Los Angeles, Las Vegas, San Diego in auto

Avete mai viaggiato on the road nel deserto da Los Angeles a Las Vegas su una vettura rosso fuoco ascoltando musica country? Io sì! Anno 1999: leggo sul giornale una pubblicità della nostra compagnia aerea che con 600.000 lire si può effettuare un viaggio andata e ritorno a Los Angeles (adesso purtroppo l'Alitalia non fa più scalo in questa...
Scritto da: iursi
los angeles, las vegas, san diego in auto
Partenza il: 19/02/1999
Ritorno il: 26/02/1999
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Avete mai viaggiato on the road nel deserto da Los Angeles a Las Vegas su una vettura rosso fuoco ascoltando musica country? Io sì! Anno 1999: leggo sul giornale una pubblicità della nostra compagnia aerea che con 600.000 lire si può effettuare un viaggio andata e ritorno a Los Angeles (adesso purtroppo l’Alitalia non fa più scalo in questa città).

Mi faccio due conti e decido che partiremo, devo solo convincere mio marito alquanto allergico all’America perchè un suo conoscente ha subito una bruttissima aggressione vicino a Disneyworld. “Quando ci ricapiterà un’occasione così ghiotta?” Insisto ma mio marito è irremovibile.

Per fortuna nostro figlio di quattordici anni riesce a convincerlo a partire.

Per organizzare il nostro viaggio leggo ogni tipo di articoli sul tour che ci interessa intraprendere, naturalmente ci rivolgiamo ad un’agenzia per l’acquisto dei biglietti e per prenotare l’auto a nolo e gli alberghi.

La signorina gentilissima ci offre, nel pacchetto, anche una visita in pulmino agli Universal Studios di Los Angeles ed una visita al Grand Canyon da confermare sul posto.

Partenza venerdì 19-2-99 da Roma a Los Angeles Purtroppo siamo costretti ad un supplemento di viaggio da Roma a Malpensa perchè non ci sono voli diretti Roma-los Angeles comunque partiamo alle 10,30 (ora italiana) del 19-2 ed arriviamo alle 13,45 del 19-2 (ora di Los Angeles).

Prima tappa all’autonoleggio Alamo per ritirare una bellissima autovettura rosso fiammante.

In Europa, per noleggiare un’automobile, ci siamo sempre rivolti alla Hertz e all’Europcar senza nessun problema ma devo dire che in America l’Alamo di Los Angeles per come accoglie il cliente e gli semplifica le procedure di ritiro e riconsegna dell’autovettura a nolo è la number one. Il ragazzo addetto alla consegna spiega a mio marito, in un inglese poco scolastico, l’uso del cambio automatico e lui fa cenni di assenso con il capo per confermare di aver capito.

Una volta fuori dall’aereoporto siamo molto stanchi per il lungo viaggio perciò posteggiamo l’auto nel parcheggio dell’Hilton Airport, il nostro hotel, e, dopo aver mangiato pollo e patatine in un locale li vicino, ci ritiriamo nella nostra stanza sperando di dormire.

Domani dobbiamo essere freschi e riposati perchè il tragitto da percorrere in auto prima di arrivare a Las Vegas è di 435 Km circa di cui gran parte nel deserto (freeway 15).

Sabato 20-2-99 Las Vegas.

Partenza alle 7,30.

Dopo circa 4 ore di viaggio visto che è quasi mezzogiorno e poco prima di percorrere nel deserto la parte meno frequentata della freeway 15, ci fermiamo ad un benzinaio per il pieno ed in una specie di bar formato da macchinette automatiche dispensatrici di generi alimentari di vario tipo per acquistare panini con hamburger e lattine di coca cola. I panini prelevati ghiacciati dal distributore vengono poi riscaldati in una specie di tostapane.

Nonostante le apparenze, quei panini si sono rivelati gustosi! Prima di arrivare a Las Vegas ci fermiamo a Calico (Ghost Town Rd., 10 miles a Nord di Barstow – California),un’antica città ora fantasma (nata nel 1881 e morta nel 1907) nota per i giacimenti auriferi, dove il tempo si è fermato: c’è ancora la miniera (Mine de Maggie) con i carrelli dove veniva trasportato l’oro, il saloon, le case dei cercatori d’oro e la scuola inoltre per i turisti: il parcheggio, il ristorante, una boutique ed un campeggio . Degli attori in costume mimano una rissa con sparatoria e sceriffo proprio fuori dal Saloon ed i miei figli sono convinti di trovarsi nel vecchio western.

Ritorniamo nel deserto sulla freeway 15.

