Alla scoperta del Profondo Sud

Memorie di viaggio dal DEEP SOUTH degli USA. Testo e foto di Marina Nardini 14 – 30 agosto 2009 …non sapevo proprio dove andare, ma sentivo che volevo andare, così un giorno, per caso, comincia la mia formidabile avventura… …direzione Atlanta (Georgia), per affrontare questo fantastico viaggio, che ci porterà a percorrere in...
Scritto da: marina_che
alla scoperta del profondo sud
Partenza il: 14/08/2009
Ritorno il: 30/08/2009
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
Memorie di viaggio dal DEEP SOUTH degli USA. Testo e foto di Marina Nardini 14 – 30 agosto 2009 …Non sapevo proprio dove andare, ma sentivo che volevo andare, così un giorno, per caso, comincia la mia formidabile avventura… …Direzione Atlanta (Georgia), per affrontare questo fantastico viaggio, che ci porterà a percorrere in circa 5000 km il sud degli Stati Uniti, dalla Georgia al Tennessee, dalla Louisiana al Mississippi, dall’Alabama alla Florida fino alla mitica Key West, attraverso i luoghi teatro di eventi storici che hanno posto le basi della moderna democrazia e hanno dato i natali a personaggi e generi musicali, che il mondo non dimenticherà.

14 agosto Finalmente, dopo 11 ore di volo ed innumerevoli pratiche doganali, usciamo dall’aeroporto Jackson e sfociamo nell’afosa realtà di Atlanta, prendiamo possesso delle auto e, soprattutto dei navigatori, e…Partiamo alla volta di Nashville: 400 km, tanto per cominciare, alle sei di sera, dopo un giorno ed una notte insonni…Ma that’s America!!! Auanagana! Tiriamo indietro di 7 ore gli orologi e …Via! Abbiamo anche guadagnato un giorno!!! Arrivati a Nashville, sarebbe bello immergerci nell’atmosfera country della notte, ma abbiamo a mala pena la forza di raggiungere la camera da letto per il meritato riposo.

15 agosto Local time 8,00 a.M. Motel 6 Nashville: colazione al Mc Donald (iniziamo bene!) e quindi…Caricate le auto, impostati i navigatori, occhiali da sole, camicia a quadri, guide alla mano, partiamo alla scoperta di Nashville: la culla della musica country. A dire il vero ci siamo solo noi in giro, vista la temperatura infernale e visto che tutte le attività iniziano non prima delle dieci del mattino, così andiamo a farci uno spuntino in un particolarissimo locale situato sulla via centrale della città, costellata da decine di negozi che vendono strumenti e cd, soprattutto di musica country, innumerevoli negozi di stivali (stupendiiiii!) e cappelli (e qui iniziamo ad utilizzare le credit card), locali e birrerie dove alla sera c’è musica dal vivo (in alcuni casi c’è qualche matinèe, dove ovviamente cerchiamo di intrufolarci, ma sempre ovviamente veniamo colti in flagrante ed invitati ad uscire…Che figuraaaa!). L’atmosfera qui è proprio bella: motociclisti in sella alle loro Harley, musicisti in cerca di fortuna, veterani di chissà quale guerra e soprattutto cow boys con stivaloni cappello e cintura con fibbione a forma di aquila e, ovunque, dovunque e in ogniddove musica musica musica… Johnny Cash, Dolly Parton…That’s America!!! Auanagana! Per avere una visione a 360° della città decidiamo di fare un tour con il bus, così scopriamo che a Nashville c’è una copia perfetta del Partenone e che gli Amish vanno in giro a diffondere le loro convinzioni, che non esiste la raccolta differenziata, ma che è ricca di giardini e parchi e mercati di prodotti naturali, che questa è la patria del wiskey e che noi non abbiamo il tempo per andare in distilleria (Jack Daniels) ad assaggiarlo, che le case basse di mattoni rossi si alternano a grattacieli ultramoderni, che io avrei voglia di restare qui e che purtroppo si è fatto tardi e le auto reclamano carburante. A malincuore lasciamo questo meraviglioso posto…Sigh sigh! Dopotutto Memphis ci sta aspettando. Il tragitto sulla Interstate attraverso le immense pianure del Tennessee è meraviglioso: ogni ranch, ogni casetta di legno con veranda e dondolo ci ricordano un angolo di America già visto in qualche film…(in questi giorni ci piace pensare a Clint Eastwood e a Gran Torino…).

