Sri Lanka zaino in spalla 4

Un viaggio lungo la lacrima dell'India con due bambini (di 4 e 5 anni) al seguito
Scritto da: Oti
sri lanka zaino in spalla 4
Partenza il: 05/01/2017
Ritorno il: 26/01/2017
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Eccoci! Il 5 gennaio 2017 siamo a Malpensa in attesa della partenza del volo Oman Air delle 21:30 con destinazione Colombo e scalo a Muscate in Oman. Siamo passati a salutare gli amici Franco e Maria di Gallarate che hanno regalato ai bambini le calze della Befana e ci hanno offerto i “Cammelli della Befana”, dopodiché abbiamo lasciato la macchina a Casorate dall’amico Maurizio, ormai soprannominato “San Maurizio”.

Atterriamo a Colombo alle 18. Avevo stampato i visti ma al controllo documenti non li hanno guardati, vedono automaticamente a video che li avete fatti. Dopo il ritiro dei bagagli andiamo a comprare 2 Sim del luogo, qualora “ci perdessimo tra noi” sarebbero utilissime al costo totale di 1700 rs, con possibilità di connessione internet, non perché ci serva ma perché il costo è uguale. Ci dirigiamo verso il bus all’uscita dell’aeroporto dove ci adesca un taxista che ci dice che questo bus non va nella parte della città dove dobbiamo andare noi… può darsi che non sia vero ma siamo stanchi ed accettiamo il passaggio in taxi 2500rs. All’interno dell’aeroporto ce ne avevano chiesti 3000rs. E’ andata meglio così. L’hotel dove abbiamo prenotato “Zac Residence” ha una invisibile insegna all’esterno e il taxista fatica a trovarlo e lo deve chiamare. Una volta arrivati il signor Zac ci dice che ci sposta in un altro hotel migliore perché ha dei russi ospiti che vomitano ininterrottamente da tre giorni e teme per la salute dei nostri figli, restiamo colpiti da questa spiegazione anche perché se se l’è inventata ha una fantasia spiccata. Così veniamo dirottati al “Coral Breeze” direttamente sul mare. Posto discreto che ha come lato positivo acqua e te gratis oltre ad un letto comodissimo! Lato negativo l’acqua è fredda…

Il giorno dopo alle 10 come da accordi viene a prenderci Zac che per sdebitarci ci porta gratuitamente in dieci minuti alla stazione ferroviaria. Paghiamo però, come prenotato su Booking, l’esorbitante cifra di 7650 rs, purtroppo non avevo trovato di meglio vicino alla stazione. Arrivati in stazione ci sono due entrate una per chi acquista biglietti di prima e seconda classe ed un’altra per la terza. Entriamo senza rendercene conto dalla parte della prima e seconda, le biglietterie sono 4 e suddivise in base alla destinazione, ci rivolgiamo a quella con destinazione “Anuradhapura” attendiamo un po’ ma non arriva nessuno allora mi dirigo verso un altro che mi spiega che è tutto pieno e devo andare ad acquistare il biglietto di terza classe nell’altra entrata però gentilmente va a prendermelo lui per 240rs a persona fa pagare un bambino in 2 (hanno 4 e 5 anni). Purtroppo non esiste un deposito bagagli, facciamo un rapido giro al piccolo mercato esterno poi entriamo ad aspettare. Si siedono accanto a noi due ragazzi brianzoli di Giussano con i quali cominciamo a chiacchierare anche loro vanno nella nostra stessa direzione. Il treno è puntualissimo e qualche minuto prima delle 11:50 è già lì, c’è tantissima gente abbiamo paura di non trovare posto invece ce la facciamo e siamo vicini ai nostri connazionali. Gli zaini “normali” stanno tranquillamente nella cappelliera invece uno dei nostri è enorme 60lt e lo teniamo tra le gambe.

ANURADHAPURA, 7 gennaio

Arriviamo ad Anuradhapura alle 15:50 con venti minuti di ritardo. Troviamo ad accoglierci un taxista disonesto che per 150rs si dirige verso l’hotel che gli dico solo che quando scopre che non abbiamo prenotato si ferma, parla con il proprietario il quale dice che sono al completo… questa cosa mi puzza… Chiede il nostro budget, si dirige verso un altro hotel dove anche lì sono al completo poi fa una telefonata e ci porta al “City Center Lodge” dove troviamo posto per 2500rs cioè 200rs in più del budget che gli avevamo detto… E’ stata bella la scena quando ho chiesto il costo al proprietario. Si è girato a chiedere al taxista, poi ho chiesto al proprietario se aveva voluto dei soldi. Prima mi ha detto di no, poi mi ha sorriso e mi ha detto che gli dispiace ma è così. La stanza è pulita con due grandi letti matrimoniali. Le pecche sono il cuscino scomodissimo e l’acqua fredda (il freddo non è quello dell’acqua fredda nostra ovviamente). Il titolare mi risponde che nessuno ha l’acqua calda… mi viene da ridere! Ottimo pregio dell’Hotel è che si trova quasi di fronte alla stazione dei bus privati.