Sarà l’auto rosso fuoco, la musica country di sottofondo o il deserto immenso ed infinto ma mi sembra di essere la protagonista di un film “on the road”.

Dopo un paio d’ore Las Vegas sbuca dal deserto con i suoi colori sgargianti.

Non è difficile trovare l’hotel dove alloggeremo perchè il Flamingo Hilton è proprio sulla via principale del Las Vegas Blvd.

La particolarità del Flamingo è che, oltre alle slot machines ed ai tavoli per il gioco d’azzardo posti nella hall, nel parco annesso all’hotel vivono fenicotteri rosa e pinguini.

A Las Vegas le camere costano pochissimo perchè gli hotels sono interessati più a quanto un cliente spende per giocare nel loro casinò che non al prezzo dovuto per le stanze. (i letti sono King size molto più grandi di quelli ad una piazza e mezza).

In poco tempo scende il buio sulla strip, Las Vegas accende le sue luci e noi ci caliamo, accompagnati dal vento del deserto,in questo mondo surreale che scorre sulla sua via principale.

Domenica 21-2-99 Grand Canyon tour di 7 ore circa Di buon mattino (alle 6,30) partiamo con l’auto a noleggio fino all’aereoporto di Las Vegas, viaggeremo con la Scenic Airlines sul Grand Canyon.

Dopo aver sistemato la vettura nel parcheggio dell’aereoporto ci mettiamo in fila per acquistare i biglietti.

Al momento non notiamo nulla di strano, gli aerei nella pista di rollaggio sono gli stessi che usano le compagnie più note però, a raccontarla sembra quasi una barzelletta, appena usciti dalla biglietteria con i tickets in mano ci accorgiamo che gli aerei che avevamo visto prima non ci sono più, hanno lasciato il posto ad un paio di aerei giocattolo della capienza si o no di dodici persone.

Speriamo fino all’ultimo che quelli della Scenic Airlines non siano ancora atterrati invece ci chiama una hostess e con il sorriso stampato sulle labbra ci invita a salire su uno di quei trabiccoli.

L’hostess bionda ha continuato a sorridere per tutto il viaggio di andata ed anche in quello di ritorno aumentando in me l’angoscia e l’insicurezza.

Comunque, nonostante i mezzi, secondo il mio modesto parere, non proprio affidabili, sorvolare il Gran Canyon è stato favoloso ed è un’esperienza che consiglio almeno una volta nella vita. Io l’ho già provata e non la farò mai più! Nel tardo pomeriggio ritorniamo a Las Vegas così decidiamo di vedere sul boulevard i seguenti hotel e le loro principali attrazioni: – Hotel luxor, piccola crociera sul nilo e mostre sull’egitto; – Hotel Exalibur, mondo medioevale; – Hotel Caesar, antica Roma; – Hotel Mirage, tigri bianche e delfini – Hotel Venice,ancora in costruzione, una piccola Venezia con il ponte di rialto ed il Canal Grande senza acqua; mentre dopo cena ci recheremo nell’Hotel Treasure Island dove ogni ora, a partire dalle 16 fino alle 22, c’è una rappresentazione in costume nella quale i pirati assaltano una nave.

Purtroppo, appena arrivati al Treasure ci accorgiamo che non c’è nessuno infatti un cartello comunica che per questa sera sono sospese le rappresentazioni a causa del forte vento del deserto.

Mano nella mano tenendo ben stretti a noi i nostri ragazzi ritorniamo delusi in albergo, l’indomani torneremo a Los Angeles e ci aspettano di nuovo 435 km nel deserto.

Lunedì 22-2-99 ritorno a Los Angeles.

Il viaggio è stato tranquillo, per arrivare al nostro albergo l’Holliday Inn Holliwood sorto proprio sotto la collina omonima ho aperto il “Portrait Los Angeles – guidemap” una cartina veramente utile e simpatica nella quale sopra alla famosa scacchiera delle vie di Los Angeles ci sono le immagini dei monumenti e dei palazzi della città.

Senza alcuna difficoltà siamo riusciti a trovare la zona del nostro albergo guardando in alto per vedere i grattacieli e confrontandoli poi con le immagini della cartina.

Pranziamo in un fast food vicino all’albergo ed il pomeriggio passeggiamo sul Sunset boulevard e sull’Hollywood Blvd, vediamo anche il Teatro cinese dove ci sono le orme di molte celebrità: Marilyn Monroe,John Wayne, Liz Taylor e Sylvester Stallone etc.

