigiamo verso la 17 Miles Drives ..si paga per entrare è una strada privata con ville, insomma un posto per ricchi, noi ci fermiamo per fare delle foto ad un famoso albero nato su un piccolo promontorio sul mare suggestivo visto anche il tempo inclemente (nuvole e vento) ma non siamo in California! A questo punto andiamo al porto di Monterey e già che stiamo lì ci fermiamo a cena in uno dei ristoranti e dato che fa freddo decidiamo per una clum chowder slurp!

Quindi a letto domani mattina si parte per lo Yosemite sono emozionata!

Come al solito ci svegliamo presto e dopo un’abbondante colazione (ormai anche Flavio non vuole più latte e biscotti ma uova e pancetta) si parte con lui che esordisce “e dove andiamo oggi?”,e questa sarà la domanda di ogni mattina… l’amore mio non finisce mai di stupirci.

Arriviamo e già solo l’arco di ingresso ti sorprende, poi lungo la strada Simo e Nat riescono a scorgere un orsetto (si un orsetto ma allora lì vicino c’è mamma orsa?!?) e poi che spettacolo ci fermiamo per un picnic presso un’area attrezzata e ci bagniamo i piedi nel ruscello freddo, ma qui almeno la temperatura si è notevolmente alzata. Arriviamo fino a Glacier Point che MERAVIGLIA, anche qui centinaia di foto se penso poi a quella fatta su uno spuntone di roccia a strapiombo, che fifa, ma che foto!

Anche qui qualche acquisto nel negozio di souvenir… magneti per noi e da portare agli amici, usciamo dallo Yosemite e ci fermiamo per la notte a Oakhurst e sia la cena che il motel (Oakhurst Lodge) sono stati super.

La mattina dopo uscendo dalla stanza per fare colazione non credevamo ai nostri occhi c’erano due cerbiatti che brucavano indisturbati.

Lasciamo questa meraviglia per dirigerci verso Sequoia Park entriamo (non abbiamo fatto la tessera per i parchi perché come ho già detto avevamo deciso di visitarne solo due e quindi a quel punto non conveniva acquistarne una) e gli occhi vedono delle meraviglie indescrivibili e solo chi c’è stato può capire quello che tento di scrivere, il Generale Grant, il Generale Sherman e tutte le altre migliaia e Flavio? Beh si è divertito un mondo anche lui ad abbracciare, opss tentare di abbracciare una sequoia, a passarci dentro e anche qui qualche magnete acquistato e via verso la prossima meta.

Ci fermiamo per la cena e la notte in mezzo al nulla ma questo c’è ed è meglio di niente e la mattina dopo arriviamo a Morro Bay. Dal caldo al… freddo. Di nuovo ci fermiamo per qualche foto un pranzetto al volo (fish and chips) e partenza per Santa Barbara dove arriviamo nel pomeriggio. Dovremmo trovare un posto dove dormire e ci aspetta una ricerca abbastanza ardua e quando le speranze iniziano a diminuire ecco che ci fermiamo in un albergo nel quale ci viene offerta la suite ad un prezzo stracciato (2 camere, bagno enorme, cucina completa anche di lavastoviglie, terrazzo e spumante) solo perché eravamo arrivati dopo le 18! E mentre Simona porta Flavio in una area attrezzata con giochi noi andiamo al vicino supermercato per fare la spesa stasera spaghetti aglio olio e peperoncino e naturalmente si aprirà la bottiglia di spumante. Su Santa Barbara cosa dire è una cittadina di mare con un bel lungomare pieno di palme però ci sono tanti senza tetto (come a S.F.). Dopo una dormita megalattica e una discreta colazione lasciamo la stanza carichiamo le valigie e ci dirigiamo a piedi verso la spiaggia, per essere luglio non fa caldo, ma allora tutti quei telefilm con bagnini e gente che prende il sole dove l’avranno girati? Un po’ di foto, piedi comunque nell’acqua… ah a proposito, questo è l’Oceano Pacifico… e via verso la macchina direzione Los Angeles.

LOS ANGELES

Ci fermiamo a Hollywood sulla Walk of the Fame aspetta cerco cerco eccolo foto con il nome di Harrison Ford… Flavio? Naturalmente con Mickey Mouse! Un’altra foto con le impronte sempre di Harrison Ford forse mi piace un “pochino” un pranzetto veloce cerchiamo la scritta “Hollywood” dopo vari tentativi riusciamo a scorgerla ma è troppo lontana e decidiamo di cercare qualcosa per dormire.