Depositati gli zaini usciamo per un giro. Vogliamo andare a visitare l’albero sacro Sri Maha Bodhi. Con 150rs ci facciamo portare da un tuk tuk. Già lungo la strada c’è una folla immensa di pellegrini vestiti di bianco che sfilano con tanto di ballerini e musica. Ci spiega l’autista che è giorno di festa e se ho capito bene è la poya (plenilunio). Ci sentiamo osservati da questa moltitudine vestita di bianco dove spicchiamo solo noi, veniamo subito gentilmente invitati ad andarcene in quanto abbiamo i pantaloni corti… mi maledico per questo è una cosa che sapevo benissimo… e me ne sono scordata. A malincuore chiediamo un’altro tuk tuk per portarci al ristorante Walkers che è poi l’unico a buon mercato suggerito dalla Lonely Planet. Sappiamo, avendolo visto nel pomeriggio, che è vicino al nostro hotel. Senza spezie troviamo un riso bianco e uno giallo rispettivamente con all’interno pezzetti di verdure, praticamente sono fride rice. Sono buoni e ci mettiamo l’anima in pace perché non mangiando piccante né noi né i bambini eravamo preoccupati, aggiungendo un litro d’acqua paghiamo rs.750. All’uscita ci fidiamo delle indicazioni errate del cameriere e ci dirigiamo dalla parte opposta al nostro hotel. Quindi ho capito che c’è qualcosa che non va. Fermiamo un tuk tuk, che ci porta a destinazione per rs 100. L’autista ci propone di portarci in giro per tutto il sito l’indomani per 4 ore a 1500rs. Ci diamo appuntamento per le 10 ed andiamo a dormire.

Magicamente l’indomani l’autista non si presenta ed il proprietario dell’hotel ci “vende” questo pacchetto che resterà il mistero di tutta la vacanza… in poche parole inizialmente ci dice che per soli 4000rs ci porteranno in giro a vedere tutto senza dover pagare il ticket che è di ben 25 dollari a persona. Chiedo perché e mi dice che “si può” e, purtroppo, il mio inglese lascia a desiderare. Alla fine, dopo una discussione infinita, riusciamo a vedere tutto pattuendo rs 3500 compreso l’Abhayagiri Monastery senza pagare nulla di più. Nello specifico abbiamo visitato SRI MAHA BODHI, l’albero sacro nato da una talea portata 2000 anni fa dall’india dove Siddartha ebbe l’illuminazione e divenne Budda. Bella visita, particolare e si percepisce l’immensa devozione che hanno rispetto a noi. Attenzione, non aspettatevi una pianta immensa, sono una serie di piccole piante e la più antica è quella sul piedistallo più alto. A differenza di ciò che ho sempre letto non ci hanno fatto pagare l’entrata.

Per proseguire al BRAZEN PALACE potete o procedere o tranquillamente uscire a riprendere le scarpe e fare il giro sulla destra. Impressionanti le scimmiette che girano libere. Si procede dritti verso RUVANVELISAYA DAGOBA, bianca, grandissima e con dei bellissimi elefanti neri scolpiti che ne percorrono il perimetro. Visitiamo un sacco di luoghi, spero di ricordarli tutti: il maestoso ABHAYAGIRI DAGOBA un’imponente cupola di mattoni, la PIETRA DI LUNA, un piccolo bassorilievo, con animali molto bello. Le KUTTAM POKUNA le vasche gemelle, le rovine della CITTADELLA come il ROYAL PALACE e il DALADA MALIGAWA, che un tempo conteneva il dente di Budda. Il RANMASU UYANA dove l’entrata costa 200rs, è una roccia particolare dove i fedeli lanciano un monetina sperando di riuscirne a centrare una rientranza. Ha provato anche mio figlio, ma senza fortuna. Si può salire sulla cima di questa piccola grotta. Sotto, invece, si trova una colorata statua del budda sdraiato.

Abbiamo visitato il MIRISAWETIYA VIHARA, una dagoba bianca molto bella, e il VESSAGIRIYA, una roccia particolare dove anticamente sorgeva un monastero ma non ci sono resti. Ripensando ad Anuradhapura non trovo giustificato il costo di 25 dollari, quindi spero possiate essere fortunati come lo siamo stati noi. Due italiani incontrati successivamente ci hanno detto che si sono presi la briga di chiedere spiegazioni alla polizia di questa storia del biglietto “che serve e no” e gli hanno detto che con la compiacenza dei “casellanti” alcuni autisti di tuk tuk riescono ad entrare. Per quanto mi riguarda devo dire che non ho visto nessun casellante o luogo dove chiedessero biglietti nemmeno al Sri Maha Bodhi. Tornando indietro andrei a visitare Mihintale che altri turisti ci hanno descritto come molto bello.

Torniamo in albergo e la sera usciamo a cena di nuovo al Walkers questa volta ai bambini prendiamo semplice riso bianco al quale aggiungiamo il tonno che ci siamo portati da casa leggendo i suggerimenti delle altre mamme viaggiatrici e devo dire che è un grande suggerimento. Per noi adulti fride rice, annesso al ristorante c’è un negozietto/pasticceria dove compriamo dei buoni muffin per la colazione ed un omelette ripieno di cocco e miele, veramente buonissimo. Decido di rivolgermi al buon vecchio Booking e cercare una sistemazione a Dambulla qualora non ci accada ancora di dover dipendere da taxisti disonesti. Da qui in poi decidiamo di fare sempre così, consapevoli comunque di rinunciare a prezzi più vantaggiosi che potremmo spuntare presentandoci di persona.

L’indomani l’autista di tuk tuk amico del proprietario porta gratuitamente me, i bambini e gli zaini alla stazione anche se vicinissima, e mio marito ci raggiunge a piedi. Saliamo su un bel pulmino privato destinazione Dambulla, ci chiedono 360rs. Ribatto che il giorno prima mi è stato detto che costava solo 190, mi risponde “ah pensavo andaste a Kandy” anche qui ci hanno provato a fregarci. Se c’è una cosa che impariamo subito è di non fidarci ….alla fine paghiamo 760rs prezzo pieno anche i bambini. Viaggio comodo con aria condizionata che per me non è certo un pregio e ben presto mi metto la felpa. Non preoccupatevi per gli orari dei bus ne passano in continuazione, noi, non so se sia stata solo fortuna, ma non abbiamo mai aspettato più di dieci minuti un pullman.

