I caldi deserti americani

Questo viaggio è nato per caso durante il motosalone di milano 2001, dove Mau ha preso un bellissimo depliant di una società che organizzava viaggi sugli itinerari dell'West. Noi siamo allergici ad ogni gita organizzata e abbiamo fatto da noi. Colgo l'occasione di dirvi che, come guida sui motoviaggi, consiglio caldamente ogni tipo di viaggio in...
Scritto da: maurizio Berretti
i caldi deserti americani
Partenza il: 29/08/2002
Ritorno il: 06/09/2002
Viaggiatori: in coppia
Questo viaggio è nato per caso durante il motosalone di milano 2001, dove Mau ha preso un bellissimo depliant di una società che organizzava viaggi sugli itinerari dell’West. Noi siamo allergici ad ogni gita organizzata e abbiamo fatto da noi.

Colgo l’occasione di dirvi che, come guida sui motoviaggi, consiglio caldamente ogni tipo di viaggio in moto, si socializza di più, le strade sono più semplici e si parcheggia ovunque. C’è in genere meno bagaglio da gestire…E non è poco. 29 Agosto.

Siamo partiti la mattina molto presto, le valige pronte da due giorni, il giacchetto di jeans nuovo di Mau, la Jeep chiusa in garage, e la Twingo da lasciare dieci giorni in aeroporto. Insomma un po’ di pensieri oltre alle quasi 14 ore di volo che ci aspettavano: Gastone l’abbiamo portato in pensione ieri sera, per lui siamo tranquilli, in campagna si diverte sempre anche se noi siamo in ferie.

L’appuntamento era alle cinque di mattina in aeroporto a Firenze, il volo puntualissimo, atterriamo a Parigi CDG e abbiamo solo mezz’ora per la coincidenza, e a me si è gia rotta una valigia. Ci siamo preparati così: abbiamo acquistato il volo con poco anticipo, partenza 29 Agosto 2002 e rientro 6 Settembre 2002, il 7 si sposava mia sorella (è stato fra le altre cose un gran bel matrimonio). Attraverso il sito internet della Harley abbiamo noleggiato una moto, in pratica dall’Italia abbiamo scelto una moto che neanche conoscevamo La Road King: il servizio è ottimo i prezzi sono buonissimi rispetto alle moto che avevamo trovato tramite agenzia, sei anche coperto da una bella assicurazione, deposito gratuito bagagli in eccesso e un servizio di recupero anche in caso di foratura, unico neo, l’assicurazione non copre nella Death Valley e non si può andare in Messico.

A questo punto cosa portiamo visto che il cibo è da escludere, il giaccone da moto pure, ci voleva qualcosa di casual: allora partiamo con una valigia rigida con dentro biancheria, cambi e borraccia abiti assolutamente indovinati, jeans, giacchetto di jeans, magliette, bandana (fondamentale per guidare le Harley da veri americani) scarpe da ginnastica, costumi da mare.

Nella borse a mano portiamo l’indispensabile, io gia immagino il terribile smarrimento delle valige visto il tempo ridottissimo della coincidenza a Parigi: il casco, i guanti e tutto cioè che serve per sopravvivere in assoluta emergenza (leggi biancheria e saponi).

Come ho anticipato, a Parigi la mia borsa con dentro il mio casco si è rovinata e si è aperto un angolo, pazienza dice Mau, in realtà è in quel preciso momento che perdo il mio sacchettino con dentro 8 rotolini kodak APS da 40 foto.

Il volo AirFrance boeing 777 è assolutamente fantastico, ognuno ha la sua televisione, videogiochi, film il cibo è più che decente, siamo vicino al finestrino e sorvoliamo la rotta polare, passando sopra l’Islanda quanti ricordi, solo un anno fa eravamo tra quei deserti di ghiaccio e quest’anno voliamo verso i deserti californiani. Mau è molto contento anche se non riesce a seguire nient’altro che la rotta compiuta dall’aereo visto che non parla una parola di niente.

Atterriamo a LAX, una roba immensa: ovviamente perdiamo le prime due ore all’immigration e magicamente arrivano i bagagli, la nostra valigia è la prima ad arrivare…Qui si inizia bene, telefoniamo a casa tutto bene e il fuso orario non si sente tanto siamo eccitati.