Abbiamo la macchina ma dove dirigerci? Ma anche questa volta abbiamo fortuna e dopo 3 tentativi riusciamo a trovare un motel rivelato essere carino con una piccola piscina dove abbiamo passato un paio d’ore con grande gioia soprattutto di Flavio che non smetteva di tuffarsi, ridere e … bere! E poi è a una decina di chilometri dagli Universal Alla reception abbiamo anche prenotato gli ingressi per gli Universal (il giorno dopo) e dato che c’era la possibilità anche per Disneyland (due giorni dopo). La sera siamo andati a mangiare in un ristorante vicinissimo (a piedi). Sveglia presto e arrivo agli Universal prima delle 9 entriamo e….che divertimento quali i più belli ? Shrek 4D sicuramente e lo spettacolo di Waterworld e dopo aver comprato magneti e regali vari ne usciamo circa alle 18 stanchissimi ma felici. Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Anhaeim super strada a 5 corsie con una marea di macchine per fortuna da oggi non dobbiamo cercare un albergo è già prenotato. Anche stasera un bel piatto di pasta c’è anche la cucina con lavastoviglie.

Dalla finestra della camera si vedono i fuochi d’artificio di Disneyland che visiteremo domani .

Dopo una buonissima colazione (consiglio sempre di svegliarsi presto) partenza per il parco parcheggiamo subito e prendiamo un trenino che ci porta all’ingresso entriamo e… beh se all’ingresso eravamo 3 adulti e 1 bambino lì dentro eravamo tutti e tre come…Flavio!!! Io sono una fan di Minnie, Topolino e tutti gli altri, sono cresciuta con loro il mio giornaletto era Topolino e quindi… Insomma siamo entrati anche qui verso le 9 per uscirne alle… 19 (alla fine della parata) abbiamo fatto parecchie attrazioni (il consiglio è di prendere un biglietto all’ingresso delle attrazioni che ti dà l’orario in cui puoi entrare senza fare la fila è comodissimo), diecimila foto e altrettanti acquisti ritorno in albergo a quel punto ci siamo divisi i compiti si perché nell’albergo c’era la stanza lavanderia con annesse asciugatrici e allora chi ha preparato la cena e chi si è dato il cambio per il bucato. Il tempo di una doccia cena e siamo crollati…TUTTI.

La mattina dopo per fortuna non avevamo impegni e quindi ci siamo svegliati con calma colazione e quindi decidiamo di andare a Santa Monica sulla famosa spiaggia con il pontile e ruota panoramica e qui siamo finalmente riusciti a farci un bagno. Un pranzetto vicino al centro e poi direzione outlet per… acquisti tra cui un altro trolley. Si ritorna in albergo per ….cercare di sistemare le valigie domani si parte per le Hawaii… oddio nonostante l’acquisto di un trolley non c’è spazio a sufficienza. Comunque riusciamo a far entrare tutto (speriamo nel peso). Il volo è alle 8.45 e quindi Flavio viene messo a letto direttamente vestito (dobbiamo consegnare anche la macchina), le valigie chiuse e …beh non ci accorgiamo neanche di aver dormito…ma non mi ero messa a letto da dieci minuti? Dovrò ritornare anche a L.A. non ho visto Rodeo Drive, l’Osservatorio e poi dovrò fare una foto decente a sta’ benedetta scritta sulla collina!

E siamo al 13 luglio alle Hawaii non ci credo! Le ghirlande… scordatele! Noi comunque ne abbiamo comprata una e ci siamo immortalati (si anche Flavio) appena fuori dall’aeroporto, ehi qui fa caldo, in più siamo vestiti con pantaloni lunghi e scarpe chiuse per sopportare l’aria condizionata dell’aereo.

Ritiriamo la macchina (diversa da quella prenotata perché troppo piccola per i nostri bagagli) ci dirigiamo a Waikiki dove abbiamo l’albergo prenotato che ci verrà cambiato (Aqua Pacific Monarch) per un problema al nostro mini appartamento con cucina; ci consegnano un cartoncino da lasciare sul parabrezza della macchina quando sarà nel parcheggio, realizziamo che siamo a – 12 ore dall’Italia e quindi quando telefoniamo noi ci siamo appena svegliati e loro si accingono ad andare a dormire!! Facciamo un giretto, siamo vicinissimi ma non troppo al lungomare, mangiamo un megagelato e ritorniamo in albergo per un po’ di relax. Nel tardo pomeriggio andiamo al supermercato.