DAMBULA, 9 gennaio

Arriviamo a Dambulla dopo circa 2 ore. Seguiamo quanto ci è stato indicato da un messaggio di Booking e chiamiamo i padroni del “Robert Inn”. Viene subito a prenderci gratuitamente la figlia. Abbiamo una bella stanza tutta colorata con due matrimoniali e veranda esterna con tavolino e per tre notti paghiamo solo 5550 rs. Lato negativo… qui facciamo il nostro primo incontro “serio” con le zanzare. Il proprietario si rivela subito un chiacchierone iperattivo che prova immediatamente a proporci le sue gite. Altro aspetto da metabolizzare… Continuano a farti proposte costosissime spacciandotele come fondamentali. Ci riposiamo un po’ e il proprietario ci offre un te caldo. Fa effetto essendo già calda la giornata, ma fa molto piacere. Poi, essendo il Robert Inn un po’ defilato, chiediamo un passaggio alla figlia con destinazione le grotte di Dambulla (andata e ritorno 500rs). Ci dice che il prezzo è quello che ci faranno tutti e… bla bla bla… accettiamo. Ripensandoci, adesso ci conveniva prendere un tuk tuk per l’andata ed uno per il ritorno tanto più che là dobbiamo aspettare quasi mezz’ora per il rientro. Raggiungiamo l’entrata delle famose grotte, troviamo subito il pacchianissimo museo del Budda d’oro (una creazione giapponese). Proseguiamo e lungo le scale iniziali ci sono tantissime scimmiette. Mio marito ha la brillante idea di estrarre dallo zaino un sacchettino di banane ed una scimmia salta per rubarglielo, quindi gliene lancia una per liberarsene e viene raggiunto da altre 6 o 7. Non semplicemente, finalmente riesce a liberarsene, tra la paura dei bambini. L’ingresso è stranamente gratuito, bisogna solo lasciare 25rs all’omino che controlla le scarpe, cosa che ovviamente non ha senso. Le 5 grotte sono veramente molto belle, meritano assolutamente, completamente dipinte e scolpite. La sera ci chiedono se vogliamo fermarci a cena e ci portano un fride rice con pollo (quest’ultimo invisibile) per “soli” 1600. Poi la figlia sta andando al mercato a fare la spesa per dei clienti che le hanno chiesto la colazione per l’indomani e chiede se siamo interessati anche noi. Il costo è 2300 rs. La guardo allibita dicendole che costa più della cena e mi dice che però è abbondante, frutta e uova strapazzate… Non so se ridere o se piangere, le dico di no. Allora mi propone la colazione semplice ad 800rs. Non chiedo nemmeno da cosa sia composta e rifiuto. Intanto scopriamo che il proprietario ha appena dato fuoco ad un mucchietto di immondizie poco distante da noi, purtroppo questo è l’unico triste modo che hanno di fare “sparire” le immondizie. Poi padre e figlia tornano all’attacco proponendoci le loro gite. I prezzi variano in continuazione, partono con 12000 rs per portarci nella stessa giornata sia a Sigiriya che a Polonnaruwa, insistendo che è stancante per i bambini andare in pullman. Mi viene il nervoso solo a pensarci quante bugie. Io ribatto dicendo che mi sembra stancante farli nello stesso giorno e mi dicono di no… Mio marito, memore di quanto successo ad Anuradhapura, chiede se riescono a farci entrare gratis. Dicono che si può a Polonnaruwa quindi prendo la Lonely e chiedo se si vede tutto e mi dicono che non si potrà vedere il Gal Vihara e il Lankatilaka ovvero le due cose più belle. Se avessimo accettato senza informarci avremmo preso una gran fregatura.

POLONNARUWA, 10 gennaio

L’indomani ci alziamo con calma e ci dirigiamo verso la fermata dell’autobus che dista soli 10 minuti a piedi. Dalla parte opposta della carreggiata rispetto a dove siamo arrivati da Anuradhapura partono i bus per Polonnaruwa e Sigiriya. Saliamo subito in direzione Polonnaruwa per 200rs. Il viaggio dura un’ora e mezza. Ci fermiamo ad un rusticissimo autogrill dove mio marito compra un panino che sembra vuoto invece contiene l’immancabile salsina piccante, una volta arrivati fate attenzione che la biglietteria sarà esattamente al lato opposto rispetto a dove vi lascerà il bus. Un po’ nascosta dai negozietti sale una piccola stradina. Ci sono diverse bici da noleggiare, ma preferiamo affittare un tuk tuk. Faccio presente che il tutto è all’interno di un unico parco dove è semplice girare. Non è sparso per la città come i siti di Anuradhapura o Ayutthaya in Thailandia. L’autista ci porta a fare la visita del complesso per 1500rs. Molto bello, merita! Il pezzo forte è il GAL VIHARA, le tre maestose statue di budda scolpite nella roccia: in piedi, seduto e sdraiato. Fermatevi ad osservare i dettagli di quello sdraiato lungo 14m, come il cuscino e la piega del vestito. All’uscita la guida si ferma ad un casello, sto per estrarre i biglietti che sono composti da tre parti che vengono staccate in sequenza. Lui mi ferma subito ed estrae un biglietto privo delle tre parti che ha in tasca e lo fa timbrare. Lì capisco la proposta che ci aveva fatto il nostro padrone di casa. Alla fine mi chiede di dargli i miei biglietti chiedo se li vuole rivendere fa un sorriso e mi dice di sì, alche’ racconto la proposta che ci è stata fatta dal nostro padrone di casa e me ne da conferma. Viva la furbizia di questo popolo! Nival è gentile sta con noi alla fermata del bus ad aspettare e ci indica su quale salire. Una volta saliti, mio marito erroneamente paga l’addetto ai biglietti senza chiedere il totale, quest’ultimo prende i soldi e risponde che il resto glielo dà dopo. Dopo un po’ mi avvicino e nuovamente risponde di aspettare, tutto ciò nonostante abbia un sacco di soldi di piccolo taglio in mano. Finalmente arriva e paghiamo 200rs. Alle 15:30 siamo già a Dambulla, riposiamo, giochiamo e la sera usciamo a cena. Abbiamo adocchiato un locale “moderno” dal nome Mango Mango, ci accomodiamo ma cambiamo subito posto perché l’aria condizionata ci uccide. Aspettiamo un’eternità e finalmente arrivano spaghetti ed hamburger piccantissimi nonostante avessi pregato “no spicy”, più pizza margherita e bocconcini di pollo fritti con patatine il tutto per 3.060. Esagerato! Lì conosciamo una coppia di Udine, molto carini. Ci scambiamo opinioni e la signora che conosce bene questo popolo mi conferma ciò che abbiamo già capito. Qui vedono il turista come un limone da spremere e la donna è qualche gradino sotto l’uomo.

