Viaggio a new york e bahamas di exuma

Eccoci, anche quest'anno come prima meta per la vacanza e come regalo per la mia laurea abbiamo scelto New York. L'anno scorso ci siamo stati nel periodo di Natale e abbiamo visitato i monumenti e i luoghi di interesse più importanti e turistici. Ma si sa, New York è immensa e anche se bastano 5 giorni per visitare le cose succitate, ci sono...
Scritto da: giuseppef
viaggio a new york e bahamas di exuma
Partenza il: 15/02/2010
Ritorno il: 02/03/2010
Viaggiatori: in coppia
Eccoci, anche quest’anno come prima meta per la vacanza e come regalo per la mia laurea abbiamo scelto New York. L’anno scorso ci siamo stati nel periodo di Natale e abbiamo visitato i monumenti e i luoghi di interesse più importanti e turistici. Ma si sa, New York è immensa e anche se bastano 5 giorni per visitare le cose succitate, ci sono tutti gli altri angoli dei diversi quartieri che formano e completano la bellezza della città e che meritano una visita. Il primo giorno di viaggio (lunedì 15 febbraio) è stato utilizzato per gli spostamenti: Santa Teresa Gallura, Alghero, Roma e New York. Abbiamo preso un’offerta Alitalia davvero conveniente ma soprattutto comoda perchè il volo era diretto. Invece delle 9 ore e 1/2 previste dalla compagnia, la tratta è durata un’ora in meno ed è stata davvero molto tranquilla. Alle 17:00 circa siamo atterrati al JFK. Le previsioni metereologiche erano preoccupanti visto che la settimana prima, New York e tutta la costa est, erano state attraversate da una bufera di neve come non se ne vedevano da anni e che ha paralizzato le città più importanti per alcuni giorni (all’atterraggio nevicava). Ritiro immediato dei bagagli, controlli alla dogana piuttosto veloci (il che ci meraviglia); ah, un appunto: avete presente i fogli compilativi per l’entrata negli USA che la compagnia consegna durante il volo e che si consegnano alla dogana? bene, anche se le diciture (nome e cognome) sono in italiano SCRIVETE TUTTO IN INGLESE, in caso contrario (come il nostro) vi bacchetteranno e non ascolteranno ragioni cerchiandovi le modalità d’istruzione scritte con caratteri minuscoli nel retro del modulo facendovi sentire degli stupidi!. Cmq, tornando al JFK, dopo una mezzoretta in tutto di routine aeroportuale ci rechiamo al front office degli shuttle e facciamo chiamare lo “super shuttle” prenotato on line precedentemente. Dopo un po’ di attesa saltiamo sul bus e fortunatamente veniamo accompagnati per primi al 222 east 39th street – EASTGATE TOWER. Check-in veloce, ascensore fino al 14° piano e arriviamo alla camera che solo dopo qualche giorno scopriremo essere la stanza 1406 (come il film) ahhhh… No, scherzi a parte, l’hotel- appartamento è davvero comodo, pulito, spazioso, cucina con microonde, forno, frigo, utensili vari, bagno con vasca, divano letto, letto abbastanza ampio, scrivanie e tv, l’unica mancanza è l’wifi free (noi pensavamo che lo fosse invece è a pagamento ed è anche piuttosto caro, per le connessioni brevi ci colleghiamo con le reti non protette dei palazzi vicini, invece se dobbiamo utilizzare skype andiamo a Bryant Park che è situato vicino all’hotel e offre la connessione gratuitamente).e Dopo aver appoggiato i bagagli ci procuriamo le mappe della subway forniteci dall’hotel e andiamo a comprare bisogni di prima necessita come la colazione (nonostante New York pulluli di locali carini dove assaggiare, anzi saziarsi, con i piatti tipici della colazione americana già prima di partire decidiamo, per questioni economiche, di farla in hotel. Scegliamo (e ce ne pentiamo) DAGOSTINO’S (un po’ troppo caro e poco fornito) io consiglio i classici DUANE & READE o CVS Pharmacy. Dopo una non lunghissima dormita ed un jet leg stranamente presente ci prepariamo per affrontare la nostra prima vera giornata Newyorkese 2010. Apriamo le finestre e… Nevica! senza perderci d’animo ci imbaccucchiamo, andiamo alla Gran Central Terminal sulla 42 e facciamo le metro card ($48,00). Andiamo verso Central Park immaginando che con la neve meriti una visita; è cosi, l’effetto è straordinario, scoiattoli che saltano e corrono tra le dune di neve per raggiungere con non pochi ostacoli i ripari sugli alberi, fiocchi di neve giganti che cadono da questi, insomma molto