L’estate a dicembre: wild west Honeymoon

La nostra luna di miele fai da te on the road. Immancabili le città più famose della west coast come San Diego, San Francisco e Los Angeles e la Sin City per eccellenza, Las Vegas
Scritto da: Laura Malvestiti
l'estate a dicembre: wild west honeymoon
Partenza il: 24/12/2012
Ritorno il: 10/01/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

24 dicembre 2012

Dopo 6 mesi di conto alla rovescia e di itinerari eccoci al giorno della partenza! Come da copione c’è brutto tempo, non credo di avere mai preso un aereo senza che ci fosse un bel temporale o un po’ di pioggia…….ma da quest’anno ho deciso di non avere più paura di volare quindi niente panico. Usciamo di casa verso le 5.30 e ci facciamo accompagnare all’ aeroporto con largo anticipo. Non stiamo più nella pelle dalla voglia di partire. Da qui avrà inizio il lunghissimo viaggio che ci porterà ad atterrare a San Francisco alle ore 23 mentalmente e fisicamente distrutti. Attendiamo che venga a prenderci il nostro shuttle, arriviamo all’Hotel, check in e letto… siamo stanchissimi.

25 dicembre 2012

Mattinieri come non mai alle 4 di mattina ci stiamo già guardando in faccia, ovviamente il jet lag ha colpito ancora. Visto che ci sembra un po’ prestino per uscire ci giriamo e rigiriamo nel letto aspettando di vedere l’alba. Quando ci rendiamo conto che non c’è verso di riuscire a riaddormentarci cominciamo i preparativi per la giornata: macchine fotografiche, borse, vestiti e cartine. Alle sette della mattina di Natale siamo già per strada, noi e i senzatetto. Non c’è ombra di nessun’altro essere umano. Ci dirigiamo verso Union square, maledicendo il fatto di non avere l’ombrello e ci fiondiamo nel primo Starbucks che ci troviamo davanti. Dopo una bella colazione la nostra giornata può finalmente cominciare. Ci giriamo tutta la famosa piazza e facciamo le foto con la scultura a forma di cuore. Il vantaggio di avere la città deserta è che non dobbiamo fare nessuna fila e riusciamo a fare un sacco di foto. Cominciamo a notare che non c’è traccia né di mezzi pubblici né di persone. E’ tutto completamente chiuso e deserto! Dubbiosi sul da farsi decidiamo di prendere un taxi e di andare verso il Golden gate fermandoci però prima al golden gate park! Anche nel parco è ovviamente tutto chiuso, non c’è nessuno e camminiamo a vuoto per un’ora almeno, non riuscendo nemmeno a capire dove stiamo andando. Vediamo il Japanese tea garden dal fuori (perché ovviamente anche quello è chiuso) e dopo una bella camminata riusciamo a tornare sulla strada principale…….naturalmente deserta. In lontananza vedo un taxi che arriva nella nostra direzione, mi piazzo in mezzo alla strada e lo fermo. La domanda è: dove andiamo? Alla fine optiamo per il Pier 39 nella speranza di trovare qualcosa di aperto e qualche altra persona. Ed effettivamente qualche persona in più c’è e la maggior parte dei negozi e ristoranti sono aperti. Il pier è comunque abbastanza tranquillo, cosa che forse sembrerà strana per chi ci è andato d’estate. Lo giriamo tutto e ci dirigiamo un po’ più avanti per visitare anche Fisherman’s wharf. E’ molto carino e c’è gente che sta già mangiando clam chowder per tutta la strada.Ritorniamo verso il pier 39 per andare a mangiare da Bubba Gump ma purtroppo per la giornata di oggi è chiuso. Ripieghiamo quindi su crab house per una buona zuppa calda. Finito il pranzo e visto che la pioggia continua incessantemente decidiamo di prendere per la giornata il bus a due piani, in modo da riuscire a vedere comunque qualcosa . Arriviamo fino al Golden Gate Bridge ma piove talmente tanto che ci è impossibile scendere (siamo sempre senza ombrello né impermeabile ) quindi continuiamo il tour di San Francisco dal bus fino a raggiungere dopo un’oretta di nuovo Union Square. Distrutti dal fuso, dall’umidità e dal mal di gambe decidiamo di andare a farci una doccia calda e a rilassarci un pochino prima di uscire per andare a cena. Ovviamente a cena non ci arriveremo mai… dopo una doccia calda ed esserci appoggiati un attimo al letto ci addormenteremo entrambi come due sassi.

26 dicembre 2012

Dopo esserci svegliati a tutte le ore, ci alziamo definitivamente verso le sei. La situazione fuso comincia a migliorare! Usciamo verso le sette, colazione al solito starbucks e si comincia una nuova giornata! Anche questa mattina il tempo è grigio e piovoso, ci dirigiamo a Union Square ad aspettare il bus che ormai abbiamo pagato anche per questa giornata. Naturalmente mentre aspettiamo inizia un acquazzone degno delle migliori tempeste tropicali così mio marito decide di andare di corsa a comprare due ombrellini mentre io controllo se arriva il nostro pullman. Quando la mia dolce metà torna finalmente con i 2 ombrellini io sono bagnata fradicia e naturalmente smette di piovere. Spunta addirittura un timido sole!! Ma non ci facciamo scoraggiare, il nostro on the road è appena iniziato e niente ci può togliere il buon umore. Arriva il bus, e dato che non è particolarmente freddo ed ha smesso di piovere decidiamo di metterci nella parte alta.