Nel tardo pomeriggio arriviamo a Memphis e veniamo a sapere da due harleysti venuti fin qui dall’Illinois, che a Beale Street c’è una grandissima festa per l’anniversario della morte di Elvis. Caspita, che BIIIIP…! Siamo capitati qui giusto nella settimana dedicata a Elvis, così ci precipitiamo in centro ed assaporiamo in pieno questa magica notte di festeggiamenti ed evocazioni in ricordo del grande artista: le strade sono piene di gente, artisti e musicisti ad ogni angolo…Ops, c’è anche il banchetto dei reduci di guerra addobbati stile”Loggia del leopardo” (vi ricordate Happy Days, no?) che vendono biglietti della lotteria e reliquie belliche; il viale è pieno di locali, dove si suona musica dal vero e dove non mancano gli innumerevoli e bellissimi sosia del grande Presley che si esibiscono cercando di imitarne le movenze. Dopo aver cenato in uno di questi locali costicine di maiale e pesce gatto andiamo a passeggiare, ma ogni tre passi c’è qualcosa che attira la nostra attenzione: il locale “Coyote Ugly”, dove è stato girato il famoso film, una folla immensa che esce dallo stadio del baseball e le cheerleaders che ballano e cantano…Come direbbe Pier “Se Ghe?” ops giocano i famosi Cardinals di San Louis…Qui bisognava prendere il biglietto e prendere posto sugli spalti del “diamante”, la Sun Records, la prima casa discografica di Elvis! Ormai siamo stanchi, ma prima di andare a letto, facciamo una visita al Lorraine Hotel, il luogo in cui nel 1968 fu assassinato l’indimenticabile Martin Luther King: il luogo è veramente suggestivo, anche perché tutto è stato lasciato com’era quella tragica notte, e poi per la consapevolezza che abbiamo del significato di quell’ignobile atto.

E’ tardi e fa ancora molto caldo, l’umidità è insopportabile!

16 AGOSTO Oggi ricorre il 32° anniversario della morte di Elvis Presley e noi andiamo a Graceland, la meravigliosa dimora che acquistò a soli 22 anni e che oggi, arredata ed addobbata come allora, si apre ai visitatori per raccontare l’incredibile carriera di questo fenomenale artista, che ha scritto pagine indimenticabili della storia della musica rock.

Gli arredi, il pianoforte, i vestiti, le auto e le moto, gli aerei, i cimeli, gli innumerevoli dischi d’oro e riconoscimenti, ma anche il lato meno eclettico della sua vita: la chiamata alle armi, la sofferenza, la malattia e la morte. Oggi il giardino è un tappeto di fiori e regali giunti da tutto il mondo per onorarne il ricordo.

Con la musica di Elvis ancora in testa partiamo alla volta di Tupelo, per vedere la sua casa natale: una meravigliosa villetta di legno bianco con l’immancabile dondolo di legno che penzola in veranda, immersa nel verde di un tipico viale alberato in una tipica cittadina del tipico sud degli Stati Uniti.

Percorse poche miglia ci troviamo davanti al cartello “Welcome to Mississippi”; la strada panoramica è molto suggestiva e, attraverso campi di grano alternati a pinete, ci porta, sotto un cielo azzurro costellato da innumerevoli pecorelle bianche, fino a Natchez.

17 AGOSTO Colazione al DaysInn a base di waffels (a chi piacciono…) e partenza verso il museo di Natchez, dove possiamo ammirare i reperti delle tribù indiane native e venire a conoscenza delle loro antiche tradizioni. Quindi via…Oggi in programma c’è un attesissimo ritorno al passato con la visita alla incantevole casa colonica di Longwood. Percorrendo il viale costeggiato da enormi alberi secolari, che ci porterà al cospetto di questa meravigliosa villa, ci immergiamo nell’atmosfera di Via col Vento, rilassandoci nel verde dei giardini e nella pace dei laghetti adiacenti all’ingresso principale…Ormai ci immedesimiamo con Rossella O’Hara. Facciamo la visita guidata all’interno dell’abitazione per scoprirne gli arredi, le usanze, le storie e le leggende delle persone che la abitarono. Dopo un ultimo sguardo al capanno delle carrozze ed al cimitero di famiglia, facciamo la foto ricordo sulla gradinata principale e a malincuore lasciamo questo splendido posto, ripercorrendo con lo sguardo il viale alberato e con la memoria le storie che qui si consumarono nella seconda metà dell’Ottocento.