SIGIRIYA: 11 gennaio

Il giorno seguente prendiamo il bus per Sigiriya. Attenzione non scendete nel paese dove c’è l’aiuola con scritto Sigiriya e la riproduzione di una zampa di leone. La fermata è più avanti di 10 buoni minuti. Vi conviene chiedere sul bus. Arrivati a destinazione ci dirigiamo alla biglietteria paghiamo 9000 rs e proseguiamo. Appena partiti torniamo indietro per un bisogno impellente di mio figlio, cosa da mettere in conto con i piccoli e poi finalmente proseguiamo. La salita è fattibile, non preoccupatevi, i famosi 1.202 gradini sembrano chissà cosa ma non c’è da preoccuparsi. Ho visto anche tanti giovani occidentali in infradito da spiaggia… cosa che comunque eviterei. Altra cosa che voglio dire è che noi siamo saliti nelle ore più sconsigliate. Eravamo sulla cima alle 12:30 ma non siamo certo morti dal calore. Merita assolutamente. Bellissimi i dipinti non fotografabili. Al ritorno i tuk tuk ci fanno una corte spietata, ma in 10 minuti arriva il nostro bus. Stranamente va pianissimo, quasi a passo d’uomo. Chiedo perché ai passeggeri che ridono e mi dicono che è una “decisione dell’autista”. Non capiamo, ma tutto ci è chiaro quando stiamo fermi qualche minuto fuori da una scuola, stava solo aspettando il suono della campanella per fare salire i bambini! Ed ecco che tanti bambini con i loro occhioni neri nelle loro belle divise blu e bianche diventano i nostri compagni di viaggio.

Alle 15 siamo già in albergo. Robert, il padrone di casa, ci chiede se per 1000rs vogliamo andare a vedere, assieme ad una coppia di ospiti di Ravenna, gli elefanti che attraversano la strada. Accettiamo e ci porta a vedere gratuitamente un giardino delle spezie un po’ “spoglio” con annesso negozietto dagli intrugli dai poteri magici. Proseguiamo e a un certo punto dalla strada principale molto trafficata svolta in una discarica. Restiamo un po’ allibiti, intravediamo delle mucche ma improvvisamente ecco tre elefanti! Che emozione! Fanno tenerezza. Stanno rovistando nelle immondizie in cerca di cibo. Robert dice che non possiamo avvicinarci perché sono pericolosi. Usciamo nuovamente in strada, andiamo avanti e indietro due o tre volte in attesa, poi vediamo che si avvicinano al ciglio, ci fermiamo e accostiamo, sono vicinissimi a noi, bellissimo! Poi attraversano, non a caso sembrano “guardare”. Le macchine si fermano ed escono dai finestrini un sacco di cellulari per immortalare questo momento. Ricordo lo sguardo meravigliato di due turisti occidentali con autista che hanno accostato vicino a noi. Siamo contenti dell’esperienza ma Robert decide di regalarci una splendida visuale del sole che tramonta. Ci porta ai piedi di una roccia di origine vulcanica, saliamo senza problemi. La visuale è bellissima e troviamo anche una bella e inaspettata tartaruga. Al ritorno mio marito e il ragazzo di Ravenna decidono di offrire una birra a Robert che berranno la sera, tutti assieme, al tavolino fuori dalla nostra stanza. Intanto ci facciamo lasciare in città. Andiamo al “Family restaurant burger” dove troviamo finalmente spaghetti non piccanti, per la gioia dei bambini, fride rice e patatine per 1540rs. Il titolare che troviamo alla cassa ha lavorato vent’anni in Italia e con i soldi risparmiati ha aperto questo ristorante. Torniamo da Robert e passiamo una piacevole serata piena di suoi aneddoti che mi aiutano a tradurre gli amici di Ravenna. Scopriamo che è pure stato attore in due film di azione! Peccato, però, che in internet non troviamo niente.

