Spagna del Nord: da Santander a Santiago de Compostela

Viaggio attraverso cinque regioni spagnole tra natura, cultura, città e splendidi borghi medievali
Scritto da: Arena82
spagna del nord: da santander a santiago de compostela
Partenza il: 06/08/2016
Ritorno il: 18/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Noi adoriamo la Spagna e quest’anno abbiamo deciso di visitare il nord, area poco conosciuta. Abbiamo attraversato cinque regioni, diverse tra loro, ognuna delle quali ci ha regalato le proprie specialità, tradizioni e paesaggi.

Siamo partiti da Bergamo con Ryanair, destinazione Santander (Cantabria), una località di mare molto apprezzata dagli spagnoli per le loro vacanze. Dopo aver ritirato la macchina, avendo poco tempo a disposizione, decidiamo di visitare la Penisola de la Magdalena: un parco meraviglioso che si affaccia sul mare dove si possono vedere i leoni marini ed il palazzo reale usato come residenza estiva dai re spagnoli fino agli anni 30.

Partiamo e ci dirigiamo verso Bilbao nei Paesi Baschi. Tutti i centri città visitati hanno sempre moltissimi semafori molto ravvicinati, bisogna fare attenzione. Qui troviamo un’ulteriore difficoltà: è tutto scritto in basco (prima della traduzione spagnola). Bilbao è famosa per il Museo Guggenheim e Puppy un terrier alto 12 mt realizzato in begonie. Non essendo amanti dell’arte contemporanea, non lo visitiamo, ma preferiamo concentrarci sul Casco Viejo con stradine suggestive, bar e negozi. Nel cuore del centro storico, si trovano le sette vie originali di Bilbao risalenti al primo nucleo della città (Siete Calles), la cattedrale gotica con un portico rinascimentale ed il chiostro e la Plaza Nueva. Qui non possiamo evitare di assaggiare i famosi Pintxos (tapas basche). Per una visita dall’alto della città, che si trova in una stretta vallata, consigliamo la salita fino alla sommità di Artxanda con la funicolare (costa 2 € andata e ritorno).

La mattina successiva entriamo nella regione di Castiglia e Leòn arrivando a Burgos.

Attraversato il ponte di Santa Maria e successivamente l’arco di Santa Maria, che ci introduce nel centro storico, dinnanzi a noi si eleva la maestosa Cattedrale gotica patrimonio UNESCO. E’ un capolavoro! Con le torri gemelle circondate da una miriade di pinnacoli e i diversi maestosi portali d’ingresso.

Con il biglietto, viene consegnata l’audio guida che spiega molto bene la storia e struttura del monumento. L’interno è molto luminoso e pieno di cappelle. Ciò che colpisce il nostro sguardo è l’altare maggiore straripante di decorazioni ed ornamenti. Sotto la cupola si trova la tomba del Cid, soldato di ventura nato vicino a Burgos, considerato qui un eroe per aver liberato Valencia dai mussulmani.

Camminando per il piccolo centro storico, visitiamo la chiesa di San Nicola, la Plaza Mayor (dove nelle sue vicinanze prendiamo un caffè in un bar che ne propone 20 diverse miscele) e, successivamente, saliamo fino ai resti del castello che domina la città. Con un piccolo supplemento si possono visitare anche i pozzi scavati sotto di esso. Per rilassarci un po’ camminiamo lungo il Paseo del Espolòn, il luogo d’incontro dei cittadini di Burgos. Purtroppo, non abbiamo il tempo per visitare la Cartuja de Miraflores a 4 km.

Abbiamo però prenotato per il giorno seguente la visita guidata (in spagnolo) del Monastero de las Huelgas a pochi chilometri dal centro. Fu per secoli uno dei complessi monastici femminili cistercensi più importanti della Spagna. Retto da badesse, le quali disponevano di un grosso potere (potevano ascoltare le confessioni, decidere se far portare il velo alle suore, se i preti potevano predicare, etc…), è diventato nei corsi dei secoli, un monastero di clausura. E’ stranissimo infatti entrare nella chiesa gotica e trovarsi a sinistra l’altare e a destra… Un muro! La navata centrale infatti è stata murata per la clausura, ma si può comunque visitare perché le suore hanno una propria cappella privata. All’interno sono conservati diversi sarcofagi (di re, regine, badesse che hanno fondato e/o ampliato la struttura, finanziatori). Molto però è stato perduto a seguito dei saccheggi avvenuti con l’arrivo di Napoleone.