Ormai è quasi ora di pranzo: quale posto migliore della riva del Mississippi per fare un veloce spuntino, magari in un residuato di antica taverna o di bordello di epoche ormai passate??? Infatti la zona, in cui ormai resta ben poco delle vestigia del passato, non ci deluderà: alcuni ristorantini e vecchie taverne si affacciano sul grande fiume, sul cui molo è attraccato un enorme battello a vapore…Ah, che meraviglia! Sembra davvero di essere in un’altra epoca! Alcune persone del posto ci consigliano pranzo messicano da Big Mama: buono e…Piccante! A qualcuno mi sembra non sia andato giù del tutto, no??? Sbrighiamoci, perché prima delle 16,00 dobbiamo arrivare alla Laura Plantation, antica piantagione dislocata a una cinquantina di km da New Orleans!!! Ebbè, mi pareva…Noi, sotto l’ennesimo diluvio universale, arriviamo con mezz’ora di ritardo, così non ci fanno entrare: eh, si sa, questi americani sono precisi!!!! Con le pive nel sacco voltiamo i tacchi e riprendiamo le auto…Eh, come diceva Rossella O’Hara “domani è un altro giorno…”! La delusione subito scompare e l’entusiasmo per l’imminente arrivo alla magica New Orleans prende il sopravvento, così, lasciata la zona delle piantagioni, prendiamo una serie di strade e di sopraelevate che ci porteranno dritti dritti nella capitale della musica Jazz! Attraversando la periferia della città veniamo subito in contatto con le devastazioni che l’uragano Katrina ha lasciato dietro di sé nel 2005, interi quartieri distrutti e case e palazzi ridotti ad un cumulo di macerie, ma anche i segni della ricostruzione con interi quartieri rimessi a nuovo.

Raggiungiamo il motel nell’immediata periferia della città, e, tempo mezzora, siamo tutti pronti per andare alla scoperta della notte di New Orleans: arrivati in centro parcheggiamo le auto in uno dei numerosi parcheggi a pagamento ed andiamo a passeggiare su Bourbon Street: la strada pullula di locali notturni e di ristoranti, le insegne luminose e i gestori dei locali chiamano a gran voce i probabili clienti, offrendo cibi, bevande e servizi di ogni genere! Noi siamo stupiditi da tanto fracasso e da tanta confusione, ma ci sembra di essere caduti in una trappola per turisti e ci sembra di capire che non ci sia rimasto niente dello spirito del quartiere francese di questa mitica città! Così, un po’ delusi, andiamo a rifocillarci con una sontuosa cena a base di pesce in un bellissimo e “gelatissimo” ristorante del centro! Jambalaia a gogo…Proviamo tutti i piatti tipici della cucina del sud! Ora, stanchi e sazi, andiamo a letto!

18 AGOSTO No, non è possibile che New Orleans sia così turistica e così finta!!! Dov’è finita la città che ha dato i natali alla musica jazz ed a tantissimi artisti, che ancora oggi ne cantano le bellezze, le atmosfere e le virtù??? Non ci stiamo, così decidiamo di darle un’altra possibilità e di partire di buon mattino alla sua “seconda” scoperta! Innanzitutto entriamo in un locale tipico, dove si fanno solamente le tipiche colazioni americane: eggs, bacon, french toast and black coffee…Tutta la preparazione si svolge davanti ai nostri occhi e tutti gli odori ci accompagneranno per l’intera giornata, ma è tutto così meravigliosamente “american”!! Camminiamo senza meta attraverso il quartiere francese ed i quartieri adiacenti e, con il naso all’insù, ammiriamo tutte le tipiche costruzioni con le terrazze di metallo piene di piante e di fiori rigogliosi; davanti a noi alcuni artisti di strada stanno accordando gli strumenti in previsione della lunga maratona musicale quotidiana, gli spazzini puliscono le strade e stormi di uccelli si cibano delle briciole che un vecchio lascia sull’involucro di un giornale, qualche nota musicale ed un sorriso bianchissimo sul volto di un vecchio di colore che ci fa un cenno di saluto, ci fanno capire che abbiamo fatto bene a dare una seconda chance a questa meraviglia del Sud! Il profumo di bignè ci attira al Cafè du Monde, dove le cameriere in divisa anni Sessanta si avvicinano ad un semplice cenno della mano. Gli odori, i colori ed alcune note musicali ci portano alla scoperta del French Market e del quartiere sulla riva del Mississippi, dove partono i famosi battelli a vapore. L’atmosfera della città magica, patria dei riti voodoo, ci ha stregati, così quasi con dispiacere partiamo per la famosa visita alla Laura Plantation.

