OAHU, L’ISOLA DEI FIORI, Hawaii

Sono gli ibisco, l'ilima e le orchidee, che profumano ed invadono l’aria inconfondibile dell’isola. Li si trovano ovunque: a ridosso delle spiagge bianchissime che lambiscono un mare dai colori mozzafiato, nelle verdi vallate sotto gli alberi del koa, sui fianchi ripidissimi delle montagne dall’aspetto preistorico. Persino negli spazi verdi...
Scritto da: gregori72
oahu, l’isola dei fiori, hawaii
Partenza il: 29/06/2007
Ritorno il: 06/07/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Sono gli ibisco, l’ilima e le orchidee, che profumano ed invadono l’aria inconfondibile dell’isola. Li si trovano ovunque: a ridosso delle spiagge bianchissime che lambiscono un mare dai colori mozzafiato, nelle verdi vallate sotto gli alberi del koa, sui fianchi ripidissimi delle montagne dall’aspetto preistorico. Persino negli spazi verdi all’ombra dei grattacieli di Honolulu. Una flora unica ed eccezionale favorita da un clima delizioso tutto l’anno, senza una vera e propria stagione delle piogge, che si limita a cadere sulle montagne lasciando che il sole illumini costantemente le spiagge. Oahu, la più famosa e popolata tra le otto isole che compongono le Hawaii, è la vetta di una montagna sommersa originata dall’attività vulcanica sotto la placca del Pacifico. La più vicina massa continentale si trova ad oltre 4000 km di distanza per cui, nonostante giuridicamente appartengano agli Stati Uniti, geograficamente fanno parte del continente Oceanico. I primi abitanti raggiunsero le Hawaii dalla Polinesia introducendo la lingua, la cultura e la religione e creando un patrimonio culturale che ancor oggi viene gelosamente custodito dalle popolazioni indigene. Solo le città di Honolulu e Waikiki e le moderne highways ci ricordano l’America: il resto dell’isola è un combinazione tra paesaggi tropicali dall’apparenza caraibica, atolli polinesiani con montagne selvagge, paesaggi vulcanici primordiali. Qui siamo dove Spielberg ha riprodotto il giurassico e lasciava correre i suoi dino negli ampi spazi incontaminati, ma anche dove Magnum sfrecciava con la rossa sulle autostrade a quattro corsie. Ma dove sta quindi la realtà di Honolulu? E’ proprio questo l’aspetto più intrigante dell’isola, ognuno può ritagliarsi il suo spazio preferito e passare tra questi due differenti mondi in solo mezz’ora d’auto.

Waikiki, metropoli tropicale Waikiki non accetta mezzi termini: o la si ama, o la si odia. Oppure, semplicemente, la si accetta per quello che è, cercando di sfruttarne al meglio gli aspetti positivi. Primo tra tutti la sua unicità, che unisce una posizione geografica da sogno ad uno sfruttamento edilizio sconcertante.

Immaginate di girovagare tra gli alti grattacieli di Manhattam e ad un certo punto di trovarvi su una spiaggia tropicale anziché a Central Park. Alzare lo sguardo e scorgere all’orizzonte la sagoma di un cratere, il Diamond Head, che ricorda la natura dell’isola e le sue origini. Passeggiare sul lungomare, lasciarsi alle spalle il traffico e respirare l’inimitabile brezza delle Hawaii e del suo infinito oceano, ammirando uno dei tramonti più romantici che questo mondo possa regalare. Mischiarsi tra i surfisti più temerari, cercare di comprendere il loro singolare modo di vivere, quasi una moda, per poi gettarsi nell’incessante confusione dei 3 km di pazzia collettiva, travolti da un irresistibile folclore tra candide e antiche danze polinesiane, ballerini di hula e di ukulele ed irrefrenabili ritmi moderni.

