Leaving New York never easy 5

Finalmente America. Ecco, si potrebbe intitolare così il mio nuovo anno, dato che oggi sono finalmente riuscita a realizzare uno dei miei tanti sogni. Non sono mai stata particolarmente affascinata dagli USA, ma penso che prima di esprimere un giudizio su qualsiasi luogo si debba esser ci prima stati. Ed eccoci a New York, il viaggio che per me...
Scritto da: telly81
leaving new york never easy 5
Partenza il: 01/01/2009
Ritorno il: 09/01/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Finalmente America. Ecco, si potrebbe intitolare così il mio nuovo anno, dato che oggi sono finalmente riuscita a realizzare uno dei miei tanti sogni. Non sono mai stata particolarmente affascinata dagli USA, ma penso che prima di esprimere un giudizio su qualsiasi luogo si debba esser ci prima stati. Ed eccoci a New York, il viaggio che per me rappresenta il regalo di laurea dei miei genitori. Ecco, a distanza di quattro anni, sono finalmente riuscita a farlo. E con me Paolo, inseparabile compagno di viaggio e di vita da più di dieci anni. Cosa mi aspetto da NY? Come me la immagino? Le emozioni e le sensazioni sono contrastanti. New York non è l’America e non va confusa con l’America. Per me NY è l’immenso, è il luogo in cui ognuno si sente piccolo. New York è luci, profumi, suoni, è la città dai mille volti e dalle mille anime, è contraddizione, è tutto e il contrario di tutto. O almeno questa è l’immagine che mi sono costruita a forza di vederla raccontata nei film, in Tv, nei telegiornali, nei libri. È con sentimenti contrastanti che mi avvicino a questo viaggio, ma so già che comunque vada NY mi resterà nel cuore. Quanti pensieri si affollano nella testa all’idea di partire…L’America e l’11 settembre, l’America e la pena di morte, ma anche l’America e il primo presidente nero, eletto da nemmeno due mesi. Parto con una grande voglia di scoprire e con una grande sete di arricchirmi come persona. Spero che NY non mi deluda. E ora passiamo agli aspetti pratici. 1 gennaio 2009 Alle 5.30 di mattina del primo dell’anno (siamo svegli ormai da quasi 24 ore!) siamo a Peretola. Check in rapido ed un volo Meridiana ci porta ad Amsterdam dove dopo nemmeno un’ora ripartiamo alla volta di Newark con un volo NWA. Nelle 8 ore di aereo riusciamo a riposare e alle 12.30 ora locale sbarchiamo in suolo americano. Disbrigo delle formalità doganali, recupero dei bagagli e prendiamo l’autobus per raggiungere Manhattan (15 $). Le alternative sono lo shuttle, il treno ed il taxi ed il prezzo è più o meno analogo. Scendiamo a Bryant Park e in 10 minuti a piedi siamo di fronte all’hotel 373 (Fifth Avenue, 970 $ per la camera doppia per 7 notti). Ci assegnano la camera, microscopica, ma con tutto l’essenziale e soprattutto con vista sull’Empire State Building. Ci riposiamo un paio d’ore e poi via alla scoperta della città. L’albergo è davvero centrale: con una bella camminata riusciamo a vedere l’Empire illuminato, il Flatiron, poi risaliamo fino al Rockfeller Center famoso per l’enorme albero di Natale e per la pista di pattinaggio. In effetti lo spettacolo è indescrivibile. Poi via verso Times Square con le sue mille luci e cena dal celebre Bubba Gump (45 $). È ora di andare a letto perché la stanchezza inizia a farsi sentire (siamo in piedi da 2 giorni!). Di corsa in albergo perché è un freddo esagerato.