Durante il tragitto sotto l’ennesimo acquazzone, discutiamo sulla possibilità di visitare più di una piantagione, così, per fortuna ad acquazzone finito, ci addentriamo nella fantastica Laura Plantation, una piantagione di canna da zucchero creola, dove si sono avvicendate per circa 200 anni saghe familiari e generazioni di schiavi. Il posto è suggestivo, la storia di Laura è davvero sorprendente e coinvolgente, gli arredi sono ben conservati, gli alloggi degli schiavi sono piccoli ed apparentemente dignitosi, ma un nodo in gola ci accompagna per tutta la visita, soprattutto al pensiero di quanto queste persone abbiano sofferto a causa dell’ingordigia e dell’ignoranza dei loro cosiddetti “padroni bianchi”.

Con un pizzico di tristezza lasciamo questo luogo e tentiamo la visita alla piantagione vicina: Oak Allei Plantation”: ormai è troppo tardi ed il cielo sta minacciando un altro imminente temporale, così andiamo ad ammirare soltanto il famoso viale delle querce che si staglia esattamente all’ingresso di questa piantagione. Lo spettacolo è mozzafiato: davanti a noi un enorme viale alberato, che sembra un dipinto di altri tempi, uno spettacolo che ancora una volta ci ha catapultati all’indietro nel tempo.

Rientriamo in città e ci immergiamo nell’atmosfera della musica jazz, andando in un locale dove si suona musica dal vero, un’esperienza davvero irripetibile.

19 AGOSTO Oggi si procede con la colazione francese al French Quarter e quindi visita al Garden District ed alle sue meravigliose ville in stile coloniale. Qui New Orleans riesce a dare il meglio di sé, sembrando quasi una città mitteleuropea: le ville a più piani sono circondate da staccionate perfettamente dipinte, che racchiudono giardini impeccabili, davanti a qualche abitazione svetta la bandiera degli Stati Uniti…Ah come vorremmo restare qui!!! Questo quartiere, che conobbe il periodo di suo maggiore splendore tra il 1832 ed il 1900, riesce a dare l’idea di quello che poteva essere la città in quell’epoca; oggi è uno dei quartieri con le famose “Victorian mansions” meglio conservati d’America.

Incuriositi da alcuni depliants trovati al motel decidiamo di fare un’insolita visita fuori programma al…Cimitero! Pare che sia un must…Ma a me pare un cimitero e basta! Fine dello svago crepuscolare in perfetto stile Tim Burton! Purtroppo il trenino panoramico è in arrivo, così lo prendiamo e, dando un’ultima occhiata a questo bellissimo quartiere, ci ritroviamo nella caotica downtown, con i suoi grattacieli, gli shopping center, il casinò (dove non possiamo rinunciare ad una puntatina…), i bar ed i ristoranti, dalle cui vetrate panoramiche si vedono top manager e top impiegati pranzare davanti all’immancabile top computer o conversare con un top blackberry in mano! That’s America! Auanagana!!! E’ il momento di lasciare la città e di avvicinarci alla costa (finalmente si vede il mare, ops…Il golfo del Messico!), così, attraversando lunghissimi ponti sospesi sull’acqua, dai quali si vedono alcune imbarcazioni di pescatori intenti appunto a pescare, sbarchiamo con il sole al tramonto nella bellissima Pensacola. Visto che il mare sta per inghiottire il sole regalandoci uno spettacolo imperdibile, via le scarpe e di corsa in riva al mare a piedi nudi sulla spiaggia bianchissima a goderci questo spettacolo della natura, cullati soltanto dal rollio delle onde.

L’idillio romantico se ne va con il sole, così sghignazzanti e affamati ci avviamo verso il fantastico, mega cool ristorante sulla spiaggia; qui sembra davvero di essere nel bel mezzo delle riprese di un film americano stile beach boys: il locale è situato su delle palafitte poste tra spiaggia e mare, i piatti sono un’apoteosi di bendiddio di crostacei appena pescati, la musica a palla ed il personale del posto è molto…Molto cool! Super sazi e super gasati andiamo in un locale sulla spiaggia a farci un ultimo drink: qui addirittura ci sono i “super fisiconi” e le “super fisicone” che giocano a beach volley, non ci facciamo mancare proprio niente, così sotto una dentiera di squalo (sarà vera???) appesa al soffitto beviamo l’ultimo sorso e via…Verso nuove avventure! … Ah, no…Via a letto!