Ma Oahu non è di certo solo Waikiki: è un’isola che non finisce di stupire per la bellezza dei suoi paesaggi, delle aspre catene montuose che si innalzano improvvisamente alle spalle di baie mozzafiato, con picchi verdissimi e imponenti che svettano su profondi canyon. Vallate lussureggianti lambite da spiagge dalla bellezza incontrastabile e da barriere coralline sommerse che sprofondano nel blu intenso dell’oceano. Mare e spiagge, i tesori dell’isola L’immagine paradisiaca delle Hawaii più volte sognata e fantasticata si materializza improvvisamente ad Hanauma Bay, un antico cratere sommerso dove nel corso dei millenni si è formata una barriera corallina multicolore, habitat naturale di ogni genere di pesci. Protetta con l’istituzione di un parco marino, vi si accede dopo aver pagato l’ingresso e visionato un film che istruisce su come preservare l’ambiente. Questa è la baia più famosa, meta di tutti i tour, pertanto inevitabilmente affollata. Fatta eccezione per Hanauma Bay e Waikiki, tutte le altre numerose spiagge di Oahu sono pressoché deserte, lunghi litorali per ogni gusto e fantasia. Waimanalo, una delle baie più belle del mondo, è un’infinita spiaggia bianca che si estende per 6 km ai piedi delle montagne, circondata da splendide ville tra cui domina la reggia della serie televisiva Magnum P.I. Nonostante le oltre 30.000 stanze, Waikiki è il posto meno indicato dove soggiornare. Troppa confusione, lusso sfrenato e luoghi americanizzati che oscurano il fascino paradisiaco e l’anima dolce dell’isola. Molto meglio spingersi nella Windward Coast, a Kailua ad esempio; qui non ci sono grattacieli, ma solo basse costruzioni allineate sulle ordinate strade circondate da palme che conducono alla spiaggia di sabbia bianca lunga 3 km, definita come una delle più belle d’America. A Kailua non si trovano alberghi, solo piccoli B&B, ville e cottage da affittare per trascorrere una settimana all’insegna del relax. Separata da un promontorio, Lanikai è un piccolo paradiso. Sabbia bianchissima impalpabile che pare borotalco, circondata da palme, acqua turchese sempre calma, banchi di corallo dove cimentarsi con lo snorkelling e una splendida vista sulle vicine isole Mokulua raggiungibili in kayak. Vi potrebbe capitare di assistere ad una toccante cerimonia funebre direttamente sul mare, momento in cui l’anima si fonde con l’isola per l’eternità; musiche hawaiane accompagnano le piroghe addobbate di composizioni floreali nell’ultimo viaggio verso l’amato oceano, dove verranno sparse le ceneri.

Molte delle spiagge di Oahu dispongono di Beach Park: sono parchi attrezzati con tavoli pic-nic e barbecue sotto le palme, bagni, docce e comodi parcheggi. Il litorale nord dell’isola, denominato North Shore, è caratterizzato in estate da acque calme e trasparenti mentre in inverno diventa palcoscenico mondiale del surf, con onde che raggiungono i 15 metri ed i campioni che si ritrovano in attesa dell’onda perfetta. Sono la Sunset Beach e la Banzai Pipeline, che in dicembre ospitano le Triple Crown of Surfing, uno dei più affascinanti appuntamenti del campionato surfistico, di fronte ad un pubblico estasiato dall’abilità di questi temerari atleti. La più bella in assoluto è Waimea Beach, che in estate diventa un’immensa piscina naturale dove si può tranquillamente nuotare con le enormi tartarughe marine che si spingono fino a pochi metri dalla riva. E se avete la nostra fortuna, sarete circondati da una cinquantina di delfini che saltuariamente raggiungono la spiaggia e giocano compiendo acrobazie al vostro fianco, per una delle giornate balneari più indimenticabili di tutta la vita. La costa sud-est è prevalentemente rocciosa e vulcanica, intervallata da piccole insenature sabbiose come Makapu`u e Sandy Beach, con onde pericolose che sono la sfida quotidiana dei surfisti durante la stagione estiva. Alle spalle si innalza il Koko Crater, antico vulcano ormai spento dalla forma inconfondibile.

