Castiglia, on the road rapido

Sette giorni attraverso la Castiglia: Madrid, Sierra de Guadarrama, San Lorenzo de l'Escorial, Valle de los Caidos, Segovia, Avila, Salamanca, Toledo... tra canas y tapas, immense lande desolate e cittadine piene di vita, vini prelibati e ottime cucine
Scritto da: Gabriele Taddei
castiglia, on the road rapido
Partenza il: 06/10/2015
Ritorno il: 12/10/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Questa spedizione è stata organizzata a metà tra la trasferta di lavoro ed il “solito” mio on the road: con la scusa di accompagnare la mia ragazza, che doveva intervenire ad un convegno internazionale presso la Ciudad Universitaria di Madrid, abbiamo aggiunto alcuni giorni per un mini-tour della Castiglia.

ASPETTI PRATICI

Volo: Alitalia da Firenze, con transito a Roma, tutto compreso: si trova intorno a 100€ a persona. Aborriamo Ryanair/Easyjet e compagnia bella, costano poco perchè li finanziamo profumatamente con fondi statali italiani ed europei, salvo poi costare quasi uguale alle compagnie maggiori quando aggiungi bagaglio da stiva, tasse e via discorrendo.

Metro Madrid: esiste un pass per utilizzare senza limite la metro dell’area centro ) o per altre zone cittadine. A scopo viaggio basta e avanza la zona centro, a conti fatti (la sola tratta Aeroporto-centro città costa un extra di 5€ sola andata, i biglietti singola corsa 1,5€) fare il pass conviene. Lo fate e pagate da casa al link qui sopra, poi ritirate il pass fisicamente allo sportello dell’azienda presso il Terminal 2 di Barajas, situato all’entrata della metropolitana. Questa la mappa www.metromadrid.es/export/sites/metro/comun/documentos/planos/Planoesquematicoingles.pdf . Considerate comunque di tenere come punto di riferimento “Sol”, la fermata di Puerta del Sol, tutte le altre destinazioni passano indicativamente da lì. Orario di funzionamento: dalle 06.50 alle 02.00. Gli orari delle fermate minori sono scritti sul cartellone d’ingresso delle stesse.

SIM card: dentro le stazioni metro di Nuevos Ministerios, Sol ed altre, troverete il baracchino della compagnia Lebara. Tariffe nel momento in cui scrivo: 10€=1GB; 14€=2GB; etc. Copertura eccellente, ottimo servizio, 4G fisso ovunque. Provata in diverse nazioni europee, consigliata. Vi attivano il tutto in due minuti.

DIARIO

Martedì 6/10

Arrivati a Barajas, sbrighiamo le operazioni preliminari di ogni viaggio: pass metro ed attivazione sim straniera, valigie in albergo e subito in giro per la città. Siamo in zona Puerta del Sol verso le 19, ci diamo un’occhiata attorno, passiamo davanti al “Museo del Jamon”, che scopriremo poi avere più botteghe in giro per la capitale. Sempre strapieno, e ci credo: canas (le nostre birre piccole, chiedetele con questo nome dappertutto) a novanta centesimi con piccola tapas. E si comincia. Dappertutto è così: chiedi “canas” e ti porteranno anche “tapas”: a seconda del locale può essere un piccolo panino, ma anche una zuppetta, una sfogliatella, un pezzo di pizza, un assaggio di carne, etc. dipende dalla tipologia di locale. Come finisce la storia? Che, a seconda di come “vi prende”, farete apertitivo-cena-dopocena nello stesso locale mangiando e bevendo con questo metodo a poco prezzo oppure il giro di decine di locali. Novanta centesimi è un prezzo limite, in ogni caso una “canas y tapas” non viene generalmente più di un euro-un euro e mezzo. Detto questo, avendo però bisogno di sederci per la stanchezza e la fame mostruosa, voltiamo per Calle de la Victoria, dove si trovano numerosi locali tradizionali (quelli con le pareti interne ed esterne piastrellate di maioliche sui muri) dove mangiamo ottimamente.