Si parte visitando il civic center, Fulton street, Alamo square e Haight Ashbury. Se a Union square qualche persona in più c’era in queste zone continuano ad esserci solo Homeless! Ci dirigiamo finalmente verso il Golden Gate Bridge senza pioggia. Il cielo si sta finalmente aprendo, l’aria comincia a scaldarsi e riusciamo a fare delle bellissime foto. Il ponte è magnifico, proprio come l’avevamo immaginato. Il giro riparte, attraversiamo il ponte e ci dirigiamo verso Lombard street, passiamo per Chinatown e arriviamo all’altezza dei pier. Decidiamo di scendere un pochino prima del pier 39 (dove abbiamo deciso di mangiare) e facciamo a piedi tutta la zona. Finalmente oggi la città ha ripreso vita e non sembra più una ghost town. Per pranzo andiamo come volevamo da Bubba Gump anche se siamo un po’ di fretta perché all’una dobbiamo imbarcarci sul traghetto per Alcatraz. Mangiamo e usciamo di corsa visto che siamo in ritardo e ci dirigiamo al pier 33 per prendere il traghetto per Alcatraz. Facciamo il viaggio all’aperto facendo mille foto e per essere fine dicembre non fa per niente freddo. Gli americani sono come sempre molto gentili e appena ti vedono con la macchina fotografica si offrono sempre di farti una bella foto di coppia. Cercheremo anche noi di comportarci allo stesso modo per tutto il viaggio. Il tour di Acatraz si rivelerà essere molto carino, interessante e ben strutturato. .Giriamo tutta l’isola da cima a fondo e cerchiamo di immaginarci come doveva essere la vita li per i prigionieri. Terminato il giro si continua la nostra passeggiata. Torniamo a Union Square dove non possono mancare una visita alla pista di pattinaggio (non è quella di Ny ma è bellina lo stesso) e Macy. Torniamo al nostro albergo, facciamo una bella doccia e usciamo per fare un giretto nella via dello shopping. “Finalmente” troviamo le migliaia di persone che ci aspettavamo e ci sono anche parecchie troupe televisive che fanno servizi sugli acquisti e sulle feste. Mangiamo un panino e ce ne andiamo in camera a preparare tutte le nostre cose. Domani si parte con l’on the road vero e proprio!

27 dicembre 2012

Ed eccoci pronti per iniziare finalmente il vero e proprio On the Road. Ci alziamo presto, e ci mettiamo alla ricerca della Dollar per poter ritirare la nostra macchinina! Torniamo all’Hotel a prendere le Nostre valige (non senza problemi visto che erano tutti sensi unici) e siamo in strada. Prima tappa impostata sul navigatore: Stanford University. Mio marito è appassionato di sport universitario e bisogna ammettere che le università americane sono bellissime. Mentre le visiti puoi quasi immaginare come sarebbe studiare li. I parcheggi sono tutti a pagamento ma l’università è praticamente deserta per le vacanze natalizie. Non abbiamo moneta e stiamo discutendo sul da farsi quando arriva una signora che, parcheggiato di fianco a noi, ci chiede molto gentilmente di dove siamo e ci dice che è difficile che in quella giornata passi qualche poliziotto a farci una multa!! Detto questo ci esorta ad andare pure perché il parcheggio ce lo vuole pagare lei. Meravigliati (posso dire con sicurezza che non mi è mai capitato e mai mi capiterà in Italia) ringraziamo un milione di volte la signora e andiamo a visitare la parte centrale del campus, come da lei consigliato. E’ tutto davvero bellissimo, curato e fatto di marmi pregiati. Fatto il nostro giro si riparte alla volta si Santa Cruz, dove abbiamo deciso di pranzare. Finalmente c’è un gran bel sole e comincia a fare anche caldino. Arrivati a S. Cruz infatti troviamo gente in costume che gioca a Beach Volley e gente che fa il bagno; cominciamo a dubitare del fatto che sia dicembre inoltrato. Un Hamburger veloce, un giretto sul molo e ripartiamo. Dobbiamo infatti riuscire a vedere tutta la costadel Big Sur prima che faccia bui. Dire che la costa è bellissima è davvero dire poco. Passiamo velocemente da Monterey e cerchiamo di fermarci a tutti i view point lungo la strada ma sono tantissimi.

Percorriamo chilometri e chilometri di strade spettacolari e con panorami mozzafiato, un sole fantastico e ovviamente niente nebbia! Ecco uno dei vantaggi di esserci venuti in pieno inverno! Ci fermiamo all’ultimo view point che possiamo fare perché ormai sta arrivando il tramonto. Scendiamo le scalette e andiamo in spiaggia a fare un paio di milioni di foto. Ci sono parecchie altre persone, l’aria è tiepida ed il mare bellissimo. Fatte le foto di rito decidiamo di avvicinarci agli scogli per fare qualche foto alle onde che si infrangono peccato che, distratti dalla sessione fotografica, non ci accorgiamo dell’onda gigantesca che sta arrivando nella nostra direzione. Mio marito riesce a scappare in tempo prendendo solo qualche schizzo mentre io mi trovo completamente lavata e devo attaccarmi agli scogli per non farmi trascinare dalla corrente.