Sono vie molto conosciute e ben frequentate nelle parti più centrali purtroppo se ci si allontana di qualche metro il paesaggio cambia completamente. Si entra in una terra di nessuno: ci sono negozi chiusi, vetrine polverose, marciapiedi sporchi e le persone che si incontrano sono molto trasandate, sembra quasi di essere alla stazione termini la sera. La differenza sostanziale tra una zona ed un’altra l’ho riscontrata anche a New YorK e penso sia una delle grandi particolarità dell’America: ricchezza e povertà convivono gomito a gomito e non ti danno il tempo di abituarti all’una o all’altra.

Martedì 23-2-99 da Los Angeles a San Diego 230 Km circa.

I nostri ragazzi si sono svegliati di buon mattino perchè non vedono l’ora di arrivare al Sea World di San Diego, il più grande parco acquatico che io abbia mai visto.

Il biglietto è un po’ caro (i ragazzi sotto i 12 anni pagano ridotto) comunque sono soldi ben spesi.

Le attrazioni sono numerose: uccelli, pesci marini, delfini, orsi polari, pinguini, foche, otarie etc. Inoltre ci sono numerosi show con gli animali ospitati all’interno del parco, basta controllare gli orari di ogni spettacolo per riuscire a vederne la gran parte.

La giornata all’interno del Sea World trascorre veloce, è già tempo di tornare a Los Angeles.

Mercoledì 24-2-99 Visita Universal Studios.

Il pulmino che ci porterà agli Universal Studio, che poi scopriremo guidato da una donna messicana sposata con un napoletano ed incinta al nono mese di gravidanza, è in ritardo, la signora mi chiama al telefono in hotel dicendomi che il mezzo ha avuto un guasto meccanico e che cercherà di sostituirlo.

Controlliamo il percorso per gli Studios, non è molto distante e noi abbiamo l’auto a nolo perciò potremmo andare da soli, decidiamo di aspettare ancora una decina di minuti poi si vedrà.

Finalmente arriva il pulmino. Se prima eravamo preoccupati solo per un ritardo dovuto ad un guasto del mezzo ora che abbiamo visto la signora che ci accompagnerà nella visita ci auguriamo che con quel caldo non abbia un mancamento o addirittura suo figlio non decida di nascere proprio oggi.

Il servizio fornito dalla ditta Portofino Services, lo capiamo una volta arrivati, si ferma davanti agli Universal Studios quando la puerpera ci consegna 4 biglietti per entrare e ci raccomanda di muoverci con calma all’interno degli Studios perchè lei verrà a prenderci solo verso le 18,00 per riaccompagnarci in albergo.

Entriamo un po’ sollevati e ci rendiamo conto di trovarci in una specie di Disneyland, l’unica differenza è che ci sono alcune ricostruzioni di set cinematografici come la casa del film Psico dove c’era la vecchia madre del protagonista sulla sedia a dondolo oppure il laghetto dove venivano occultate le vetture.

Possiamo vedere anche trucchi di scena, per esempio in un capannone assistiamo prima ad un terremoto con caduta di grossi massi e poi king Kong, sbucato dal nulla, scuote il vagoncino del treno dove ci troviamo oppure, sempre all’interno del vagoncino assistiamo, senza poterci muovere ne scappare, ad un’innondazione. Proprio quando la piena sta per travolgerci, come per magia, si apre in terra una specie di grande chiusino che inghiotte l’acqua e noi siamo salvi o ancora, sempre all’interno di un capannone, in piedi su un ballatoio a circa quattro metri da terra, assistiamo alla propagazione di un incendio e veniamo avvolti dalle fiamme, il caldo è quasi insopportabile ma non c’è alcun rischio per la nostra incolumità.

Potrei elencare altre attrazione dell’Universal Studios ma penso che sia inutile perchè penso vengano sostituite in continuazione ogni volta che nascono nuovi film.

Giovedì 25-2-99 partenza da Los Angeles ed arrivo venerdì 26-2-99.

Prima di lasciare l’auto a noleggio vogliamo percorrere in macchina Rodeo Drive a Beverly Hills. Ci sarebbe piaciuto visitare Santa Monica, Venice e Marina del Rey, visto che partiremo nel pomeriggio, purtroppo proprio oggi c’è sciopero in aereoporto e ci hanno consigliato di anticipare il ceck-in se vogliamo partire perchè si prevedono lunghe file prima di imbarcarci.

partiamo per l’Italia convinti che prima o poi mio marito ed io torneremo in America e sarà per percorrere la Route 66, ora che abbiamo imparato cosa vuol dire viaggiare nel deserto on the road ci sentiamo pronti per questa nuova avventura.



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