Dalle spiagge alle Koolau Mountains fino ad Honolulu Se il mare affascina, le Koolau Mountains entusiasmano, aspre ma nel contempo dolcissime tanto che l’isola sembra una montagna posata sull’oceano. Una selvaggia barriera naturale dai fianchi verde intenso ricoperti da fitte foreste, con cime imponenti che accarezzano il cielo e pareti scoscese ondulate e levigate dai millenari eventi geologici catastrofici. Attraversando una riserva forestale si raggiunge il Pali Lookout, balcone panoramico da cui si può apprezzare l’aspetto vulcanico del paesaggio, in quanto sembra di essere al centro di un enorme cratere. Alle pendici si estende il meraviglioso e lussureggiante Ho’omaluhia Botanical Garden, dove il tempo sembra essersi fermato all’era giurassica. Con una breve passeggiata si raggiunge un idilliaco laghetto circondato da palme e da fiori. Sempre ai piedi delle maestose cime si può visitare la Valle dei Templi, un’oasi di pace che ospita un cimitero giapponese dove spicca il caratteristico Byodo-In, una replica di un antico tempio buddista nel cui interno alloggia il più grande Buddha di legno intagliato. Una strada spettacolare, il Round Top Drive, si inerpica sul fianco meridionale del Mt. Tantalus, offrendo una vista indimenticabile su tutta la costa.

Per ripercorrere il recente e triste passato è necessario visitare la base navale di Pearl Harbor, dove il 7 dicembre 1941 la corazzata Arizona fu la prima delle 21 navi ad essere colpita dai bombardieri giapponesi, affondando con i 1177 marinai dell’equipaggio. In quel punto preciso è stato eretto il monumento galleggiate USS Arizona Memorial. La vicina città di Honolulu è il centro amministrativo dell’arcipelago, una vera metropoli multi culturale viste le numerose razze che coesistono. Simbolo della città è lo Iolani Palace, antica residenza reale. Chinatown è la parte più pittoresca, con mercati in cui sembra di passeggiare per Shanghai, tra bancarelle alimentari dai profumi invitanti, negozi d’antiquariato e templi taoisti.

Entusiasmante e faticosa è la salita al Diamond Head, cratere compatto dalla sagoma affascinante. Gli hawaiani lo chiamavano Leahi ed in cima ad esso avevano costruito un luakini heiau, tempio dove venivano compiuti sacrifici umani. Una volta raggiunto il bordo del cratere, si può godere della splendida vista sulla sottostante Waikiki ed ammirare l’infinita bellezza dell’isola di Oahu.

APPROFONDIMENTI

Un’isola sempre in festa Innumerevoli sono le celebrazioni e ricorrenze che si tengono nell’arco dell’anno ad Oahu, a testimonianza dello spirito libero ed entusiasta e della diversità culturale dei suoi abitanti.

Gennaio e Febbraio sono i mesi in cui Chinatown festeggia il capodanno cinese, con danze tradizionali, processioni e fuochi d’artificio. Febbraio è anche mese di festa per la comunità giapponese, che celebra la fioritura dei ciliegi con il Cherry Blossom Festival.

In Aprile, il Merrie Monarch Festival è la più importante gara di hula delle Hawaii mentre in Maggio, il Lei Day è una competizione delle tipiche ghirlande di fiori.

Tra maggio e giugno la coinvolgente State Fair è una fiera con giostre e giochi, mentre gli americani attendono impazienti il 4 luglio, l’Independence Day, quando si svolge una solenne parata per le strade di Kailua in cui partecipano senatori e Miss Pacifico, seguita da fuochi artificiali da sogno nella baia di fronte ad Honolulu. L’Aloha Week di settembre riscopre le antiche e tradizionali usanze del passato, con danze hawaiane e caratteristiche regate in canoa. Le poderose onde invernali danno il via a dicembre alla prestigiosa Triple Crown of Surfing, tre gare mozzafiato di surf nel nord dell’isola e nello stesso mese la Honolulu Marathon ha poco da invidiare a quella più famosa di New York.

L’abbondanza di feste fa si che il visitatore potrà, in qualsiasi periodo dell’anno, immergersi nel clima festoso e folcloristico, invitato a partecipare direttamente dalla popolazione stessa, rendendo l’esperienza hawaiana assolutamente indimenticabile.

============================================= Il simbolo dell’isola è l’ilima, uno splendido fiore dorato appartenente alla famiglia degli ibisco che si trova ovunque. E’ così delicato da durare un solo giorno e talmente piccolo che ne occorrono 500 per formare una Lei, la classica collana ornamentale dei reali.