Mi giro e mio marito se la sta ridendo allegramente con un americano. Ho acqua e sabbia praticamente ovunque e La sera quando farò la doccia troverò sabbia del Big Sur persino nelle calze. Proseguiamo il nostro viaggio facendo tutta la costa fino a Morro Bay, percorrendone una buona parte anche al buio. Arriviamo in albergo verso le nove, distrutti.Non riusciamo nemmeno ad andare a mangiare, ci facciamo una doccia e ci mettiamo subito a letto.

28 dicembre 2012

La Sveglia suona alle 5.30…Oggi la Destinazione è Los Angeles e, più precisamente, lo Staples Center. Infatti, alle 18 dobbiamo essere alla partita dei Lakers (regalo di Natale per il marito) e quindi anche oggi sarà una giornata piena! Usciamo dall’albergo, facciamo la classica foto di rito alla Morro Rock, colazione allo starbucks dentro al WallMart con annessa spesa di schifezze da tenere in macchina e partenza! Dedichiamo la mattinata alla costa e alle sue spiagge, in ordine Santa Barbara, Malibù, Santa Monica (dove mangeremo) e Venice (Sembra davvero di trovarsi dentro ad un film). Ci dirigiamo quindi in zona DownTown dove si trova l’albergo, una zona abbastanza carina, rica di grattacieli,gioiellerie e negozi. Una doccia veloce, ci si prepara e ci dirigiamo allo staples center visto che mio marito non sta più nella pelle. Metal detector, controllo dei biglietti e sorpresa: ci regalano la maglietta di un giocatore dei La Lakers. Facciamo il pieno di Hot Dog e beveraggi vari spendendo una cifra esagerata e andiamo ai nostri posti in attesa della partita. Io non sono una grande amante dello sport in generale ma consiglio a tutti di andare a vedere almeno una partita. Non ci si annoia nemmeno un attimo ed è veramente coinvolgente!! Finita la partita, i Lakers hanno vinto e noi ce ne andiamo a letto soddisfatti!

29 dicembre 2012

Ci svegliamo con il suono del temporale, il cielo è nerissimo e naturalmente noi dobbiamo andare a fare il tour dei WB studios. Ma non ci facciamo scoraggiare ed iniziamo la giornata con una leggerissima colazione Americana, uova fritte, pancake e pancetta. Partiamo poi in direzione Burbank, per raggiungere gli studios, sotto una pioggia torrenziale. Non troviamo molto traffico e arriviamo con largo anticipo. Per fortuna avevamo già prenotato i biglietti dall’Italia, infatti sentiamo dire alla ragazza alla cassa che è tutto sold out! Dopo un’oretta di attesa ha finalmente inizio il nostro tour, una piccola presentazione e cominciamo a girare nei vari set. Per gli amanti di film e telefilm americani questa è una tappa da non perdere.

Usciti dal nostro tour ha finalmente smesso di piovere, decidiamo quindi di fare il giro, in macchina, di Griffith Park. Una sola parole:enorme. Terminato il giro ripartiamo in direzione della nostra prossima università, la UCLA. Purtroppo anche questa era deserta… non riesco mai ad esserci nel periodo delle lezioni. Passiamo ad un tour veloce di Beverly hills (ville, ville e ancora ville) e decidiamo di dirigerci verso Holliwood Boulevard visto che, sono le 4 del pomeriggio, e non abbiamo ancora pranzato! Ci sono migliaia di persone! Riusciamo a farci largo tra la folla, mangiare un panino velocemente, e cominciare il nostro giro sulla Walk of fame. Visita di rito al Chinese Theatre, al Dolby Theatre e al centro commerciale. Passate un paio d’ore ci mettiamo quindi alla ricerca dell’Hotel che si rivelerà essere non troppo lontano. Mangiamo in camera un po’ delle schifezze comprate a Morro bay, ci connettiamo a internet per vedere cosa succede in Italia e crolliamo distrutti.

30 Dicembre 2012

Colazione in camera e partenza, oggi la giornata ci porterà a San Diego e non vediamo l’ora. Facciamo un rapido giro su Rodeo Drive che a quest’ora del mattino è deserta. Lasciamo quindi Los Angeles e decidiamo di andare a fare un giro a Newport Beach con la sua spiaggia. Il posto è molto bello, vivibile e l’aria è abbastanza calda. Naturalmente ci sono surfisti in ogni dove. Ci rimettiamo in strada procedendo verso San Diego;arrivati allo zoo compriamo i biglietti senza fare una fila eccessiva e iniziamo il nostro giro. Il parco è davvero grandissimo e fatto molto bene, si gira tranquillamente a piedi (certo, non senza fatica) anche se pagando un supplemento si può prendere il bus che fa fare il tour. Durante la giornata vedremo animali di tutti i tipi e non scenderà nemmeno una goccia d’acqua. Passate queste ore allo zoo ci dirigiamo a DownTown dove si trova il nostro albergo. La serata prevede un bel giro a Gaslamp (il quartiere dei locali e dei ristoranti) con annessa cena. Ceniamo al ristorante Toscano dove siamo stati anche a Firenze. Pieni e soddisfatti terminiamo il nostro giro di Gaslamp e ce ne torniamo passeggiando in albergo.