KANDY, 12 gennaio

L’indomani partiamo in bus per Kandy (200 rs e 2 ore di viaggio) dove abbiamo trovato tranquillamente posto. Appena arrivati contrattiamo con un tuk tuk perché dopo averci portato un attimo in albergo ci porti a spasso per il resto della giornata al costo di 1000rs. L’albergo è il “Jilly Stay”. Ottimo, esteticamente molto bello. Si trova in collina e va raggiunto per forza con un tuk tuk. Partiamo e in 15 minuti siamo ai PERADENIYA BOTANIC GARDEN, ingresso 3000 rs, bellissimi e curatissimi. Merita! Forse si resta sbalorditi anche solo per l’ordine e la pulizia che purtroppo lo Sri Lanka ne è sprovvisto. Abbiamo affrontato spesso questo discorso con i locali. Ne sono consapevoli e danno la colpa al governo, ma ovviamente la colpa è generale. L’immondizia regna sovrana ovunque. Bellissima casa delle orchidee e degni di nota sono le migliaia di pipistrelli che se ne stanno beati e starnazzanti, appollaiati su diverse piante. Lo spettacolo è veramente particolare. Stiamo un paio di ore nei giardini, ci riposiamo e giochiamo nei prati assieme a tante altre famiglie e coppiette. Chiamiamo poi il nostro autista Ranga che ci riporta alla volta di Kandy. Io visito il TEMPIO DEL SACRO DENTE, mio marito mi aspetta con i bambini, sono stanchi, non avrebbe senso portarli. Pago 1500rs più 100 per lasciare le scarpe, c’è tantissima gente, quasi tutti vestiti di bianco. Il tempio è affascinante, mi ricorda tanto i templi tailandesi… come poi trovo scritto anche nella Lonely. La fila silenziosa e densa di fedeli passa davanti alla porta dorata contenente la reliquia del dente di budda. Esternamente i fedeli bruciano tantissimo incenso. Faccio in fretta, non mi va di lasciare la famiglia ad aspettarmi. Ci fermiamo a cena, “anticipata” a base di buoni toast in un bel locale stile inglese fuori dal tempio. Purtroppo non ricordo il nome. Le cameriere sono gentilissime, ci accolgono con un bicchiere di acqua fresca ed una salvietta per pulirci le mani.

Torniamo in albergo, purtroppo ci fermiamo una notte sola, sarebbe valsa la pena fare due notti e fare le cose con più calma. L’indomani a colazione troviamo te, nescaffe’, pane, burro, marmellata e uova. Paghiamo la stanza 3.090rs. Torna a prenderci il nostro amico Ranga con il suo tuk tuk, ci lascia alla stazione dei treni e alle 8:40 arriva il treno con destinazione Nanu Oia che è la stazione di Nuwara Elya. Il viaggio con questo treno costatoci 460rs resterà una delle esperienze più particolari della mia vita! Il treno, arrivato a Kandy, era già pieno zeppo, siamo tanti a salire. Ci infiliamo nell’anticamera della prima classe assieme ad altri, ma in un attimo ci fanno sloggiare, alla fine riusciamo a salire nello stesso vagone ma da due porte separate! Mio marito con i bambini e lo zaino dei viveri da una parte ed io mi ritrovo con uno zaino grande ed uno enorme a scongiurare una compagnia di australiani di farmi salire nell’altra porta, consapevole che il treno sta partendo e la mia famiglia è su! Ce la faccio, tiro un sospiro di sollievo e si parte, alla fine mi va bene, ho un’ottima visuale e sono seduta tutto il viaggio sull’enorme zaino di mio marito. Le provvidenziali schede SIM dello Sri Lanka qui si sono rilevate utilissime, ogni tanto ci telefoniamo, i bambini hanno trovato posto sullo zaino dei viveri ed ogni tanto anche mio marito riesce a sedersi. Appena tirato il sospiro di sollievo mi rendo conto che i biglietti li ha tutti mio marito! Lo dico agli australiani, una mi dice di non preoccuparmi invece l’altra mi fa una faccia che certo non mi da consolazione. Ad un certo punto una di loro, senza che io chieda niente, mi chiede se mio marito ha una maglia rossa. Le dico di sì, mi dice che i bambini non li vede, ma lui è vivo e ci facciamo una risata. Si offre di farmi passare il biglietto, le dico il nome e con un italiano maccheronico si mette ad urlare “Giuseppe biglietto”. Ridiamo, e il biglietto, di mano in mano, arriva fino a me! Ps: il controllore è poi passato veramente! Come anche i venditori di cibo ambulanti che mi chiedo ancora come riuscissero a passare! Faccio presente che poi, parlando con altri turisti che hanno fatto il nostro stesso viaggio, alla stessa ora ma in giorni diversi, abbiamo scoperto che non era affatto così pieno, probabilmente perché abbiamo involontariamente scelto il giorno di vigilia della festa del Tamil Thai Pongal.

NUWARA ELYA, 13 e 14 gennaio

Finalmente arriviamo alla stazione di Nanu Oia, un taxi ci porta in 15 minuti a Nuwara Elya per 300 rs, la nostra sistemazione è il “Bloomfield Cottage”, bello e confortevole. Pagheremo 7.248 rs per due giorni più 270rs di tè a colazione. La temperatura è cambiata, sembra di essere in montagna da noi nel periodo estivo. Al sole si sta bene, ma appena si è all’ombra bisogna vestirsi, siamo a 1.890 mt. Partiamo per una passeggiata in città. Si notano dettagli british accostati al solito caos cingalese, ed è molto particolare. Entriamo al Victoria Park per 600rs, bello e curato, pieno di famigliole. C’è un bel parco giochi con tanto di trenino e una piccola ruota panoramica. I bambini giocano contenti. All’entrata abbiamo comprato un pallone ma ci viene subito sequestrato e lo recupereremo dopo alla cassa. Passeggiando per la cittadina non resisto e compro uno dei loro caratteristici e coloratissimi vestiti per mia figlia che ne è felicissima, ovviamente sarà da sfoggiare al prossimo carnevale. Ci fermiamo a cena al ristorante “Milano” che di italiano non ha niente. Mangiamo del buon fride rice e alla richiesta di spaghetti di mio figlio proviamo ad ordinare dei noodles al pomodoro, ma il cameriere non mi capisce. Li porta in bianco e successivamente mi porta a parte una specie di ketchup, niente da fare… non si può pretendere cibo occidentale. Fortuna che abbiamo con noi il tonno italiano che ci salva.