Il giorno dopo, visto che il tempo non è dei migliori, decidiamo di andare subito al Memoriale di Pearl Harbour perché dopo una certa ora non fanno entrare più nessuno. All’ingresso si devono lasciare borse, borsette ecc. per fortuna avendo il passeggino di Flavio (a proposito è stato comodissimo per tutto il viaggio per noi e per lui perché spesso ci si è addormentato) siamo riusciti a sistemare un po’ di cose quindi organizzatevi con tasche e quant’altro. Prima di ritornare in albergo facciamo un giro più lungo ci fermiamo sulla spiaggia di Waikiki dove ci sono i parcheggi per i… surf e compriamo un ombrellone (che parola grossa)… cioè era più che altro un ombrellino, da domani sicuramente ci servirà! Mi raccomando creme solari a volontà e massima protezione per fortuna avevamo già un po’ di colorito e comunque lì anche quando non c’è il sole bisogna proteggersi e anche solo una passeggiata potrebbe essere dannosa.

Oggi 15 luglio giro delle spiagge a nord dell’isola 1) Haleiwa Beach, 2) Turtle Beach (purtroppo non siamo riusciti a vederle), 3) Waimea Beach e 4) Kuilima Bay. Questa non vale la pena c’è un grande albergo e basta. Decidiamo di andare a vedere Waimea Falls lasciate perdere non vale la pena. Rientriamo in albergo dopo aver fatto alcune foto ad un tramonto mozzafiato.

La mattina dopo sveglia presto e partiamo verso Hanauma Bay. Anche qui conviene arrivare presto (prima delle 7 non si paga l’ingresso e in più è una riserva marina a numero chiuso e mi sembra che il martedì sia chiusa). Si possono affittare pinne e maschere ma se le avete portatele , specialmente quelle piccole da piscina; portatevi anche da mangiare e da bere perché sulla spiaggia non c’è niente e per trovare un posto di ristoro bisogna risalire la strada.

Siamo andati via verso le 15 e abbiamo fatto una strada un po’ più lunga che ci ha portato lungo la costa frastagliata dove le onde sono più fragorose e imponenti.

E’ il 16 luglio ed è il penultimo giorno di vacanza andiamo verso Lanikai Beach, ma il tempo non promette niente di buono e infatti dopo aver parcheggiato inizia piovere e sembra non ci sia possibilità di miglioramento. Quindi decidiamo di ritornare a Waikiki approfittare per fare gli ultimi acquisti vedere la Ula Dance sulla spiaggia e andare a cenare al ristorante House without a key considerato una dei migliori di Waikiki, un po’ caro ma ne vale la pena e che si trova nell’albergo Halekulani. Quindi decidiamo di preparare le valigie lasciano fuori il cambio per il viaggio partiremo domani sera quindi vogliamo sfruttare tutto il giorno, ne portiamo qualcuna in macchina e la macchina… non c’è!

Nel frattempo Flavio si è addormentato e io rimango in stanza mentre Simo e Nat vanno ad informarsi. La macchina è stata portata via dal parcheggio dell’albergo perché priva di quel tagliando che ci avevano consegnato al nostro arrivo; per fortuna mettono a disposizione un taxi e vanno a recuperarla senza prima aver pagato $ 200,00 (proprio come in Italia). Meno male che ce ne siamo accorti il giorno prima! Ed eccoci arrivati al nostro ultimo giorno di vacanza a Lanikai Beach e qui… il paradiso! E’ considerata, e a ragione, una delle 10 spiagge più belle al mondo abbiamo fatto un bagno lungo… 4 ore con passeggiate e foto foto foto. Non poteva esserci conclusione migliore a questo viaggio. Dopo aver conosciuto una simpatica signora italiana residente negli Stati Uniti ormai da tantissimo tempo ce ne andiamo un po’ dispiaciuti; mangiamo in un grazioso ristorante e ritorniamo in albergo. Doccia al volo cambio di vestiti e via verso l’aeroporto… consegna della macchina e fila davanti al check-in. Ci attende un viaggio di circa 35 ore, due scali (Salt Lake City e New York) con Flavio che porta il suo piccolo trolley come se fosse… ma lo è… un grande viaggiatore e tutti si fermano a guardarlo.

Poco prima dell’atterraggio a Roma Flavio si rivolge ai genitori ed esordisce dicendo “basta aereo oggi” lo stesso vale anche per noi. Arriviamo a Roma un po’ di tristezza c’è, ma è la nostra città e siamo pronti per il prossimo viaggio.



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