Vogliamo raggiungere Santa Monica, hotel prenotato tramite agenzia per la prima notte, il poliziotto ci fa salire su uno shuttle (in americano lett. “sciadol”) e al capolinea degli autobus ci fanno salire sui “Blue One”, cioè tutti gli autobus blu vanno a santa monica. Tutti salgono e pagano il biglietto infilando i soldini in un contenitore accanto all’autista, io gli chiedo di scambiarmi i 20$ ma lui mi fa sedere, il pulman stà viaggiando e non si può stare in piedi. I viaggiatori impietositi si fanno avanti, mi spicciano i soldi, una signora mi va a fare i due biglietti, un signore mi chiede qual è il nostro albergo, lui lo conosce e ci accompagnerà: fantastico.

L’albergo fa schifo e al camera puzza di sigarette, ci cambiamo, la guida i binocoli e i documenti nello zaino e via esplorando santa monica piena di spiagge, baywatch, gabbiani che rubano le patatine ai bambini, gente che mangia ogni schifezza, fisicamente non abbiamo la forza di noleggiare la bici ma sarebbe stato molto divertente raggiungere venice beach ecc. Passiamo il pomeriggio nella “3’street promenade”. Poi a nanna domani ci aspetta la harley.

30Agosto Autobus blu fino al LAX, bus city centre, un autista legge l’indirizzo che dobbiamo raggiungere, il pulman che porta a La Cienega Boulevard fa un giro troppo lungo quindi ci fa salire sulla sua linea e ci scende abusivamente ad un incrocio con la Cienega arriviamo al negozio Harley in tre minuti a piedi. La moto è fantastica Road King, blu, edizione 2003 anniversario, portapacchi antifurti, pieno di gasolio olio, documenti, mi fa firmare dei fogli posso guidare anche io questa mega moto.

Partiamo dopo aver chiesto conferma, la n° 10 ci porterà all’incrocio con la n°15 e poi fino a las vegas. Al distributore compriamo una cartina, molto poco dettagliata ma molto sufficiente visto che da Internet mi ero scaricata le cartine dei parchi nazionali e con la routard avevamo molte indicazioni che si sono rivelate eccezionali. Ci ferimiamo alle 12.00 in punto chiamiamo casa e ovviamente il primo pranzo lo facciamo al McDonald coscette di pollo fritte e McFlurry con le Smarties. Giriamo per la statale 395 e incontriamo i primi truck.

La nostra destinazione è Death Valley, anche senza assicurazione, attraversiamo il Mojave Desert, veramente molto caldo, dopo un’ oretta di viaggio ci troviamo con le labbra finite e la pelle degli avambracci che spuntavano da sotto i giacchetti completamente spellati. Ci fermiamo per ricomprare i rotolini Fermata a Throna in un pub, con delle persone fantastiche che dopo averci servito prendono la cartina della Death e ci spiegano tutto il percorso. Alle 17 iniziamo l’avvicinamento, siamo entrati da Throna, ed è fantastico una parte è sterrata ma fantastica, il caldo aumenta troviamo i punti di distribuzione acqua per il radiatore perché evapora anche quella, facciamo molte foto, la valle è molto bella. Notte a Stovepipe, 5 piedi s.L.M. 117°f alle 10pm dentro il parco, 54$ per la notte più cena al ristorante, andiamo a vedere il tramonto a piedi nelle “Sand Dunes” la notte bagno in piscina e poi a nanna dopo un bel po’ di MH.

31 Agosto Sveglia all’alba e partenza alle 6.15am cioè l’esatta ora dell’alba, la strada è bellissima, la luce cambia ogni minuto facciamo molte foto, la temperatura per la prima mezz’ora e molto fredda. Fermata allo “Zabrisky point” per vedere quello che rimane di un lago nato 10.000 anni fa.

Prendiamo la190 verso Las Vegas, il deserto è bello e il Nevada arriva subito con isuoi casino che effettivamente sono ovunque. Las Vegas è immensa e noi facciamo tappa in un centro commerciale e facciamo colazione con un panino che si compra a cm. Sul banco ci sono tutti gli ingredienti e te lo riempiono a piacere: finalmente qualcosa di sano.

La traversata del Nevada è tragica fa un caldo incredibile, siamo ancora spellati, passano pulman-camper che rimorchiano auto e mega mega pik-up, Arriviamo in Utah e ci dirigiamo allo Zion park, pranzo a Glendal un bel paesino americano, oggi c’è una festa e le strade sono tutte addobbate.

Troviamo posto in un bellissimo b&b in una tipica casettina con vialetto , garage, tetto rosso, la camera è tutta decorata, Donna, la proprietaria ci dà un sacco d informazioni sullo Zion, i percorsi più belli, e le cose da vedere. Zion è un parco eccezionale, da girare a piedi immersi nella natura e tra gli animali: è il parco degli indiani e dei mormoni e oggi è il parco del tempo e del silenzio. Camminiamo fino alle alle 21,30. Cena nella Steak consigliata da Donna torniamo a letto distrutti.

