Fuerteventura in agosto

Grecia? Turchia? Tunisia? Baleari? Cipro? Alla fine la scelta per le vacanze estive al mare è caduta sulle Canarie, ed in particolare Fuerteventura che ci incuriosiva per le promesse, poi mantenute, di “diversità” e “particolarità”. Rispondo subito a tre delle più pressanti domande che mi frullavano nella testa prima di partire. 1) A...
Scritto da: diniantonio
fuerteventura in agosto
Partenza il: 17/08/2009
Ritorno il: 24/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Grecia? Turchia? Tunisia? Baleari? Cipro? Alla fine la scelta per le vacanze estive al mare è caduta sulle Canarie, ed in particolare Fuerteventura che ci incuriosiva per le promesse, poi mantenute, di “diversità” e “particolarità”.

Rispondo subito a tre delle più pressanti domande che mi frullavano nella testa prima di partire.

1) A Fuerteventura si fa tranquillamente il bagno. L’acqua non è caldissima, ma neppure mai troppo fredda (almeno in agosto). 2) Il vento c’è, ogni giorno, ad ogni ora. In alcune spiagge rende difficile stare sdraiati sul telo mare, ma prendendo un lettino si risolvono tutti i problemi. Alla fine lo apprezzerete. 3) L’auto per spostarsi è fondamentale, ma non è necessario un fuoristrada (utile solo per raggiungere Cofete).

ORGANIZZAZIONE VIAGGIO Causa tempi ristretti, invece che il solito “fai da te” totale, abbiamo acquistato su Internet un pacchetto volo + pernottamento. Abbiamo trovato l’offerta che ci piaceva sul sito TUI (anche se il pacchetto era commercializzato dall’agenzia Phone and Go). 1384 euro dal 17 al 24 agosto volo diretto da Bologna + pernotto in appartamento + assicurazione (2 persone). La località, Caleta de Fuste El Castillo ci piaceva molto dal punto di vista logistico, essendo a circa metà della costa orientale, vicina all’aeroporto. E infatti è risultata essere molto comoda ed anche uno dei centri più vivaci, seppur solo turistico. La sistemazione (Aparthotel Puerto Caleta) dignitosa, pulita, senza pretese, ottima per chi, come noi, ci ha praticamente solo dormito.

COME MUOVERSI L’isola non è piccolissima (circa 130 km da Nord a Sud) e merita essere vista tutta. Fondamentale è avere un auto a noleggio. Le distanze e alcuni punti esposti al vento sconsigliano l’uso di scooter. Attenzione al noleggio. Sull’isola ci sono diversi Rent a Car, ma in agosto trovare un’auto libera è quasi impossibile e c’è una vera caccia all’auto con uso di mezzi leciti e furbizie varie. Assolutamente necessario prenotarla per tempo dall’Italia via internet. Noi, sempre a causa dei tempi ristretti, non l’avevamo fatto e siamo riusciti a trovare un’auto dopo una mezza giornata di ricerche e grazie al suggerimento di un taxista. Siamo andati al El Matorral (vicino all’aeroporto) dal noleggiatore Serapia (si vede il cartello dalla strada principale), su internet: http://www.Autosserapia.Com/ Ci ha dato una Opel Corsa con 170mila km sulle spalle (e si vedevano tutti) a prezzo doppio del normale: 40 euro al giorno! Le strade sono ottime e ben tenute, in 5 giorni abbiamo fatto in tranquillità 930 km rinunciando solo all’escursione verso Cofete causa i 20 km di sterrato (non era il caso con l’auto che avevamo). Occhio al rispetto dei limiti di velocità, la polizia è, giustamente, severa. La benzina costa quasi la metà rispetto all’Italia. Sull’isola esiste anche un sistema di collegamenti bus, funziona ed è preciso, ma, ovviamente, non consente di muoversi in assoluta libertà.

SPIAGGE A Fuerteventura si va per il mare. Un mare cristallino dai colori spettacolari. Il valore aggiunto dell’isola è che si trova di tutto: spiagge bianche, spiagge immense, attrezzate e non, spiagge di ciotoli, spiagge di sabbia nera, scogli, spiagge isolate e deserte, spiagge affollate. C’è veramente l’imbarazzo della scelta. E troverete un sacco di bambini al mare perché le spiagge di sabbia sono l’ideale per farli giocare in assoluta tranquillità. Elenco quelle che abbiamo visto: Corralejo: Grandes Playas. Siamo a Nord dell’isola, l’oceano qua arriva a bagnare le incredibili dune desertiche (la sabbia è quella del Sahara arrivata qua a causa di tempeste di vento) del Parco delle Dune. Uno spettacolo unico, un vero deserto che arriva al mare turchese. Ci sono chilometri di spiaggia, con zone attrezzate (ma non pensate agli stabilimenti balneari italiani), e zone libere. Siamo stati due volte. La prima abbiamo trovato il mare mosso con onde alte e fare il bagno è stato un divertimento unico. La seconda volta quasi totale assenza di vento e mare calmo. 9 euro per ombrellone + 2 lettini (stesso prezzo in tutta l’isola). Se volete è possibile fare un giro fra le dune in dromedario.