L’indomani il padrone di casa ci chiede dove siamo diretti: cascate Lovers Leap,. Quindi ci propone un tuk tuk che per 1500rs ci porterà e ci aspetterà lì perché secondo lui non troveremo altri tuk tuk. Non ci fidiamo, non credo che sia così e infatti anche qui fregatura scampata… ci rivolgiamo quindi autonomamente a un conducente di tuk tuk. Ho letto vari racconti e do per scontato che ci porti alla fabbrica di tè Pedro Tea Estate, invece per 700rs ci porta direttamente alle cascate, risparmiandoci un sacco di strada. La portata dell’acqua è molto bassa, non sono un granché, il nome significa “salto degli amanti” per via della leggenda di due Romeo e Giulietta cingalesi. Molto bella, invece, è la passeggiata tra le coltivazione di tè. Si incontrano le famiglie dei raccoglitori con le loro misere case. C’eravamo portati dei giochini da lasciare ai bambini più sfortunati e questo sarebbe stato il momento giusto, ma ovviamente le cose sono rimaste in albergo. Dalla collina vediamo in lontananza, più in basso, la Pedro Tea Estate. Decidiamo di raggiungerla per fare una passeggiata, ma non per visitarla, viste le recensioni. Ed è meglio così, perché è chiusa per festa. Oggi è il solstizio d’inverno, 14 gennaio il “Tamil Thai Pongal”, festa del raccolto della minoranza Tamil.

Per continuare la giornata decidiamo di andare per 300rs di tuk tuk al Gregory Lake. L’ingresso ci costa 400rs. E’ un piacevolissimo luogo dove passare un pomeriggio. I bambini giocano a palla sul prato, ci sono chioschi dove mangiare, giochi gonfiabili e volendo corse su moto d’acqua o passeggiate a cavallo. Ceniamo lì a base di patatine, hamburger e rotti (ottimo pane schiacciato servito caldo tipo “piadina”). Il tutto per 1.150rs. Tornati in albergo conosciamo Howard, un signore americano in pensione che assieme all’amico Michael e alla compagnia tailandese sono al loro primo mese di vacanza in Asia, staranno in giro due anni! La loro compagnia è molto piacevole, ci danno consigli e Howard ci fa vedere sul suo tablet foto bellissime del sud dello Sri Lanka che noi dobbiamo ancora vedere.

L’indomani chiediamo al titolare di chiamarci un tuk tuk, ci promette che alle 8:45 verrà a prenderci. Alle 9:30 abbiamo il treno per Ella. Aspettiamo, ma non arriva mai. Il titolare lo chiama e dice che c’è traffico perché è domenica e in cinque minuti arriverà… e continua così ogni 5 minuti. Alla fine mi rassegno e sono convinta che perderemo in treno… non guardo più l’ora. Alla fine arriva e voliamo alla stazione. Io corro a comprare i biglietti 180rs e mio marito paga l’autista che gli chiede 1.500 rs perché gli abbiamo messo fretta… che vergogna! Non c’è tempo per discutere, quindi gli lascia 1000rs e corre verso di noi. Alle 9:29 siamo sul treno! Ce l’abbiamo fatta! Il treno parte ed assistiamo ad una scena che non penso rivedrò… Facciamo qualche metro e ci fermiamo per aspettare quattro occidentali più in ritardo di noi che arrivano come pazzi. Le prime due fermate stiamo in piedi, poi troviamo posto tra due famigliole giapponesi. Mio marito e mio figlio decidono di provare il brivido di fare il viaggio seduti sul gradino esterno gambe al vento, ne sono entusiasti. Il tragitto Nuwara Elya – Ella è famoso per la bellezza del paesaggio verdeggiante pieno di piantagioni di tè. A loro resterà impresso visto la visuale privilegiata. Il treno fa almeno 5 fermate in attesa del passaggio di altri treni, per questo il nostro viaggio dura 4 ore anziché 3. Resto colpita nel vedere le mamme giapponesi che comprano da un venditore ambulante una non ben definita polpetta che però i bambini mostrano di gradire.

ELLA: 15 e 16 gennaio

Arriviamo ad Ella. Non aspettatevi una cittadina, è un paesino con la strada principale piena di guest hous e ristoranti, dove ho visto una quantità impressionante di occidentali. Ci dirigiamo alla nostra guest house “Up Country” che si trova vicinissima alla stazione. Una guest house nel vero senso della parola perchè siamo in casa con questa famigliola, con due bambini piccoli, che ha ricavato quattro stanze con bagno privato. Ci troviamo bene, la signora è molto gentile, offre un tè caldo con latte ai bambini e ci fa assaggiare il jack fruit, non male. Crudo, ma generalmente andrebbe cotto, lo assaggeremo poi a cena la sera. Passiamo il pomeriggio a riposarci e a giocare al vicino parco giochi.