01 Settembre Sveglia, doccia e pertnza per la seconda tappa allo Zion, dopo la galleria c’è un bellissimo percorso sulla sx: il sentiero a strapiombo sulla valle porta in un punto di osservazione centrale in mezzo al parco, facciamo le foto con i fiori bianchi che crescono solo qui.

Partiamo per il Bryce canyon attraversando la prima riserva Navajo, colazione con hot-dog e nesquik, la strada è finalmente fresca, troviamo boschi con i cactus, bufali e ranch, cominciamo a trovare molti motociclisti e molti campeggi tutti senza casco, qui non è obbligatorio.

Arriviamo al Red Canyon fantastica strada circondata da guglie rosso fuoco, con una bellissima pista ciclabile da percorrere anche a piedi, c’erano molte famiglie a fare i pic-nic.

Il Bryce è uno spettacolo fantastico e per la prima volta decidiamo di viaggiare senza casco, cosa fastidiosissima per noi che siamo abituati a sentirci sicuri… Ci appare un anfiteatro pieno di guglie, in teoria ci si potrebbe andare a piedi, ma noi siamo provati dalla faticata dello Zion, quindi facciamo solo le vedute dall’alto: molto bello. Al ritorno ci fermiamo per pranzo (3pm) in una steak la signora riporta due piatti gustosissimi qui va molto il tacchino e noi abbiamo imparato il trucco gli chiediamo “portaci qualcosa di speciale” tanto dal menù non si capirebbe niente, lei contenta ci regala anche un piattone di patatine.

Partiamo in direzione di Page sul Lake Powell e dopo due ore di strada ci appare un fantastico lago, blu intenso circondato da rocce dal bianco al rosso, pieno di motoscafi e barche, cena messicana e poi a letto senza bagno in piscina il motel era medio.

2 Settembre.

Sveglia all’alba direzione Monument Valley, quella dei film, proviamo a chiedere informazioni alla benzinaia che, probabilmente glielo chiedono tutti, ci fornisce una splendida cartina che ci porterà a destinazione.

La colazione la facciamo in una specie di autogrill con banane che costano pochissimo e hot dog. Il paesaggio è comunque bellissimo, pianure e colonne di roccia rossa, canyon e fiumi, mucche e soprattutto molti indiani che purtroppo non fanno una buonissima impressione.

La M.V.È gestita dagli indiani e si vede la differenza con gli altri parchi, proviamo a chiedere informazioni e gli indiani non sono affatto cordiali e non perdono occasione di far commenti nella loro lingua e di ridere sicuramente del mio inglese, ma vorrei sentire il loro italiano.

Abbiamo rivissuto in grande west la polvere rossa ci ha costretto a lavare la moto molto divertente percorrere la strada sterrata e ne è valsa sicuramente la pena. Visitiamo anche il museo del cinema, con la casa dei primi americani che hanno civilizzato quei luoghi, foto, il vecchio negozio con ancora dentro le scatolette e i registri dell’inizio secolo. Pranzo a Kayental a basse del solito panino a piacere e andiamo ad attraversare la riserva fino al Gran Canyon.Per fortuna non fa molto caldo i market indiani sono molto economici e le bibite sono buone ormai campiamo di coca e l’acqua è difficile da trovare.

Ci fermiamo in un market che offriva cose molto divertenti e compriamo regali per tutti. Troviamo un motel molto conveniente appena passato il bivio per la 64 tra parentesi si è rivelato un bellissimo accesso al Gran Canyon. Ci fermiamo presto ed andiamo in piscina a scrivere le cartoline e a riposarci.

Cena Navajo in un ristorantino lì vicino con porzioni bestiali sempre col solito trucchetto, ce li ha portati la cameriera di sua iniziativa… 3 Settembre.

Ci svegliamo alle 7am e via di corsa sulla 64 per il gran canyon, attraverso il Painted Desert e ci si presenta una bellissima strada che costeggia il Little Colorado River. Arriviamo al Desert View, e ci fermiamo per una bella colazione, cioccolata calda e dolce al cioccolato. La vista è fantastica anche se la mattina c’è un po’ di foschia: il canyon è largo decine di MH e le montagne hanno almeno trenta colori diversi, visitiamo anche la torre indiana. I punti di osservazione sono tanti, passano le nuvole, cambia il sole in pratica ogni angolo il paesaggio si rinnova, ci fermiamo anche con il ranger per l’avvistamento dei rapaci, incontriamo scoiattoli e un coyote, ci son anche tanti corvi. Il bosco è piuttosto particolare Alberi bassi e cactus.