2 gennaio 2009 Dopo l’assaggio di ieri oggi inizia la vera e propria visita della città. Dato che le cose da vedere sono talmente tante non sappiamo da che parte iniziare. Alla fine la giornata di oggi si rivelerò assai densa di cose fatte! La mattina inizia con una colazione a base di muffin da Au Bon Pain, poi ci incamminiamo e vediamo la Grand Central Station, il Chrysler Building, il palazzo di vetro dell’ONU; gramercy Park, il Flatiron Building. Pranziamo ad Union Square in un supermercato fornitissimo dove c’è un superbo assortimento di piatti pronti da consumare ai tavolini del piano superiore. Il pomeriggio è dedicato alla visita del MOMA…Il venerdì pomeriggio l’ingresso è gratuito e ci sarà stata una fila di un chilometro! Per fortuna non me ne ero resa conto e mi sono messa in fila, che poi è scorsa abbastanza velocemente. In circa mezz’ora infatti eravamo dentro. La sezione della pittura mi è piaciuta moltissimo: Van Gogh, Matisse, Picasso, Munch, Klimt. Ho avuto però una delusione: “La notte stellata” di Van Gogh era stata spostata nella mostra temporanea dedicata al pittore e non ho potuto ammirarla visto che non c’erano più biglietti per la mostra. Usciamo dal museo che sono quasi le 20 e siamo veramente distrutti…Non riesco a quantificare i km che abbiamo percorso a piedi oggi, ma saranno stati veramente tanti! Fatto sta che non abbiamo nemmeno una gran voglia di cenare, così ci fermiamo a AU Bon Pain, dove ceniamo a base di dolci! Una nota conclusiva su questo secondo giorno a New York? Confermo quanto detto all’inizio: questa città è immensa e ti fa sentire piccolo piccolo. E poi un’altra considerazione: siamo in un periodo caratterizzato da una delle più profonde crisi economiche mai vissute: i mutui subprime, il fallimento della Lehman…Beh, questa città che è il simbolo dell’economica mondiale riesce a nasconderlo molto bene…Basta guardare la vetrina di Cartier nella Fifth Avenue! Ma le contraddizioni si vedono anche in questo e forse il bello di NY è proprio questo! 3 gennaio 2009 Oggi ho avuto la conferma che NY è la città dai mille volti, dalle mille contraddizioni. Ieri l’immagine dei grattacieli, del lusso sfrenato, oggi l’altro lato della medaglia. La giornata inizia nell’East Side, ovvero nei quartieri di Chinatown e Little Italy. Sembra davvero di essere in un altro pianeta…Camminare per le strade di Chinatown è un’esperienza unica! Un brulicare di gente, mercanzia di ogni genere, banchi improvvisati per le strade. Due immagini mi resteranno impresse nella mente: una pescheria (se così la si può definire) che vende rospi e le macellerie con le anatre appese ai vetri! Insomma, al pari ei grattacieli questa è un’anima di New York che non si può non vedere. Noi ci caliamo nella parte e facciamo colazione in una “Taipei Bakery” (non male perlatro!). Little Italy invece si limita a poco più di una strada con ristoranti e pizzerie: nell’insieme l’immagine però è carina. Per pranzo ci spostiamo nel quartiere di Soho, con le sue tipiche case con le facciate di ghisa e con le scale di ferro che inevitabilmente rimandano il pensiero alla scena finale di Pretty Woman che tanto mi ha fatto sognare. Pranzo in un locale indiano dove mangiamo una “dosa”, ovvero una specie di maxipiadina molto buona. A questo punto improvvisiamo e visto che è una bella giornata decidiamo di andare all’Empire State Building. Due ore di coda, ma una volta arrivati all’86imo piano lo spettacolo ripaga di tutta l’attesa. Penso veramente che il panorama, lo skyline da visto da lassù sia ineguagliabile. Veramente fantastico! Fa un freddo cane, tira un vento incredibile, ma non riesco a scendere! Non so quante foto ho fatto, ma sicuramente l’immagine più bella sarà quella che porterò per sempre nel mio cuore. Stanchi ma felici torniamo in albergo, ci riposiamo un po’ e poi usciamo per cena. Proviamo un locale sulla 34ma strada, in cui mangiamo carne spendendo 35 $ in due. Dopo cena deciadiamo di concludere la serata a Times Square…Le mille luci, i pannelli luminosi, il traffico rendono questo angolo di città troppo affascinante. Oggi pomeriggio sull’Empire in cima al mondo, stasera a Times Square al centro del mondo…Ebbene sì, New York è tutto questo.