El Cotillo: è una delle poche località balneabili della sponda ovest (anche se c’è più vento e l’acqua è più fredda). Noi siamo andati a Los Lagos (verso il faro) dove ci sono diverse baie di spiaggia bianca fra rocce nere vulcaniche. Non ci sono spiagge attrezzate, ma per evitare il fastidio dei granelli di sabbia spostati dal vento i turisti negli anni hanno costruito con le pietre dei singolari semicerchi all’interno dei quali si sta comodamente sdraiati sul telo mare.

Costa Calma – Spiaggia Solyventura (subito dopo Canada del Rio): spiaggia grandissima con un curioso gioco di maree che al pomeriggio crea delle isolette circondate dall’acqua. Ci sono chioschi bar e ombrelloni, ma è molto tranquilla. Facendo qualche passo verso sud si arriva a delle rocce popolate da simpatici scoiattoli che verranno a mangiare cibo dalle vostre mani, uno spasso.

Jandia – Faro Matorral: anche questa spiaggia di sabbia chiara è enorme. Acqua più calda e mare più calmo. Nell’accedere alla spiaggia vediamo un bellissimo esemplare di gru, un uccello dai colori straordinari.

Caleta de Fuste: piccola spiaggia, attrezzata (e non), con mare calmo protetto da una profonda insenatura.

Tarajalejo: spiaggia di sabbia nera, nulla di eccezionale.

Giniginamar: spiaggia di sassi, un po’ scomoda.

Ajuy: suggestiva piccola spiaggia di sabbia nera con rocce (e caverne visitabili) ai lati. Acqua più fredda (siamo nella costa ovest).

ESCURSIONI Non siamo stati né a Lanzarote né a Los Lobos (isole vicine a nord) che si raggiungono in nave da Corralejo. In una settimana abbiamo preferito vedere bene Fuerteventura. Località visitate: Caleta de Fuste – El Castillo: è il luogo dove alloggiavamo. Esclusivamente turistico, è un insieme di appartamenti indipendenti e bungalow, più qualche albergo, che dal mare si arrampica alla vicina collina. Non esiste un vero paese. Il nome deriva da una piccola torre/fortino del XVII secolo presente vicino al porticciolo. Qui si trova di tutto: supermarket, ristoranti, pub, farmacia, medici, banche, souvenir, noleggio auto. Dista 6 km dall’aeroporto. Lo sviluppo turistico è stato massiccio (anche troppo) e non si capisce bene perché ci siano almeno tre complessi di appartamenti chiusi e in parte abbandonati (stessa cosa vista in altri luoghi dell’isola), mentre a poca distanza si continua a costruire (stesso contrasto a Mal Nombre e in altri punti). In un ambiente arido e roccioso fa impressione il verde, enorme, campo da golf.

Corralejo: è la località più vivace dell’isola. Anche qua il turismo è molto sviluppato e ci sono hotel a decine. Famoso per le vicine dune di sabbia, offre tanti ristorantini fronte mare. Il venerdì mattina dalle 9 alle 14 mercatino a dire il vero non eccezionale.

El Cotillo: paesino di pescatori molto esposto al vento. Qua ci sono meno hotel, ma tanti ristoranti dove mangiare pesce fresco.

Morro Jable: anche questo è uno dei pochi centri che mantiene al centro la fisionomia di un paese, pur essendo ormai sommerso dalle strutture ricettive. Viuzze strette con saliscendi. E’ l’ultimo avamposto a sud raggiungibile con strade asfaltate. Morro Jable è praticamente attaccato alla zona turistica di Jandia dove c’è un lungomare stile riviera romagnola con tante profumerie, bei negozi e addirittura una succursale di Macy’s, il grande magazzino di New York. Mercatino ogni giorno dalle 9 alle 14.