Molto belli sono anche i due chiostri. La visita termina con il museo i cui pezzi più importanti sono : la croce innalzata nel 1212 durante la battaglia di Las Navas de Tolosa e lo stendardo moresco preso alle schiere nemiche.

Sulla strada per Leòn il paesaggio è piatto ma coloratissimo di verde e giallo : ci sono infatti moltissime coltivazioni di frumento e girasoli. Uno spettacolo! Guardando con più attenzione si possono vedere i pellegrini che camminano verso Santiago.

In mezzo a queste fertili pianure, protetta da una struttura moderna, si trova la più bella e meglio conservata villa romana della Spagna: La Olmeda. Fu scoperta nel 1968 da un contadino mentre stava coltivando la sua terra. Nel 1980 la donò alla provincia di Palencia che iniziò lo scavo.

Ha un’estensione totale di 4.400 mq di cui 1.400 mq sono mosaici (attraverso delle passerelle si può visitare l’intera area ed una ricostruzione multimediale ci mostra com’era). L’edificio è composto da due parti indipendenti unite da loro da un corridoio: una parte era utilizzata dai proprietari come abitazione principale l’altra era quella dedicati ai bagni. E’ composta anche da altre abitazioni : dei coloni, degli schiavi, magazzini, stalle e altre aree di lavoro; tutto infatti si produceva all’interno della villa.

E’ gigantesca. Si possono vedere bene le forme delle stanze, dei bagni, il peristilio. Alcuni mosaici si sono conservati benissimo; il più maestoso e ricco di particolari è quello della stanza principale chiamata El Oecus di 175 mq.

Per degli amanti della storia e dell’archeologia come noi, è stata un’esperienza fantastica.

Con lo stesso biglietto (il martedi è gratuito), per completare la visita, andiamo a vedere il museo dedicato alla villa dove sono esposti diversi manufatti rinvenuti durante gli scavi che si trova a 7 km dal sito presso la chiesa di San Pedro a Saldaña.

Avendo a disposizione ancora del tempo, decidiamo di andare a vedere il Monastero de San Miguel de Escalada, un bellissimo monastero romanico immerso nella natura, ma sfortunatamente chiuso (non si sa il perché, non era giorno di chiusura)

Arriviamo a Leòn. Anche qui la il suo fiore all’occhiello è l’immensa cattedrale gotica che, con i suoi alti pinnacoli, gli archi e lo straordinario interno (a pagamento con audio guida) lasciano senza fiato. La caratteristica di questa cattedrale sono le vetrate (1800 mq) che la rendono molto luminosa.