31 Dicembre 2012

Ci svegliamo alle 7, oggi è l’ultimo giorno del 2012 e l’anno non si poteva concludere in un luogo migliore. Fuori c’è una giornata bellissima, 15 gradi e un sole che spacca le pietre!! La prima tappa della giornata è Coronado, con la sua spiaggia e il suo maestoso Hotel. Dopo di che ci dirigiamo verso Pacific Beach e la jolla. Le spiagge e le scogliere di San Diego sono bellissime e popolate da tantissimi animali. Respirata un po’ di aria di mare ci dirigiamo verso la “old Town”. E’ vero che ormai è una zona più che altro turistica e costruita ma è comunque molto piacevole visitarla. Ci sono dei punti in cui ci sembra quasi di essere in Messico! Torniamo quindi verso San Diego e mangiamo al Seaport village, il villagio dei pescatori. Anche questa zona è più che altro turistica, trovi addirittura sensitivi ad ogni angolo che si propongono per leggerti la mano. Mangiamo un panino e ci dirigiamo verso la Uss Midway. La portaerei è impressionate, così come visitarne l’interno e le zone dedicate alla vita dell’equipaggio. Immaginare che delle persone possano davvero vivere in un luogo così angusto mi fa diventare claustrofobica!!! Interessante anche il ponte con tutti i vari aerei ed elicotteri da guerra (interessante per mio marito che sognava di fare il pilota, per me molto meno). Finita la visita ci dirigiamo verso l’albergo per riposarci un pochino ed iniziare a prepararci per la festa di Capodanno. Abbiamo deciso di passare le ultime ore dell’anno alla festa che si terrà all’interno dell’Hotel, visto che non abbiamo prenotato altro e non siamo particolarmente esigenti. Verso le 9 scendiamo a prendere un tavolo, mangiamo qualcosa ed inizia ad arrivare parecchia gente. L’anno finirà con noi che facciamo il conto alla rovescia con un sacco di ragazzi americani, ballando e bevendo tutti insieme. Ancora non riusciamo a credere di stare iniziando il 2013 negli Stati Uniti!

1 gennaio 2013

Anche se siamo andati a letto tardi per i bagordi di fine anno, la giornata comincia comunque molto presto perché l’effetto del Jet lag continua a farsi sentire. Dopo una ricca colazione, ci dirigiamo a visitare il Gaslamp Quarter di giorno, attraversando le varie vie e stradine. Arriviamo fino ad Horton Plaza e al gigantesco centro commerciale pensando di trovarlo chiuso (dopotutto è il 1° dell’anno). Invece i negozi sono aperti anche se, ovviamente, siamo gli unici clienti presenti. Terminato il giro saltiamo in macchina e partiamo in direzione Cabrillo National Monument. Ci vorranno all’incirca 25 minuti di macchina dal centro, ma in questi tre giorni di visita alla città non abbiamo mai trovato traffico. Visitiamo quindi la statua dedicata all’ esploratore, il faro di Point Loma e cerchiamo invano di avvistare qualche balena. Poco male comunque, la vista su San Diego è bellissima e ripaga il viaggio per arrivare fino a qui. Passiamo poi a Mission per scattare qualche foto sulla spiaggia (tanto ne avevamo già fatte poche), dopodiché riprendiamo la macchina e ci apprestiamo a visitare la terza università del viaggio, ovvero la San Diego University. Situata poco fuori il centro della città, la troviamo come sempre completamente deserta, e per la prima volta riusciamo anche a vedere le case delle famose confraternite. Prossima tappa: Balboa Park. Un parco che praticamente è grande come un’altra città, ricco di verde, di musei, natura e animali. Camminando per le sue vie sembra quasi di trovarsi in Spagna! Terminato il nostro giro andiamo nella nostra camera, dobbiamo infatti preparare le valige perché domani mattina torniamo finalmente On the road. Mangiamo una fetta di pezza e ci buttiamo a letto per ricaricare le energie. Un’altra giornata americana ci aspetta!