20 AGOSTO Oggi ennesima colazione (super super abbondante) americana all’aperto in un diner bellissimo e, per alcuni temerari, bagno in mare, mentre per gli altri poveri mortali bagno di fotografie in questo meraviglioso e desolato angolo di paradiso: la sabbia impalpabile sembra talco e la vegetazione lussureggiante fa da contrasto al cielo azzurro costellato di piccole nuvolette bianche ed informi! E chi vuole muoversi da qui???? In effetti oggi ci aspetta una tappa lunghissima da Pensacola a Kissimmee che con le sue 461 miglia in circa 7/8 ore ci dovrebbe portare a destino! Il paesaggio che possiamo ammirare dai finestrini delle nostre auto è davvero vario ed inaspettato: miglia e miglia di prati e pascoli, cavalli in libertà, a volte si riesce ad intravedere l’ingresso e la sagoma di un ranch, boschi lussureggianti, e di nuovo mucche al pascolo, ampi spazi verdi ed, all’apparenza almeno, incontaminati, tra i quali di tanto in tanto capita di attraversare un tipico villaggio americano, con le case di legno, la chiesa di legno e l’ufficio dello sceriffo di legno…L’ufficio, eh! Ormai è scesa la notte e, dal buio silenzioso che lasciamo alle spalle, spuntano le mille sfavillanti luci della notte di Orlando: enormi insegne luminose, gigantesche attrazioni colorate, luna park da entrambi i lati ci risucchiano in un vortice di luci e musiche!

21 AGOSTO Questo è il paradiso dei parchi divertimento!!! Oggi partiamo per trascorrere un’intera giornata a Cape Canaveral al mitico Nasa Space Center, o come preferiscono dire gli americani, Auanagana, Kennedy Space Center.

Già l’ingresso del parco la dice tutta: biglietterie spaziali, musica di sottofondo stile “Odissea nello spazio” , imponenti misure di sicurezza…Beh! Qui ci sarebbe da dire qualcosa: l’impiegato, una spina appena arruolata, ci prende i dati del passaporto supportato da…Carta e penna!!! Qui? Nel gotha della tecnologia! Beh ‘sti americani non finiscono mai di stupirci! Auanagana! Accesso consentito! Visitiamo i razzi che vennero utilizzati nelle varie missioni, le capsule nelle quali vennero “rinchiusi” gli astronauti che partirono per le missioni nello spazio, le attrezzature, le tute, il cibo, le fotografie dell’epoca, i filmati, le apparecchiature e tutti gli studi e le simulazioni che portarono l’uomo nello spazio. Ormai il percorso è giunto all’apice, come del resto la nostra emozione, ed entrando nella sala comandi da cui il 20 luglio del 1969 lo speaker della NASA comunicò al mondo che alle 20.17.40 UTC l’uomo era sbarcato sulla Luna un brivido ci corre lungo la schiena. La missione Apollo 11 fu un successo, ma solo ora ci rendiamo conto dei sacrifici e dell’incommensurabile coraggio di questi uomini, che andarono incontro all’ignoto in condizioni così precarie; solo ora comprendiamo il vero significato di quello che Armstrong disse al mondo dopo l’allunaggio: “That’s one small step for man, one giant leap for mankind”.

Ormai vogliamo provare il brivido dell’astronauta entrando nel simulatore di lancio e l’emozione dello sbarco sulla Luna andando al cine Max 3-D.

La visita prosegue con un tour, in cui ci vengono date le informazioni salienti in materia di missioni nello spazio, la guida è un militare in congedo, pertanto le spiegazioni sono davvero interessanti e ricche di particolari. Alla fine del giro, con un po’ di rammarico, ci viene mostrata da una distanza precauzionale la rampa di lancio dello Shuttle, poiché il lancio è davvero imminente.

La giornata è stata davvero emozionante e coinvolgente, quindi, non prima di un tour nel NASA store, usciamo dal perimetro della base spaziale e partiamo alla volta di Daytona, dove ci attende un localino niente male per la cena sulla spiaggia.