Mercoledì 07/10

Il giorno successivo, scortata la compagna fino alla Ciudad Universitaria, intraprendo i miei giri. Mi reco a Plaza Mayor, dove ogni giorno partono i Free Tour dell’agenzia Sandeman’s (www.newmadrid-tours.com/daily-tours/free-tour.html) alle ore 10, 11 e 14 ogni giorno. Dura circa tre ore e porta attraverso alcuni dei luoghi più significativi della città: è completamente gratuito, ma essendo volontario è cosa buona e giusta lasciare qualcosa a chi vi porta in giro per ore. Io ero insieme ad un gruppo di una ventina di persone, abbiamo lasciato tutti 5€, questo “volontario” guadagna più di me. Tour carino, insegna diverse cose e da un’idea di massima della città. Unica pecca: pare un po’ troppo artificioso rispetto ad altri più genuini e sentiti, tipo quello seguito questa estate a Tirana, in Albania. Comunque per un cinquino va benone. Verso l’ora di pranzo vi porta ad un bar dove portano tutti (ci sono confluiti altri gruppi), evitatelo e mangiate dopo in un locale migliore, tanto il tour finirà a breve. Libero alle 15, decido che mezza giornata dedicata alla cultura può bastare, perciò mi infilo al Mercado di San Miguel. Struttura rinnovata rispetto al vecchio mercato, è oggi una struttura moderna (ed in parte turistica) piena di banchi dove potete assaggiare, mangiare e/o comprare le varie specialità spagnole. Dopo un debito primo giro di assaggi e di copas di vin blanco, decido che la qualità è buona ed i prezzi tranquilli (state bene attenti, alcuni banchi sono però mostruosamente cari, in ogni caso ognuno ha i cartelli con i prezzi ben segnalati, non ci sono fregature) quindi continuo la mia opera di degustazione. Fatta una certa, vado incontro alla mia bella. Doccetta, qualche canas y tapas e cena in Plaza de Santa Ana, dove scopriamo una discreta e tranquilla piazzetta piena di localini niente male (consiglio il “10 tapas”).

Giovedì 8/10

Adocchiato il giorno precedente, colaziono al “la Mallorquina”, all’uscita della metro Sol: prendete uno sfollagente, entrate: banconi pieni di decine di sfoglie dolci e salate. Entrerò qui dentro almeno una dozzina di volte fino alla partenza sabato mattina. Passo la mattinata al Thyssen-Bornemisza, qualche tapas in giro e nel pomeriggio gironzolo esplorando i quartieri di Chueca e Malasana. Meglio il secondo del primo che, da quartierino gay-artistico di qualche anno fa, si è trasformato oggi in quartierino gay-commerciale. Presa l’altra metà del cielo, passiamo la serata di locale in locale tra Callao e Gran Via, dove si trovano numerosi barrettini scalcinati cui non daresti un soldo, ma che ti lanciano davanti agli occhi piattini pieni di bella robina.

Venerdì 09/10

Sulla stessa falsariga di ieri, in mattinata mi faccio il Reina Sofia ed all’uscita passeggio tra il Paseo del Prado ed il Parque del Retiro. Visito il quartiere di Lavapies, poi la Cattedrale dell’Almudena e gironzolo per i bar.

Questa sera abbiamo cenato al Sushita bar, ristorante giapponese eccellente, pesce di qualità ottima, uno dei migliori provati dopo quelli in Giappone stesso, ovviamente.

Sabato 10/10

Convegno terminato, facciamo i bagagli e torniamo a Barajas a ritirare l’auto a noleggio da Europcar. Prima tappa: attraversiamo parte della Sierra de Guadarrama e ci dirigiamo poi verso San Lorenzo de l’Escorial. Il tempo di entrare in mezzo ad un traffico spaventoso, una bolgia di parcheggi disorganizzati e totalmente insufficenti rispetto alle richieste, dopo venti minuti di inferno ce ne andiamo senza nemmeno fermarci. Un disastro, e poi si dice che i problemi sono solo in Italia. Pochi chilometri dopo, prima di rientrare nella quattro corsie, saliamo verso la Valle de los Caidos, la Valle dei Caduti. Situata all’interno di un parco naturale, montagne e boschi, si inerpica una stradina per 6-7 chilometri, fino a trovarsi in mezzo alla foresta. Scendendo di macchina, fatto un vialetto a piedi, si apre un piazzale immenso di fronte ad una piccola altura rocciosa sovrastata da una croce di dimensioni enormi. Una piccola apertura e, all’interno, una vera e propria cattedrale-mausoleo scavata per centinaia di metri all’interno del monte, meravigliosa, dove finita la guerra Francisco Franco fece seppellire i Caduti della guerra civile spagnola di entrambe le parti. Mangiamo qualcosa nello sconsigliato unico ristorante in loco, non andateci, e ripartiamo direzione Segovia, dove arriviamo verso le tre. Bella cittadina, con il famoso Acquedotto romano, l’Alcazar ed un bel centro storico… fa freschetto, ci fermiamo ad un barretto per una cioccolata calda coi churros, paste fritte da zuppare dentro. Buone, ma un pochino pesanti. Un bel pomeriggio, si visita abbastanza rapidamente, quindi verso le sette e rotti ripartiamo direzione Avila, dove abbiamo il B&B per la notte a poche centinaia di metri fuori dalle mura. Ottima la scelta della posizione. In tre quarti d’ora siamo li, posiamo i bagagli e, visitando il centro, ci infiliamo in un locale azzeccatissimo: il “Soul Kitchen”. Locale carino, tipo “pub spagnolo”, canas ad un niente e paste sfoglie fatte in casa, appena sfornate una dietro l’altra, come tapas. Eccellente. Ci facciamo serata, con una dozzina di euro in totale sciacquiamo una decina di birre a testa e mangiamo l’impossibile. Buonanotte.