2 gennaio 2013

Ci svegliamo di buonora, in quanto oggi sarà la tappa più lunga del nostro tour… 640 Km. e ci aspetta la visita del nostro primo National Park, il Joshua Tree. I km passano abbastanza velocemente dato che le strade sono enormi ed il traffico quasi inesistente. Lasciamo San Diego un po’ a malincuore perché a noi è veramente piaciuta moltissimo. Passiamo per Escondido, Temecula e su fino a Palm Springs, dove lasciamo l’autostrada per prendere la 62 che ci condurrà all’ingresso Nord del parco. L’ingresso Nord del parco si trova nel paese di Twentynine Palms, dove ci fermiamo al centro informazioni per pagare e prenderci la cartina. Ripartiamo per l’unica strada che passa attraverso il parco da Nord a Sud, con la possibilità di fermarsi nei vari view point ad ammirare e fotografare le varie rocce, il deserto e i famosi tree. Il parco, sebbene sia uno dei meno noti, è davvero spettacolare e non ha niente da invidiare a nessuno degli altri parchi! L’attraversamento con le varie soste, ci porta via all’ incirca 4. Arrivati all’uscita riprendiamo la strada che va verso KIngman, Il paesaggio cambia radicalmente, da coste, mare e città, passiamo al nulla più completo e a strade sono dei rettilinei lunghissimi a perdita d’occhio…….il vero West! Il buio comincia a scendere e sembra di non arrivare mai. Arriviamo a Kingman verso le 19.30 entriamo nella nostra camera, ci facciamo una doccia, ci guardiamo, e decidiamo che non abbiamo le forze né le motivazioni per riprendere la macchina ed andare a fare cena. Quindi mangiamo in camera qualche schifezza, addormentandoci immediatamente poco dopo.

3 gennaio 2013

Finalmente uno dei momenti tanto attesi, oggi andiamo al Grand Canyon. Il viaggio è stato davvero tutto stupendo fino ad ora, ma posso dire che questa giornata e il Grand Canyon entreranno sicuramente nella top ten dei ricordi più belli! Ma cominciamo dall’ inizio. Solita sveglia all’alba, principio di congelamento per raggiungere la hall per la colazione e partenza. Purtroppo le giornate in inverno sono corte e noi abbiamo già perso un’ora con il fuso, quindi non abbiamo tempo da perdere.

L’itinerario di oggi prevede ovviamente di percorre un tratto di route 66, per poi procedere in direzione del Grand Canyon a Williams. Ci mettiamo in marcia; durante il tragitto riusciremo anche a vedere un Coyote che ci attraversa la strada (non ho fatto in tempo a fotografarlo!) e le immancabili palle di rovi (si chiameranno così?). Avvicinandoci al Grand Canyon, già all’altezza di Williams, la temperatura e il paesaggio cominciano a cambiare. Spruzzi di neve si cominciano a notare ai lati della strada, il termometro continua a scendere drasticamente ed arrivati a Tusyan la troviamo completamente innevata. Visto che ormai è ora di pranzo cogliamo l’occasione di mangiare un panino, fare qualche chiamata in Italia e fermarci al Visitor center. Comprati i pass, la nostra visita al Grand Canyon può iniziare. Faccio una piccola premessa: io sono particolarmente amante delle città Americane, Ny in particolare, e non ero assolutamente preparata a quello che mi sarei trovata davanti. Le foto non possono né potranno mai spiegare l’immensità e la bellezza del Grand Canyon. Né, tanto meno, quello che ho provato. Immaginare che la natura possa aver creato una cosa del genere è incredibile e meraviglioso allo stesso tempo. Cominciamo quindi a percorrere tutti i vari view point, facendo più foto di tutti i Giapponesi presenti messi assieme. La temperatura si aggira intorno ai meno 15 e , nonostante noi siamo pesantemente vestiti, non riesco più a sentire le mani e la faccia. Risaliamo in macchina e dato che d’inverno non passano i Pullman ci dirigiamo verso Hermits Rest. Durante il viaggio faremo anche dei piacevoli quanto inaspettati incontri con dei bellissimi cerbiatti che attraversavano la strada. Terminato il giro ci rechiamo al Bright Angel Lodge per prendere la nostra camera e sistemarci prima di uscire a goderci il tramonto. Usciamo mentre il sole sta tramontando, facciamo un altro fantastiliardo di foto e andiamo a prenotarci per il ristorante. Terminata la cena, dato che fuori è buio pesto e la temperatura si aggira intorno ai meno 18, andiamo a infilarci sotto il nostro piumone.