“Il mito delle Hawaii” Non è una guida turistica, ma un percorso storico volto a ripercorrere lo sviluppo delle tradizioni e della religione che si sono tramandate fino ad oggi, tra racconti e leggende. “Il mito delle Hawaii” di Susanna Moore, originaria dell’arcipelago, parte dallo sbarco del capitano Cook, prima salutato come il leggendario Lono, dio della fertilità e della pace, fino alla sua incomprensibile uccisione. Ripercorre il cammino dal Kapu, sacre regole ferree ed inviolabili legate all’adorazione delle divinità fino alla rivoluzione spirituale voluta dalla regina Kamamalu, che proibì templi ed idoli a favore dell’evangelizzazione cristiana, un passaggio che per molti significò la perdita delle propria cultura. Debutta così l’autrice: “Sono cresciuta tra gente che credeva incondizionatamente negli spiriti. Il semplice fatto di attraversare la foresta di Tantalus, dove abitavo da bambina, equivaleva a entrare nel regno dei divieti, delle benedizioni e degli ossequi. Ancora oggi chiedo la protezione di Mo‘o, il grande dio lucertola, prima di fare il bagno in un laghetto di montagna”. La Moore descrive la sua esistenza nell’isola, un luogo magico e stregato in cui vivere un’infanzia da sogno.

Una lettura che permetterà di osservare con occhi diversi le meraviglie naturali che le Hawaii offrono.

Diario di viaggio Venerdì 29 giugno, Las Vegas, Hawaii Oahu Andiamo in aeroporto per il lungo volo che ci porterà alle Hawaii, esattamente ad Honolulu nell’isola di Oahu. Il volo della Ata (€ 370 a/r) è in ritardo di due ore, e già la cosa mi fa incazzare (arriverò a mezzanotte ad Honolulu e devo pure ritirare l’auto, la paura è che l’ufficio chiuda), in più mi dicono che le nostre due valigie superano il peso consentito e devo pagare il supplemento di $50. Nulla importa se cerco di far capire che siamo in 3 passeggeri con due sole valigie, mi dicono che se voglio posso acquistare un’altra valigia e non pagare il supplemento (ma come? con due valigie occupo meno spazio e per qualche libbra in più devo pagare). Non resta che rassegnarsi a questa folle regola che ormai vige in tutti gli States, pagare ed attendere il volo. Dopo 6 ore esatte atterriamo in Paradiso, l’incazzatura è sbollita e l’ufficio Avis è ancora aperto. Ritirata l’auto impostiamo il gps per portarci a Kailua, dove raggiungiamo la nostra casetta che abbiamo preso in affitto per 7 giorni (€ 650, Auntie Barbara’s) e come da accordi troviamo la porta aperta, la luce accesa e un cartello con scritto “Aloha Alberto” (da noi sarebbe possibile??). E’ ormai l’una di notte, e visto il fuso orario in California sarebbero già le 4 del mattino! Il cottage va oltre le nostre aspettative, che già erano alte: mega soggiorno con 5 divani, camera da letto enorme in stile hawaiano, cameretta per il pupo, cucina americana superaccessoriata con lavatrice e asciugatrice, dvd, stereo, due tv, due condizionatori, patio privatissimo con tavolo per cenare all’aperto e girato l’angolo, curatissimo giardino con piscina riscaldata, patio coperto con salottino, lettini, ombrelloni, barbecue a gas. Questa zona sarebbe da dividere esclusivamente con i riservatissimi proprietari che non si vedono mai: praticamente tutto questo ben di Dio è solo NOSTRO!!!!! In più a disposizione sdraio e ombrelloni da spiaggia, surf, giochi, ecc., a soli 5 minuti a piedi dalla Kailua Beach, una splendida spiaggia bianca lunga 3 km considerata tra le più belle del mondo. Sogno o realtà? Sabato 30 giugno, Hawaii – Lanikai Realtà! Perché il sole delle Hawaii e il fuso ci risvegliano già alle 6 del mattino, e la casa, praticamente con enormi vetrate e tende trasparenti, lascia filtrare i raggi del sole. Come indicato troviamo il frigo pieno di roba, dalle enormi confezioni di latte e succhi, alle uova, toast, ecc. Per preparare la colazione. Incontriamo i proprietari che ci spiegano un paio di cose, chiudiamo la porta a chiave (giusto per abitudine perché tutte le case a Kailua sono fatte con enormi vetrate che si possono aprire tranquillamente dall’esterno, evidentemente qui la delinquenza non si sa cosa sia…) Partiamo subito alla scoperta delle splendide spiagge dell’isola e andiamo alla vicina Lanikai, praticamente divisa da un piccolo promontorio dalla “nostra” Kailua. La spiaggia è fantastica, pochissima gente nonostante sia sabato, acqua dai colori caraibici, sabbia bianchissima e impalpabile, altissime palme che creano un paesaggio da sogno. Dopo una giornata sotto ad un sole super, torniamo a casa dopo aver fatto un po’ di spesa e ci rilassiamo nella nostra privatissima piscina con l’acqua piacevolmente calda…Quindi barbecue con mega costate che qui costano pochissimo…E a nanna presto visto che qui ci si sveglia alle 6! Domenica 1 luglio, Hawaii – Waimanalo Andiamo alla scoperta di un’altra spiaggia, Waimanalo, lunghissima, deserta, acqua dai colori surreali. Praticamente siamo noi 3 e il baywatch alle nostre spalle…Qui il mare è più mosso rispetto a Lanikai, i cartelli indicano il pericolo del famigerato Portuguese Man-or-war, fortunatamente non ne troveremo nessuno in tutta la vacanza. L’unico contrattempo che possiamo costatare sono dei piccolissimi jellyfish quasi invisibili che vengono di solito trasportati quando tira vento forte. Se si viene a contatto con il filamento si sente un leggero dolore per un paio di minuti, tipo punturina di insetto, nulla di drammatico. Lo sperimenta Letizia, comodamente seduta sul surf sul bagnasciuga, mentre io e Davide, perennemente in acqua, restiamo sempre “illesi”. Belli cotti dal sole, dopo un bel picnic nel beach park facciamo un giro nel sud dell’isola, passando dal belvedere di Makapuu Point, dalla Sandy Beach dove vediamo i surfisti che sfidano le pericolose onde, passiamo dal Kahala Hotel per vedere i delfini che popolano la laguna (nulla in confronto a ciò che vedremo tra un paio di giorni) e rientriamo dal Pali Lookout con un’incredibile Highway che passa sotto le Koolau Mountains, particolarissima catena montuosa con cime imponenti dalle pareti verticali e lussureggianti.