bello… Intanto però la neve aumenta e le nostre scarpe sono ormai zuppe. E’ ora di pranzo e visto il tempo prendiamo il primo fast food sulla strada (Wendy’s), dopo il pranzo ci rechiamo da Century 21 vicino al WTC dove acquisto sotto consiglio di Giuseppe un paio di stivali in gomma molto fashion a 20$ (un’affare!). Giuseppe invece, nonostante l’accurata ricerca non trova le sue desiderate Timberland, vabbè c’è tempo. La situazione meteo peggiora e decidiamo quindi di prendere dei tranci di pizza per cena e torniamo in albergo. Il terzo giorno il jet leg si fa ancora sentire (di media durante tutto il viaggi ci siamo svegliati autonomamente alle 7:30); apriamo la tenda e…sole… La giornata è stupenda, ci prepariamo e usciamo; ci rechiamo a TIMES SQUARE (che l’anno scorso avevamo visitato solo di notte), facciamo le dovute foto, teniamo sempre il naso all’insù e, lo abbassiamo solo alla vista dell’Hard Rock Cafè; in tutti i viaggi tendenzialmente compriamo sempre le t-shirt, l’anno scorso qui a New York (forse per il caos del momento) non le avevamo prese quindi apriamo il portafogli, paghiamo $44 alla cassa e le magliette sono nostre. Continuiamo il giro verso il Rockfeller Center che l’anno scorso (sempre per lo stesso motivo) avevamo saltato, ci eravamo vicini ma non avevamo visto la classica pista di pattinaggio protagonista di molti film ambientati a NY. Facciamo qualche foto e ci rechiamo sulla V, poi decidiamo di andare a pranzo in un locale su Union Square dove eravamo stati l’anno scorso e dove si mangia benissimo (Heart Land). Nel pomeriggio decidiamo di andare nel negozio ufficiale delle Timberland e convinti che sia dietro l’angolo ci incamminiamo verso la Broadway e una volta trovato il negozio prendiamo coscienza che avevamo fatto diverso ma diversi metri (Km) a piedi (fortuna che ho fatto una scorpacciata di fish ‘n chips). Entriamo nel negozio e la felicità di Giuseppe nell’aver trovato le scarpe si legge in faccia (quindi penso: vabbè ci siamo distrutti le gambe ma almeno abbiamo trovato quello che cercavamo); le misura, si guarda allo specchio e… La sua espressione facciale cambia da felice si tramuta in… Quasi disgustato; le scarpe addosso a lui non gli piacciono, dopo qualche tentennamento ne prova un altro modello ed ecco fatto l’acquisto. Proseguiamo dalla Broadway con la subway verso Chinatown, visita al quartiere – che come tutti i quartieri di etnie diverse di NY sembrano città a parte – e dopo una lunga camminata torniamo in albergo distrutti. Doccia e cena con pizza acquistata da Giuseppe’s. Il quarto giorno ci svegliamo di nuovo soto il sole e decidiamo di andare a Coney Island. Da Gran Central Terminal prendiamo la linea 4 fino a Bleecer e poi la D per Coney Island. Il tragitto è piuttosto lungo. Quando arriviamo siamo travolti da una realtà totalmente diversa da quella di Manhattan; la desolazione è protagonista, ci sentiamo catapultati in un film dell’orrore dove da un momento all’altro ti aspetti che qualche zombie sbuchi dall’angolo con in lontananza il cigolio delle giostre ormai in via di deterioramento (ovviamente è una sensazione passeggera data dal freddo e dalla neve che copre Brighton Beach). Dopo Coney Island raggingiamo un quartiere vicino all’accesso del ponte di Brooklin. Pranziamo al “Brookiln Heights” con 2 ottimi Sandwiches al pollo e insalata in un locale molto intimo ma non molto economico. Dopo pranzo attraversiamo a piedi il ponte. Se non ci siete mai stati rispettate le corsie divise tra pedoni e ciclisti; quest’ultimi sfrecciano in mezzo alla folla la quale molte volte – nonostante le urla dei ciclisti giustamente imbestialiti – rimangono imbambolati sulla corsia sbagliata: dall’anno scorso nulla è cambiato. Finito il ponte e dopo alcuni giri torniamo per una doccia veloce in hotel e poi cena in un locale davvero molto carino ma davvero molto affollato; il nome è “Jackson hole Wyoming”, in realtà è una catena ma non dà quest’impressione. Abbiamo preso 2 cheesburger (quello di Giuseppe aveva anche l’uovo fritto sopra) molto buoni inoltre sono enormi, peseranno 150 gr. L’uno, con patate fritte fatte da loro, coca + birra per un totale di £33.00. Il quinto giorno visto il tempo sempre favorevole decidiamo di visitare a piedi i quartieri di