Betancuria: antica capitale posta al centro dell’isola in una paesaggio brullo e affascinante. Poche palme in mezzo a roccia rossa e nera, con le casette bianche a fare da contrasto. Il complesso del monastero è molto bello, peccato che alle 17 chiuda tutto (compreso il museo) e ci siano da vedere solo due negozi di souvenir. Chiuso anche il bellissimo ristorante che funziona solo a pranzo. In agosto ci è sembrato assurdo: chi fa mare è normale che arrivi in paese nel tardo pomeriggio, e infatti non eravamo i soli ad essere delusi. In direzione Pajara, a pochi km, c’è l’antica chiesa di La Vega de Rio Palmas. Anche qua strade deserte e tutto chiuso. Da non perdere la bellissima strada montana che fra paesaggi desertici vi condurrà a Pajara. Unici incontri: le capre (cabritos), simbolo dell’isola.

Pajara: è uno dei centri che ci è piaciuto di più, perché vivo e con almeno un ristorante aperto. La Chiesa conserva delle decorazioni esterne di stile azteco. Si tratta sempre, comunque, di paesi molto piccoli, ma estremamente suggestivi.

Ajuy: paesino di pescatori con graziosa baia di sabbia nera. Ci andiamo di sera per cenare, ma restiamo delusi: dei tre ristoranti presenti solo uno è aperto, ma completamente deserto. Rinunciamo.

Giniginamar: più piccolo di Ajuy, anche questa meta era stata toccata per una cenetta di pesce. Niente da fare: tutto chiuso.

Puerto del Rosario: è la capitale (circa 30mila abitanti). La vediamo di passaggio e non ci attrae molto.

Gran Tarajal: finalmente un paese vero abitato da gente locale, vivo. Non bellissimo, ma almeno vediamo un po’ di vita locale genuina, non turistica. La spiaggia è un arenile di sassi con mare splendido. Siamo anche fortunati, ci imbattiamo in una sorta di carnevale locale con tanto di parata e festa per le strade.

La Lajita: località turistica nota per l’Oasi Parco safari (una specie di piccolo zoo). Proprio all’ingresso dell’Oasi ogni domenica mattina c’è il mercatino degli agricoltori locali: da non perdere! Vedrete i prodotti tipici veri, artigianato e un po’ di colore locale.

La Oliva – Antigua – Tuineje – Pozo Negro: tutte località che abbiamo visitato nel tardo pomeriggio trovandole praticamente deserte. A La Oliva c’è un Museo dell’artigianato Canaro, ma chiude alle 17.

MANGIARE In generale direi che si mangia bene (sia carne che pesce) e con prezzi più contenuti che in Italia. Attenzione perché la sera non in tutti i paesi trovate un ristorante aperto (alcuni solo su prenotazione) e gli orari non sono quelli spagnoli, ma, vista la massiccia presenza di inglesi e tedeschi, più europei. Birre locali: Dorada (più leggera) e Tropical (particolarmente fresca). Tre suggerimenti particolari.

A Caleta de Fuste ci siamo trovati bene al Ristorante Fado Rock (calle Juan Ramon Soto Morales), fra le particolarità la carne cotta sulle pietre laviche. Costo: 35 euro in due.

A Gran Tarajal non perdete un favoloso ristorantino al porto: la Cofradia de Pescadores. Pesce veramente freschissimo a volontà, peperoni (i piementos padron) e patate canarie. 40 euro in due. Ristorante pieno ed eravamo gli unici non spagnoli.

A Pajara una bella sorpresa: la Casa Isaitas, una casa rural nel centro del paese gestita da una ragazza italiana dove mangiare zuppe, carni, salumi e dolci locali. Circa 50 euro in due.

CLIMA E’ la cosa migliore di Fuerteventura. Anche in agosto non è mai troppo caldo, si sta piacevolmente al sole anche con 30 gradi grazie al venticello costante. La sera è difficile che ci siano più di 24 gradi, l’aria condizionata non serve. A Caleta de Fuste qualche zanzara c’era. Non vi spaventate se al mattino vi svegliate ed è tutto nuvolo, pare che sia normale, e infatti dopo poco viene fuori il sole. La foschia che spesso si vede non è altro che sabbia alzata dal vento.

PRODOTTI TIPICI L’unico vero prodotto tipico è l’aloe vera, coltivata qua e a Lanzarote. Si trovano prodotti, specie cosmetici, di ogni tipo. Al mercatino di Corrajelo abbiamo incontrato un ragazzo di Fondi (LT) che da 11 anni abita a Fuerteventura e vende prodotti a base di aloe vera.

Il Gofio è una farina di cereali tostati, poi sono tipiche e buonissime le patate. E i peperoni.

Chiudo con ultima risposta: si, ci tornerei e consiglio Fuerteventura per una vacanza di mare in un ambiente insolito.



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