22 AGOSTO Lo so, lo so…A me non interessano i parchi giochi, non ci sono mai stata, non ho mai visto Gardaland, ma stavolta mi sono fatta contagiare dalle febbre di Topolino! Cosa vuoi che ti dica: anche Cip & Ciop hanno il loro perché…Così con queste premesse mi sono aggregata alla maggioranza del gruppo che ha optato per la giornata a Walt Disney World, e non solo, proprio a Magic Kingdom!!!! E’ proprio vero che in questi posti se non ci vai non puoi capire…È difficile raccontare di quanto sia meraviglioso tornare indietro nel tempo, di quanto sia divertente tornare ad essere bambini, di quanto ci si senta spensierati appena si mette piede a Magic Kingdom! Scendi dal trenino ed entri in una realtà tutta nuova: i personaggi disneyani che passeggiano lungo il viale contornato da negozi e ristoranti a tema, le meravigliose attrazioni che ti portano dal regno dei pirati dei Carabi alle Montagne Rocciose, dalle canoe sul Colorado al regno di Casper della casa dei fantasmi, dal battello sul Mississippi allo stupefacente Castello, dove spettacoli e balli con principi e principesse allietano la giornata. Un giretto all’interno della casa di Mickey Mouse e di quella di Minnie, una foto con Dumbo, quattro salti con la musica di High School Musical in mezzo alla parata dei personaggi e soprattutto tanto, tanto, tanto spensierato divertimento!!!! … peccato che non ho comprato le orecchie!!! Sigh sigh!!! Una giornata inaspettatamente indimenticabile!!!! Quasi quasi domani ci torno… Dopo essere stati a lungo presi in giro da chi non condivide questo spirito goliardico e questo entusiasmo da eterni bambini andiamo a cena…E le prese in giro continuano! Hi hi hi!!! W Cip & Ciop!

23 AGOSTO Oggi alcuni di noi decidono di andare al parco dell’Universal Studios, ma alcuni dissidenti fanno, o meglio facciamo, quello che fa alla domenica l’americano medio della Florida: va al mare! Così ci dirigiamo verso la spiaggia di Cocoa Beach per prendere un po’ di sole, e soprattutto un po’ di pioggia, anzi un bel po’ di pioggia. Ma niente paura, durante l’acquazzone, al quale nessuno sembra particolarmente interessato, si va tutti nel locale sulla spiaggia e si mangia, si beve, si canta e…Finita l’acqua si torna in spiaggia a prendere il sole, a mangiare, ad ascoltare musica, a giocare a rugby ed a surfare! Ormai il sole sta per tramontare, così … cocktail sul molo, un po’ di shopping e, ovviamente, di foto e via verso Kissimmee per cena e giretto al Luna Park: ancora direte voi?

24 AGOSTO Anche oggi abbiamo un po’ di cose da fare, quindi ore 7,30 addio al parco giochi più grande del mondo e partenza con destination St.Petersburg, ridente e curata cittadina della Florida: casette intonacate perfettamente ordinate secondo un rigore quasi maniacale, strade pulite, giardini verdissimi, cani disciplinati, un porto spettacolare e … per chi vuole naturalmente, il museo Salvador Dalì, che, contrariamente a quanto si pensi e grazie ad una facoltosa coppia di suoi ammiratori, raccoglie la più grande collezione al mondo delle opere di questo visionario artista dei nostri tempi. Il museo è veramente interessante così trascorriamo un paio d’ore per visitarne almeno una buona parte. Sulla via di Fort Myers non possiamo farci mancare l’ebbrezza di trovarci nel bel mezzo del temporale improvviso con i nuvolosi nero pece che improvvisamente ci oscurano il cielo e creano il panico da uragano, visto che durante la nostra breve permanenza ce n’erano ben tre in circolo a tenerci compagnia, tali Bill, Claudette e quello con la D non lo ricordo.

Finalmente alle 16,00 circa approdiamo come i barbari di Asterix sulla meravigliosa, selvaggia e bianchissima spiaggia di Fort Myers. Neanche il tempo di toglierci i vestiti e siamo già a fare il bagno nelle limpide acque calde del Golfo del Messico. Un altro Paradiso! Natura incontaminata, acque trasparenti, cielo azzurro, fauna meravigliosa.