4 gennaio 2009 Oggi è domenica e questo significa messa Gospel ad Harlem. Prima di partire avevo contattato l’Abyssianian Baptist Church e mi avevano mandato l’invito per assistere alla funzione di oggi. Che dire? Un’esperienza da fare. Il coro gospel è stato superbo, il pastore aveva un carisma eccezionale…Se anche da noi la messa fosse così penso che le chiese sarebbero piene! Purtroppo con la mia comprensione limitata dell’inglese sono riuscita a godermi solo una piccola parte della funzione: l’unico rammarico è stato questo, se avessi capito un po’ di più senz’altro il giudizio su questa esperienza sarebbe stato di gran lunga migliore. Dopo la messa ci fermiamo a pranzo ad Harlem, dove optiamo per tipico cibo “soul” e poi torniamo verso il Theather District. Mi informo sui prezzi dei musical e ci vogliono oltre 90 $…Ho un po’ di dubbi in quanto penso di non poter godere a pieno dello spettacolo per il solito problema lingua (alla fine l’unica cosa che non faremo in questa settimana sarà proprio assistere ad un musical, un po’ di rimpianto mi è rimasto, ma vorrà dire che la prossima volta non ce lo lasceremo sfuggire!). Un giro per negozi e poi tappa da Macy’s, ma al quarto dei nove piani mi fermo sfinita daqlla stanchezza. È veramente immenso, impossibile vedere tutto…Magari ci rifermeremo prima di ripartire per qualche acquisto. Torniamo in albergo e accendiamo il computer: rimaniamo senza parole. Facebook, che per me è stato fonte di tanti sorrisi, mi dà una notizia che mi sconvolge e mi lascia senza parole. Ci ha lasciati un amico, tradito dalla montagna che tanto amava, e mi sembra giusto ricordarlo in questo racconto perché il viaggio a New York mi resterà nel cuore per sempre per tutte le cose belle che ho vissuto, ma inevitabilmente lo collegherò anche alla scomparsa di Lorenzo. Sia io che Paolo rimaniamo annichiliti e non è semplice proseguire come se niente fosse. Ma la vita va avanti e anche se il pensiero corre sempre a quello che è successo decidiamo di uscire. Andiamo a cena nella zona di Greenwich Village, zona finora non ancora visitata e che a colpo d’occhio mi colpisce positivamente. Il locale scelto è il Corner Bistro, dove si dice servano i miglior hamburger di New York. Ed effettivamente è così, Paolo si concede anche il bis! Posti veramente da consigliare (35 $ in due). Dopo cena, stanchi e colpiti da quello che è successo, andiamo direttamente in albergo.

5 gennaio 2009 Altra fantastica giornata newyorkese. Stamani decidiamo di andare al World Trade Center. Penso che in queste occasione le parole servano a poco e soprattutto non riescano ad esprimere i sentimenti e i pensieri che riempiono la testa e il cuore. Fa impressione vedere Ground Zero “sventrata” e immaginare ce proprio lì fino a poco più di sette anni fa (mamma mia, sembra ieri ed invece sono già passati più di sette anni) c’erano le due torri più alte del mondo. Chissà come sarà fra qualche anno la zona…Adesso è un cantiere aperto e presto nasceranno dei nuovi edifici, ma penso che tutti quelli che come me hanno visto in televisione accartocciarsi le torri non potranno dimenticare com’era. Non potremo mai dimenticare e soprattutto non dovremo. Proseguiamo con un giro al World Financial Center dove ci sono anche gli uffici della Deloitte e poi un po’ di shopping a Century 21 dove ci sono veramente delle occasioni. Paolo compra le Timberland (misura da bambino) a 50 dollari! Proseguiamo poi il nostro giro nella Lower Manhattan andando nella zona di Wall Street…Quanto mi sarebbe piaciuto entrare per vedere le contrattazioni! Ma da quanto ho letto rilasciano solo un numero molto limitato di biglietti. Il quartiere ha il suo fascino e poi non dimentichiamoci che le sorti dell’economia mondiale vengono decise nel palazzo del NYSE! Foto di rito alla statua del Toro, simbolo della borsa di New York e poi passeggiamo lungo l’Hudson, da dove si ammira la Statua della Libertà. Decidiamo di non fare la visita alla Statua e ad Ellis Island e fino alla fine siamo indecisi se prendere o meno il traghetto gratuito per Staten Island dal quale si può ammirare lo skyline di NY. Alla fine decidiamo di saltare anche questo e andiamo verso il Lower East Side, al famoso Pier 17, da dove si ha una bella veduta del Ponte di Brooklyn. A questo punto siamo pronti per l’attraversamento del ponte più famoso del mondo…È pomeriggio, la luce sta andando giù e ci incamminiamo sul ponte di Brooklyn che ogni anno ammiriamo in televisione in occasione della partenza della più famosa maratona del mondo, quella di New York! Io ero rimasta affascinata dall’ESB, ma oggi posso dire che lo skyline della città visto dal ponte è ancor più bello! Non so quante foto ho fatto, ogni metro mi fermavo per riprendere la città da un’angolatura diversa. Fantastico, superbo, magnifico…Ed ancora una volta il pensiero ritorna all’11 settembre…Non oso immaginare come potesse essere il panorama al tempo in cui all’orizzonte si vedeva il profilo delle Twin Towers! Il nostro attraversamento del ponte è andata e ritorno: arriviamo a Brooklyn, facciamo dietrofront e torniamo a Manhattan. Ormai è pomeriggio inoltrato, torniamo in albergo per una doccia ed un riposino e poi usciamo per cena, ma stasera non riusciamo e sistemarci e ci limitiamo ad un trancio di pizza. Per fortuna ci rifacciamo con il dessert…La “Magnolia Bakery” dietro il Rockfeller Center è un angolo di paradiso! Per me cupcake al cioccolato e per Paolo un banana pudding…Meraviglioso! Da consigliare assolutamente a chiunque andrà a New York! Altro giretto e anche per oggi la nostra giornata è conclusa. E anche per oggi tante immagini che lasceranno una tracia indelebile nella nostra memoria. Chi dice che NY non ti può lasciare indifferente ha pienamente ragione.