Altro simbolo di Leòn è la Real Basilica di San Isidoro, considerata uno dei gioielli dell’arte romanica in Spagna, voluta dal re Ferdinando I per accogliere le spoglie di San Isidoro. Con visita guidata, visitiamo il museo dove sono conservati: il tesoro, la biblioteca, il calice di Doña Urraca, il Pantheon Reale ed il chiostro. Il tesoro contiene regali, offerte o bottini di guerra; i pezzi più interessanti sono lo scrigno d’avorio, arche per reliquie, gioielli arabi e l’unico cofanetto di origine vichinga in Spagna in corna di renna. La biblioteca conserva molti testi rari tra cui una bibbia visigota-mozarabica miniata del X secolo e ricopiata successivamente in tre libri perché la scrittura si fece più “rotonda” col passare del tempo e molti libri “giganti” per i canti dei frati; le miniature di questi libri sono una meraviglia. Il calice di Doña Urraca è composto da due pezzi di agata di epoca romana, i quali compongono la ciotola e la base. Successivamente Doña Urraca incorporò a questi pezzi una ricca decorazione in oro, filigrana e pietre preziose la quale ha conferito al Calice la forma attuale. Da alcuni studi emerge che questa “ciotola romana” fu venerata dai primi cristiani come la coppa che Gesù Cristo utilizzò nella sua Ultima Cena. Il Pantheon Reale è conosciuto come “la Cappella Sistina dell’Arte Romanica” per gli affreschi che lo decorano e che raccontano la vita di Cristo. Tra i suoi archi sostenuti da capitelli, riposano in sarcofagi di pietra molti re, regine e nobili spagnoli, tra cui i fondatori della basilica. Purtroppo, molti di questi sono andati distrutti o saccheggiati con l’arrivo di Napoleone. Ultimo pezzo del museo degno di nota e conservato nel chiostro è il Gallo segnavento della torre in rame-piombo rivestito d’oro. Gli studi hanno dimostrato che il polline trovato su di esso proveniva dal Golfo Persico, in quanto si trattava di un regalo fatto da uno sceicco arabo.

Proseguendo la nostra visita per il Barrìo Gotico di Leòn, arriviamo davanti al municipio rinascimentale, al Palazzo di Guzmanes e alla Casa de Botines (una delle tre opere di Gaudi fuori da Barcellona) simile ad un castello ed oggi sede di una banca.

Girovagando per i vicoli arriviamo a Plaza Mayor, con il vecchio municipio e dove è in corso un vivace mercato ortofrutticolo ed alla acciottolata e tipica Piaza de Santa Maria del Camino con l’omonima chiesa.

Nel tardo pomeriggio abbiamo camminato fino al Convento di San Marco (oggi un hotel di lusso) e visitato il Museo Sierra – Pambley, dimora del XIX secolo di una famiglia molto ricca e colta, che viveva in maniera molto semplice e fondatrice di una scuola per bambini poveri.

La mattina successiva partiamo presto perché la cattedrale di Astorga che vogliamo visitare è aperta gratuitamente solo dalle 9 alle 10,30 (poi la si può visitare entrando dal museo). Qui iniziamo a lasciare il paesaggio piatto della Castiglia ed avvicinarci alle montagne galiziane; inoltre già si comincia a respirare l’aria di pellegrinaggio del Camino de Santiago che attraversa la città.

Di fronte alla cattedrale si erge il secondo dei tre edifici progettati da Gaudi fuori Barcellona: il palazzo episcopale. Anche qui il suo genio è riconoscibile nei fiabeschi pinnacoli, nella facciata e negli inconsueti dettagli.

Su consiglio di un abitante di Leòn, ci fermiamo a visitare Ponferrada dove sorge l’imponente e suggestivo castello dei Templari. Agli inizi del XII secolo i Templari si impossessarono di questa fortezza, rafforzandola ed ampliandola per servire come palazzo abitabile e come protezione per i pellegrini che si dirigevano verso Santiago di Compostela. Quando l’ordine scomparve, il castello fu ampliato dai successivi proprietari. E’ un complesso imponente di mura, torri, merli. Il biglietto d’ingresso è troppo alto rispetto a quanto si può visitare all’interno: i cortili, le costruzioni successive ed una piccola mostra sulla storia del castello e sulla vita medievale. Quello che colpisce della visita è la vista dalle torri sulla città e soprattutto la Biblioteca Templare.

Molto carino anche il centro storico di Ponferrada ai piedi del castello con la sua torre dell’orologio e la basilica de la Encina (Encina significa quercia e si riferisce alla tradizione che ricorda come un Templare, mentre procedeva al taglio di legname per la costruzione di nuovi edifici nel castello, trovò la scultura della Vergine, detta poi Virgen de la Encina, che era stata nascosta in una quercia per sottrarla alla possibilità che se ne impadronissero i Musulmani).

Qui vicino ci sono anche Las Medulas, patrimonio Unesco, le più importanti miniere d’oro dei romani. (perforavano la montagna e poi introducevano grandi quantità d’acqua che letteralmente la spingevano verso il basso). Sarebbe servito un giorno intero per poter visitare questo spettacolare canyon…. Sarà per la prossima !