25 AGOSTO Oggi si va verso le Everglades, la zona dove il mio amico Horazio Caine di C.S.I. Miami trova i cadaveri, per capirci, oppure se preferite una immensa zona paludosa a sud-ovest di Miami, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Naturalmente arriviamo all’Everglades National Park sotto il sole cocente, ma che dico cocente, incandescente, delle 11,30 del mattino, temperatura 40° C circa. Ovviamente vediamo parcheggiate le famose airboat, così decidiamo di farci un bel giretto in palude in mezzo alle mangrovie per avvistare gli alligatori… uhe ci sono veramente e sono anche belli grossi! Dopo quasi un’oretta di navigazione e, devo dire, di divertimento, arriva il momento di inoltrarci a bordo di una specie di mezzo anfibio nella palude per avvistare altre meraviglie della flora e della fauna locali, che si dice siano parte di un ecosistema unico al mondo, come del resto i 45 tipi circa di zanzare di varie dimensioni che abitano questo “ridente acquitrino”. Nonostante il bagno nel repellente per insetti, gli ultrasuoni, il DDT, la bomba atomica…Queste simpatiche bestioline colpiscono, eccome se colpiscono, anche sotto i vestiti! Ci tengo a precisare che il sole è a picco sulle nostre teste, che siamo sudati come gli schiavi di Radici nelle piantagioni di cotone, che siamo bardati come i cavalieri medioevali, che siamo pieni di punture di insetti e che siamo anche pieni di fame e di sete e che, nonostante tutto questo, la nostra guida continua imperterrita a darci approfondite spiegazioni su animali vari…Ma nel momento in cui sento la parola “spider” la mandibola è già caduta a terra, così, come una scolaretta alzo la mano e chiedo spiegazioni e simpaticamente la guida con un gesto mi mostro che sulle nostre teste si sta dondolando un’enorme ragnatela con tanto di ragno delle banane giallo e rosso…Ed è lì che ho perso circa 10 chili di peso e 5 anni di vita! Comunque, anche se dalla cronaca quotidiana non sembra, la giornata è stata davvero molto bella, anche se un po’ faticosa, ma pur sempre bella e ricca di nuove esperienze!

26 AGOSTO Oggi si parte alla scoperta della tanto acclamata Key West! La strada panoramica, che tra l’altro è un insieme di ponti che collegano le altrettante isole dell’arcipelago, è di per sé già spettacolare, così dopo aver imboccato la Intestate 1 partiamo alla scoperta di questo spettacolare arcipelago di isole dal sapore caraibico allineate verso il Golfo del Messico. Attraversiamo la deliziosa Key Largo con i suoi insediamenti di inizio 1900 resi famosi da alcune pellicole cinematografiche e da altrettante canzoni, per approdare a Islamorada, capitale mondiale della pesca sportiva (soprattutto quella d’altura e al marlin, che tanto avevano affascinato Hemingway); di isola in isola attraversiamo Layton e Marathon, per spiaggiare sulla bianchissima Bahia Honda Beach, dove non abbiamo neanche il tempo di spogliarci che il richiamo delle calde e trasparenti acque del golfo ci invitano ad un bagno in mare…Qui sembra davvero di essere in Paradiso (e non è la prima volta in questi giorni…): acque cristalline, lunghe spiagge bianche circondate da vegetazione lussureggiante, regno di iguane, uccelli e…Ragni! Palme da cocco ed una spettacolare vista sul famosissimo Seven Mile Bridge, il vecchio ponte ferroviario costruito agli inizi del Novecento per collegare la terra ferma alle isole dell’arcipelago. Ora si può attraversare invece il nuovo ponte stradale, costruito dopo che vari uragani avevano notevolmente danneggiato il vecchio.

Arrivo stupefacente in hotel, anche perché di hotel davvero si tratta…E molto bello, anche, con tanto di mega-piscina!!!! Non ci posso credere! Quindi bagnetto, acquazzone, sole e via alla scoperta di Key West! La cittadina è molto pittoresca con le sue casette di legno colorate in tenui tonalità pastello. Si dice che il legno di queste case sia stato recuperato dalle navi naufragate in queste zone. Non possiamo certo mancare la visita alla casa di Hemingway con i suoi cento gatti ancora a custodirne le memorie, la visita al famoso faro dell’isola, l’assaggio della gustosissima lime-pie e la classica foto ricordo al Miglio 0, che ci ricorda che qui siamo nel punto più a sud degli Stati Uniti ed a sole 80 miglia da Cuba! Naturalmente Key West è famosa anche per la sua vita notturna, così non ci facciamo mancare niente: aperitivo in un locale sul mare, attesa dell’agognato tramonto su Mallory Square (oggi non è poi così spettacolare, visto che in cielo ci sono ancora alcune nubi…Sigh!) e cena a base di aragosta in un ristorantino del centro.

27 AGOSTO Oggi ci attende la mitica e tanto amata Miami, quindi carichiamo le auto, facciamo una ricca colazione americana da I-hop e via alla scoperta della capitale delle Americhe! Ore 12,00: il sole a picco, il cielo terso e dalla sopraelevata che entra in città da sud si presenta davanti a noi la fantastica, meravigliosa e cinematografica Miami, mostrandoci subito in tutto il suo sfavillante splendore i grattacieli di downtown, i canali ed i viali di palmeti che la intersecano, le lussuose ville e, ovviamente per me, il traffico di Hummer!!!! Manca solo il mitico Horatio Caine di C.S.I.!!!!…Ma sono sicura che qualcosa troverò! Decidiamo di andare alla scoperta di downtown prendendo la monorotaia, che la attraversa passando tra grattacieli, parcheggi e strade; ovviamente la temperatura polare del vagone ci induce a ridurre la durata della gita.