4 Gennaio 2013

Oggi ci aspetta la tappa della Monument Valley, quindi un sacco di strada e le giornate sono cortissime. Ci svegliamo come al solito all’alba, ma l’idea di vedere sorgere il sole sul Grand Canyon allevia qualsiasi stanchezza. Fuori è ancora buio, riusciamo quindi a prepararci con calma, fare le valige e la colazione in camera. Preparati della giornata precedente alla mite temperatura che avremmo trovato, usciamo per andare a vedere l’alba sul Rim. Sarebbe potuta essere una buona idea se solo ci fossimo portati l’attrezzatura per la traversata del polo Nord, ma così non era. Con addosso una maglietta, due maglioni, piumino, sciarpa, cappello e guanti sembrava comunque di trovarsi nudi dentro ad un congelatore. Li fuori con noi c’era solo un altro impavido fotografo con il suo cavalletto (ho seriamente pensato che ci sarebbe rimasto attaccato), cominciamo quindi a scattare foto a caso avendo ormai un principio di congelamento alle mani. Arrivati al punto in cui la scelta era, scattare un’altra foto e rimanere ibernati o andare verso la macchina, abbiamo optato per la seconda. Ci mettiamo quindi in viaggio, ma ci manca ancora una tappa prima di partire, il desert view. Arriviamo nel parcheggio, dove ovviamente c’è solo un’altra macchina e cominciamo una lotta con il nostro istinto di sopravvivenza che ci dice di non scendere. I corvi appostati fuori dalla macchina ci guardano pregustando già le loro prossime prede surgelate. Ci facciamo coraggio e scendiamo. Il tragitto dal parcheggio per raggiungere il view point lo ricordo come uno dei più lunghi di sempre, mentre camminavo mi passavano davanti tutti i momenti più belli della mia vita. Arrivati però, la vista ci ripaga del freddo subito e se dobbiamo morire congelati quello è un buon posto per farlo. Un centinaio di foto dopo torniamo alla macchina, deludendo i corvi che ormai avevano già apparecchiato la tavola, e ripartiamo per il nostro viaggio. La strada sarà una lastra di ghiaccio fino all’incrocio con l’89, e il terrore di finire giù da qualche scarpata non sarà poco. Arrivati a Tuba City il viaggio si fa abbastanza scorrevole, si comincia a scorgere terra rossa ovunque ed ecco che ci siamo: Welcome to Utah. Finalmente anche noi vediamo con i nostri occhi questo paesaggio da film Western. Foto di rito con il cartello e andiamo verso il the view, ma ci accorgiamo di non avere contanti, quindi non possiamo entrare. L’ho sempre detto io, siamo due geni!! Andiamo a prelevare allo store che c’è poco più avanti( per fortuna se no volevo vedere dove andavamo) ma, prima di dirigerci all’albergo, decidiamo di arrivare fino a Mexican Hat in modo da poter fare il tratto di strada reso famoso da Forrest Gump. Arrivati all’albergo facciamo il check in (la camera è pronta perché non c’è quasi nessuno) e dopo qualche telefonata partiamo per il “17 mile loop drive”. Ci siamo praticamente solo noi e riusciamo a fare un sacco di foto e a vedere tutto tranquillamente. Il paesaggio è magico e surreale, sembra quasi di trovarsi fuori dal mondo, e il silenzio contribuisce a creare l’atmosfera. Torniamo indietro e, non contenta delle foto fatte durante il tour, mi piazzo sul balcone (si, non era proprio caldo) fotografando ininterrottamente quello spettacolo fino al tramonto. Quando finalmente sono soddisfatta, ci vestiamo e scendiamo per la cena. A dire il vero non abbiamo ancora fame, ma visto che il ristorante chiude alle 8 ci dobbiamo sbrigare. Pieni, stanchi e soddisfatti ce ne andiamo in camera. Provo ad uscire per fare qualche foto ma il freddo è devastante, la congestione dietro l’angolo e abbiamo dimenticato il cavalletto in macchina. Decido quindi di lasciare le prossime foto all’alba e ci infiliamo a letto.

5 Gennaio 2013

Ci svegliamo che ancora è buio e possiamo così ammirare l’alba sulla Monument mentre facciamo colazione. Che dire: Esagerata! La temperatura è sempre “freschina” e passiamo un bel quarto d’ora a cercare di sbrinare la macchina! Quando cominciamo a vedere qualcosa fuori dal parabrezza ci mettiamo in marcia verso Page. La strada scorre velocemente, per la maggior parte del tempo ci siamo solo noi e paesaggi infiniti; ed ecco che avvistiamo la nube di fumo delle ciminiere di Page. La prima tappa che faremo sarà l’Upper Antelope Canyon. Parcheggiamo e troviamo una fila di indiani seduti a chiacchierare,Non siamo nemmeno sicuri di essere nel posto giusto e chiediamo informazioni. E’ vero che d’inverno la luce non è proprio speciale ma almeno facciamo il nostro tour completamente da soli. Infatti, visto che nel parcheggio ad aspettare ci siamo solo noi, la guida ci chiede 60 dollari (in 2 ovviamente) e si parte! Il Canyon, anche senza luce estiva ed effetti speciali, è bellissimo e suggestivo. Facciamo un sacco di foto e lo giriamo in lungo e in largo tornando poi indietro da soli. Soddisfatti dal nostro giretto decidiamo di andare subito anche al Lower, complice il fatto che si trova dall’altra parte della strada. Si parte e appena vedo la crepa in cui si suppone dovremmo entrare quasi non ci credo. E’ piccolissima!!! Passato però il momento iniziale il canyon si allarga (anche se dire che si allarga è un eufemismo)e possiamo iniziare il nostro tour. Il lower è senz’altro un pochino più faticoso con le sue scalette e le sue strettoie ma ne vale sicuramente la pena. E poi l’altro vantaggio di essere a dicembre è che non si muore di caldo quindi riusciamo senza dubbio a camminare più facilmente! Lasciati i 2 bellissimi canyon alle nostre spalle optiamo per andare verso Horseshoe bend prima che il sole tramonti. Cominciamo la camminata e raggiunta la salita scopriamo che manca ancora un bel pezzo di discesa per raggiungerlo. Comincio a preoccuparmi di quando dovrò fare la strada al contrario visto che non sono la persona più ginnica del mondo! Dopo un po’ di fatica finalmente arriviamo e restiamo senza fiato, è davvero bellissimo! Dopo lunghi momenti di ammirazione (questo viaggio ce ne ha riservati molti)andiamo verso l’albergo. Verso ora di cena, docciati e riposati,decidiamo di uscire in cerca di cibo. Scegliamo quindi il ristorante che ci viene consigliato nell’Hotel, Il Fiesta Mexicana. Ci portano un Margarita GIGANTESCO e una cena ottima ed esageratamente abbondante. Passiamo una bella serata e al termine dei nostri margarita siamo entrambi ko! Sicuramente è venuto il momento di andarcene a letto!