Lunedì 2 luglio, Hawaii – Hanauma Bay Oggi è prevista una giornata alla spiaggia più famosa dell’isola: Hanauma Bay. Partiamo presto consapevoli che essendo molto famosa è meta di tutti coloro che soggiornano nell’isola. Arriviamo prima delle nove e…Amara sorpresa, il parcheggio è già pieno e le auto provenienti da Waikiki vengono deviate altrove. Fortunatamente, giungendo dalla parte opposta, riusciamo ad entrare nel parcheggio, dove notiamo la FILA per pagare l’ingresso. Si perché questo è un parco marino protetto e per accedere si pagano $5. La fiumana di gente mi sta già facendo passare la voglia, abituati tra l’altro alle spiagge deserte di questi giorni, ma la vista dall’alto della spiaggia mi fa correre subito in fila: davvero incredibile, una delle baie più belle e strane mai viste: un antico cratere sottomarino è ricoperto da un mare dai colori magnifici, da cui affiora una barriera corallina brulicante di pesci. La fila non dura molto, circa 10 minuti, il problema è che poi bisogna attendere l’orario indicato per vedere un film che spiega il comportamento e i pericoli della barriera. Finalmente raggiungiamo la spiaggia, fantastica ma già piuttosto piena. Il corallo non è eccezionale, ma la fauna ittica è davvero sorprendente, si vedono tantissime specie di pesci colorati. Parlando con i baywatch, mi dicono che per vedere il corallo migliore bisognerebbe superare la barriera, il problema è che al largo, tra onde e passaggi stretti, risulta un po’ pericoloso, bisognerebbe conoscere bene i passaggi per rientrare. Comunque, a parte la troppa gente, una spiaggia assolutamente fantastica ed inimitabile. Martedì 3 luglio, , Hawaii – North Shore Un’isola così bella merita assolutamente una visita completa, per cui oggi costeggeremo tutta la costa est fino al North-Shore. Prima tappa alla Valley of the Temples, dove spicca il tempio Byodo in stile giapponese e situato alle pendici delle montagne. Proseguiamo fino al Kuaola Ranch, situato in una vallata che è stata il set naturale del film Jurassick Par, quindi arriviamo nel North-Shore con le sue enormi spiagge. Qui in inverno le onde raggiungono i 15 metri, mentre in estate il mare è assolutamente piatto. Dopo aver visto la Sunset Beach, paradiso dei surfisti, raggiungiamo Waimea Beach Park: che spiaggia incredibile, un’infinita mezzaluna sabbiosa bagnata da acque trasparenti, un’immensa piscina naturale. Dopo pochi minuti vediamo saltare non distante dalla spiaggia i delfini, prima un paio poi sempre di più. Indossate pinne e maschera li raggiungo dopo qualche minuto e mi trovo a nuotare in mezzo ad una cinquantina di delfini. Sono ovunque, di fianco, sotto, giocano facendo acrobazie e salti, un’esperienza indimenticabile. (vedi video) Mercoledì 4 luglio, , Hawaii – Kailua Oggi è festa nazionale e per gli americani che abitano alle Hawaii è un gran giorno. A Kailua, proprio nella strada dietro alla nostra casa, si svolge la tradizionale Kailua Parade, una parata in vero stile americano con bande musicali, ballerini, militari, governatore e senatori che sfilano per le strade. Al termine passiamo finalmente una giornata nella spiaggia di Kailua che nonostante sia vicinissima non abbiamo ancora visto. E’ davvero immensa, anche se il mare è leggermente mosso perdendo un po’ di trasparenza. Nel tardo pomeriggio decidiamo di affrontare la scalata al Diamond Head, il cratere ormai spento dell’isola. Camminata piuttosto faticosa, ma il panorama su Honolulu e Waikiki dalla cima è unico. La sera, sulla spiaggia di Kailua, assistiamo ad uno spettacolo pirotecnico comodamente seduti sulle nostre sdraio.