6 gennaio 2009 Stamani Central Park! È veramente piacevole passeggiare per le vie del parco che è veramente ben tenuto. La pista di pattinaggio, il centro per giocare a scacchi e poi la possibilità di svolgere numerose altre attività! Per i newyorkesi deve essere veramente una grande opportunità! Per noi turisti è piacevole anche solo vedere le mamme che fanno jogging spingendo i passeggini. A fianco di Central Park ci sono poi il Metropolitan Museum e il Guggheneim Museum…Quest’ultimo vale una visita quanto meno per la bellissima costruzione! Più tardi ci spostiamo verso la Fifth Avenue e cominciamo il giro da Fao Schwartz, Tiffany, Abercrombie…Fao è stupendo, fa venire voglia di tornare bambini: io mi tolgo anche la soddisfazione di “suonare” con i piedi il gigantesco pianoforte! Tiffany è a dir poco eccezionale e dire che abbiamo anche saltato il piano dei gioielli superlusso! E anche Abercrombie è fatastico: ci sono delle magliette favolose…Peccato sia l’unico negozio di NY in cui non ci sono i saldi! Un po’ di shopping da Macy’s per qualche regalino e via in albergo per un riposino. Per cena avevamo intenzione di andare ad un ristorante cubano in zona Times Square di cui avevamo letto ottimi giudizi, ma lo troviamo chiuso e quindi, visto che è già tardi e nella zona ci sono per lo più locali turistici, optiamo per MacDonald’s. Per fortuna ci rifacciamo con il solito dessert a Magnolia BAkery…Anche per stasera una dose di banana pudding non ce la toglie nessuno! Solito giretto nella zona del Rockfeller Center, sosta all’Apple Store per scaricare la posta e poi prendiamo l’autobus per tornare in albergo. Anche per oggi giornata del tutto positiva.

7 gennaio 2009 Ci alziamo e piove quindi oggi la visita della città si rivela un po’ più difficoltosa. Iniziamo con l’East Village che però visto il tempo non riusciamo ad apprezzare a pieno. Dato che siamo decisamente bagnati decidiamo di optare per un posto al chiuso e la scelta è di nuovo Century 21 per fare un po’ di acquisti. Effettivamente oggi ci diamo da fare e compriamo un bel po’ di cose sia per noi che per regalare. Quando usciamo è smesso di piovere quindi ci spostiamo a Greenwich Village…Che quartiere carino! Se mai un giorno abiterò a NY ho deciso che cercherò casa in questa zona che ha un fascino tutto particolare…Un po’ bohemienne, un po’ hippy, un po’ beat generation. E poi oggi sono troppo felice perché andiamo al Doma Caffè e per chi come adora Fabio Volo questo posto ha un significato del tutto particolare, il locale è davvero carino, anche meglio di come me lo aspettavo…Piccolino, pieno di libri, ma la cosa che mi ha colpito di più sono le persone che frequentano questo posto. Tutti intenti a lavorare al computer o a leggere un libro mentre sorseggiano un caffè. È proprio una mentalità diversa dalla nostra. In America in ogni locale c’è la connessione wireless, quindi la gente va al bar per lavorare, per studiare…È una cosa che mi ha colpito veramente tanto! Dopo questa sosta assai piacevole girelliamo ancora un po’ ma visto che la pioggia non ci dà tregua torniamo in albergo. Rimasti piacevolmente colpiti dai quartieri visitati oggi decidiamo di andare a cena al McSorley, un locale nell’East Village. Scelta azzeccatissima! Che serata piacevole abbiamo trascorso! Il locale è una birreria e se ti portano una birra ti portano due boccali…Insomma, la dose per una persona sono due pinte! Considerato che noi ne abbiamo prese tre, in totale abbiamo bevuto sei birre! La cosa carina è che si sta al tavolo con altre persone: noi eravamo con altri quattro ragazzi a NY per studio o per lavoro ed è stato piacevole scambiare qualche frase con loro! Era un tavolo molto multiculturale…Oltre a noi due c’erano un ragazzo e una ragazza spagnoli, un tedesco e un indiano! Oltre a bere abbiamo mangiato due hamburger con patate e un roastbeef sandwich, il tutto per 34 $. Dopo aver cenato andiamo a Times Square dove compriamo qualche altro regalino all’ M&M’s store e a Bubba Gump. Si è fatto tardi e torniamo in albergo. Domani dovremo fare le valigie, sistemare il tutto e soprattutto domani sarà il nostro ultimo giorno a New York! Questa settimana è veramente volata…Vabbè, godiamoci l’ultimo giorno, ci sarà tempo per tirare le somme! 