6 Gennaio 2012

La giornata di oggi ci porterà a visitare la Sin city, Las Vegas. Essendoci messi in viaggio presto e avendo guadagnato un’ora di fuso arriviamo verso le 11 all’altezza dello svincolo per la Valley of Fire. Avendo dovuto già rinunciare al Bryce optiamo per visitare almeno questo parco meno conosciuto degli altri e, con il senno di poi, questa si rivelerà essere un’ottima scelta. La valley of fire non ha infatti niente da invidiare a nessuno degli altri parchi, piena di colori bellissimi e di un atmosfera davvero speciale. La temperatura comincia ad essere decisamente diversa da quella degli ultimi giorni e passeggiare è davvero piacevole. La attraversiamo completamente, fermandoci ai vari view point, procedendo a tappe in direzione di Vegas. Ed eccola apparire in lontananza, impossibile non riconoscerla e impossibile non sentirsi come in un film. L’albergo che abbiamo scelto per questa giornata a Vegas è il Venitian. Indirizzati dal navigatore troviamo il parcheggio, lasciamo le valige al consierge e andiamo a fare il check in. Più facile a dirsi che a farsi! Giriamo come due anime perdute nei gironi dell’infermo per almeno una mezz’ora, cercando di capire in che direzione andare. Quando ormai stiamo per abbandonarci al più totale sconforto, non si sa come né perché ,riusciamo finalmente a raggiungere il bancone della reception. Appurato che non si tratta di un miraggio tiriamo fuori i documenti e andiamo a fare il check in. Dato che si tratta della nostra luna di miele ci offrono la suite Honeymoon. Faccio per dire che non ci interessa quando interviene mio marito e dice che la prendiamo. Dopotutto cosa sono 100 dollari in più? E’ il nostro viaggio di nozze. Terminato il check in ci troviamo con una mappa in mano e la strada per trovare la camera segnata; ci metteremo un’altra buona mezz’ora per riuscire a trovare l’ascensore giusto per arrivarci. Ma questo è niente in confronto a quando domattina dovremo ritrovare la nostra macchina. Arriviamo al quarantacinquesimo piano, apriamo la porta (il portone più che altro) e… è più grande del nostro appartamento in Italia! La suite è composta da salotto con tavolo da pranzo e divano ad angolo, palestra, camera, cabina armadio, postazione trucco, bagno con idromassaggio e doccia gigantesca e un altro bagno. Sembra davvero di essere in un film! Lavati, profumati e rilassati cominciamo a prepararci visto che ancora non abbiamo pranzato. Riceviamo la chiamata di Nicola, il mio ex cognato che vive a Vegas da un po’ di anni e che è pronto a portarci in giro. Nicola fa il barman Free-style al Khaunaville, il bar del tresure Island, e da quando vive qui ha ormai perso il senso degli orari, del giorno e della notte e della normalità. Inizierà così, alle quattro del pomeriggio, il nostro tour Enogastronomico di Las Vegas che terminerà all’una di notte. Finita questa Notte Da Leoni crolleremo appena toccheremo il letto…domani ci aspetta la Death Valley.

7 gennaio

Ci alziamo dal maestoso letto della nostra suite, questa mattina il fuso si fa sentire molto meno e io me ne resterei più che volentieri a letto! Il pensiero che dobbiamo lasciare la nostra enorme e bellissima camera ci rattrista ma la tristezza dura poco, oggi, abbiamo in programma la tappa che ci porterà alla Death Valley. A malincuore quindi, e un po’ assonati (causa notte da leoni della sera precedente), andiamo a fare il nostro checK-out ed iniziamo la nostra ricerca per ritrovare la strada del parcheggio dell’hotel! Inutile dire che ci abbiamo messo un’ora buona. Dopo vari tentativi, vari ascensori, una marea di slot e notevoli litigate (eravamo ormai prossimi al divorzio) , riconosciamo finalmente l’ascensore per il parcheggio del The Palazzo. Dire che quel posto è come un labirinto è dire poco, rimango ancora con il dubbio che ci siano coppie di sposi disperse nei meandri dell’Hotel alla ricerca dell’uscita!