Giovedì 5 luglio, Hawaii – Waimea Waimea ci ha talmente impressionato che abbiamo deciso di tornarci, nonostante ci si impieghi quasi un’ora d’auto. Non ce ne pentiamo: oggi i delfini non ci sono, in compenso vediamo gigantesche tartarughe marine a pochi metri dalla riva, e, indossati nuovamente pinna e maschera, eccoci a nuotare al fianco di queste enormi creature. Incredibile! Venerdì 6 luglio, Hawaii – Waikiki Ultimo giorno alle Hawaii, va terminando una settimana splendida in uno dei più bei luoghi mai visti. Lasciamo a malincuore la nostra dimora e, visto che il volo è in tarda serata, ne approfittiamo per visitare gli ultimi luoghi. Prima una bella passeggiata nei lussureggianti Ho’omaluhia Botanical Garden, in posizione incantevole ai piedi delle imponenti montagne. Quindi raggiungiamo la caotica Waikiki, meta della maggior parte dei turisti che visitano l’isola, e ringrazio ancora il giorno in cui ho optato per una villetta a Kailua anziché un anonimo hotel-palazzone a Waikiki. La spiaggia è comunque decisamente caratteristica, eleganti viali pieni di centri commerciali e una lunga spiaggia a cui fa sfondo la sagoma inconfondibile del Diamond Head. La confusione però è notevole, molto meglio la parte ovest circondata dai bei parchi e palmeti e con una spiaggia non affollata. Per finire, breve visita al centro di Honolulu, metropoli moderna con alti grattacieli. E’ giunto il momento di salutare la splendida Oahu, riportare l’auto in aeroporto e affrontare nuovamente le 6 ore di volo per rientrare nel continente, precisamente nella torrida Phoenix, dove ci fermeremo un giorno per spezzare il viaggio, prima del rientro in Italia. Questa volta ci siamo attrezzati con i bagagli: pinne, maschere e scarpe le imbarchiamo in una borsa, quindi pesiamo le valigie spostando i pesi fino a raggiungere esattamente le libbre consentite…Che geni siamo, infatti stavolta nemmeno ci pesano i bagagli……

Racconto e foto sul mio sito: http://digilander.Libero.It/albertoviaggi



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