Domenica 11/10

Oggi è la volta di Salamanca: in un’oretta arriviamo tranquilli, grazie alle ridotte dimensioni della 500 noleggiata ci infiliamo in un impossibilissimo ed introvabilissimo parcheggio gratuito in centro storico. Qui segnalo, situato in una viuzza laterale non in vista, un ristorante eccellente: il “Valencia”. Cucina tradizionale, carni ottime e grandi vini, dessert accompagnati da Sherry di gran livello. Da provare. Albergo e visita della città. Per le cose da vedere e tutto quanto viene di conseguenza vi lascio alle guide, tanto non serve a niente che vi descriva le stesse cose.

Lunedì 12/10

Colazione gigante, con tutta calma torniamo verso Barajas seguendo una strada alternativa rispetto all’andata a sud di Madrid, costeggiando Toledo, attraverso la strada dei mulini a vento di “Don Chisciotte”, per il volo di ritorno per l’Italia.

CONCLUSIONI

Madrid è una grande capitale europea, il cui centro, come la Castiglia tutta, è moderno ed efficente, pieno di ottimi locali, vario, eterogeneo e divertente. Certo, le periferie popolari “sono Africa”, ma ça va sans dire…

Tutto bello, da visitare. Però. Però anche se magni e bevi con poco, gli alberghi costano un occhio nella testa per offrire servizi di categoria minore, non esistono nemmeno lontanamente la professionalità e le competenze nell’ambito del settore ricettivo (nel quale lavoro) che si hanno in Italia, ti cavano un occhio nella testa per qualsiasi cosa (il pedaggio di quasi dieci euro, ad esempio, per passare un traforo non l’avevo ancora provato), ogni misera chiesina o torre vi fa pagare l’ingresso e via discorrendo. Ognuno ha i suoi problemi, eh.

Se pensate di girare attraverso la regione come ho fatto io, considerate (come ho scritto) che paesi e città si visitano in poco tempo: Segovia e Toledo in una mattinata o un pomeriggio, Avila in una serata (le mura di notte sono bellissime, ma ci sono quelle e basta da vedere fondamentalmente) e Salamanca in tre quarti di giornata, inoltre sono tutte molto simili tra loro e dopo un po’ capirete di non aver necessità di pagare, pagare, pagare in ogni località per vedere chiese o altro praticamente uguali l’una all’altra. Molto meglio conoscere e scoprire la vita dei locali.

Gli spostamenti sono rapidi, la rete autostradale è nuova fiammante (fatta con debiti enormi che hanno contribuito a gettarli nella crisi attuale), e saranno i viaggi in auto a rendervi consapevoli di ciò che più mi ha colpito di questo viaggio: la Spagna è incredibilmente spopolata. Centinaia di chilometri di vuoto assoluto: dove in Italia si susseguono metropoli, città, cittadine, paesi, borghi ed aggregazioni di abitati anche senza nome, in Castiglia (ma ritengo nell’intera Spagna) potete viaggiare senza trovare nemmeno un distributore di benzina o un casottino delle autostrade. Informandovi potete poi notare come, a fronte di una estensione di 500mila chilometri quadrati la Spagna conti 47milioni di abitanti, mentre nei suoi 300mila l’Italia ne conti 61milioni. Non fosse stato per il caldo, avrei pensato in molti posti di essere alle soglie delle infinite steppe ucraine o russe. p.s. provate i vini rossi spagnoli, eccellenti.



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