Abbastanza esauriti e disorientati cambiamo prontamente l’idea che avevamo avuto appena svegli: non vediamo l’ora di essere nel deserto della valle della morte! La strada scorre veloce, ci fermiamo a fare benzina, in quanto di lì a poco non troveremo più nessun altro distributore ( con dei prezzi ragionevoli almeno). Entrati dentro al Parco, ci fermiamo alla prima sosta, Zabriskie Point, dove facciamo le nostre solite 100 foto e notiamo che la temperatura comincia a salire. Ripartiamo quindi alla volta del nostro alloggio, il Furnace Creek Ranch Arrivati alla nostra dimora, sbrigate le pratiche di check-in e vedendo che sono ormai le 13 passate, andiamo a mangiare in uno dei due ristoranti che si trovano nel ranch. Dopo pranzo, il programma prevedeva la visita della Death con i vari view point da vedere al tramonto, ma visto che la temperatura è di almeno 22 gradi ci guardiamo, e visto l’orario, la stanchezza che comincia a farsi sentire e la voglia di relax, optiamo per un pomeriggio di piscina!

Dopo vari bagni e tintarelle e dopo aver visto il tramonto dalla piscina , ritorniamo nella nostra casetta per una doccia e ci rechiamo ancora al ristorante per la cena, prendiamo i piatti del giorno(una bistecca e…. udite udite…un hamburger) e dopo a letto… la giornata più rilassante del tour!

8 Gennaio2013

Questa mattina alle sette siamo già operativi, abbiamo un sacco di cose da fare e il relax di ieri ci ha caricato. Colazione veloce, carichiamo la macchina, salutiamo la nostra casetta e siamo in viaggio. Dedichiamo qualche oretta a visitare i vari view point della death che ci riportano verso Vegas, tra cui l’immancabile Bad Water. Il paesaggio è spettacolare e inquietante allo stesso tempo. Immaginare di rimanere bloccati qui, sotto il sole e di non riuscire a chiamare qualcuno è davvero da film horror. Rimango sempre stupefatta da quello che la natura riesce a creare ma devo ammettere che, nel caso di Vegas, sono rimasta altrettanto colpita da quello che l’uomo è riuscito a costruire. Sarà anche tutto finto ma è SPETTACOLARE. Detto questo oggi niente check-in in albergo perché ci ospiterà Nico fino alla nostra partenza. Arriviamo quindi a Vegas e decidiamo di parcheggiare al Venitian visto che ormai abbiamo capito come orientarci (certo, come no!). Mangiamo un panino al volo e iniziamo il nostro giro della strip!! Arriveremo alle 6 del pomeriggio senza sentire più le gambe, completamente distrutti ma comunque appagati. Le luci cominciano ad accendersi, andiamo a casa di Nico a lavarci e cambiarci e siamo di nuovo per strada. Una partitina alla roulette (dopotutto siamo o non siamo ma Vegas?), una vincita di 160 dollari e la nostra giornata può finire!

9 Gennaio 2013

Oggi finalmente ci alziamo con calma e tranquillità, facciamo colazione, doccia e sistemiamo tutte le nostre cose. La giornata è completamente dedicata allo shopping e al giro degli outlet (Las Vegas ne è piena). Bisogna ammettere che fuori dalla strip Las Vegas è una città come tutte le altre, molto vivibile, sicuramente diversa da come l’avevo immaginata. Questa tranquilla giornata da Americani ci è piaciuta molto, senza la frenesia di dover vedere tutto in tempo e senza dover macinare km su km. Soddisfatti della serata ce ne torniamo al nostro appartamento, guardiamo un po’ di tv e ci addormentiamo 10

10 Gennaio 2013

Oggi è l’ultimo giorno… tristezza infinita! Io ormai mi stavo abituando a vivere a Las Vegas! Visto che il volo è alle 23.45 (ce l’hanno spostato 20 volte) abbiamo tutto il tempo di goderci la città anche oggi. Prima di tutto prepariamo le valige e tutto il necessario per il viaggio; facciamo una fatica assurda a fare entrare tutti gli acquisti nelle varie borse ma un po’ per volta infiliamo tutto. Finite le valige si torna sulla strip, vogliamo goderci il più possibile anche questa giornata.

Visitiamo per bene il Paris Paris e poi il Bellagio; e proprio in quest’ultimo decideremo di mangiare al Buffet. Io non avevo mai visto tutto quel cibo insieme in tutta la mia vita, non ci potevamo credere. Dire che abbiamo mangiato è riduttivo, ci siamo letteralmente ammazzati di cibo. Pesce, carne, pasta e tutto buonissimo.Non abbiamo nemmeno trovato fila, appena arrivati ci hanno fatto sedere. Finito di mangiare decidiamo di percorrere il Miracle Mile cercando di smaltire qualcosina, ma con scarso successo. A pomeriggio inoltrato ci accorgiamo che purtroppo è ora di rientrare, guardiamo per l’ultima volta la strip ( per questo viaggio ovviamente) e torniamo a casa di Nico. Carichiamo la macchina e ci mettiamo in viaggio per il terminal in cui dobbiamo lasciare la macchina. Prendiamo il pullman e in un attimo siamo in un aeroporto Semi-deserto. Facciamo cena da Wendy’s e prendiamo l’aereo per l’interminabile e infinito viaggio che ci porterà a casa la mattina dell 12 gennaio dopo un giorno intero di viaggio.

Riflessioni: questa era la mia terza volta negli Stati Uniti e di certo non sono rimasta delusa. La East Coast e la West Coast sono radicalmente diverse ed entrambe bellissime.



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