Ultima sosta prima di arrivare a Santiago: Lugo

Il motivo principale per cui i viaggiatori si fermano qui sono le grandiose mura romane (patrimonio Unesco) che circondano la vecchia Lugo, considerate la cinta muraria meglio conservata al mondo. Anche noi facciamo il giro della città vecchia percorrendo questo anello di 2,2 km. Non poteva mancare la visita alla cattedrale di Santa Maria. Per un problema logistico, non siamo riusciti a vedere la Domus do Mitreo dove sono visibili i resti di un tempio dedicato al dio Mitra e di una domus romana.

Infine, raggiungiamo finalmente Santiago de Compostela.

Davanti a noi si erge una delle cattedrali più importanti della Cristianità in una meravigliosa accozzaglia di guglie e statue. Purtroppo, però, in restauro (stanno infatti restaurando l’intero complesso). Per questo motivo non riusciamo a vedere la facciata principale sulla piazza dell’Obradoiro (piena di impalcature) ed il Portico della Gloria, l’originario ingresso romanico alla cattedrale. In mezzo a queste viuzze e piazzette medievali, c’è il mondo : un sacco di turisti, artisti di strada e soprattutto pellegrini che, con il loro zaino in spalla, una volta arrivati, si siedono al centro della piazza, la fine del cammino. La cattedrale è circondata da quattro piazze: dell’Obradoiro, la più famosa, dove si affacciano il municipio, l’Hostal dos Reis Catolicos, nato come rifugio per i pellegrini, oggi albergo di lusso, Praza das Praterias con la fontana de los Caballos e sulla quale si affaccia l’unico ingresso romanico, Praza da Quintana e Praza da Immaculada (la prima facciata che la maggior parte dei pellegrini vede arrivando).

Partecipiamo a tre visite guidate.

La prima è stata la salita sui tetti dove, oltre alla splendida vista a 360° della città, impariamo che la struttura della cattedrale non è barocca e gotica come si può pensare guardando le facciate esterne, ma romanica e sui tetti si possono vedere molto bene le differenze di costruzione.

La seconda è stata la discesa in un mondo sotterraneo e segreto, sotto il pavimento dove ogni giorno passano migliaia di persone; lì scopriamo i resti del primo mausoleo e delle successive chiese costruite per proteggere le presunte spoglie di San Giacomo prima della costruzione dell’attuale cattedrale.

Infine visitiamo la tribuna, la parte alta della chiesa, da dove abbiamo ammirato il maestoso baldacchino che sorregge San Giacomo dietro l’altare.

Il momento più emozionante è stato assistere alla messa in funzione del Botafumeiro dopo la celebrazione del Venerdì delle 19,30: si tratta di un incensiere che, riempito di carbone ed incenso, pesa 100 kg ed è fatto oscillare nella navata raggiungendo una velocità di 68 km/h con un’angolazione di 82°!

Prima di lasciare questa magnifica cittadina medievale abbiamo assaggiato la tarta de Santiago, il famoso dolce locale alle mandorle.

La mattina successiva proseguiamo il nostro viaggio in Galizia andando a conoscere un “prodotto” peculiare di questa terra: gli horreos.

Gli horreos sono i tipici granai in pietra galiziana o legno a forma di capanna poggiata su dei pilastri in pietra per evitare l’entrata di umidità ed animali. Le pareti sono caratterizzate da fessure per facilitarne la ventilazione. Lungo la strada se ne vedono molti! Ci fermiamo a Carnota per ammirare quello più lungo della Galizia (34,5 m) costruito nel XVIII secolo.

Prossima tappa di oggi : la costa da morte, il tratto litoraneo che corre da Muros ed arriva quasi a A Coruña caratterizzato da promontori rocciosi, insenature, calette, villaggi di pescatori, baie ed immense spiagge sabbiose.