La sera usciamo a cena scegliamo il ristorante “360*”, io ordino un roti ripieno di prosciutto e formaggio, niente di speciale, e gli altri mangiano il solito fride rice che si rivela buono rs1460. In generale sento di consigliarvi di non ordinare il “Seafood fride rice” o comunque kottu al pesce perché tanto non ce lo mettono dentro! A mio marito è successo ben 4 volte fino a che finalmente si è rassegnato al semplice “vegetable”. La mattina, compreso nel prezzo, c’è la colazione a base di omelette ripiene di miele e cocco, te e papaia.

Siamo talmente condizionati dal fatto che le fregature sono sempre in agguato che quando la signora ci propone suo marito come autista di tuk tuk rispondiamo che facciamo solo un giro a piedi. Ripensandoci, poi, ci è dispiaciuto. Si è rivelata molto gentile. E qui giustappunto prendiamo una mega fregatura… fermiamo un tuk tuk per andare al LITTLE ADAM’S PEAK, contrattiamo, ma non scende assolutamente sotto i 300rs e anzi, ci propone anche la versione più semplice dove per 500rs ci avrebbe risparmiato un bel pezzo a piedi. Non ho mai letto niente di simile e so che la passeggiata non è impegnativa. Accettiamo per il tragitto breve, partiamo ed in meno di due minuti siamo a destinazione! Mio marito che non sa l’inglese credo che si sia fatto capire benissimo! Se siete giovani e senza figli vi direi tranquillamente di farvela a piedi. La salita al “Piccolo picco d’Adamo” è piacevole, piena di turisti e con una bella visuale finale. Ella, a viaggiatori come noi, e’ servita per spezzare il viaggio. Ma siamo rimasti entusiasti della visita alla UVA HALPEWATHTHA TEA FACTORY. Una volta tornati alla guest house (per soli 100rs!) abbiamo riposato un po’ e siamo partiti alla volta della fabbrica di tè. Abbiamo contrattato un conducente di tuk tuk (1100rs) che ci ha aspettato. Attenzione, fatevi aspettare! È impossibile trovare altri tuk tuk perché si è distanti e in montagna. Sappiamo che è lunedì, giorno nel quale non si lavora, ma che le visite si fanno lo stesso. Infatti, per 600rs, facciamo una interessante visita tutta per noi e nonostante, in teoria, non dovrebbero lavorare, riusciamo ad assistere a diverse lavorazioni. Alla fine c’è una degustazione dove la guida ci mette alla prova se abbiamo capito ciò che ci ha insegnato e ai bambini viziati mette pure lo zucchero in tutti i te assaggiati. Visita molto bella. Se siete a Ella non lasciatevela sfuggire, sarà perché ignoravamo completamente il mondo del tè, ma ci ha lasciato piacevolmente colpiti.

La sera decidiamo di restare a cena dalla padrona di casa, per 1500rs ci prepara 4 piattoni di riso, jack fruit che non doveva essere speziato invece lo è, lenticchie e pollo a parte, per noi adulti si rileva buono ma per i bambini no… escono poi di nascosto con il papà a rifocillarsi con roti e gelato. La mattina paghiamo il conto, 5900rs, e come da suggerimento della nostra padrona di casa andiamo ad aspettare lungo la strada il bus per Matara delle 8:30. Fortunatamente il bus è ancora quasi vuoto, davanti a noi c’è una coppia di Torino. Siamo seduti contenti ed affrontiamo il nostro ultimo grosso trasferimento di 5 ore che però passano senza problemi. Devo dire che abbiamo dei bambini proprio bravi, per altri stare seduti tutte queste ore sarebbe un incubo. Faccio presente che l’idea iniziale era di portarci a Tissamaharama per andare a visitare il parco nazionale di Yala, ma non vogliamo far fare ulteriori trasferimenti ai bambini con il rischio di non vedere animali e consapevoli che la partenza consigliata per i safari è all’alba.

KAMBURUGAMUWA: 17 e 18 gennaio

Arrivati a Matara con un tuk tuk ci portiamo in 15 minuti a Kamburugamuwa a “Chandana house”, una villetta molto bella tutta per noi dove resteremo due giorni. Non ci fermiamo di più perchè la spiaggia è a dieci minuti di strada a piedi e con i bambini è scomodo. E’ consigliatissimo per giovani che noleggiano uno scooter. Il mare è bello e mosso come in tutta la costa, la spiaggia è quasi tutta per noi. Il padrone di casa Chandana è carinissimo, fa di tutto per farci trovare a nostro agio e con lui parliamo un pò della vita in Sri Lanka.

MIRISSA: dal 19 al 24 gennaio

Due giorni dopo ci spostiamo per 50rs in bus a Mirissa. Ci vogliono 10 minuti. Alloggiamo all’hotel Flora e Fauna, davanti al mare e comunque immerso nella vegetazione. Infatti abbiamo sempre paura a consumare la colazione quando la vicina di casa, una grande scimmia nera con il ciuffo bianco, ci osserva. Inoltre per un paio di giorni a pochi metri dalla nostra stanza c’è un varano gigante che prende indisturbato il sole, talmente grande che oserei definirlo coccodrillo! Mirissa è molto viva e movimentata, la spiaggia è immensa di un bel colore dorato, arrivano grandi onde a riva che rendono i primi pochi metri di mare pieni di sabbia. Il mare è comunque molto bello e divertentissimo per grandi e piccoli. Attenzione, non lo consiglio a chi ama nuotare a meno che non voglia spingersi oltre le onde. Passiamo una bella settimana. La sera si cena in alcuni locali, mi preme nominare il “Hangover”, fa parte dell’omonimo ostello, bello, piccolo, pulitissimo i cuochi usano guanti e cuffie, ma soprattutto per i bambini si mangia bene (spaghetti non piccanti e toast al prosciutto e formaggio). Per quanto riguarda i meravigliosi hamburger sono buoni ma immancabilmente piccanti. Come anche i toast al tonno… carichi di pepe. Con un amico italo-singalese conosciuto in un forum di viaggi andiamo al rinomato “Dewmini” dove mangiamo a malincuore il nostro primo ottimo ” Kottu di gamberi” (il kottu sono roti tagliuzzati con condimenti vari per lo più verdure). Scioccamente non lo avevamo mai assaggiato prima. E per dolce un fantastico Banoffee, un roti caldo ripieno di banane, cioccolato, miele e con sopra del gelato alla vaniglia.