Chelsea, West Village e Tribeca. Chelsea è un centro molto carino dove si notano molti negozi Gay e personaggi eclettici, gli altri 2 sono molto tranquilli. Affamati consultiamo la lonely planet per decidere un locale dove mangiare; scegliamo “Bubby’s” a Tribeca. Quando entriamo ci accorgiamo che è piuttosto conosciuto, attendiamo 10 minuti per il tavolo e in mezzo al caos ordiniamo la zuppa del giorno a base di lenticchie, mezzo sandwich al formaggio (buonissimo) e patatine, tutto squisito (anche i mega biscotti serviti come assaggio con burro e marmellata buonissima) , anche il locale è davvero carino soprattutto nella zone “restrooms” (tot. 46$). Soddisfatti e rifocillati andiamo al famosissimo ABERCROMBIE E FITC, quest’anno fortunatamente non facciamo fila per entrare, ammiriamo la bellezza sia maschile che femminile dello staff e Giuseppe compra una t-shirt verde per lui ed una bellissima felpa gialla per me. Ci rechiamo infine da Macy’s, con un pò di titubanza e stanchezza saliamo di un piano e incontriamo il piano da donna sportivo con ottime offerte, piccola spesa anche qui e ci rechiamo (sempre a piedi) in hotel. Ceniamo all’angolo tra la 3° e la 39° al “Frontier”, mangiamo il solito buonissimo hamburger e subito a letto. Il sesto giorno ci svegliamo di nuovo colo sole, dopo una capatina a Bryant Park per la connessione wifi visitiamo i quartieri di Soho e Nolita. Il primo è molto carino. Pranziamo molto tardi nella zona del nostro hotel in un locale che si chiama “Murphy’s” la cui cameriera dovrebbe vincere il “primo premio di simpatia”. La sera ci prepariamo per assistere ad una cosa che non si può vedere tutti i giorni: Giuseppe ha precedentemente prenotato su Tickets Now i biglietti per la partita NBA a 136$ al Madison Square Garden. La partitta è alle 19:30 e noi eccitatissimi arriviamo li alle 19. Leggera fila e quando arriviamo al nostro settore (da cui c’è un’ottima vista) ecco che si apre davanti a noi l’arena dove i più grandi del basket e non solo si esibiscono per dare spazion ad un meraviglioso e coinvolgente spettacolo. La partita vede i NYK contro l’Oklaoma City Thunder, vincono quest’ultimi di qualche punto. Dopo la partita ed il doveroso acquisto del classico ditone blu di gomma piuma compriamo dei tranci di pizza (troppo tardi per andare al “the view” dove avevamo pensato di recarci) e torniamo in albergo. Domenica 21 febbraio; è l’ultimo giorno pratico. La sveglia è con il sole ma ormai è troppo tardi per assistere al Gospel nelle chiese ad Harlem. Andiamo a Bryant Park per connetterci e vedere se il “The view” è aperto anche a pranzo, purtroppo no) consultiamo di nuovo la lonely planet e optiamo per la cucina del sud degli USA, il nome del ristorante in tema country è “Virgil’s Real Steackhouse”, prendiamo 2 margaritas e carne a volontà, dolce, birra e acqua; a causa del piccante e dello speziato della carne tracanno il margarita velocemente e non essende proprio abituatissima vado “su di giri” per un pò dando la possibilità a Giuseppe di approfittare della situazione e immortalare l’infelice momento con alcune foto. Paghiamo il conto di $115, piuttosto caro ma davvero buono. Ultra sazi dal pranzo andiamo da Macy’s per Giuseppe, ma non trovando subito il reparto uomo ce ne torniamo a piedi in albergo per preparare le valige. Ora sono le 21:40, abbiamo comprato la cena da DAGOSTINO’S, abbiamo disdetto on line lo shuttle per il JFK perchè l’ora di pick up era troppo presto rispetto al volo che ci porterà alle Bahamas (se si disdice 4 ore prime dal viaggio rimborsano tutto) e abbiamo chiesto alla reception se possono prenotare il taxi; non lo fanno in quanto ci sono sempre taxi per le strada anche di mattina presto; inoltre abbiamo anche scoperto che l’hotel fa un servizio transfer all’aeroporto se non si hanno molti bagagli al costo di 55$ (il taxi ne prende 45) che però non prendiamo perchè non accettano la carta di credito (e noi possiamo pagare solo con questa). Quindi domani sveglia prestissimo e poi Bahamas. Noi vi salutiamo sperando di esservi stati un pò d’aiuto o di avervi almeno offerto una piacevole lettura, se volete sapere il continuo del viaggio andate alle Bahamas! Ciao Alessia e Giuseppe!


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