Arriviamo all’hotel con tanto di piscina a Miami Beach, ma il desiderio di fare un tuffo nelle acque di questa località ci spinge a raggiungere in pochi minuti la spiaggia! Dopo alcune ore di “ammollo” e di meritato relax ci agghindiamo per affrontare al meglio la serata a Ocean Drive, il quartiere che di notte si veste di mille luci e suoni, dove non ci facciamo mancare una cena luculliana a base di pesce e cocktails in un meraviglioso ristorante sul corso. Qui l’atmosfera è proprio da film americano: uomini e donne meravigliosi girano per locali e ristoranti, limousine di lusso accompagnano alcune ereditiere al bar, la musica si diffonde nell’aria, proprio come il profumo del mare, che infrange le sue onde sulla battigia qui di fronte…Ah io resto qua!!!! Ho trovato il posto più bello del mondo! (…Non avevate già sentito questa frase???…).

28 AGOSTO La zona di Ocean Drive ci è così piaciuta che decidiamo di visitarla alla luce del giorno, anche perché vogliamo godere a pieno dei colori e delle architetture del fantastico quartiere art deco, costruito negli anni 30 e sviluppatosi sempre di più nel corso degli anni, fino a farlo diventare il cuore pulsante della città.

Per pranzo optiamo per un raid tra il pericoloso e l’incosciente a Little Havana, qui ovviamente tutti, anche i sassi, capiscono che siamo turisti (e quindi anche facili prede…), nonostante cerchiamo di ostentare sicurezza e aria da cubani…Ah ah ah!!! In questo quartiere sembra davvero di essere approdati nell’isola di Fidel, un po’ perché il 90% delle persone che incrociamo sono mulatte, poi per la musica cubana che aleggia nell’aria e per l’atmosfera caraibica del posto: il famoso circolo di domino, dove gli anziani del posto trascorrono le giornata con in bocca un sigaro rigorosamente fatto a mano, la “walk of fame” dei personaggi che hanno reso famosa Cuba nel mondo, i profumi della cucina creola e l’allegria di queste genti! Quindi, non ci resta che andare a mangiare arroz con pollo y cerveza! PS. Sapevo che avrei trovato tracce di “crime scene”: oltre ad aver visto una scena del crimine con tanto di nastro giallo “do not pass crime scene” è capitato sulla nostra strada anche il furgone dell’investigation…Ma che delusione! Era bianco e non è arrivato Horatio con il suo Hummer ed i ray-ban!!!!!!! Ops! Appena usciamo dal locale il cielo nero non fa presagire nulla di buono, anche perché non dimentichiamo che in questi giorni ci sono sempre i tre uragani che “girano” sulle nostre teste! Niente paura, è solo un mega-acquazzone estivo! Così di ritorno all’hotel con un sole che splende di nuovo facciamo l’ultimo bagno di questa vacanza! Ormai alla bella vita ci siamo abituati, così ci ri-agghindiamo e andiamo a fare l’ultima cena a base di aragosta e piñacolada al Waldorf!!!! Voto a Miami: 10!!!!!!

Che dire di questa meravigliosa ed indimenticabile esperienza in terra d’America? Un viaggio indietro nel tempo alla scoperta delle dimore, dove si consumarono intere saghe famigliari, e delle piantagioni dove lavorarono migliaia di schiavi.

Un viaggio agli albori della musica country, jazz e soul, e nelle città culto che le resero indimenticabili assieme ai loro protagonisti. Un viaggio attraverso i luoghi dove si combatterono le battaglie tra i nordisti ed i sudisti e dove avvennero numerosi eventi che la storia non dimenticherà. Un viaggio attraverso paesaggi vasti ed incontaminati, ma allo stesso tempo la scoperta di città moderne e dinamiche. Un ripercorrere luoghi suggestivi resi noti da Hemingway, da Faulkner e da Tennesse Williams, solo per citarne alcuni.

Ah! Dimenticavo, il libro che mi ha dato la possibilità di scoprire una piccolissima parte di questo mondo meraviglioso, ed allo stesso tempo doloroso, è “L’aiuto” di Kathryn Stockett.



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