Faccio presente che Mirissa, nonostante l’afflusso di turisti, ha vari negozietti ma non un piccolo supermercato come abbiamo sempre trovato nei luoghi turistici. Inoltre vi consiglierei di prenotare se andate a gennaio perché è affollatissima. Tre ragazzi toscani di Castiglione della Pescaia, conosciuti in spiaggia, hanno faticato un po’ per trovare una sistemazione a basso prezzo. Una mattina abbiamo deciso di andare a visitare Galle in bus… impiegando un’ora. Merita! Andateci se riuscite. E’ una cittadina coloniale. Tra le mura ci sono bei negozi più cari della media. C’è una piccolissima spiaggetta, ma con il mare pulito. Nel tragitto, se riuscite, sedetevi vicino al finestrino lato mare, scorgerete i famosi pescatori abbarbicati sui pali nel mare, alcuni fintissimi… lì solo per avere la mancia dai turisti che li vogliono immortalare, altri invece “veri”. Purtroppo non siamo riusciti a visitare Pohlena beach a causa della pioggia del giorno prima… ce l’hanno sconsigliata.

L’ultimo giorno possiamo decidere se tornare con il bus in 20 minuti a Matara o portarci avanti a Weligama con altri 20 minuti, però vogliamo essere sicuri di trovare posto a sedere sul treno perciò optiamo per la prima ipotesi. Arrivati alla stazione dei bus di Matara ci facciamo portare da un tuk tuk in pochi minuti alla stazione dei treni. Il treno è già lì fermo, saliamo per primi ma comunque ci sarebbe stato posto lo stesso. Paghiamo 390rs e partiamo alle 9:40. In 3 ore e 15 minuti siamo a Colombo Fort. La periferia di Colombo ci ricorda tanto quella di Bangkok, quando ti avvicini con il treno. Grande povertà fatta di baracche… ci si stringe il cuore. Una volta arrivati ci fermiamo in uno dei locali all’uscita della stazione a mangiare il nostro ultimo roti e proseguiamo a piedi… in 5 minuti sulla destra verso la stazione dei bus dove per 460rs saliamo su un bus per Negombo. Ci mettiamo in fila con la gente del luogo e il pullman che arriva è bellissimo. Probabilmente, visto anche il costo, era privato. In meno di un’ora raggiungiamo Negombo e con un tuk tuk raggiungiamo la nostra ultima sistemazione, la guest house “Flip Flop”. Bellissima casa pulita prenotata ancora dall’Italia e pagata 14 euro compresa colazione con caffè, te, banane e pane e marmellata. Il padrone di casa ci prenota un taxi che verrà a prenderci la notte stessa per 750rs e ci porterà in 10 minuti all’aeroporto Bandaranayake. Se posso darvi un consiglio al controllo documenti non scegliete la prima fila, perché è anche quella riservata a personale di volo e persone disabili, quindi continueranno tutti simpaticamente a passarvi davanti. Facciamo scalo nuovamente a Muscat in Oman e poi dritti a Milano Malpensa.

CONSIDERAZIONI

Ho voluto scrivere un articolo incentrato sui consigli per i viaggiatori zaino in spalla non concentrandomi sulla descrizione di ciò che vedrete con i vostri occhi, consapevole che piccoli consigli che io stessa ho letto si sono rilevati poi preziosi per il mio viaggio. Come avrete capito dal racconto troverete gente tanto furba e gente tanto buona, ciò farà sì che i cingalesi vi resteranno comunque nel cuore come questo piccolo paese pieno di verde.

Quando trovate una sistemazione chiedete subito se ha l’acqua è calda perchè in Sri Lanka non è affatto dato per scontato. Sappiate inoltre che i cuscini comodi sono un miraggio, munitevi di un anti zanzare serio anche se in realtà non possiamo lamentarci di questo aspetto. Inoltre, per quanto riguarda la corrente elettrica, ero munita di diversi tipi di riduttori, ma non so perché non andavano mai bene. Comunque troverete sempre almeno una presa europea.

I bambini sui treni pagano metà, mentre sui bus va in base a ciò che decide il bigliettaio. Vi consiglierei di evitare i weekend per gli spostamenti con i mezzi o per lo meno la vigilia della festa del Tamil Thai Pongal come è successo a noi…

Come ormai saprete, nei siti sacri bisogna togliersi le scarpe. A volte però, ad esempio a Polonnaruwa, con il tipo di terriccio diventa fastidioso quindi vi consiglierei le calze. A volte poi sarebbero comunque comode per il calore delle pietre.

Per quanto riguarda il cibo direi fondamentali le scatolette di tonno per i bambini, mentre per gli adulti o amate il piccante e la verdura o diventa una monotonia unica. Comunque di fame non morirete. Se vi siete chiesti con cosa pranzavamo la risposta è… i mitici Roti e tanta frutta varia, poi a seguire merende a base di biscotti e gelati.



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