Purtroppo, causa nebbia, non abbiamo la fortuna di vedere tutto ciò che il paesaggio ci offre.

Arriviamo infatti al Santuario da Virxe da Barca vicino Muxia, affacciato sul mare, protetto solamente da grandi massi, ma… Lo si vede appena! Possiamo solamente intravedere le onde e sentire il rumore del mare.

Secondo la leggenda la Vergine Maria approdò su una barca in pietra ed apparve a San Giacomo intento a pregare. Due delle rocce sparse davanti la cappella sarebbero lo scafo e la vela della barca. Con il sole, questo dovrebbe essere un posto stupendo.

Perciò, un po’ delusi, ci spostiamo al vicino villaggio di pescatori, Muxia, dove si svolge una sagra stile medievale : dame, cavalieri, banchetti, banda che suona, una vera festa!

Proseguiamo lungo la costa ed arriviamo a A Coruña. Anche qui ci sarebbe piaciuto vedere la Torre d’Ercole (nato come faro in epoca romana su di un promontorio) ma la fitta nebbia ce lo ha impedito. Cosi ci spostiamo in centro. Non c’è molto da vedere nella ciudad vieja: il municipio in Piaza de Maria Pita, il castello che ospita il museo archeologico, la chiesa di Santiago ed i giardini de San Carlos. La caratteristica di questa cittadina che le dà il nome (la città di vetro) sono le galerias : balconi chiusi da vetrate. Alloggiamo a Betanzos, un piccolo centro medievale ben conservato dove è piacevole passeggiare tra i suoi vicoli e taverne, prima di partire, la mattina seguente, per las Rias Altas. Fortunatamente oggi il tempo è più clemente ; non è limpido ma la fitta nebbia è scomparsa, rimane solo un po’ di foschia. Riusciamo, nei diversi punti panoramici sparsi lungo la strada (il più famoso è la Garita de Herbeira), attraversando vie immerse nei boschi, ad ammirare queste magnifiche scogliere a picco sul mare.

Raggiungiamo poi uno dei punti più settentrionali della Spagna: il magnifico Cabo Ortegal, un impervio promontorio, con scogliere a picco sul mare dove l’Oceano Atlantico incontra il Golfo di Biscaglia. Poco al largo della costa, Os Tres Aguillons sono tre isolette che danno rifugio a centinaia di uccelli marini. Dopo aver goduto di questa splendida natura, ci aspettano 3 ore di macchina per entrare nelle Asturie ed arrivare ad Oviedo. E’ ferragosto e con nostro grande stupore tutto è chiuso.

Iniziamo la nostra visita dalla Oviedo Preromanica. E’ uno stile artistico ed architettonico che prese vita in questi luoghi nel VIII secolo influenzato successivamente dall’architettura romana, visigota, mussulmana e forse carolingia. Sono per lo più chiese caratterizzate da linee dritte, archi semicircolari in stile romanico e pianta a tre navate. Le più rappresentative si trovano sul Monte Naranco a 3 km da Oviedo : Palacio de Santa Maria del Naranco e Iglesia de San Miguel de Lillo. Essendo isolate tra loro, immerse in uno spazio verde aperto, appaiono molto più imponenti. Purtroppo le troviamo chiuse (si possono visitare solo tramite visita guidata).

Torniamo in centro ed anche qui, causa chiusura, non possiamo visitare la Camara Santa (in stile preromanico dove sono custodite due croci d’oro tempestate di pietre preziose simbolo di Oviedo e delle Asturie) e riusciamo solamente a dare una sbirciatina all’interno della cattedrale dal fondo, durante la messa.

Qui inizia il Cammino Primitivo, il primo Cammino che portava i pellegrini a Santiago, iniziato da Alfonso II. L’itinerario attuale riproduce fedelmente quello antico. Essendo tutto chiuso decidiamo di scoprire il casco antiguo partecipando ad una visita guidata molto particolare proposta in loco : siamo accompagnati, oltre che dalla guida, da un’attrice che impersona “La Regenta”, la protagonista di una novella di Clarin ambientata ad Oviedo (nel romanzo la città viene chiamata Vetusta). Mescoliamo cosi storia e letteratura.