Arrivati al visitor centre facciamo altre foto ma ci sono veramente molti turisti ieri era il labour day e noi non siamo più abituati alla confusione. Telefonata a casa e via verso Williams e la Route 66.

Pranziamo in una steak house ma proprio niente di speciale anzi io ingannata dal nome messicano ordino le tackos, schifosissime patatine e non mangio niente.

Siamo di nuovo nel deserto e si sente facciamo un paio di soste per bere in questi vecchissimi bar, ormai è necessario alternarsi alla guida i miglia sono proprio tanti.

A Seligman l’atmosfera diventa divertente, compriamo anche un regalino per Gasty, ci sono auto d’epoca, distributori d’epoca, insomma sembra davvero di essere tornati indietro nei “50’s”. Arrivati a Kingman troviamo posto in uno dei migliori motel “motel6” e la cena la facciamo in un bellissimo!!! Pizza-Hut, finalmente qualcosa di decente e la pizza è fantastica. Ci stupiano, cioè io mi stupisco: dopo pochi giorni questo slang si capisce alla grande, considerate che io l’inglese lo so proprio pochino.

4 Settembre.

La mattina alle 7 partiamo per Boulder City in pratica il confine est di Las Vegas, dove c’è una immensa diga che rifornisce di elettricità la città. Lo spettacolo è un po’ brutto con tutti quei tralicci e fa ancora veramente caldo. Las Vegas è molto facile da girare perché la Intestate l’attraversa tutta e ci sono tutte le uscite segnalate bene con i nomi delle strade noi vogliamo visitare la Strip ed usciamo all’uscita “ Las Vegas Boulevard-the Strip”. Fantastica, la prima cosa che notiamo sono le Chappel, sposarsi e davvero facile, i mega palazzi ed è veramente piena di Motel. Noi abbiamo scelto di visitarla di mercoledì perché le guide parlavano dell’aumento dei prezzi nei fine settimana ed è vero perché noi paghiamo 39$ per una mega camera King Size al 21° piano del Circus Circus.

Passiamo la giornata lungo la Strip, a gustarci gli spettacoli, la gente, i pazzi che si rovinano alle macchinette, i mitici alberghi: non è una città ma un luna park, vale la pena di passarci un giorno ma non di più. E’ tutto veramente molto costoso, anche una bibita non scende sotto i 3$. Le foto sono tante e impressiona visitare Venezia, piuttosto impressionante e grande. E’ divertente trovare al Cesar Palace, Gucci, Ferragamo e Versace vicino, mi fanno sentire a casa mi sembra di essere a Firenze.

La cena molto romantica la facciamo in un bellissimo ristorante italiano, appena in tempo perché qui alle 9pm chiudono tutto, le lasagne facevano schifo e tutto era molto speziato.

5 Settembre.

La mattina partiamo alle 5am, Los Angeles è lontana, la strada è noiosa e troviamo la prima pioggia che in realtà non ci si bagna neppure il clima è così secco e asciutto. Mangiamo ancora al Pizza Hut, caro ma buona la pizzina! Riconsegnamo la moto perfetta, col pieno e lavata, anzi alla Eaglerider ci ringraziano per le perfette condizioni della fantastica moto.

Ci chiamano il taxi e all’aeroporto inizia la lunga attesa per il volo.

Siamo ancora increduli, la vacanza merita ed è costata parecchio per il volo AirFrance 732 € a testa, ma perfetto con ottimo servizio, ma soprattutto per il noleggio moto 940€ per sei giorni ma se si pensa a tutte le assicurazioni vale la pena.

I motel sono buoni e i prezzi oscillano tra i 40$ e 50$ i pasti sono complicati la roba fa piuttosto schifo, sarebbe il caso di organizzarsi in qualche modo. Pagate il Pass per i parchi con 50$ si entra in tutti parchi in due persone, altrimenti si pagherebbe 10$ a testa ad entrata, i campeggi sono veramente discreti, ed è vero che i KOA (c’è il sito internet) sono carini e ovunque.

Noi abbiamo scaricato tutto da Internet ci sono miriadi di siti internet noi li abbiamo trovati tutti su Google. Ultima nota: Noi il fuso orario non l’abbiamo proprio sentito.

Quindi da oggi posso aiutarvi come guida sul mototurismo anche per l’America dell’West.



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