8 gennaio 2009 Questa settimana alla scoperta della Grande Mela è volata! È già arrivato il giorno della partenza! Comunque abbiamo il volo alle 21 quindi riusciamo a godere a pieno anche di questa giornata. Decidiamo di prendere il Spouth Ferry per Staten Island per imprimere ancora meglio nella memoria lo skyline di New York. Il traghetto parte ogni mezz’ora ed è gratuito: impiega circa 25 minuti per collegare Manhattan a Staten Island, cosicché noi arriviamo a Staten Island e ritorniamo subito indietro. L’escursione è carina, consente di vedere la Statua della Libertà, in quanto il traghetto ci passa abbastanza vicino e soprattutto consente una bella veduta di Downtown. Essendo l’ultimo giorno ci dedichiamo agli ultimi regalini da Century 21 e soprattutto ad un regalino per la sottoscritta da Tiffany! Che soddisfazione passeggiare per la Fifth Avenue con la bustina celeste famosa in tutto il mondo! Un regalino me lo meritavo proprio! E per finire gli ultimi dollari rimasti io e Paolo ci regaliamo due magliette da Abercrombie…Tutte le volte che la indosserò sarà il pretesto per ricordare questa favolosa vacanza! Un ultimo banana pudding da Magnolia Bakery e poi in albergo a prendere le valigie. Raggiungiamo l’aeroporto JFK con la metropolitana (linea A) fino ad Howard Beach (ci vuole quasi un’ora) e poi da lì prendiamo l’Airtrain (5 $) che collega ai vari terminal. Check in e pronti per il decollo…Nel frattempo nel cuore e nella testa scorrono le parole di una delle più belle canzoni dei REM…È proprio vero…LEAVING NEW YORK NEVER EASY… Partiamo con un bel po’ di ritardo ed a Parigi, dove facciamo scalo, dobbiamo fare una corsa pazzesca per non perdere la coincidenza! Il viaggio di ritorno mi regalerà un’immagine bellissima: in aereo con noi c’è una coppia che torna dal Mali dove è stata per prendere in adozione una splendida bambina dalla pelle color cioccolato…Davvero questa vacanza non si poteva concludere in modo migliore…Col sorriso di una bimba alla quale la vita ha offerto la possibilità di un futuro migliore! Arriviamo a Firenze nel primo pomeriggio del 9 gennaio, felici, contenti ma senza valigie! Quelle arriveranno soltanto una settimana dopo (per la cronaca, il viaggio di ritorno è stato fatto con Air France), ma questa è un’altra storia! CONCLUSIONI Che dire ancora? Mi sembra di essere stata abbastanza esplicita…New York è una città che merita di essere visitata e che sicuramente non lascia indifferenti! Può piacere o no (io me ne sono letteralmente innamorata!) ma non può non colpire, perché è tutto immensamente grande e così diverso dal nostro stereotipo di città. Chissà se e quando ci tornerò…Spero presto, ma in ogni caso anche questa volta il viaggio non mi ha tradito, ma mi ha regalato quello che cerco ogni volta che preparo la valigia alla scoperta di un nuovo posto…Mi ha arricchito, mi ha fatto scoprire realtà diverse da quella in cui vivo ogni giorno, mi ha dato la possibilità di confrontarmi con culture, stili di vita, abitudini, usi e costumi diversi dai miei e questo è “il regalo più grande” che un viaggio possa fare. Grazie New York.

P.S. Se qualcuno ha bisogno di informazioni mi contatti…È un piacere per me parlare di New York!



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