Infine, a completamento di questa giornata, andiamo ad assaggiare, nella famosa Calle de la Gascona, la bevanda tipica di Oviedo e delle Asturie: il sidro. Viene servito dal cameriere versandolo nel bicchiere da una bottiglia tenuta alta oltre la testa (per renderlo frizzante) senza guardare né la bottiglia né il bicchiere.

Lasciamo la città per immergerci ancora nella natura, destinazione: Picos de Europa. E’ una catena montuosa formata da tre massicci calcarei. Non si può arrivare autonomamente. Bisogna parcheggiare la macchina in uno dei parcheggi segnalati che si trovano tra Cangas de Onis e Covadonga e salire con l’autobus. Una volta arrivati, la solita nebbia ci impedisce di vedere il fondo valle, ma intorno a noi il sole splende e le montagne che ci circondano si specchiano nei due laghetti che incrociamo sul sentiero. Sul percorso principale si passa attraverso l’ex miniera; qui infatti attraversiamo grandi massi di rocce cadute per via delle esplosioni, i vecchi vagoncini e l’entrata della miniera stessa. Il centro visitatori mostra infine la fauna e la flora di queste montagne. Sulla via del ritorno con l’autobus verso il parcheggio ci fermiamo a Covadonga, luogo molto importante nella storia spagnola; qui infatti i mussulmani subirono la prima sconfitta da parte dei cristiani dando inizio alla Reconquista. Oltre la basilica neoromanica, si visita la cappella costruita nella Santa Cueva dove si dice che la Vergine sia apparsa ai soldati cristiani prima della battaglia.

Prima di ritornare in Cantabria, essendo rimasto un po’ di tempo a disposizione passiamo da Cangas de Onis per ammirare il Puente Romano (non di origine romana) e la Capilla de Santa Cruz sotto la quale è stata scoperta una tomba megalitica di 6000 anni fa.

Abbiamo prenotato la visita guidata al Palazzo ed alla Cappella de Sobrellano: il meraviglioso e neogotico palazzo del marchese di Comillas e la sua sontuosa tomba di famiglia (si visitano solo con guida).

Nell’attesa, girovaghiamo nel piccolo centro medievale di Comillas costituito da diverse piazze acciottolate sulle quali si affacciano antiche case con balconi in legno. La chiesa principale è la Iglesia de San Cristobal costruita a spese dei cittadini risentiti perché il duca rifiutava di condividere con la gente comune il proprio banco nella chiesa. A pochi passi dal palazzo, entriamo nella più appariscente delle opere di Gaudi al di fuori di Barcellona : Il Capricho, nato come residenza estiva per il cognato del marchese di Comillas. L’edificio è riccamente decorato con girasoli di ceramica alternati a foglie verdi… una vera stravaganza.

Trascorriamo il nostro ultimo pomeriggio in Spagna in un vero gioiello medievale: Santillana del Mar, detta delle tre bugie in quanto non è né santa (santi) né piatta (llana) né sul mare.

E’ caratterizzata da deliziosi edifici in pietra e mattoni, maestose dimore signorili e viuzze acciottolate sulle quali si affacciano un immensità di negozietti di prodotti tipici e souvenir.

Il suo centro è talmente ben conservato che passeggiare qui significa tornare indietro nel tempo e rivivere l’atmosfera medievale.

Il monumento principale è la Collegiata di Santa Giuliana, monastero romanico che conserva il sepolcro di Santa Giuliana ed attorno al quale si sviluppò la cittadina; il suo fiore all’occhiello è il chiostro.

Pieni di bellissimi ricordi che spaziano da natura a cultura, arriva il momento di riconsegnare l’auto, imbarcarci e salutare questo magnifico paese fino al prossimo viaggio.

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Cabo Ortegal

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Capricho de Gaudì

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San Miguel de Lillo

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Miniera Picos de Europa

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Palacio e Capilla de Sobrellano

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Los Horreos

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Santillana del Mar



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